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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sporminore
Trento
chiesa
cimiteriale
B. V. Maria Addolorata
Parrocchia dell'Addolorata
Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1468 - 1468(menzione carattere generale); 1575/10/15 - 1575/10/15(concessione del fonte battesimale carattere generale); 1605 - 1605(ricostruzione intero bene); 1613 - 1613(erezione a curazia carattere generale); 1616/10/27 - 1616/10/27(consacrazione carattere generale); 1707 - 1707(danneggiamento intero bene); 1723 - 1738(ristrutturazione intero bene); 1748 - 1749(ristrutturazione campanile); 1776 - 1778(manutenzione campanile); 1821 - 1821(imbiancatura interno); 1848 - 1849(demolizione campanile); 1849 - 1849(ricostruzione campanile); 1862 - 1862(imbiancatura interno); 1879 - XX(chiusura al culto carattere generale); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1921 - 1926(demolizioni e ristrutturazione intero bene); 1973 - 1978/05/02(passaggio di proprietà e ristrutturazione intero bene); 1982 - 1987(restauro intero bene)
Chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata
Tipologia e qualificazione chiesa cimiteriale
Denominazione Chiesa della Beata Vergine Maria Addolorata <Sporminore>
Altre denominazioni Madonna Addolorata
S. Maria dei Sette Dolori
Santa Maria Addolorata
B. V. Maria Addolorata
Autore (ruolo)
Comandella, Bartolomeo (ricostruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1468  (menzione carattere generale)

La prima menzione documentaria risale soltanto al 21 gennaio 1468, data della lettera pontificia con cui Paolo II concesse un’indulgenza per cinque anni ai fedeli che avessero visitato, nei giorni dell'Assunzione di Maria e dell'Annunciazione, la cappella della Beata Maria Vergine di Sporminore e avessero contribuito al suo restauro e all'acquisto di arredi sacri. Un primo edificio di culto doveva dunque già esistere in precedenza. Trasformata in forme gotiche e visitata nel 1537 e nel 1579, la cappella aveva tre altari, dedicati all’Addolorata, a Sant’Anna e a Sant’Antonio; risalgono a questa fase costruttiva alcuni capitelli murati nel presbiterio, presso l’arco santo e due portali sul fianco sud.

1575/10/15  (concessione del fonte battesimale carattere generale)

La prima menzione documentaria risale soltanto al 21 gennaio 1468, data della lettera pontificia con cui Paolo II concesse un’indulgenza per cinque anni ai fedeli che avessero visitato, nei giorni dell'Assunzione di Maria e dell'Annunciazione, la cappella della Beata Maria Vergine di Sporminore e avessero contribuito al suo restauro e all'acquisto di arredi sacri. Un primo edificio di culto doveva dunque già esistere in precedenza. Trasformata in forme gotiche e visitata nel 1537 e nel 1579, la cappella aveva tre altari, dedicati all’Addolorata, a Sant’Anna e a Sant’Antonio; alcuni elementi lapidei risalenti a questa fase costruttiva si conservano nella zona del presbiterio.

1605  (ricostruzione intero bene)

Nel 1605, mentre era primissario don Michele Dalpiaz da Terres, il maestro muratore Bartolomeo Comandella da Santicol in Val Camonica diresse il cantiere di ricostruzione del tempio, realizzato di dimensioni maggiori e in stile clesiano. La famiglia Spaur Valer fu tra i principali finanziatori dell’impresa e fece dipingere il suo stemma sulle chiavi della volta reticolata che copre la navata; la data del 1605 è graffita sull’architrave delle finestre in facciata. Lungo il fianco destro si trovavano il campanile e la sacrestia, poi demoliti.

1613  (erezione a curazia carattere generale)

Nel 1613 la chiesa fu eretta a curazia della pieve di Spormaggiore.

1616/10/27  (consacrazione carattere generale)

La consacrazione della nuova fabbrica ebbe luogo il 27 ottobre 1616, ad opera del vescovo Pietro Belli, suffraganeo del cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo; insieme alla chiesa vennero riconsacrati i tre altari, il maggiore alla Beata Vergine Maria, il laterale sinistro a Sant’Antonio Abate, San Carlo Borromeo e Santa Francesca, il destro alla Madonna del Rosario.

1707  (danneggiamento intero bene)

Gli Atti visitali del 1708 segnalarono che l’edificio sacro aveva subito grossi danni e aveva dovuto provvedere a ingenti spese a causa della guerra dell’anno precedente.

1723 - 1738 (ristrutturazione intero bene)

Nell’urbario dei conti chiesa sono registrate spese per il rifacimento delle coperture della chiesa tra il 1723 e il 1727; altre spese per la realizzazione di finestre in sacrestia e in facciata e di vetrate per l’intera chiesa risalgono al 1737-1738.

1748 - 1749 (ristrutturazione campanile)

Nel libro dei conti della chiesa del 1748-1749 sono registrate le spese per avvenuti interventi di ristrutturazione al campanile, “per farlo smaltar, accomodar, far 4 finestre, et ivi poner la campana di San Bartolomeo”.

1776 - 1778 (manutenzione campanile)

Nuovamente nei conti del 1777-1778 si registrano spese “per riparare li balaustri e ponticelli del campanile al maestro Gio Oscari”.

1821  (imbiancatura interno)

Nel 1776 venne fusa una nuova campana; nuovamente nei conti del 1777-1778 si registrano spese “per riparare li balaustri e ponticelli del campanile al maestro Gio Oscari”.

1848 - 1849 (demolizione campanile)

Il primo campanile, in parte già crollato insieme alla sacrestia, venne abbattuto del tutto tra il 1848 e il 1849. Sempre nel 1848 sono registrate spese per il restauro del tetto della chiesa.

1849  (ricostruzione campanile)

Sempre nel 1849 fu eretta una nuova torre campanaria isolata, davanti alla facciata, sulla sinistra, visibile su alcune foto storiche. Della costruzione del campanile, della sacrestia e della casa canonica furono incaricati i maestri muratori Piazzi di Mezzolombardo e Aliprandi di Lavis.

1862  (imbiancatura interno)

Un nuovo intervento di imbiancatura dell’interno avvenne nel 1862.

1879 - XX (chiusura al culto carattere generale)

Nel 1879, con la consacrazione della nuova chiesa di Sporminore, il vecchio edificio sacro venne chiuso al culto e abbandonato.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Nel corso della prima guerra mondiale la chiesa venne scelta per l’accasermamento dei militari e subì per questo gravi danni.

1921 - 1926 (demolizioni e ristrutturazione intero bene)

Nell’ambito degli interventi di risanamento postbellici, nel 1921 venne richiesto alla Soprintendenza di poter rifare la copertura in scandole del campanile, ma l’anno successivo il parroco chiese a Giuseppe Gerola il permesso di demolire l’edificio, con la sacrestia; gli venne concesso di abbattere solamente quest’ultima, ma la torre venne comunque distrutta presumibilmente nel 1926, utilizzando il materiale di recupero per realizzare il nuovo muro di cinta del cimitero, sistemato e ampliato in quell’anno. Nel 1923 il comune di Sporminore deliberò di rifare la copertura della chiesa, sempre in scandole.

1973 - 1978/05/02 (passaggio di proprietà e ristrutturazione intero bene)

Dopo ripetute sollecitazioni al parroco da parte della Soprintendenza (nel 1950 e nel 1963), con il passaggio di proprietà dell’immobile al comune di Sporminore, nel 1973 si preventivarono i necessari lavori di consolidamento delle pareti e delle volte e di completo rifacimento del tetto. La Provincia Autonoma di Trento accordò un contributo di 5 milioni di lire. Risale al 2 maggio 1978 la data di fine lavori.

1982 - 1987 (restauro intero bene)

I lavori di restauro proseguirono nel 1982 con la sostituzione della porta d'ingresso; ne venne realizzata una nuova di fattura uguale all’originale, riutilizzando i vecchi cardini e la ferramenta. Nel 1987 fu approvato un generale intervento di restauro dell’edificio, su progetto dell’architetto Fabio Bartolini, che interessò sia l’esterno (riparazioni e stuccature dei prospetti, pulitura delle parti lapidee, rifacimento della tettoia in facciata, sostituzione dei serramenti, consolidamento delle fondazioni del portale maggiore, rifacimento della pavimentazione d’accesso al cimitero, restauro degli affreschi in facciata, ripasso del manto di copertura con mordente protettivo) che l’interno (ripristino del pavimento in cotto, pulitura delle lapidi, rifacimento, stuccatura e restauro delle parti deteriorate delle volte e delle pareti, recupero dei dipinti murali presenti, tinteggiatura, predisposizione di punti luce).
Descrizione

Eretta regolarmente ad est, la vecchia chiesa di Sporminore, documentata a partire dal 1468, sorge al limite orientale del paese, circondata dal camposanto. La struttura attuale risale ad un intervento del 1605, realizzato dal maestro muratore Bartolomeo Comandella da Santicol in Val Camonica, ma è stata privata tra il XIX e il XX secolo della sacrestia e del campanile. Dopo una lunga fase di abbandono e di spogliazioni, iniziata con la costruzione della nuova Parrocchiale, la chiesa, passata in proprietà al comune, è stata restaurata negli anni Settanta e Ottanta del Novecento. La semplice facciata a due ripidi spioventi è dotata di portale centrale architravato sormontato da lunetta e protetto da un tettuccio ligneo a falda unica; vi si aprono tre finestre, due rettangolari sdraiate ai lati dell’ingresso e una sommitale con gli angoli smussati, tutte protette da inferriate. Le fiancate sono lisce, la destra caratterizzata da una fascia irregolare, segno dell’antica presenza della torre campanaria ad essa addossata e dall’ingresso laterale; il presbiterio rientrante termina con l’abside poligonale, nella cui parete di fondo si apre un oculo basso. All’interno la navata unica è divisa in tre campate scandite dai peducci lapidei di sostegno alle unghie della volta reticolata e dotata di finestre archiacute speculari nella seconda campata e nel presbiterio; una serie di nicchie asimmetriche movimenta le pareti della terza campata. Le mense in muratura degli altari minori si addossano all’arco santo a tutto sesto in pietra calcarea rosata, che conduce al presbiterio, elevato di un gradino e coperto da volta a ombrello, condivisa con l’abside; qui si trova isolata la struttura dell’altare maggiore seicentesco. Lacerti di dipinti murali sono presenti nella lunetta del portale maggiore e all’interno, su una delle unghie della volta della navata e sull’arco santo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Semplice facciata a due ripidi spioventi, dotata di portale centrale architravato sormontato da lunetta e protetto da un tettuccio ligneo a falda unica e di tre finestre, due rettangolari sdraiate ai lati dell’ingresso e una sommitale con gli angoli smussati, tutte protette da inferriate. Finiture a intonaco raso sasso; zoccolo di base.
Prospetti
Fiancate lisce, la destra caratterizzata dalla fascia irregolare segno dell’antica presenza della torre campanaria ad essa addossata in corrispondenza della terza campata e da due accessi, il secondo dei quali appartenente alla sacrestia, anch’essa perduta. Presbiterio rientrante; un oculo basso si apre nella parete di fondo dell’abside poligonale. Finiture a intonaco raso sasso, zoccolo perimetrale con rivestimento in lastre di pietra.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta reticolata in muratura poggiante su peducci lapidei nella navata, volta a ombrello sopra presbiterio e abside.
Coperture
Tetto a due ripidi spioventi sulla navata e sul presbiterio, a tre spioventi sopra l’abside; struttura portante in legno e manto di copertura in scandole di larice.
Interni
Interno a navata unica, divisa in tre campate scandite dai peducci lapidei di sostegno alle unghie della volta e dotata di finestre archiacute speculari nella seconda campata e nel presbiterio, a cui se ne aggiunge una con angoli smussati sulla parete destra della prima campata. Nella seconda campata a destra si apre l’accesso secondario, mentre una serie di nicchie asimmetriche movimenta le pareti della terza campata. Le mense in muratura degli altari minori si addossano all’arco santo a tutto sesto in pietra calcarea rosata, che conduce al presbiterio, elevato di un gradino; qui si trova isolata la struttura dell’altare maggiore seicentesco e si chiude l’abside poligonale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle rettangolari di cotto disposte in corsi paralleli sfalsati.
Elementi decorativi
Lacerti di affresco sono presenti nella lunetta del portale maggiore e all’interno, su una delle unghie della volta della navata.
Adeguamento liturgico

nessuno
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