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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Andalo
Trento
chiesa
sussidiaria
Ss. VITO
MODESTO e CRESCENZIA martiri
Parrocchia dei Santi Vito
Modesto e Crescenzia
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1967); presbiterio - aggiunta arredo (1967 circa); fonte battesimale - intervento strutturale (1974 circa)
1504/06/15 - 1504/06/15(menzione carattere generale); 1536 - 1536(ampliamento intero bene); 1574/09/07 - 1574/09/07(consacrazione carattere generale); 1574/09/08 - 1574/09/08(erezione a curazia unita carattere generale); 1580 - 1580(apertura finestra facciata); 1652/10/14 - 1652/10/14(erezione a curazia di secondo ordine carattere generale); 1669 - 1669(concessione del fonte battesimale carattere generale); 1671/07/09 - 1671/07/09(erezione a curazia autonoma carattere generale); 1782/03/23 - 1783(ricostruzione intero bene); 1783/11/09 - 1783/11/09(benedizione carattere generale); 1811 - 1826(cambio di giurisdizione carattere generale); 1869 - 1869(costruzione cimitero); 1874/07/06 - 1874/07/06(consacrazione carattere generale); 1915 - 1918(danneggiamento campanile); 1926 - 1932(ristrutturazione e decorazione intero bene); 1942/11/18 - 1942/11/18(erezione a parrocchia carattere generale); 1950 - 1957(restauro intero bene); 1967 - 1967/06/15(adeguamento liturgico presbiterio); 1981 - 1989(ristrutturazione esterno); 2003 - 2003(restauro esterno)
Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia Martiri
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia Martiri <Andalo>
Altre denominazioni santi Vito, Modesto e Crescenza
Ss. VITO, MODESTO e CRESCENZIA martiri
Autore (ruolo)
Cometti, Antonio (progetto e direzione lavori)
Bianchi, Pietro (progetto e direzione lavori)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze comacine (costruzione)
architettura tardobarocca (costruzione)
Notizie Storiche

1504/06/15  (menzione carattere generale)

La presenza ad Andalo di una chiesa dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, dipendente dalla pieve di Banale e dotata di cimitero, è documentata dalla pergamena del 15 giugno 1504 che attesta l’avvenuta consacrazione di un altare laterale in onore di Sant’Antonio, ad opera del vescovo suffraganeo Francesco De la Chiesa. Il primo edificio, che doveva dunque risalire alla seconda metà del XV secolo, si trovava in località Puel (oggi Maso Doss, presso Maso Toscana).

1536  (ampliamento intero bene)

La prima chiesa, che doveva essere originariamente di dimensioni ridotte, venne ampliata o ricostruita intorno al 1536, come testimonia l’iscrizione incisa sull’architrave del portale lapideo, rimontato sul fianco sinistro dell’edificio attuale. Il campanile fu dotato inoltre di una nuova campana, finanziata da Ottaviano Concini, capitano di Belfort. La visita pastorale clesiana del 1537 nomina la chiesa con la titolazione a San Paolo.

1574/09/07  (consacrazione carattere generale)

L’edificio rinnovato e tre altari (il maggiore dedicato ai santi Vito, Modesto e Crescenzia, l’altare sinistro a Sant’Antonio e quello destro alla Madonna) vennero consacrati dal vescovo Gabriele Alessandri, suffraganeo e vicario generale del cardinale Ludovico Madruzzo, il 7 settembre 1574.

1574/09/08  (erezione a curazia unita carattere generale)

Il giorno successivo le due comunità di Andalo e di Molveno ottennero l’erezione a curazia unita della pieve di Banale, con sede a Molveno.

1580  (apertura finestra facciata)

La visita pastorale del 1580 ordinò di aprire una finestra in facciata, a fianco della porta d’ingresso, per permettere ai fedeli di vedere l’interno, dato cha solitamente la chiesa era chiusa.

1652/10/14  (erezione a curazia di secondo ordine carattere generale)

Il 14 ottobre 1652, con decreto del principe vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo, Andalo fu eretta a curazia di secondo ordine, dipendente da quella di primo ordine con sede a Molveno. Le due comunità si accordarono per il mantenimento ciascuna di un proprio sacerdote.

1669  (concessione del fonte battesimale carattere generale)

Risale al 1669 la concessione alla chiesa di Andalo del proprio fonte battesimale.

1671/07/09  (erezione a curazia autonoma carattere generale)

L’erezione a curazia autonoma avvenne finalmente il 9 luglio 1671.

1782/03/23 - 1783 (ricostruzione intero bene)

A seguito dell’aumento demografico del paese, il 23 marzo 1782 il comune di Andalo stabilì di erigere una nuova chiesa, nel luogo designato dal maestro costruttore Antonio Cometti con il suo socio stuccatore Pietro Bianchi, in posizione centrale ed elevata presso Maso Fovo; i maestri muratori furono Francesco Carzani e Antonio Giusdas, entrambi comaschi di Lenno. Tutti gli abitanti dei masi si autotassarono per finanziare l’impresa. Sempre nel 1782 le due curazie di Andalo e Molveno furono rese indipendenti dal pievano di Banale, che dovette cedere ogni entrata in quei distretti.

1783/11/09  (benedizione carattere generale)

La nuova costruzione venne benedetta dal pievano del Banale, don Bernardino Pasio, il 9 novembre 1783.

1811 - 1826 (cambio di giurisdizione carattere generale)

Nel 1811 i distretti di Andalo e Molveno furono uniti alla Giudicatura di Denno e aggregati nello spirituale alla parrocchia di Spormaggiore; nel 1826 Andalo fu associato al decanato di Mezzolombardo.

1869  (costruzione cimitero)

Il nuovo camposanto a fianco della chiesa risale al 1869.

1874/07/06  (consacrazione carattere generale)

La consacrazione del tempio avvenne solamente il 6 luglio 1874, ad opera del vescovo Benedetto Riccabona de Reichenfels.

1915 - 1918 (danneggiamento campanile)

Durante la prima guerra mondiale il campanile venne danneggiato.

1926 - 1932 (ristrutturazione e decorazione intero bene)

Nella seconda metà degli anni Venti e fino al 1932 circa, la chiesa e il campanile vennero ristrutturati (quest’ultimo sopraelevato nel 1928), vennero fuse nuove campane, la ditta Giuseppe Parisi fornì l’edificio di vetrate e Giuseppe Tevini ornò l’interno con dipinti murali figurati.

1942/11/18  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa fu eretta a parrocchia il 18 novembre 1942.

1950 - 1957 (restauro intero bene)

Tra il 1941 e il 1947 si formò un comitato per l’ampliamento della chiesa; l’architetto Giovanni Tiella di Rovereto presentò un progetto, che venne approvato, ma mai realizzato per lo scoppio della guerra e la conseguente mancanza di manodopera e di fondi. Negli anni 1950-1957 circa la chiesa e il campanile furono sottoposti ad un intervento di restauro: in particolare venne pulito l’interno, venne realizzato un portico a protezione dell’ingresso in facciata, il campanile fu dotato di un orologio a quattro quadranti.

1967 - 1967/06/15 (adeguamento liturgico presbiterio)

L’intervento di adeguamento liturgico strutturale del presbiterio, con l’avanzamento della mensa marmorea dell’altare storico, fu attuato ne corso del 1967, entro il 15 giugno, quando il nuovo altare al popolo venne consacrato.

1981 - 1989 (ristrutturazione esterno)

Nel 1981 venne sostituito il manto di copertura della chiesa, in lamiera di rame; qualche anno dopo gli esterni vennero ritinteggiati.

2003  (restauro esterno)

A seguito della realizzazione dei marciapiedi lungo via Tenaglia, che ridussero lo spazio del sagrato, su progetto dell’architetto Paolo Pedron di Mezzolombardo, nella primavera del 2003 venne abbattuto il portico a protezione dell’ingresso principale e fu ridisegnata la scalinata di accesso alla chiesa. L’architetto Stefania Wegher di Sanzeno presentò quindi un progetto di rifacimento del portico, a cui l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole in data 11 aprile 2003, ma che non fu mai realizzato. Lo stesso architetto curò nell’estate del 2003 il restauro degli elementi lapidei esterni e il risanamento delle murature dall’umidità, con la rimozione e il risanamento degli intonaci deteriorati, la realizzazione di una barriera chimica per lo sbarramento dell’umidità di risalita, il collocamento di un nuovo zoccolo in porfido, la ritinteggiatura e la pulitura delle inferriate delle finestre della sacrestia.
Descrizione

Orientata a sud-est, la parrocchiale vecchia di Andalo, dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, si erge in posizione elevata al centro dell’abitato, realizzata ex novo da Antonio Cometti con il suo socio stuccatore Pietro Bianchi tra il 1782 e il 1783, in sostituzione della prima chiesa troppo angusta. La facciata a due spioventi è ripartita in nove settori da un motivo a reticolo determinato dall'incrocio di lesene e cornici lisce; nei settori centrali inferiore e mediano si aprono rispettivamente il portale maggiore timpanato elevato di due gradini e una finestra a profilo mistilineo, mentre i settori laterali mediani ospitano due nicchie centinate vuote. Le fiancate si caratterizzano per la presenza su ciascuna di tre finestre mistilinee, due nella navata e una nel presbiterio, e sono scandite da una serie di lesene intonacate; emergono simmetricamente i corpi rettangolari con gli angoli smussati corrispondenti alle cappelle e gli ambienti di servizio, più bassi (la sacrestia finestrata sul lato destro, l’ambiente adibito a deposito su quello sinistro). Il campanile si eleva a sinistra della chiesa, leggermente arretrato rispetto alla facciata: è caratterizzato da un’alta scarpa intonacata con cantonali sfalsati in pietra a vista e dall’accesso indipendente sul lato sud-est; il fusto è diviso in tre tronconi da cornici orizzontali, forato da feritoie e dotato di quadranti di orologio sommitali su ogni lato. Quattro monofore centinate allungate si aprono sui lati maggiori della cella ottagonale irregolare; la copertura piramidale a più falde è sormontata da globo e croce apicale. L’ingresso secondario della chiesa, con portale cinquecentesco reimpiegato, si trova sul lato sinistro, nel settore tra la prima e la seconda campata; l’abside rettangolare è cieca, con gli angoli smussati e marcata da lesene intonacate. All’interno la navata unica è divisa in due campate da paraste specchiate a finto marmo con capitelli compositi in stucco, raccordate dal cornicione corrente plurimodanato che sorregge le arcate longitudinali e trasversali; la seconda campata è sfondata sui fianchi da una coppia di cappelle a pianta rettangolare, ospitanti gli altari minori. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, elevato di due gradini e chiuso dalle balaustre; anch’esso, come l'abside rettangolare con gli angoli smussati, riprende il motivo delle paraste specchiate e condivide il marcapiano corrente. Oltre alle decorazioni in stucco tardo settecentesche di Pietro Bianchi l’interno conserva dipinti murali di Matteo Tevini al centro delle volte a vela della navata e sulla parete di fondo dell’abside.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, caratterizzata dall’emergere di due cappelle simmetriche a pianta rettangolare con gli angoli smussati; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da breve abside a pianta rettangolare dagli angoli smussati.
Facciata
Facciata a due spioventi intonacata e tinteggiata, ripartita in nove settori da un motivo a reticolo determinato dall'incrocio di lesene e cornici lisce. Nei settori centrali inferiore e mediano si aprono rispettivamente il portale maggiore timpanato elevato di due gradini e una finestra a profilo mistilineo, mentre i settori laterali mediani ospitano due nicchie centinate vuote. Zoccolo di base in porfido.
Prospetti
Fiancate caratterizzate dalla presenza su ciascuna di tre finestre mistilinee, due nella navata e una nel presbiterio, e scandite da una serie di lesene intonacate; emergono simmetricamente i corpi rettangolari con gli angoli smussati corrispondenti alle cappelle e gli ambienti di servizio, più bassi (la sacrestia finestrata sul lato destro, l’ambiente adibito a deposito su quello sinistro). L’ingresso secondario con portale cinquecentesco reimpiegato si trova sul lato sinistro, nel settore tra la prima e la seconda campata. Abside rettangolare cieca, anch’essa con gli angoli smussati e marcata da lesene intonacate. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in lastre di porfido.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta sul lato sinistro della chiesa, leggermente arretrata rispetto alla facciata; alta scarpa intonacata con cantonali sfalsati in pietra a vista e accesso indipendente sul lato sud-est, fusto diviso in tre tronconi da cornici orizzontali, forato da feritoie e dotato di quadranti di orologio sommitali su ogni lato. Cella ottagonale irregolare, dotata di quattro monofore centinate allungate sui lati maggiori e copertura piramidale a più falde, sormontata da globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata e presbiterio coperti da volte a vela, con brevi volte a botte sui settori intermedi, nelle cappelle e nell’abside.
Coperture
Tetto a due falde sopra navata e presbiterio, a più falde sopra l’abside e gli ambienti di servizio; struttura portante in legno, manto di copertura in lamiera di rame, anche sul campanile.
Interni
Navata unica divisa in due campate da paraste specchiate a finto marmo con capitelli compositi in stucco, raccordate dal cornicione corrente plurimodanato che sorregge le arcate longitudinali e trasversali. La seconda campata è sfondata sui fianchi da una coppia di cappelle a pianta rettangolare, ospitanti gli altari minori, mentre l'ingresso laterale si apre nel settore tra la prima e la seconda campata, a sinistra. La cantoria, raggiungibile da una scala all’ingresso, occupa l'intera controfacciata, è sostenuta da una coppia di colonne lisce ed è caratterizzata da un parapetto con lesene specchiate. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, elevato di due gradini e chiuso dalle balaustre; anch’esso, come l'abside rettangolare con gli angoli smussati, riprende il motivo delle paraste specchiate e condivide il marcapiano corrente. Finiture a intonaco tinteggiato; dettagli decorativi in stucco modellato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata a grandi lastre di pietra calcarea; pavimento del presbiterio a quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse, disposte a scacchiera. Pedane sotto i banchi e predelle degli altari lignee.
Elementi decorativi
Decorazione stucchiva delle volte di Pietro Bianchi; dipinti murali figurati di Matteo Tevini sulle volte della navata e sulla parete di fondo dell’abside.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1967)
L’adeguamento liturgico strutturale è stato realizzato nel 1967 con lo smembramento dell’altare maggiore storico, privato della sua mensa marmorea a blocco, avanzata al centro del presbiterio, dotata di un nuovo piano ed elevata su di una propria predella a due gradini.
presbiterio - aggiunta arredo (1967 circa)
L’adeguamento liturgico è strato completato mediante il posizionamento di un leggio in legno con il lato frontale pieno, presso l’arco santo a sinistra. Due panche in legno lungo le pareti laterali del presbiterio sono occupate dal celebrante e dagli assistenti durante le celebrazioni. Sono presenti le balaustre e il tabernacolo storico, che contiene la custodia eucaristica.
fonte battesimale - intervento strutturale (1974 circa)
Il fonte battesimale storico è stato trasferito nella nuova chiesa parrocchiale nel 1974 circa.
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