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Vigo
Ton
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Vigilio
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1382 - 1391/07/10(menzione carattere generale); 1539 - 1580(abbandono intero bene); XVII - 1695(ristrutturazione intero bene); XVIII - 1825(abbandono intero bene); 1853 - 1853(rifacimento tetto); 1902 - 1903(ristrutturazione e decorazione intero bene); 1903 - 1903(benedizione carattere generale); 1923 - 1923(fusione campana); 2011 - 2011(manutenzione manto di copertura)
Chiesa di San Vigilio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Vigilio <Vigo, Ton>
Altre denominazioni S. Vigilio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1382 - 1391/07/10 (menzione carattere generale)

Secondo Simone Weber (1938) la chiesetta di San Vigilio è ricordata per la prima volta all’interno di atti notarili del 1382; il 10 luglio 1391 il vescovo Gregorio, suffraganeo di Giorgio Liechtenstein, concesse 40 giorni di indulgenza ai fedeli che avessero visitato l’edificio sacro in determinate festività (la pergamena è la più antica dell’archivio parrocchiale).

1539 - 1580 (abbandono intero bene)

Nel 1539 l’edificio minacciava rovina e necessitava di urgenti riparazioni; non era però chiaro chi dovesse occuparsene, se i signori di Castel Thun, che dal 1524 vi esercitavano ufficialmente il diritto di patronato, concesso loro da Bernardo Cles a conclusione di una lite con la famiglia Filippini durata anni, oppure la comunità di Vigo, che secondo Sigismondo Thun l’aveva fatta costruire. La controversia non si risolse e la visita pastorale del 1580 trovò la chiesetta in completo abbandono, con il tetto cadente e priva di ogni suppellettile.

XVII - 1695 (ristrutturazione intero bene)

In seguito le riparazioni vennero eseguite da qualcuno, visto che nel 1695 la chiesa era in piedi e vi si celebrava portando il necessario dalla pieve.

XVIII - 1825 (abbandono intero bene)

Non cessarono nel XVIII secolo le segnalazioni delle successive visite pastorali, che lamentavano lo stato di abbandono dell’immobile; nel 1766 si decretò che, non essendo necessaria al culto, venisse demolita, ma gli abitanti di Vigo non vollero farlo. Ancora nel 1825 si minacciò di interdirla se il conte Thun, suo patrono, non l’avesse restaurata entro un anno.

1853  (rifacimento tetto)

Finalmente nel 1853, avendo Matteo Thun rinunciato ad ogni diritto sulla chiesa, in favore delle comunità di Vigo e di Masi, venne rifatto il tetto.

1902 - 1903 (ristrutturazione e decorazione intero bene)

Per merito di don Giacinto Vedovelli, parroco di Vigo di Ton, e con il sostegno dei conti Thun, il piccolo tempio venne ristrutturato nel 1902 e riportato, secondo Weber, alle sue forme primitive. Come attesta l’iscrizione in controfacciata, l’interno fu ornato con dipinto murali da fra Giustino da Trento nel luglio del 1903.

1903  (benedizione carattere generale)

Al termine dei lavori, nello stesso 1903, la chiesa venne benedetta.

1923  (fusione campana)

L’unica campana della chiesa risale al 1923.

2011  (manutenzione manto di copertura)

Tra l’estate e l’autunno del 2011 venne sistemato il manto di copertura della chiesa e della vicina casa canonica.
Descrizione

Fondata secondo la tradizione dallo stesso San Vigilio in visita alla Val di Non all’indomani del martirio dei suoi collaboratori, la piccola chiesa a lui dedicata si trova a fianco della casa canonica, a nord-est del nucleo storico di Vigo; menzionata dai documenti a partire dalla seconda metà del Trecento e a lungo patronato dei conti Thun, la costruzione attuale risente delle ristrutturazioni fatte nel XVII e all’inizio del XX secolo, per porre rimedio a lunghe fasi di abbandono. La facciata a capanna è protetta dall’emergere delle falde del tetto e presenta il portale architravato sormontato da una finestra a lunetta con cornice in pietra calcarea; le fiancate speculari e il catino absidale sono ciechi, mentre due monofore archiacute si aprono sulle pareti del presbiterio. Un piccolo campanile si eleva sul colmo del tetto, con fusto in pietra a vista, cella in legno attraversata da aperture centinate e tettuccio a due spioventi con croce apicale. All’interno la navata unica è coperta da volta a botte; l’arco santo a pieno centro in pietra parzialmente dipinta, sorretto da una coppia di pilastri, introduce al presbiterio, elevato di un gradino e coperto da volta a botte unghiata. L’abside semicircolare chiude la struttura al di là dell’altare storico in legno. La superficie muraria è stata interamente dipinta a tempera nel 1903 da fra Giustino da Trento, che ha realizzato motivi a tendaggio lungo le pareti, finti cassettoni lapidei con rosette nel catino absidale e un cielo stellato sulle volte.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.
Facciata
Facciata a capanna protetta dall’emergere delle falde del tetto, con portale architravato sormontato da finestra a lunetta con cornice in pietra calcarea, contigua con esso; finiture a intonaco tinteggiato, zoccolo intonacato a sbriccio.
Prospetti
Fiancate speculari cieche, percorse dallo stesso zoccolo intonacato a sbriccio della facciata; due monofore archiacute si aprono sulle pareti del presbiterio. Catino absidale cieco; finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Campaniletto elevato sul colmo del tetto, in prossimità della facciata, con fusto in pietra a vista e cella in legno, attraversata da aperture centinate; tettuccio a due spioventi con croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta a botte nella navata, rinforzata da tiranti in ferro; volta a botte unghiata nel presbiterio; catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata e sul presbiterio, a più spioventi sopra l’abside; struttura portante in legno e manto di copertura in coppi.
Interni
Navata unica, separata dal presbiterio mediante un gradino e un arco santo a pieno centro in pietra a vista parzialmente dipinta, sorretto da una coppia di pilastri; l’abside semicircolare chiude la struttura al di là dell’altare maggiore.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in piastrelle di cotto rettangolari, disposte in corsi paralleli sfalsati; pavimento del presbiterio in mattonelle quadrate di cotto disposte in corsi paralleli; la zona absidale dietro l’altare è pavimentata in cemento.
Elementi decorativi
Dipinti murali a tempera fingenti drappi appesi alle pareti, cassettoni lapidei con rosette nel catino absidale e un cielo stellato sulla volta rivestono l’interno.
Adeguamento liturgico

nessuno
Un tavolo in legno avanzato verso l'arco santo funge da mensa al popolo al bisogno.
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