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Vattaro
Altopiano della Vigolana
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1992)
1370/11/11 - 1370/11/11(menzione carattere generale); 1501 - 1733(qualificazione carattere generale); 1547 - 1585(ricostruzione intero bene); 1714 - 1733(ristrutturazione intero bene); 1733/12/22 - 1733/12/22(erezione a curazia carattere generale); 1733/12/22 - 1736(ampliamento presbiterio); 1736 - 1736(costruzione sacrestia); 1741 - 1741(ricostruzione campanile); 1786/04/16 - 1786/04/16(cambio giurisdizione carattere generale); 1832 - 1832(ampliamento navata); 1832 - 1832(passaggio di proprietà intorno); 1836 - 1836(rifacimento facciata); 1838/08/28 - 1838(danneggiamento intero bene); 1911/11/24 - 1912(ristrutturazione campanile); 1919/10/30 - 1919/10/30(erezione a parrocchia carattere generale); 1926 - 1926(decorazione presbiterio)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Vattaro, Altopiano della Vigolana>
Altre denominazioni S. MARTINO vescovo
S. Martino
Autore (ruolo)
Jacomelo, Francesco (ristrutturazione chiesa)
Bailoni, Antonio (ampliamento presbiterio)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (ricostruzione e ampliamento)
architettura neoclassica (rifacimento facciata)
Notizie Storiche

1370/11/11  (menzione carattere generale)

Una chiesa di San Martino a Vattaro è documentata da un contratto di compravendita, stipulato fra Nicolò del fu Giovanni e Martino figlio di Bresano sul sagrato della chiesa l'11 novembre 1370, giorno della festa patronale. L'insolita collocazione dell'edificio, posto in posizione isolata, all'estremità orientale del paese di Vattaro, ha dato adito a due ipotesi esplicative. Secondo la prima la chiesa sarebbe sorta sulle vestigia di una precedente torre che vigilava sulla via imperiale che congiungeva Trento a Vicenza. Secondo la seconda ipotesi, invece, la chiesa si sarebbe trovata in origine a metà strada tra il paese di Vattaro e il leggendario borgo di Nonè, scomparso in epoca imprecisata a causa della diffusione di un morbo epidemico. Ad oggi entrambe le congetture non hanno trovato alcun riscontro storico e devono quindi ritenersi incerte.

1501 - 1733 (qualificazione carattere generale)

In un documento del 1501, con il quale si concedeva il diritto di patronato alla famiglia Tabarelli, le chiese di San Martino a Vattaro e San Giorgio a Vigolo Vattaro sono definite "parrocchiali vicendevolmente unite". Tale qualificazione è ribadita in vari documenti, a cominciare da quello siglato da papa Giulio II nel 1511. Nonostante tale riconoscimento, fino all'erezione della curazia (1733) gli abitanti di Vattaro furono costretti a recarsi a Vigolo per ricevere i sacramenti e per assistere alle messe.

1547 - 1585 (ricostruzione intero bene)

Nel XVI secolo la chiesa medievale versava ormai in condizioni precarie, come documentano gli atti della visita pastorale del 1547, nei quali è definita "prostrata, dirupta et desolata" e "in fase di restauro e ampliamento". La ricostruzione intervenne tra questa e la successiva visita pastorale (1585), nei cui atti si ritrova una sommaria descrizione della nuova chiesa: orientata a est, fornita di due ingressi, con pareti intonacate aperte da due finestre con inferriata nella navata e una con vetri nel presbiterio, soffitto ligneo, pavimento in terra battuta nella navata e in assi di legno nel presbiterio.

1714 - 1733 (ristrutturazione intero bene)

A distanza di un secolo dalla sua ricostruzione la chiesa versava di nuovo in condizioni precarie. Nel 1690 il pievano di Vigolo Vattaro, don Carlo Dionisio Tabarelli, lamentava lo stato decadente del soffitto della navata, ormai marcio. Nel 1714 si intrapresero, dunque, importanti lavori di ristrutturazione dell'edificio, affidati alla direzione di Francesco Giacomelli. In quest'occasione venne realizzata la volta in muratura con i relativi pilastri di sostegno e furono aperte le finestre della navata. A ciò si aggiunse la ristrutturazione del campanile ormai pericolante. Tali opere si devono ritenere concluse entro il 1733, quando in seguito all'erezione della chiesa a curazia, la fabbriceria dispose l'ampliamento del presbiterio.

1733/12/22  (erezione a curazia carattere generale)

La chiesa di San Martino a Vattaro, fu eretta a curazia della parrocchia di San Giorgio a Vigolo Vattaro il 22 dicembre 1733.

1733/12/22 - 1736 (ampliamento presbiterio)

Successivamente all'erezione a chiesa curaziale (22 dicembre 1733) si procedette all'ampliamento del presbiterio. Tale intervento, condotto dal capomastro Antonio Bailon, deve ritenersi concluso nel 1736, data che compare sul portale di accesso alla sacrestia, murato lungo la parete destra.

1736  (costruzione sacrestia)

La sacrestia venne costruita nel 1736, data presente sul portale di accesso dal presbiterio.

1741  (ricostruzione campanile)

Nel 1741 il libro della fabbrica della chiesa di San Martino registra importanti lavori di ristrutturazione del campanile, corrispondenti, probabilmente, a una totale riedificazione.

1786/04/16  (cambio giurisdizione carattere generale)

La chiesa di San Martino a Vattaro, curazia della parrocchia di San Giorgio a Vigolo dal 1733, dipendeva dalla pieve di Calceranica, il cui territorio rientrava originariamente in quello della diocesi di Feltre. Il passaggio alla diocesi di Trento fu sancito il 16 aprile 1786.

1832  (ampliamento navata)

Nel 1832 la navata venne allungata verso ovest, con la costruzione di un'ulteriore campata.

1832  (passaggio di proprietà intorno)

In seguito all'ampliamento della chiesa (1832) il sagrato di San Martino era stato notevolmente ridotto. Nello stesso anno, quindi, la fabbriceria acquistò lo spiazzo antestante la chiesa da Pietro Ducati.

1836  (rifacimento facciata)

Nel 1836, grazie alla concessione di un finanziamento da parte del nobile Gaspare Bortolazzi, venne realizzata la presente facciata. Nella medesima occasione venne installata anche la balconata della cantoria.

1838/08/28 - 1838 (danneggiamento intero bene)

Il 28 agosto 1838 il campanile venne colpito da un fulmine, che non solo distrusse la copertura del campanile e danneggiò la cella campanaria, ma penetrò anche nel presbiterio, rovinando alcuni arredi e causando la caduta della pala dell'altare maggiore. I detriti della torre campanaria rovinarono parzialmente sul tetto della chiesa, rendendo necessario un tempestivo intervento di riparazione. In seguito a tale evento venne acquistata una nuova campana.

1911/11/24 - 1912 (ristrutturazione campanile)

Il 24 novembre 1911 il campanile venne nuovamente colpito da un fulmine, che fuse le tre campane presenti. In seguito a tale evento si procedette all'ampliamento della cella campanaria, consentendo così l'installazione di un concerto a quattro campane (giugno 1912). La caratteristica copertura a cipolla fu sostituita da una cuspidale.

1919/10/30  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di San Martino a Vattaro venne eretta a parrocchia il 30 ottobre 1919.

1926  (decorazione presbiterio)

Il presbiterio e la cantoria vennero decorati dal pittore Agostino Aldi nel 1926.
Descrizione

La chiesa di San Martino sorge in posizione decentrata, al limitare est del paese di Vattaro. Una chiesa dedicata al santo vescovo è documentata in questo luogo fin dal 1390, ma nulla si conserva della fabbrica medievale, che fu interamente ricostruita tra il 1547 e il 1585. L'attuale edificio, tuttavia, è il risultato di due successivi interventi di ristrutturazione e ampliamento risalenti al 1714-1736 (costruzione della volta e ampliamento del presbiterio) e al 1832-1836 (prolungamento della navata verso ovest e costruzione della facciata). La chiesa, orientata a est, si sviluppa su pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, presbiterio rettangolare e abside poligonale. La facciata è a tempio tetrastilo con frontone triangolare, modanato, sorretto da due coppie di paraste tuscaniche binate poggianti su alti zoccoli. Al centro si aprono un portale architravato e una monofora centinata. Le fiancate sono lisce, scandite dalle aperture delle finestre lunettate, poste in corrispondenza della seconda e terza campata. Sul lato meridionale si apre un secondo accesso alla chiesa, affiancato da una meridiana dipinta, ed è riconoscibile il volume della sacrestia. All'interno la chiesa è ritmata da tre coppie di pilastri, sui quali poggia la volta a botte unghiata che sormonta la navata. Il presbiterio, rialzato su un gradino, è coperto da una volta a vela. Dipinti murali di Agostino Aldi adornano l'abside e la volta del presbiterio.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio rettangolare; abside poligonale.
Facciata
Facciata di tipo classico, a tempio tetrastilo con frontone triangolare sorretto da due coppie di paraste tuscaniche binate poggianti su alti zoccoli, rialzata rispetto al livello del tetto. Nel timpano e sul cornicione di sostegno del frontone sono dipinte le iscrizioni con l'intitolazione della chiesa (DOM // IN HONOREM S. MARTINI EPISCOPI). Nel settore centrale si apre un portale architravato sormontato da una monofora centinata.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, scandite da finestre lunettate poste in corrispondenza della seconda e terza campata. Il lato meridionale è caratterizzato dall'emergere del volume della sacrestia a due piani. La fiancata è inoltre aperta da un portale laterale architravato posto in corrispondenza della terza campata e ornata da una meridiana dipinta.
Campanile
Torre campanaria a pianta quadrangolare con alzato definito da cantonali in pietra. Cella campanaria in pietra a vista, compresa tra cornici modanate, aperta su ogni lato da monofore archiacute e sormontata da un tamburo ottagonale, sui cui lati si alternano monofore centinate aperte e cieche. Copertura cuspidata.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata coperta da volta a botte unghiata; presbiterio sormontato da volta a vela; catino absidale costolonato.
Coperture
Chiesa: tetto a due falde con struttura in legno e manto di copertura in lamiera metallica. Campanile: tetto cuspidale a base ottagonale, con manto di copertura in lamiera metallica.
Interni
Navata ritmata da sei coppie di pilastri cui sono addossate delle semicolonne, illuminata da due finestre lunettate per lato, aperte in corrispondenza della seconda e terza campata. Presbiterio rialzato su due gradini; abside preceduta da un'arcata a pieno centro.
Pavimenti e pavimentazioni
Nella navata pavimento unito in lastre di pietra calcarea. Nel presbiterio pavimento a quadrotte in pietra calcarea bianca e rossa poste in corsi diagonali, coperto da un tappeto-moquette.
Elementi decorativi
Dipinti murali eseguiti a tempera adornano l'abside e la volta del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1992)
L'adeguamento liturgico non ha carattere di stabilità. Nel 1976 le balaustre sono state ricollocate ai lati del presbiterio per dare maggiore spazio ad una mensa al popolo provvisoria. Più recentemente (1992) al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è stata collocata una nuova mensa al popolo in legno, di tipo a tavolo, caratterizzata frontalmente da un bassorilievo riproducente il cenacolo vinciano. Un leggio in legno, di fattura analoga a quella della mensa al popolo, posto in posizione avanzata verso la navata, funge da ambone. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico. Una sedia in legno con seduta e schienale imbottiti, posta dietro alla mensa al popolo, funge da sede.
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