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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Cavedago
Trento
chiesa
cimiteriale
S. Tomaso
Parrocchia di San Lorenzo
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2002); custodia eucaristica - aggiunta arredo (2002 circa)
XIII - XIII(costruzione intero bene); XIV - XIV(decorazione intero bene); 1435 - 1435(menzione carattere generale); 1537 - 1537(cambio di dedicazione carattere generale); 1546 - 1547(ampliamento e sopraelevazione intero bene); 1573/07/26 - 1573/07/26(consacrazione carattere generale); 1649 - 1649(riparazione tettoia); 1727 - 1749(riparazioni campanile); 1740/04/26 - 1740/04/26(erezione a curazia di secondo grado carattere generale); 1744 - 1744(ricostruzione sacrestia); 1838 - 1838(spogliazione intero bene); 1868 - 1868(danneggiamento intero bene); 1874 - 1874(riparazioni intero bene); 1929 - 1929(revisione tetto); 1952/08/03 - 1952/08/03(benedizione campana); 1958 - 1958(rifacimento tetto); 1965 - 1965(restauro affreschi); 1971 - 1971(spogliazione intero bene); 1973/08/31 - 1974(restauro esterno); 1994 - 1994(rifacimento tetto); 1999 - 2002(restauro intero bene); 2002/07/03 - 2002/07/03(benedizione carattere generale); 2014/09/08 - 2014/10/31(restauro cimitero)
Chiesa di San Tomaso
Tipologia e qualificazione chiesa cimiteriale
Denominazione Chiesa di San Tomaso <Cavedago>
Altre denominazioni S. Tomaso
Autore (ruolo)
Redis, Rocco de (ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIII  (costruzione intero bene)

Il nucleo più antico della chiesa di San Tomaso, la più antica di Cavedago, costruita lungo la strada romana che collegava l’Anaunia con le Giudicarie, insieme con la sua torre campanaria, risale al XIII secolo.

XIV  (decorazione intero bene)

Gli affreschi presenti all’interno e in facciata sono stati assegnati dagli studiosi a pittori di ambito veronese e riminese del primo quarto del XIV secolo e a Giovanni di Costa Volpino (il Maestro di Sommacampagna), operante nella seconda metà dello stesso secolo.

1435  (menzione carattere generale)

La piccola chiesa è menzionata in un documento del 1435 con la dedicazione a San Vigilio.

1537  (cambio di dedicazione carattere generale)

Nel 1537 i visitatori vescovili la ricordano come cappella di San Tomaso Apostolo; ciò testimonia un avvenuto cambio di dedicazione.

1546 - 1547 (ampliamento e sopraelevazione intero bene)

L’edificio venne ampliato, sopraelevato e dotato di una nuova abside poligonale e di nuove volte tardogotiche costolonate tra il 1546 e il 1547, ad opera di Rocco de Redi di Laino.

1573/07/26  (consacrazione carattere generale)

Conclusi i lavori il vescovo Gabriele Alessandri, suffraganeo e vicario generale del cardinale Ludovico Madruzzo, consacrò la chiesa il 26 luglio 1573; oltre all’altare maggiore dedicato a San Tomaso vennero consacrati i due altari minori, di Santo Stefano e di San Lorenzo (la titolazione muterà tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, con una dedicazione a Sant’Antonio Abate e al Crocifisso, poi a Santa Caterina).

1649  (riparazione tettoia)

Nel 1649 la tettoia che copre il portico era esistente e bisognosa di riparazioni.

1727 - 1749 (riparazioni campanile)

Sono documentati diversi interventi di riparazione al campanile nel 1727, nel 1732 e ancora nel 1749, quest’ultimo piuttosto rilevante e di mano del tagliapietra Giovanni Maria Selva.

1740/04/26  (erezione a curazia di secondo grado carattere generale)

Dopo che la comunità aveva acquistato nel 1691 una casa presso maso Pozza da destinare alla canonica per il suo primissario esposto, dipendente dalla parrocchia di Spormaggiore, il 26 aprile 1740 venne ufficialmente istituita la curazia di secondo grado, con facoltà di tenere nella chiesa la custodia eucaristica e il fonte battesimale.

1744  (ricostruzione sacrestia)

Nel 1744 la prima sacrestia venne riedificata.

1838  (spogliazione intero bene)

Isolata e distante dal nucleo più abitato del paese, la piccola chiesa venne spogliata di tutti gli arredi da un’incursione di ladri penetrati da una breccia fatta nel muro dell’abside nel 1838.

1868  (danneggiamento intero bene)

Nel 1868 un incendio distrusse il tetto della chiesetta e danneggiò la sacrestia, che si decise perciò di demolire.

1874  (riparazioni intero bene)

L’edificio venne riparato e riaperto al culto nel 1874.

1929  (revisione tetto)

Il tetto venne revisionato nel 1929.

1952/08/03  (benedizione campana)

Il 3 agosto 1952 monsignor Oreste Rauzi, ausiliare del vescovo di Trento, benedisse la campana Maria Dolens, per i defunti e i caduti di guerra, che fu posta sul campanile, su cui si eseguirono con l’occasione dei lavori.

1958  (rifacimento tetto)

Nel 1958 il tetto venne rifatto.

1965  (restauro affreschi)

Un primo intervento di restauro degli affreschi interni ed esterni, liberati dallo scialbo ad opera di Giovanni Pezkoller di Brunico, fu promosso da Nicolò Rasmo nel 1965.

1971  (spogliazione intero bene)

Nel 1971 la chiesa venne nuovamente spogliata dai ladri, che trafugarono la pala e le statue lignee dell’altare. Da allora l'edificio subì una fase di abbandono e venne utilizzato quasi esclusivamente come deposito per gli attrezzi del cimitero.

1973/08/31 - 1974 (restauro esterno)

Opere urgenti di consolidamento della torre e di smontaggio, modifica e ricollocazione del castello campanario vennero eseguite tra il 1973 e il 1974 grazie al contributo dell’Assessorato alle attività culturali e sportive della Provincia Autonoma di Trento, su segnalazione di Nicolò Rasmo del 31 agosto 1973. Nella stessa occasione venne revisionato il tetto della chiesa, deteriorato o mancante di alcuni elementi di copertura, venne messa in opera la conversa all’attacco della copertura del portico e venne chiusa con assi la porta del sottotetto presente al di sopra del portico stesso.

1994  (rifacimento tetto)

Nel 1994 il tetto venne nuovamente rifatto in scandole di larice.

1999 - 2002 (restauro intero bene)

Nel 1999 venne costituito un comitato di promozione del restauro e della riapertura al culto della chiesa; l’architetto Alberto Dalpiaz di Cles venne incaricato della progettazione e direzione lavori, la Provincia Autonoma di Trento finanziò il restauro monumentale, il contributo del Comune di Cavedago, della Curia arcivescovile di Trento, di altri enti e di residenti ed emigrati permise di realizzare l’adeguamento liturgico strutturale, il bassorilievo ligneo in sostituzione della pala perduta, nuovi banchi, gli impianti di illuminazione, di amplificazione e di riscaldamento e altri arredi.

2002/07/03  (benedizione carattere generale)

Al termine dei lavori monsignor Luigi Bressan benedisse la chiesa restaurata il 3 luglio 2002, festa di San Tommaso Apostolo.

2014/09/08 - 2014/10/31 (restauro cimitero)

Al momento del sopralluogo erano in atto i lavori di restauro e messa in sicurezza dei percorsi pedonali del vicino cimitero, iniziati l’8 settembre 2014 per cura del Comune di Cavedago; il cantiere si dovrebbe chiudere entro la fine di ottobre.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est e circondata dal camposanto, la piccola chiesa di San Tomaso (già di San Vigilio) si eleva su di un poggio panoramico sopra il paese di Cavedago, lungo la strada romana che collegava l’Anaunia con le Giudicarie. Il primo nucleo della chiesa, corrispondente alla navata, e il campanile con quattro trifore con colonnine e capitelli a stampella e tetto piramidale in pietra, risalgono al XIII secolo; nel corso del secolo successivo la facciata e l’interno vennero ornati da affreschi assegnati dagli studiosi a pittori di ambito veronese e riminese e a Giovanni di Costa Volpino (il Maestro di Sommacampagna). L’edificio venne poi ampliato e sopraelevato dal maestro intelvese Rocco de Redis di Laino, attivo anche a Denno e forse a Molveno, tra il 1546 e il 1547. Dopo una fase di relativo abbandono, la chiesa è stata restaurata e riaperta al culto tra il 1999 e il 2002. Sulla semplice facciata a due ripidi spioventi si aprono un portale architravato con frontone triangolare, una finestra rettangolare sdraiata sulla sinistra e l’accesso al sottotetto alla sommità; precede la facciata un portico sostenuto da due possenti pilastri a sezione rettangolare in pietra a vista, coperto da tetto piramidale a tre spioventi. Il fianco sinistro è cieco, mentre due monofore archiacute si aprono su quello destro e una sulla parete sinistra dell’abside poligonale, marcata da conci angolari sfalsati in pietra a vista. All’interno la navata unica è divisa in tre brevi campate dai peducci di sostegno alla volta reticolata, con costoloni in pietra a vista; un oculo si apre in controfacciata e due mense in muratura e pietra calcarea sono addossate specularmente alle due pareti, nei pressi dell’arco santo a sesto acuto. Un gradino conduce al presbiterio rettangolare, la cui parete sinistra è sfondata dall’arcata di collegamento al campanile; l’abside poligonale coperta da volta a ombrello sostenuta dai medesimi peducci lapidei è caratterizzata dalla presenza dell’iscrizione-firma del maestro costruttore, Rocco de Redis, alla sommità della parete di fondo.
Preesistenze
La navata della chiesa e il campanile, risalenti al XIII secolo, costituiscono la parte più antica della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, preceduta da un portico a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale; presbiterio a pianta rettangolare comunicante con il campanile a pianta quadrangolare e concluso da abside poligonale.
Facciata
Semplice facciata a due ripidi spioventi, intonacata raso sasso e ornata di affreschi nella porzione inferiore; vi si aprono un portale architravato con frontone triangolare, una finestra rettangolare sdraiata sulla sinistra e l’accesso al sottotetto alla sommità. Precede la facciata un portico sostenuto da due possenti pilastri a sezione rettangolare in pietra a vista, coperto da tetto piramidale a tre spioventi.
Prospetti
Il fianco sinistro è cieco, mentre due monofore archiacute si aprono su quello destro e una sulla parete sinistra dell’abside poligonale, marcata da conci angolari sfalsati in pietra a vista. Finiture a intonaco raso sasso, cornice sottogronda in pietra.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare elevata sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza del presbiterio, dotato di accesso aereo sul lato ovest. Fusto intonacato raso sasso e marcato dai conci angolari sfalsati in pietra a vista e dalla presenza di tre ordini di fori pontai sui lati est e ovest; cella campanaria senza soluzione di continuità con il fusto, forata da quattro finestre trifore con colonnine e capitelli a stampella. Tetto piramidale a quattro falde, sormontato da croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volta reticolata costolonata sorretta da peducci in pietra; presbiterio e abside da volta a ombrello costolonata, sempre sorretta da peducci lapidei.
Coperture
Navata e presbiterio coperti da tetto a due falde, abside e portico antistante da tetto a più falde; struttura portante in legno e manto di copertura in scandole di larice. Campanile con copertura in pietra.
Interni
Navata divisa in tre brevi campate dai peducci di sostegno alla volta; un oculo si apre in controfacciata e due mense in muratura e pietra calcarea sono addossate specularmente alle due pareti, nei pressi dell’arco santo a sesto acuto. Un gradino conduce al presbiterio rettangolare, la cui parete sinistra è sfondata dall’arcata di collegamento al volume del campanile; abside poligonale dotata di nicchie asimmetriche nella parte bassa delle pareti e caratterizzata dalla presenza dell’iscrizione-firma del maestro costruttore alla sommità della parete di fondo. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a lastre rettangolari di pietra calcarea rossa.
Elementi decorativi
Affreschi di varia mano e di diversa epoca ornano la facciata e l’interno.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2002)
L’adeguamento liturgico è stato effettuato in occasione del restauro e della riapertura al culto della chiesa, con arredi in parte fissi e in parte mobili, realizzati quasi tutti per l’occasione: al centro del presbiterio, a raso pavimento, è stato posto l’altare verso il popolo, opera della ditta Dalle Nogare di Bolzano, di forma cubica, ad ara, in pietra bianca ornata sul lato frontale da un decoro a girali. L’ambone in forma di leggio con fusto ligneo e lettorile in pietra bianca è posizionato sul gradino dell’arco santo, a sinistra; tre sgabelli lignei, il centrale più elevato, posti al centro del presbiterio, tra l’altare verso il popolo e quello storico costituiscono la sede del celebrante e le sedute per gli assistenti. Non sono presenti le balaustre lignee che in origine chiudevano il presbiterio, trafugate o distrutte negli anni Sessanta o Settanta del Novecento.
custodia eucaristica - aggiunta arredo (2002 circa)
Un tabernacolo a cassetta in metallo stampato e dorato appoggiato sulla mensa dell’altare presso l’arco santo, a destra, funge da custodia eucaristica.
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