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adeguamento liturgico
Vigo
Ton
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (1998-2000 circa)
1233 - 1233(menzione carattere generale); 1321 - 1321(lavori intero bene); 1500/08/01 - 1500/08/01(consacrazione carattere generale); 1531 - 1549(ricostruzione intero bene); 1558/11/20 - 1558/11/20(consacrazione carattere generale); 1650 - 1699(costruzione cantoria); 1718 - 1735(ampliamento intero bene); 1742/09/07 - 1742/09/07(consacrazione carattere generale); 1908 - 1908(ristrutturazione tetto); 1926 - 1926(fusione campane); 1949 - 1950(ristrutturazione intero bene); 1963 - 1963(erezione ad arcipretura carattere generale); 1968 - 1971(ristrutturazione intero bene); 1982/04/21 - 1982/04/22(spogliazione arredi); 2003 - 2003(ristrutturazione sagrato); 2006/07/24 - 2008(restauro esterno); 2011/08/28 - 2011/08/28(danneggiamento intero bene); 2011/11/07 - 2014(restauro interno)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Vigo, Ton>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Frisoni, Luigi (ricostruzione chiesa)
Tacchi, Bernardo, il Vecchio (ampliamento chiesa e sopraelevazione campanile)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze comacine (ricostruzione chiesa)
Notizie Storiche

1233  (menzione carattere generale)

Il termine “pieve di Ton” è documentato per la prima volta con uso territoriale nel 1233; nel 1288 si registra il primo nome del curatore d’anime, il pievano Guglielmo (Trento, Archivio di Stato, Archivio del Principato Vescovile).

1321  (lavori intero bene)

Secondo Weber (1938), nel 1321 la comunità di Dardine, appartenente alla pieve di Torra, a cui era stato concesso lo sfruttamento del monte Malachino insieme alle ville della pieve di Ton, si rifiutò di concorrere alle spese per lavori alla chiesa “già fatti o da farsi”, e da tale fatto si dedurrebbe che fosse in atto un intervento di rifacimento o ristrutturazione di una certa entità. Tale ipotesi non è tuttavia suffragata da evidenze materiali e non è al momento verificabile.

1500/08/01  (consacrazione carattere generale)

Alla fine del XV secolo un nuovo intervento di una certa importanza deve aver interessato l’edificio, tanto da rendere necessaria una riconsacrazione, avvenuta il 1° agosto 1500, per mano del vescovo Francesco della Chiesa, titolare di Drivasto e suffraganeo di Udalrico Lichtenstein.

1531 - 1549 (ricostruzione intero bene)

Durante la visita pastorale del 1537 la pieve era inagibile, in quanto “de novo fabricata et nondum finita”, tanto che si dovette celebrare nella chiesa di San Vigilio. A capo della ricostruzione, fatta conservando il luogo sacro scelto in precedenza, vi era il comacino Luigi Frisoni (Luixo de Frisono taiapreda), che firmò una lapide oggi inserita nel pavimento e datata 1549, da considerare come l’anno di chiusura del cantiere, apertosi presumibilmente all’inizio degli anni Trenta.

1558/11/20  (consacrazione carattere generale)

Il nuovo edificio venne consacrato il 20 novembre 1558 da Mariano Mano, suffraganeo del cardinale Cristoforo Madruzzo, insieme ai tre altari esistenti, che dalla visita pastorale del 1579 risultano dedicati alla Madonna (il maggiore), a Sant’Antonio Abate (poi a Sant’Antonio di Padova) e a Santa Caterina.

1650 - 1699 (costruzione cantoria)

L’attuale cantoria lignea è stata assegnata dagli studiosi alla seconda metà del XVII secolo.

1718 - 1735 (ampliamento intero bene)

L’edificio sacro fu ampliato nella prima metà del XVIII secolo, presumibilmente sia ricostruendo l’area del presbiterio e dell’abside, sia aggiungendo una campata alla navata verso sud-ovest, nel periodo di reggenza della pieve di Pietro Antonio Guardi (1712-1755, teologo, zio dei pittori Giovanni Antonio e Francesco) e sotto la direzione dell’architetto comacino Bernardo Tacchi il Vecchio, pagato per lavori alla chiesa e al campanile nel 1719 e operante in Castel Thun nel 1923-1924; con l’occasione fu eretto un nuovo altare maggiore ligneo, realizzato da Vigilio Fortunato Prati (1718-1719). Nel 1724 si chiuse la volta della cappella a destra, dedicata all’Immacolata, e nel 1728 si compì la sopraelevazione del campanile (la data è visibile sul tiburio). Nel 1735, come indica l’iscrizione incisa sulla cornice della finestra a lunetta, si completò la sacrestia.

1742/09/07  (consacrazione carattere generale)

L’edificio così rinnovato e il nuovo altare maggiore marmoreo, opera di Teodoro Benedetti del 1739, vennero consacrati dal principe vescovo Domenico Antonio Thun il 7 settembre 1742.

1908  (ristrutturazione tetto)

Nel 1908 il tetto, un tempo più spiovente, fu ridotto alla forma attuale mediante l’innalzamento della mura esterne; in quell’occasione la copertura in scandole di larice fu sostituita da tegole a coda di castoro in cotto.

1926  (fusione campane)

Tre delle quattro campane antiche furono requisite durante la grande guerra; sei nuovi bronzi furono rifusi dalla ditta Colbacchini di Trento nel 1926.

1949 - 1950 (ristrutturazione intero bene)

Tra il 1949 e il 1950 la chiesa fu interessata da una ristrutturazione; tra le operazioni fatte vi furono la sostituzione delle vetrate e il restauro della cantoria.

1963  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Nel 1963 la popolazione di Vigo di Ton chiese e ottenne che la parrocchiale fosse fregiata del titolo di arcipretale.

1968 - 1971 (ristrutturazione intero bene)

In data anteriore all’8 maggio 1969 la balaustra in ferro battuto che chiudeva il presbiterio era già stata rimossa, come denunciò il Soprintendente Nicolò Rasmo; ulteriori interventi di riassetto liturgico e ristrutturazione si compirono nel 1970 e nel 1971, con la sostituzione delle coperture in lamiera di zinco, la realizzazione dell’impianto di riscaldamento, l’integrazione e la levigatura dei pavimenti, la realizzazione di un’intercapedine esterna per sanare l’umidità di risalita, il restauro di metà dei banchi, il rinnovo dell’impianto di diffusione audio e la tinteggiatura interna. L’elettrificazione delle campane era già stata effettuata in precedenza.

1982/04/21 - 1982/04/22 (spogliazione arredi)

Nel febbraio del 1982 la Provincia Autonoma di Trento concesse un contributo per la realizzazione di un impianto anti intrusione in chiesa; nonostante ciò l’edificio fu interessato da un furto nella notte tra il 21 e il 22 aprile dello stesso anno, che comportò la parziale spogliazione degli altari minori lignei.

2003  (ristrutturazione sagrato)

Nel 2003, su progetto dell’architetto Stefano Endrizzi, la pavimentazione del sagrato in asfalto venne sostituita da una nuova in lastre di pietra calcarea, con l’integrazione e la regolarizzazione dei gradini di accesso alla chiesa e la realizzazione dell’ingresso sbarrierato sul lato sinistro; furono inoltre consolidati e restaurati i muri di contenimento del sagrato stesso, venne eseguita un’opera di drenaggio lungo il perimetro della chiesa, furono predisposti tubi di scarico e pozzetti per le acque bianche e nere e condotti per la realizzazione dell’impianto di illuminazione esterna di chiesa e sagrato, con corpi a incasso nella pavimentazione e nei muri perimetrali.

2006/07/24 - 2008 (restauro esterno)

In data 24 luglio 2006 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole al progetto di restauro conservativo esterno della chiesa, redatto dall’architetto Enrico Mazzucchi, teso a rimuovere l’intonacatura recente e lo zoccolo in malta di cemento a sbriccio, a consolidare l’intonaco antico e a rifarlo alla base, ad eseguire una nuova tinteggiatura, a restaurare e ripulire gli elementi lapidei, le vetrate e le inferriate. I lavori, eseguiti nel 2007, furono integrati da un intervento di restauro al campanile autorizzato il 5 novembre dello stesso anno e realizzato nel successivo, con la sostituzione del manto di copertura in lamiera di rame e la pulitura e il consolidamento della muratura, degli elementi lapidei e dei quadranti di orologio.

2011/08/28  (danneggiamento intero bene)

Il 28 agosto 2011 un principio di incendio scoppiato in sacrestia danneggiò direttamente un mobile ligneo e l’ambiente di servizio e indirettamente pareti interne e arredi della chiesa, anneriti dal fumo.

2011/11/07 - 2014 (restauro interno)

Il 7 novembre 2011 è stato dato parere favorevole al progetto di restauro redatto dall’architetto Enrico Mazzucchi, finalizzato a intervenire sui danni causati dall’incendio, con la pulizia delle superfici interne della chiesa, la ristrutturazione della sacrestia e la realizzazione di nuovi impianti anti intrusione, di videosorveglianza e antincendio. I lavori si sono compiuti entro il 2014.
Descrizione

Posta all’estremo orientale dello sperone di roccia che ospita il nucleo storico di Vigo e affiancata, nel terrazzamento inferiore, dal camposanto, la pieve di Ton, menzionata dai documenti a partire dal XIII secolo, venne riedificata nel secondo quarto del Cinquecento (tra il 1531 e il 1549 circa) dal capomastro comacino Luigi Frisoni e successivamente ampliata e sopraelevata da Bernardo Tacchi il Vecchio tra il 1718 e il 1735 circa. La chiesa attuale, orientata a nord-est, porta i segni di queste due fasi costruttive: la facciata timpanata, prossima all’edificio che le sta di fronte, è caratterizzata da quattro paraste e altrettante lesene superiori, separate da un marcapiano aggettante, che suddividono la superficie in tre settori disuguali con ritmo ABA; al centro si aprono il portale architravato elevato su di una scalinata di quattro gradini e una finestra rettangolare. Alla sua destra si eleva il campanile, con fusto intonacato raso sasso e cantonali sfalsati in pietra a vista, una teoria di feritoie sovrapposte sul lato sud-est e quadranti di orologio sui lati nord-est e sud-ovest; quattro monofore centinate si aprono nella cella campanaria e altrettante aperture allungate marcano il tiburio ottagonale intonacato e tinteggiato, frutto della sopraelevazione settecentesca, completato dalla copertura ottagonale a cipolla, con globo, croce e galletto segnavento apicali. Sul fianco destro della chiesa, dopo il campanile, emergono i volumi quadrangolari finestrati della cappella dell’Immacolata, a cui si addossa uno stretto vano adibito a ripostiglio, della sacrestia e dell’ambiente di collegamento tra questa e il presbiterio; il fianco sinistro costeggia via Roma ed è caratterizzato da monofore archiacute e a pieno centro, da un accesso secondario architravato in corrispondenza della seconda campata e da un contrafforte a parallelepipedo in pietra parzialmente lasciata a vista. L’abside poligonale è segnata da lesene intonacate e reca una finestra a luce mistilinea e una nicchia ospitante una statua al centro della parete di fondo. All’interno la navata unica, coperta da volte a botte unghiata, è divisa in quattro campate, la prima delle quali di ampiezza maggiore, sorrette da coppie di paraste intonacate inglobanti i cinquecenteschi pilastri in pietra con semicolonne addossate; in corrispondenza della seconda campata a destra si sviluppa la cappella dell’Immacolata, elevata di un gradino e delimitata da balaustre, mentre specularmente è presente l’ingresso secondario. Ai piedi dell’arco santo a pieno centro leggermente disassato si addossano gli altari minori ignei; salendo due gradini si raggiunge il presbiterio, non perfettamente in asse con la navata, coperto da volta a vela, forato da finestre speculari, due archiacute e due a pieno centro e dominato dalla struttura dell’altare maggiore, dietro il quale si chiude l’abside poligonale. Si accede alla sacrestia sulla destra, attraversando un ambiente di passaggio. Il marcapiano con fregio rosato percorre l’intera chiesa, ad altezza diversa nella navata e nel presbiterio e interrompendosi in corrispondenza delle aperture.
Preesistenze
L’emersione di elementi lapidei verticali (pilastri e colonne) sotto alcune delle paraste della navata, avvenuta nel corso di un restauro presumibilmente negli anni Novanta, conferma, insieme alla forma archiacuta delle monofore, che le strutture di questa porzione di edificio, assieme alla parte sud-occidentale del presbiterio e al fusto del campanile, sono le più antiche della costruzione.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, integrata a destra da una cappella e ambienti di servizio a pianta rettangolare o quadrangolare; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata timpanata caratterizzata dalla presenza di quattro paraste e altrettante lesene superiori, separate da un marcapiano aggettante, che suddividono la superficie in tre settori con ritmo ABA. Al centro si aprono il portale architravato elevato su di una scalinata di quattro gradini e una finestra rettangolare con cornice in pietra, mentre alla base delle murature corre uno zoccolo intonacato. Frontone triangolare centrato da un oculo; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fianco destro caratterizzato dall’emergere dei volumi del campanile, della cappella dell’Immacolata (con finestra quadrata protetta da inferriata sulla parete di fondo), di un ripostiglio a pianta rettangolare ad essa addossato, con accesso sul lato sud-ovest, della sacrestia quadrangolare (con finestra a lunetta e lucernario sempre a lunetta nel sottotetto) e dell’ambiente di collegamento tra questa e il presbiterio, dotato di due aperture quadrate sovrapposte e di un accesso sul lato nord-est. Fianco sinistro che costeggia via Roma, marcato dalla presenza di monofore archiacute e a pieno centro, un accesso secondario in corrispondenza della seconda campata e un contrafforte a parallelepipedo in pietra parzialmente lasciata a vista. Abside poligonale segnata da lesene intonacate, con una finestra a luce mistilinea e una nicchia ospitante una statua al centro della parete di fondo; finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta a destra della facciata, con accesso sul lato sud-ovest elevato di cinque gradini, fusto intonacato raso sasso con cantonali sfalsati in pietra a vista e una teoria di feritoie sovrapposte sul lato sud-est e quadranti di orologio sui lati nord-est e sud-ovest. Quattro monofore centinate si aprono nella cella campanaria in pietra a vista, protetta da una copertura in lamiera metallica; tiburio ottagonale intonacato e tinteggiato, con aperture centinate allungate sui lati principali. Copertura ottagonale a cipolla con orlo svasato, sormontata da globo, croce e galletto segnavento apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata e cappella laterale coperte da volte a botte unghiata, rinforzate dalla presenza di tre tiranti in ferro; presbiterio coperto da volta a vela, abside da volta a tre spicchi.
Coperture
Tetto a due falde sopra navata e presbiterio, con la falda destra prolungata a coprire la cappella dell’Immacolata, a più falde sopra l’abside, a falda unica sopra gli ambienti di servizio. Struttura portante in legno, manto di copertura in lamiera di zinco; campanile coperto da lamiera di rame.
Interni
Navata unica divisa in quattro campate, la prima delle quali di ampiezza maggiore, sorrette da coppie di paraste intonacate inglobanti i pilastri antichi in pietra, con semicolonne addossate; in corrispondenza della seconda campata a destra si sviluppa la cappella dell’Immacolata, elevata di un gradino e delimitata da balaustre, mentre specularmente è presente l’ingresso secondario. Ai piedi dell’arco santo a pieno centro leggermente disassato si addossano gli altari minori ignei; salendo due gradini si raggiunge il presbiterio, non perfettamente in asse con la navata, forato da finestre speculari, due archiacute e due a pieno centro e dominato dalla struttura dell’altare maggiore, dietro il quale si chiude l’abside poligonale. Si accede alla sacrestia sulla destra, attraversando un ambiente di passaggio. Il marcapiano con fregio rosato percorre l’intera chiesa, ad altezza diversa nella navata e nel presbiterio e interrompendosi in corrispondenza delle aperture; finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse, disposte a scacchiera. Fasce laterali, gradini e soglie in lastre di pietra calcarea rossa.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1998-2000 circa)
L’attuale adeguamento liturgico del presbiterio è stato realizzato tra il 1998 e il 2000 circa, mediante arredi lignei e senza carattere di stabilità. L’altare verso il popolo a forma di urna sagomata, collocato a raso pavimento in posizione avanzata verso l’arco santo, è costituito dal reimpiego di una cimasa d'altare della prima metà del XIX secolo di provenienza ignota, integrata con un pianale rettangolare; alla sua destra è posizionato un leggio con funzione di ambone, elevato su di una pedana a due gradini, con il fusto costituito dai frammenti di una corona di padiglione della seconda metà del XVIII secolo, proveniente da una non meglio precisata chiesa della valle. Tre sedie uguali con seduta imbottita, poste nel presbiterio sulla sinistra, la centrale più elevata perché poggiante sul gradino dell’altare maggiore storico, sono usate dal celebrante e dagli assistenti; la custodia eucaristica è contenuta nel tabernacolo dell’altare maggiore storico. La cancellata in ferro battuto che chiudeva il presbiterio è stata rimossa nel 1968.
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