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Pozza di Fassa
San Giovanni di Fassa - Sèn Jan
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Nicolò
Parrocchia di San Nicolò
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1965-1975); presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
1447 - XV(costruzione intero bene); 1552/03/27 - 1552/03/27(menzione carattere generale); 1600/05/04 - 1601(ampliamento intero bene); 1630 - 1630(rifacimento coperture); 1692/05/29 - 1692/05/29(erezione a espositura carattere generale); XIX - XIX(costruzione sacrestia); 1818 - 1818(cambio giurisdizione carattere generale); 1857 - 1857(ripavimentazione presbiterio); 1866 - 1866(ripavimentazione navata); 1901 - 1901(concessione del fonte battesimale carattere generale); 1905 - 1906(restauro intero bene); 1924 - 1924(decorazione presbiterio); 1948 - 1948(decorazione arco santo); 1953/04/22 - 1953/04/22(erezione a parrocchia carattere generale); 1957/10/27 - 1957/10/27(mutamento di qualificazione carattere generale); 2012 - 2012(restauro intero bene)
Chiesa di San Nicolò
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Nicolò <Pozza di Fassa, San Giovanni di Fassa - Sèn Jan>
Altre denominazioni S. Nicolò
Autore (ruolo)
Jacopo di Meida (ampliamento chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (ampliamento chiesa)
Notizie Storiche

1447 - XV (costruzione intero bene)

La fondazione dell'edificio si deve a un lascito testamentario di Giovanni de Mattia di Meida, datato 26 febbraio 1447, con il quale si destinava una somma per la costruzione di una chiesa a Pozza di Fassa. Alcuni storici locali ritengono che una primitiva chiesa, corrispondente alla struttura dell'attuale cappella laterale della Madonna di Loreto, fosse stata edificata entro il XV secolo.

1552/03/27  (menzione carattere generale)

La prima menzione di San Nicolò si ritrova in un documento redatto nella canonica di San Giovanni a Vigo di Fassa il 27 marzo 1552, con il quale si aumentava la dotazione della vicina cappella di Santa Giuliana.

1600/05/04 - 1601 (ampliamento intero bene)

La chiesa fu ampliata nelle forme attuali all'inizio del XVII secolo. Nell'archivio dei contratti di Fassa si conserva un documento datato 4 maggio 1600 che testimonia un tentativo di accordo tra il muratore Jacopo di Meida (di origini bellunesi ma naturalizzato fassano e conosciuto anche come Giacomini di Pozza) e i collaboratori Bartolomeo e Battista di Toni con il maestro muratore Bartolomeo dei Pogni di Vico (Edolo) di Valcamonica e suo genero Martino, perché questi ultimi accettassero di partecipare alla realizzazione della fabbrica, in particolar modo in qualità di progettisti. A questa data, dunque, i lavori non erano ancora cominciati. I due lombardi non accettarono di entrare nell'impresa e l'edificio fu portato a compimento dal capomastro Jacopo di Meida e dai suoi collaboratori. Il tetto fu realizzato dai fratelli carpentieri badioti Domenico e Biagio a partire dalla primavera del 1601 e nello stesso anno si procedette all'intonacatura della chiesa.

1630  (rifacimento coperture)

Verso il 1630 i carpentieri badioti della famiglia Pescol rifecero il tetto dell'edificio.

1692/05/29  (erezione a espositura carattere generale)

A partire dal 29 maggio 1692 San Nicolò divenne espositura della pieve di San Giovanni Battista a Vigo di Fassa.

XIX  (costruzione sacrestia)

La presenza di finestre murate sul lato sinistro del presbiterio e sul lato est del campanile testimoniano che la sacrestia fu costruita successivamente all'ampliamento della chiesa. Secondo una tradizione orale, la struttura risalirebbe all'inizio del XIX secolo. In precedenza era il vano al piano terrra del campanile a fungere da sacrestia.

1818  (cambio giurisdizione carattere generale)

Nel 1818 il territorio della pieve di Fassa passò dalla diocesi di Bressanone a quella di Trento.

1857  (ripavimentazione presbiterio)

Il pavimento del presbiterio a quadrotte di pietra calcarea bianca e nera fu posato nel 1857.

1866  (ripavimentazione navata)

La pavimentazione della navata fu sostituita nel 1866 a opera del tagliapietra Pietro Contini.

1901  (concessione del fonte battesimale carattere generale)

La chiesa di San Nicolò ottenne la concessione del fonte battesimale nel 1901. A questo scopo fu riutilizzato il catino di un'acquasantiera che si trovava presso l'ingresso sud dell'edificio.

1905 - 1906 (restauro intero bene)

Il 20 agosto 1905 l'edificio fu gravemente danneggiato da un incendio, che causò la perdita della campana dedicata a Maria Lauretana, fusa a Bressanone da Giovanni Grasmaier nel 1527. I lavori di restauro furono condotti l'anno successivo.

1924  (decorazione presbiterio)

La volta del presbiterio fu decorata a tempera da Francesco Bernard di Pera di Fassa e Angelo Cincelli nel 1924. Tali pitture furono scialbate in epoca imprecisata, ma entro il 1991.

1948  (decorazione arco santo)

Nel 1948 il pittore trentino Marco Bertoldi dipinse un'Annunciazione sull'arco santo. Anche tale decorazione fu scialbata in epoca imprecisata, ma entro il 1991.

1953/04/22  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di San Nicolò fu eretta a parrocchiale il 22 aprile 1953.

1957/10/27  (mutamento di qualificazione carattere generale)

In seguito alla costruzione della nuova chiesa dell'Ausiliatrice, benedetta il 27 ottobre 1957, San Nicolò perse il titolo di parrocchiale. L'intitolazione della parrocchia al santo vescovo non fu modificata.

2012  (restauro intero bene)

Il restauro generale dell'edificio è attualmente in fase di progettazione.
Descrizione

La chiesa di San Nicolò, orientata a est, sorge al limite orientale del paese di Pozza di Fassa con orientamento a est lungo il corso del rio San Nicolò. L'attuale edificio è il frutto dell'intervento di ampliamento condotto nel 1600-1601, in seguito al quale la primitiva chiesa quattrocentesca fu riconvertita nella cappella laterale della Madonna di Loreto collocata a sinistra della prima campata. La fabbrica presenta una facciata monocuspidale asimmetrica, caratterizzata dalle aperture del portale centrale, delle due finestre che lo affiancano e dell'oculo circolare strombato che lo sovrasta. Il fianco meridionale presenta due finestre rettangolari e un portale aperto in corrispondenza della seconda campata. Il lato sinistro è caratterizzato dall'emergere dei corpi della cappella laterale e della sacrestia, tra i quali si inserisce la torre campanaria con cella illuminata da trifore centinate e copertura a losanghe. L'interno si sviluppa su navata unica, ripartita in due campate da due pilastri sostenenti la volta a botte unghiata. Il presbiterio, rialzato su un gradino, è concluso da un'abside poligonale.
Preesistenze
La cappella laterale sinistra, dedicata alla Madonna di Loreto, è indentificata con la struttura della primitiva cappella costruita nella seconda metà del XV secolo.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; una cappella rettangolare si sviluppa a sinistra della prima campata. Presbiterio rettangolare, di ampiezza minore rispetto alla navata, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata monocuspidale, asimmetrica, caratterizzata dalla presenza del portale a luce centinata, affiancato da due finestre rettangolari chiuse da inferriate e sormontato da un oculo circolare strombato e da una finestra pentagonale irregolare.
Prospetti
Fiancata destra caratterizzata dalle aperture di due finestre rettangolari, strombate, e dalla presenza di un portale secondario posto in corrispondenza della seconda campata. Un'ulteriore monofora a luce centinata ribassata si dispone lungo la fiancata destra del presbiterio. Il lato sinistro è caratterizzato dall'emergere dei corpi della cappella laterale e della sacrestia, tra i quali si inserisce la struttura del campanile. In corrispondenza della cappella della Madonna di Loreto è visibile un'arcata tamponata. Oculo circolare strombato sulla parete di fondo dell'abside.
Campanile
Slanciata torre campanaria con fusto intonacato segnato da cantonali angolari in pietra a vista, addossata al fianco sinistro della chiesa. Cella campanaria individuata da una cornice eminente, oltre la quale si aprono quattro trifore centinate, ripartite da colonnine lapidee. Bifore archiacute si aprono in corrispondenza dei timpani della copertura a losanghe. Sfera, croce e galletto segnavento apicali.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco (tinteggiato internamente). Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiate su navata e cappella laterale; volta reticolata sul presbiterio; semiombrello nell'abside.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda con struttura lignea e manto di copertura in scandole di larice. Campanile: copertura a losanghe con struttura lignea e manto di copertura in scandole.
Interni
Navata unica ripartita in due campate da una coppia di semipilastri; a sinistra della prima campata si affaccia una cappella laterale, rialzata su un gradino. Presbiterio rialzato su un gradino, introdotto da un arco santo a pieno centro. Un rivestimento in legno di circa 1,20 m è installato lungo l'intero perimetro.
Pavimenti e pavimentazioni
In navata è presente un pavimento in lastre di pietra calcarea grigia, disposte in corsi diagonali. Il presbiterio presenta una pavimentazione a quadrotte di pietra calcarea bianche e nere, posate in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Nella cappella laterale e nel presbiterio sono stati condotti saggi di pulitura che hanno messo in evidenza la presenza di affreschi scialbati, il cui scoprimento è in corso di progettazione.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1965-1975)
L'adeguamento liturgico è stato attuato solo parzialmente, tramite l'accostamento di elementi eterogenei. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è stata collocata una mensa al popolo di tipo a tavolo in pietra calcarea, opera di Paolino Cincelli.
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
L'intervento di adeguamento liturgico è stato completato tramite l'introduzione di arredi lignei mobili che fungono da poli liturgici. Sulla destra, in prossimità dell'arco santo, è stato posizionato un leggio in legno impiegato come ambone. Una sedia in legno con schienale lavorato a rilievo, addossata alla parete destra del presbiterio, funge da sede. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico.
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