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Sacco
Rovereto
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1991-1995)
XIII - 1240(costruzione intero bene); 1496/08/14 - 1496/08/14(istituzione curazia carattere generale); 1537 - 1537(menzione intero bene); 1546 - 1546(ampliamento intero bene); 1560 - 1560(lavori intero bene); 1579 - 1579(menzione camposanto intorno); 1582 - 1582(cambio di pertinenza carattere generale); 1646 - 1648(costruzione cappella laterale); 1649 - 1653(ricostruzione intero bene); 1654 - 1656(completamento intero bene); 1658 - 1661(costruzione altare laterale); 1667 - 1668(costruzione sacrestia intorno); 1678 - 1678(restauro canonica intorno); 1700 - 1708(edificazione altari); 1708/05/06 - 1708/05/06(consacrazione intero bene); 1720 - 1733(lavori interno); 1747 - 1749(realizzazione apparato decorativo interno); 1754/05/12 - 1775(ampliamento intero bene); 1777 - 1777(ampliamento camposanto intorno); 1788 - 1788(restauro facciata); 1828/02/14 - 1828/02/14(erezione a rettoria carattere generale); 1835 - 1835(restauro facciata); 1836 - 1836(dismissione camposanto intorno); 1845 - 1846(restauro facciata); 1855/08/23 - 1855/08/23(elevazione a parrocchia carattere generale); 1856 - 1856(restauro affreschi interno); 1871 - 1871(sostituzione pavimentazione interno); 1912 - 1912(restauro interno); 1915 - 1915(danneggiamento intero bene); 1919 - 1926(restauro intero bene); 1962 - 1962(posa impianto riscaldamento interno); 1962 - 1965(restauro interno); 1972 - 1973(restauro intero bene); 1981 - 1981(posa impianto anti intrusione interno); 1991 - 1995(restauro intero bene); 2001 - 2001(restauro afffreschi interno); 2002 - 2005(restauro intero bene); 2006 - 2007(restauro serramenti)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Sacco, Rovereto>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista
Autore (ruolo)
Sartori, Antonio Giuseppe (progetto ampliamento)
Bonfioli Cavalcabò, Guglielmo (progetto ricostruzione)
Carloni, Antonio (costruzione)
Romeri, Carlo (costruzione facciata)
Garuo Allio, Aloisio (costruzione)
Bianchi, Giovanni (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze lombarde (ampliamento)
architettura barocca (costruzione)
architettura tardobarocca (ampliamento)
Notizie Storiche

XIII - 1240 (costruzione intero bene)

Sulla base dei dati desunti dalla bibliografia si ipotizza che il luogo di culto sia stato eretto nelle forme primigenie entro il 1240, anno a cui risale il documento di consacrazione dello stesso.

1496/08/14  (istituzione curazia carattere generale)

In questa data, in seguito ad un assemblea tenutasi due anni prima tra l'arciprete di Lizzana Leonardo Contarini, il cappellano di Mori e due rappresentanti della comunità di Sacco, venne siglato dal vescovo Udalrico IV di Lichtenstein il decreto di elevazione della cappella a curazia della pieve di Lizzana; tale atto incluse la concessione della facoltà di somministrare il sacramento del battesimo.

1537  (menzione intero bene)

Gli atti della visita pastorale effettuata in questo anno riportano che l'edificio, per via delle modeste dimensioni, non rispondeva alle esigenze dell'accresciuta popolazione del borgo di Sacco.

1546  (ampliamento intero bene)

Per via della vetustà e delle ridotte dimensioni del luogo di culto si registrarono in questo anno una serie di interventi edilizi volti all'ampliamento della cappella originaria autorizzati da un decreto siglato da Giovanni Antonio Gallo, vicario del vescovo Cristoforo Madruzzo, che autorizzava la Comunità di Sacco ad ampliare il luogo di culto disponendo la rimozione dell'altare di San Bernardino. Le forme assunte dalla chiesa al termine della campagna edilizia rimangono ignote per via della successiva ricostruzione secentesca.

1560  (lavori intero bene)

Alcuni documenti citati da Cattoi e Sava (2006) registrano alcune spese relative a interventi edilizi realizzati da tale "maestro Domenego", individuati dagli autori nella realizzazione di due portali lapidei con inserti in pietra di paragone oggi murati ai lati dell'avancorpo dell'edificio.

1579  (menzione camposanto intorno)

Gli atti della visita pastorale madruzziana attestano l'esistenza di un camposanto situato nei pressi della chiiesa.

1582  (cambio di pertinenza carattere generale)

Con l'elevazione della chiesa di San Marco di Rovereto alla dignità di parrocchiale ed il conseguente smembramento dell'unità della pieve di Lizzana tramite un decreto del vescovo Ludovico Madruzzo, le chiese di Sacco, Noriglio e Terragnolo si trovarono soggette all'ente appena istituito e non più alla secolare pieve.

1646 - 1648 (costruzione cappella laterale)

È da collocare in questo periodo l'edificazione della cappella dell'Annunziata presso il fianco destro della chiesa, commissionata dall'allora curato Guglielmo Bonfioli Cavalcabò ornata dall'apparato lapideo curato da Biagio e Nascimbene Alberti e consacrata nel 1651 dal vescovo Carlo Emanuele Madruzzo.

1649 - 1653 (ricostruzione intero bene)

Su impulso dell'allora curato Guglielmo Bonfioli Cavalcabò si procedette in questo periodo all'abbattimento dell'antica struttura, esclusa la neoeretta cappella dell'Annunziata, per procedere alla ricostruzione della chiesa su disegno del curato e di Antonio Carloni, architetto intelvese che si servì allo scopo di maestranze castionesi, tra cui Domenico Sartori e Domenico Rossi detto il Manentino, e lombarde, quali Carlo Romeri, Gerolamo e i figli Cesare e Giacomo Castelli. Il contratto sottoscritto da Carloni il 3 maggio 1649 si limitava inizialmente ad un'opera di ampliamento, intento presto dirottato verso la completa ricostruzione del tempio. Entro il 1650 vennero realizzate le cappelle meridionali, quelle settentrionali e la facciata, mentre al 1653 risale l'innalzamento delle pareti laterali e la posa della volta a botte. Carloni abbandonò la fabbrica in questo anno delegando le operazioni di ricostruzione del presbiterio ai sottoposti Aloisio Garuo Allio e Giovanni Bianchi.

1654 - 1656 (completamento intero bene)

Sebbene entro il 1650 erano state realizzate le cappelle settentrionali, compresa quella della famiglia Abrami Cavalcabò, voluta da Girolamo Abrami a pendant di quella dell’Annunziata, quelle meridionali e la facciata - opera di Carlo Romeri -, mentre al 1653 risaliva la posa della volta a botte della navata centrale, si deve a questo periodo la demolizione dell'antico coro e la sua completa ricostruzione. I lavori della nuova fabbrica, condotti a partire dal 1649, si conclusero nel 1656 con l'installazione dei telai delle finestre.

1658 - 1661 (costruzione altare laterale)

In questo triennio venne realizzato presumibilmente grazie al contributo del curato Guglielmo Bonfioli Cavalcabò l'altare laterale dedicato a Sant'Antonio di Padova.

1667 - 1668 (costruzione sacrestia intorno)

Il corpo aggiunto della sacrestia, aderente al fianco destro della chiesa, venne edificato in questo periodo da un non meglio noto "muratore Giambattista".

1678  (restauro canonica intorno)

Nell'ambito degli interventi di ricostruzione della chiesa in questo anno venne effettuato un restauro della struttura dell'adiacente canonica.

1700 - 1708 (edificazione altari)

Risale a questo periodo l'edificazione dell'altare dedicato a San Nicola di Bari, afferente alla corporazione degli zattieri di Sacco; nello stesso intervallo di tempo venne probabilmente eretto l'altare maggiore di Cristoforo Benedetti.

1708/05/06  (consacrazione intero bene)

Sebbene la nuova fabbrica fosse stata ultimata già nel 1658, risale a questa data la consacrazione della chiesa ad opera del vescovo Giovanni Michele Spaur, presumibilmente in virtù del completamento dei lavori presso gli altari laterali marmorei.

1720 - 1733 (lavori interno)

In questo periodo si approntarono la nuova pavimentazione del presbiterio a quadrotte bianche e rosse e le balaustre del presbiterio ad opera di Bartolomeo Luchi; contestualmente vennero posti gli altari laterali situati al fondo della navata centrale, realizzati dalla bottega castionese dei Benedetti.

1747 - 1749 (realizzazione apparato decorativo interno)

Intorno a questo periodo Gasparantonio Baroni Cavalcabò, già autore di una serie di tavole e pale d'altare per gli altari della chiesa, realizzò il ciclo decorativo ad affresco presso le volte interne della navata maggiore e del presbiterio; il termine ante quem è fornito da un'iscrizione presso la prima lunetta sinistra della volta della navata maggiore.

1754/05/12 - 1775 (ampliamento intero bene)

Risalgono a questo periodo importanti interventi di ampliamento dell'edificio, prolungato di una campata a ovest su progetto di Antonio Giuseppe Sartori; le operazioni comportarono la riedificazione del prospetto frontale e l'adozione di pilastri ad inglobare le preesistenti colonne interne. La nuova fu destinata all'edificazione di un oratorio-cantoria coperto da una doppia cupola, lignea e aperta l'inferiore e in muratura, definita "Paradisetto", ornata dagli affreschi di Gasparantonio Baroni Cavalcabò nel 1759; contestualmente si procedette a realizzare un raffinato apparato decorativo a stucchi a opera di Giuseppe Canonica. L'ampliamento a ovest comportò la donazione di due fondi appartenenti a privati; Cattoi (2006) ipotizza che in virtù di accordi in merito alla cessione dei terreni Sartori abbia avuto qualche responsabilità circa la rielaborazione urbanistica della zona antistante la chiesa. Gli interventi furono coronati dal portale sartoriano di Valentino Mazzurana nel 1775.

1777  (ampliamento camposanto intorno)

Il camposanto situato nei pressi della chiesa e testimoniato già dal 1579 subì in questo anno un'opera di ampliamento.

1788  (restauro facciata)

L'utilizzo da parte di Antonio Giuseppe Sartori di materiali poco durevoli ed economici per l'edificazione della facciata, su richiesta dei committenti, comportò la necessità di un primo restauro a pochi anni dal completamento dell'opera, curato da Stefano Paina.

1828/02/14  (erezione a rettoria carattere generale)

Risale a questa data il decreto vescovile che elevò la chiesa di Sacco alla dignità di rettoria di San Marco di Rovereto.

1835  (restauro facciata)

Il prospetto frontale della chiesa fu oggetto di restauro conservativo in questo anno.

1836  (dismissione camposanto intorno)

Il camposanto situato nei pressi della chiesa venne dismesso in questo anno e trasferito nell'odierna posizione verso l'abitato di San Giorgio.

1845 - 1846 (restauro facciata)

In questo biennio ad opera della ditta di Ignazio Corrà si procedette ad un restauro accurato del prospetto frontale della chiesa, che comportò il rifacimento delle malte, la sostituzione di alcuni elementi lapidei e della lattoneria.

1855/08/23  (elevazione a parrocchia carattere generale)

Risale a questa data il decreto vescovile a conferma della disposizione ministerale del 20/10/1854 siglato da Giovanni Nepomuceno de Tschiderer che eleva la chiesa di Sacco alla dignità di parrocchiale.

1856  (restauro affreschi interno)

In questo anno si registra un'opera di restauro conservativo degli affreschi interni.

1871  (sostituzione pavimentazione interno)

Secondo quanto riportato da Cattoi e Sava (2006) a questo anno risale l'approntamento della nuova pavimentazione interna presso le navate.

1912  (restauro interno)

Risalgono a questo anno i restauri degli affreschi interni curati da Primo Panciroli.

1915  (danneggiamento intero bene)

I bombardamenti occorsi durante la prima guerra mondiale comportarono il parziale crollo della volta presbiteriale.

1919 - 1926 (restauro intero bene)

In questo periodo si assistette ad un'opera di restauro postbellico che interessò il presbiterio ed i relativi intonaci affrescati, rinnovati e reintegrati da Ugo Martinenghi, e l'edificazione della nuova cella campanaria.

1962  (posa impianto riscaldamento interno)

L'impianto di riscaldamento ad aria calda non trattata venne installato in questo anno.

1962 - 1965 (restauro interno)

In questo periodo Mario Barozzi procedette al restauro degli affreschi interni.

1972 - 1973 (restauro intero bene)

Si registrarono in questo periodo alcuni interventi di natura conservativa, quali la sostituzione della lattoneria e la tinteggiatura delle pareti esterne, ai quali si accompagnò la posa degli impianti audio e di illuminazione.

1981  (posa impianto anti intrusione interno)

Risale a questo anno la destinazione di un contributo provinciale destinato all'installazione di un impianto anti intrusione.

1991 - 1995 (restauro intero bene)

Si situa in questo periodo un restauro complessivo della chiesa, volto in un primo periodo al consolidamento della struttura e in un secondo momento al restauro conservativo dell'apparato stucchivo e di quello scultoreo, grazie agli elaborati dell'ingegnere Carlo Aldi e degli architetti Renzo Aste e Guido Kiniger; parallelamente agli interventi vennero condotte alcune operazioni relative all'adeguamento dei poli liturgici alle direttive conciliari.

2001  (restauro afffreschi interno)

Le porzioni affrescate delle pareti interne furono oggetto di un restauro conservativo in questo anno su progetto dell'architetto Giovanni Marzari.

2002 - 2005 (restauro intero bene)

La struttura fu interessata da un'estesa campagna di restauro su progetto dell'architetto Giovanni Marzari, che incluse gli affreschi della volta del presbiterio, delle navate e del "Paradisetto", gli altari laterali, le cappelle laterali (presso la cappella dell'Annunziata vennero sostituiti gli intonaci per contrastare l'umidità di risalita). Contestualmente agli interventi conservativi vennero approntati nuovi corpi illuminanti presso le navate laterali e gli altari laterali e fu realizzato un nuovo impianto anti intrusione.

2006 - 2007 (restauro serramenti)

Si procede in questo periodo al restauro dei serramenti lignei su progetto dell'architetto Laura Orsingher.
Descrizione

La chiesa di San Giovanni Battista a Sacco, rilevante monumento barocco lagarino, venne edificata nelle forme originarie in qualità di cappella della pieve di Lizzana entro il 1240, anno della prima menzione documentata. La chiesa venne ampliata prima a metà XVI secolo e poi nella seconda metà del XVII secolo da Antonio Carloni e collaboratori su impulso del curato Gugliemo Bonfioli Cavalcabò. Al secolo XVIII risalgono gli affreschi interni di Gasparantonio Cavalcabò e l'impianto architettonico odierno grazie agli interventi di Antonio Giuseppe Sartori. Prospetto ad arco trionfale, scandito in tre settori da due colonne ribattute e due paraste lateral su alti zoccoli reggenti la trabeazione a profilo mosso. Il settore centrale, incassato, presenta il portale maggiore lapideo, architravato e coronato da un frontone centinato e da una finestra frontonata; i settori laterali sono aperti da due finestre sovrapposte, l'inferiore rettangolare, la superiore a frontone centinato. Sopra la trabeazione si imposta il frontone arcuato; al di sopra della cornice è un attico ritmato da vasi fiammati da cui emerge il fastigio timpanato. I prospetti laterali mostrano l'elevazione della prima campata rispetto al resto della navata e la minore altezza del presbiterio rispetto a quest'ultima; il fianco destro, aperto da finestre lunettate, è in gran parte occultato da corpi aggiunti tra i quali campeggia la cappella laterale a pianta quadrangolare e tamburo ottagonale concluso da copertura a otto falde. La porzione del presbiterio è aperta da una finestra lunettata seguita da una parasta; una seconda finestra lunettata si apre presso il prospetto est. La fiancata sinistra rivela due finestre lunettate presso la navata maggiore e il volume della navata minore, conclusa dalla cappella laterale a pianta quadrangolare e tamburo ottagonale terminato da copertura a otto falde. Il campanile è parzialmente incluso nella cappella laterale sinistra e nel presbiterio; questo presenta un fusto quadrangolare con scarpa in conci lapidei, caratterizzato dalle strutture sovrapposte delle due celle campanarie preesistenti, quella inferiore a bifore cieche, quella superiore aperta da una bifora a tutto sesto su ogni lato. Al di sopra è la cella campanaria attuale, aperta da monofore a tutto sesto rinserrate da lesene e protette da balaustre; la cella è sovrastata da pinnacoli angolari lapidei e dal tamburo ottagonale su cui si imposta la cuspide a piramide ottagonale, cimata da un pinnacolo centrale. L'interno presenta tre navate, le minori scandite in quattro campate e la maggiore in cinque da pilastri alternati ad ampie arcate a tutto sesto a sostegno della trabeazione su cui si imposta la volta a botte a sesto ribassato sopra la navata maggiore, secata da unghie originate da lunette a tutto sesto cieche nella prima e quinta campata, aperte da finestre termali nella terza e nella quarta. La prima campata presenta pilastri a sostegno della sovrastante cantoria-oratorio affacciata sull'aula mediante un ballatoio e coperta da una doppia volta a botte, quella inferiore lignea e unghiata, la superiore in muratura. Le navate minori, elevate da gradini, ospitanti altari laterali e campate coperte da volte a crociera sono concluse dalle cappelle laterali a pianta quadrangolare. Quella sinistra presenta un tamburo ellittico impostato su pennacchi ed è concluso da una cupola in muratura; quella destra presenta un'aula quadrangolare raccordata al tamburo ottagonale da una fascia con pennacchi e lunette ed è conclusa da una cupola ottagonale. L'arco santo a tutto sesto immette nel presbiterio a pianta rettangolare elevato da tre gradini, coperto da una volta a botte unghiata. Le pareti, le volte, i pilastri e le arcate interne sono impreziosite da un ricco apparato decorativo a stucchi raffigurante racemi vegetali, elementi rocaille, cartelle, fregi, putti, candelabre, inquadranti affreschi aventi carattere figurativo e soggetti sacri presso le volte.
Pianta
L'edificio presenta tre navate a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, la maggiore conclusa dal presbiterio a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, le minori da due cappelle a pianta quadrangolare affrontate; alle pareti del presbiterio e al fianco destro dell'aula aderiscono alcuni locali a pianta quadrangolare.
Facciata
Prospetto ad arco trionfale, scandito in tre settori da un ordine gigante di due colonne ribattute mediane e di due paraste laterali, tutte poggianti su alti zoccoli, reggenti la trabeazione a profilo mosso. Il settore centrale, di ampiezza doppia rispetto a quelli laterali in conformità alla scansione interna in navate e incassato rispetto a questi, presenta al centro il portale maggiore, lapideo e architravato, coronato da un frontone centinato sorretto da modiglioni e sovrastato da una finestra a tutto sesto coronata da un frontone triangolare; i settori laterali sono aperti da due finestre sovrapposte, quella inferiore rettangolare, inferriata e recante un fastigio in stucco, quella superiore rettangolare e culminante in un frontone centinato. Sopra la trabeazione si imposta il frontone plurimodanato e arcuato; al di sopra della cornice corre un attico ritmato da vasi fiammati, da cui emerge l'alto fastigio rinserrato da volute laterali e culminante in un frontone triangolare cimato da una croce apicale. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato, stucchi ed elementi lapidei a vista.
Prospetti
I prospetti laterali mostrano il sopravanzo del piano della facciata rispetto all'edificio, l'elevazione della prima campata della navata maggiore rispetto al resto della navata e la minore altezza del presbiterio rispetto a quest'ultima; il fianco destro, percorso da una zoccolatura lapidea e aperto da finestre lunettate presso la navata maggiore, risulta in gran parte occultato da corpi aggiunti aventi funzione di locali di servizio e sacrestia, tra i quali campeggia la mole della cappella laterale a pianta quadrangolare con angoli decussati, su cui si imposta un tamburo ottagonale aperto a lati alterni da finestre rettangolari concluso dalla copertura a otto falde cimata da pinnacolo e croce apicale. La porzione visibile del presbiterio è aperta da una finestra lunettata seguita da una parasta ed è conclusa da una cornice sostenuta da mensole a volute; una seconda finestra lunettata si apre presso il prospetto orientale del presbiterio. La fiancata sinistra rivela due finestre lunettate aperte sulla navata maggiore e il volume della navata minore, conclusa dalla cappella laterale a pianta quadrangolare su cui si imposta il tamburo ottagonale concluso da una copertura a otto falde. Al prospetto orientale della cappella aderisce la mole del campanile, dotato di accesso architravato a nord, a cui è addossato un edificio di pertinenza privata la cui falda di copertura va a secare parzialmente una finestra lunettata aperta sul presbiterio. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Campanile
Il campanile, parzialmente incluso nelle strutture della cappella laterale sinistra e del presbiterio, presenta un fusto quadrangolare dotato di scarpa in conci lapidei ed è caratterizzato dalle strutture sovrapposte delle due celle campanarie preesistenti, marcate da cornici; quella inferiore presenta una bifora cieca a tutto sesto dotata di colonnina lapidea su ogni lato, quella superiore è aperta da una bifora a tutto sesto dotata di pilastrino lapideo sui quattro prospetti. Al di sopra di questo livello si impone l'attuale cella campanaria, aperta da ampie monofore a tutto sesto, rinserrate da lesene e dotate di balaustre in muratura; la cella, coronata da una cornice a sguscio diritto, è sovrastata da pinnacoli angolari lapidei, rastremati, e dal tamburo ottagonale su cui si imposta la cuspide a piramide ottagonale, poco elevata, dotata di manto di copertura in coppi e cimata da un pinnacolo centrale culminante in una croce apicale metallica. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata. Strutture di orizzontamento: doppia volta a botte, quella inferiore lignea e diaframmata, quella superiore in muratura intonacata, sopra la prima campata della navata; volta a botte unghiata in muratura intonacata sopra la navata maggiore e sopra il presbiterio, volte a crociera in muratura intonacata sopra le navate minori, cupola ellittica in muratura sopra la cappella laterale sinistra, cupola ottagonale in muratura sopra la cappella laterale destra.
Coperture
Copertura a due falde sopra la prima campata della navata maggiore, a due falde sopra la navata maggiore, a tre falde convergenti sopra il presbiterio, a una falda inclinata sopra le navate laterali, prolungata a coprire gli ambienti di servizio sul fianco destro, a otto falde sopra le cappelle laterali. Struttura portante lignea, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta tre navate, le minori scandite in quattro campate e la maggiore in cinque da un sistema di pilastri alternati ad ampie arcate a tutto sesto, coronati da capitelli ionici e ribattuti da lesene a sostegno della trabeazione su cui si imposta la volta a botte a sesto ribassato che copre la navata maggiore, secata da unghie originate da lunette a tutto sesto insistenti sulla trabeazione, cieche nella prima e nella quinta campata, ospitanti finestre termali nella terza e nella quarta. La prima campata presenta un sacello con fonte battesimale a sinistra e pilastri arricchiti da lesene binate, aperti da monofore a tutto sesto, a sostegno della sovrastante cantoria-oratorio, affacciata sull'aula mediante un ballatoio ligneo e coperta da una doppia volta a botte, quella inferiore lignea e longitudinale rispetto alla navata, aperta da lunette ospitanti finestre lunettate insistenti sulla trabeazione e da un oculo ellittico centrale, quella superiore in muratura e trasversale rispetto alla navata. Le navate minori, elevate da gradini, ospitanti altari laterali e caratterizzate da campate coperte da volte a crociera sono concluse dalle cappelle laterali affrontate a pianta quadrangolare. Quella sinistra, comunicante mediante un'arcata a tutto sesto con la navata minore, presenta un tamburo ellittico impostato su pennacchi e concluso da una cupola in muratura; la cappella laterale destra presenta un'aula quadrangolare raccordata al tamburo ottagonale da una fascia con pennacchi e lunette ed è conclusa da una cupola ottagonale. L'arco santo a tutto sesto, sostenuto da pilastri affiancati da un altare laterale, immette nel presbiterio a pianta rettangolare elevato da tre gradini, coperto da una volta a botte unghiata. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato, stucchi ed elementi lapidei a vista.
Pavimenti e pavimentazioni
Le navate, il presbiterio e la cappella laterale sinistra presentano una pavimentazione a quadrotte in pietra calcarea bianche e rosse disposte a corsi diagonali, interrotta presso la navata maggiore da alcune lastre tombali in pietra calcarea bianca e rossa. La cappella laterale destra risulta pavimentata da lastre a losanga in pietra calcarea rossa delimitate da inserti rettangolari in pietra bianca e nera, disposte a corsi diagonali; il sacello del fonte battesimale è pavimentato a quadrotte in pietra calcarea rossa disposte a corsi diagonali.
Elementi decorativi
Le pareti, le volte, i pilastri e le arcate interne sono impreziosite da un ricco apparato decorativo a stucchi raffigurante racemi vegetali, elementi rocaille, cartelle, fregi, putti, candelabre. La volta del presbiterio presenta un affresco raffigurante Dio Padre con angeli; la navata presenta diversi episodi ad affresco aventi come soggetto San Giovanni Battista, la Resurrezione di Cristo, lo Spirito Santo, l'Assunzione della Madonna e personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento; la volta del "Paradisetto" presenta una decorazione pittorica raffigurante il Trionfo dell'Eucarestia.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1991-1995)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante la posa di arredi lignei non aventi carattere di stabilità. Al centro del presbiterio è situato l'altare verso il popolo, caratterizzato da una mensa rettangolare sostenuta da due elementi lignei modanati e rastremati; presso la balaustra sinistra, entro il presbiterio, un leggio ligneo svolge la funzione di ambone. Una sedia con braccioli collocata presso la parete destra del presbiterio è impiegata in qualità di sede del celebrante; il presbiterio ha preservato le balaustre e l'altare maggiore storico, il cui tabernacolo è utilizzato come custodia eucaristica.
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