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Piazzo
Segonzano
Trento
chiesa
parrocchiale
Immacolata
Parrocchia dell'Immacolata
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2015)
1124 - 1149(consacrazione carattere generale); 1388 - 1632/09/16(dedicazione carattere generale); 1468/10/16 - 1468/10/16(consacrazione carattere generale); 1524 - 1524(riedificazione intero bene); 1540 - 1560(decorazione intero bene); 1590 - 1610(decorazione presbiterio); XVII - 1881(devozione alla Madonna dell'Uva carattere generale); 1632/09/16 - 1632/09/16(menzione cimitero); 1710/08/20 - 1710/08/20(dedicazione carattere generale); 1717 - 1717(prolungamento navata); 1717 - 1776(costruzione portico); 1749 - 1749(descrizione intero bene); 1775 - 1778(cambio di dedicazione carattere generale); 1776 - 1778(decorazione facciata); 1829 - 1829(erezione a primissaria carattere generale); 1863 - 1863(distruzione portico); 1863/07/14 - 1863/07/14(concessione della custodia eucaristica carattere generale); 1864 - 1864(rimozione parziale coperture); 1865 - 1866(traslazione cimitero intorno); 1866 - 1866(ricostruzione portico); 1869 - 1869(rifacimento coperture); 1893 - 1894(ampliamento intero bene); 1893 - 1894(scialbo decorazione); 1894/08/24 - 1894/08/24(benedizione carattere generale); 1895/11/28 - 1895/11/28(erezione a espositura carattere generale); 1932 - 1932(scoprimento e restauro decorazione); 1938 - 1938(rifacimento coperture); 1961/01/19 - 1961/01/19(erezione a parrocchia carattere generale); 1963 - 1963(restauro esterno); 1981 - 1981(rifacimento coperture)
Chiesa dell'Immacolata
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dell'Immacolata <Piazzo, Segonzano>
Altre denominazioni chiesa della B. V. Maria
Autore (ruolo)
Michele di Gardena (ricostruzione chiesa)
Tamanini, Francesco Saverio (progetto portico)
Pelz, Giovanni (progetto ampliamento chiesa)
Pozza, Nicolò (progetto ampliamento chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (ricostruzione)
architettura gotica (ricostruzione)
architettura neogotica (ampliamento)
Notizie Storiche

1124 - 1149 (consacrazione carattere generale)

La prima chiesa di Piazzo di Segonzano fu consacrata dal vescovo Altemanno (1124-1149). Ne dà testimonianza un piccolo reliquiario a cassetta proveniente dall'altare maggiore della chiesa, ora conservato presso il Museo Diocesano Tridentino.

1388 - 1632/09/16 (dedicazione carattere generale)

La chiesa di Piazzo ebbe tradizionalmente una dedicazione mariana. Secondo la tabella delle sacre funzioni della Pieve di Cembra del 1658, trascritta "verbum ad verbum" da un esemplare del 1388 e da uno del 1498, originariamente essa era identificata solamente come della "B. V. di Piazzo". Tale dedicazione è documentata ancora dagli atti visitali del 16 settembre 1632, in cui si legge che fu "visitata la chiesa della B. V. Maria di Segonzano".

1468/10/16  (consacrazione carattere generale)

La chiesa fu nuovamente consacrata il 16 ottobre 1468 da Albertino vescovo esiense, suffraganeo del principe vescovo di Trento Giovanni Hinderbach, forse in seguito all'esecuzione di alcuni lavori di ampliamento o ristrutturazione dell'edificio sacro.

1524  (riedificazione intero bene)

La chiesa di Piazzo fu riedificata in forme gotiche attorno al 1524 ad opera di maestranze locali, probabilmente dirette da Michele fu Francesco da Gardena. Lo stesso maestro edificò la chiesa di San Pietro a Cembra (1506-1510) e la chiesa di San Biagio di Albiano (1526-1529).

1540 - 1560 (decorazione intero bene)

Attorno alla metà del XVI secolo la volta della navata e l'arco santo vennero decorati da una bottega di artisti d'ambito friulano, formatisi sulle opere di Gianfrancesco da Tolmezzo, che operarono anche in San Pietro a Cembra e in San Lorenzo a Tesero. Brani d'affresco attribuibili alle stesse maestranze si riscontrano anche sulla parete nord del presbiterio.

1590 - 1610 (decorazione presbiterio)

L'affresco presente al registro superiore della parete sinistra del presbiterio è databile a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, periodo in cui si celebrarono le nozze tra Innocenzo a Prato (1550-1615) e la contessa Isabella Lodron (de Festi 1893); gli stemmi degli sposi occupano infatti gran parte della composizione.

XVII - 1881 (devozione alla Madonna dell'Uva carattere generale)

La chiesa conserva al suo interno la statua della cosiddetta Madonna dell'Uva, opera quattrocentesca di un anonimo maestro tirolese, venerata in tutta la valle di Cembra come protettrice del raccolto. Secondo una tradizione le cui origini sono difficilmente collocabili nel tempo (XVII secolo, ndc, incerta), questa devozione sarebbe sorta in seguito ad una terribile tempesta che aveva colpito la zona durante il mese di luglio e che si era conclusa con una nevicata che aveva completamente compromesso il raccolto di quell'anno. Fino al 1881 la statua venne quindi regolarmente portata in processione in occasione di gravi calamità. A queste funzioni liturgiche partecipava anche la gente dei paesi di Cembra, Faver, Grumes, Lisignago, Segonzano, Sevignano e Valda.

1632/09/16  (menzione cimitero)

Gli atti visitali del 16 settembre 1632 citano la presenza di un cimitero attiguo alla chiesa. Il documento fa riferimento, inoltre, alla presenza di una "casetta" congiunta al camposanto, con funzione ignota, della quale si ordinava la demolizione.

1710/08/20  (dedicazione carattere generale)

Negli atti visitali del 20 agosto 1710 la chiesa viene menzionata come "Ecclesiam B.V.M. Septem dolorum", intitolazione non altrimenti documentata e probabilmente errata.

1717  (prolungamento navata)

Nel 1717 la chiesa fu ampliata con la costruzione di una campata verso ovest (incerta). Mancando qualsivoglia documentazione scritta, la data è stata desunta da quella incisa sul fusto dell'acquasantiera a colonna presente nella prima campata della navata centrale (Antonelli, 1982).

1717 - 1776 (costruzione portico)

Contestualmente ai lavori di prolungamento della navata (1717 circa) o in epoca immediatamente successiva davanti alla facciata dell'edificio fu costruito un portico; tale struttura esisteva certamente già all'epoca della realizzazione degli affreschi presenti in facciata (1776-1778).

1749  (descrizione intero bene)

Gli atti visitali del 1749 documentano la presenza di due altari consacrtati, dedicati il primo ai Santi Giovanni Battista e Antonio Abate e il secondo alla Madonna del Carmine, entrambi collocati lungo il lato sinistro della navata

1775 - 1778 (cambio di dedicazione carattere generale)

Secondo Elio Antonelli (1982) la chiesa di Piazzo di Segonzano fu tradizionalmente dedicata alla Madonna, prima a quella del Carmine (incerta) e poi all'Immacolata, corrispondente a quella attuale. L'ultima variazione di intitolazione si può collocare ipoteticamente nella seconda metà del XVIII secolo, epoca nella quale fu dipinto l'affresco con l'Immacolata Concezione presente in facciata (1776-1778).

1776 - 1778 (decorazione facciata)

Tra il 1776 e il 1778 la facciata fu abbellita da tre affreschi realizzati da un anonimo artista d'ambito fiemmese.

1829  (erezione a primissaria carattere generale)

La primissaria di Piazzo di Segonzano venne eretta nel 1829.

1863  (distruzione portico)

Nel 1863 la chiesa venne danneggiata da un incendio che distrusse il portico antistante la facciata e la tribuna del coro.

1863/07/14  (concessione della custodia eucaristica carattere generale)

La custodia eucaristica venne concessa dal vescovo di Trento Benedetto Riccabona il 14 luglio 1863.

1864  (rimozione parziale coperture)

In seguito all'incendio che aveva distrutto il portico dell'edificio, nel 1864 venne rimossa una parte delle coperture, per consentire l'esecuzione dei lavori di riparazione.

1865 - 1866 (traslazione cimitero intorno)

Nel 1865 su progetto del geometra Giovanni Pelz fu costruito il nuovo cimitero di Piazzo, che andò a sostituire quello antico del paese che circondava la chiesa. Il nuovo camposanto fu benedetto nel 1866 dal curato don Valentino Moser.

1866  (ricostruzione portico)

Nel 1866 si provvide alla ricostruzione del portico antistante la facciata. Per tale intervento, affidato alla progettazione dell'architetto Francesco Saverio Tamanini, gli abitanti di Piazzo di Segonzano beneficiarono del contributo dell'abate Giovanni Battista a Prato, che donò le colonne e la gradinata. Le pietre per i gradini e le colonne furono acquistate a Lisignago e i costi per la realizzazione della struttura ammontarono complessivamente a 400 fiorini.

1869  (rifacimento coperture)

La copertura in scandole di larice dell'edificio venne interamente rinnovata nel 1869.

1893 - 1894 (ampliamento intero bene)

Verso la fine del XIX secolo l'antico tempio gotico, ritenuto troppo angusto, fu notevolmente ampliato in base a un progetto redatto dal geometra Giovanni Pelz prendendo ad esempio quanto realizzato a Sevignano (Segonzano) nel 1882-1884 da Leopoldo von Claricini. Il progetto ottenne l'approvazione dell'architetto Nicolò Pozza di Valfloriana. L'intervento determinò lo sventramento della navata cinquecentesca, dove furono poste sei colonne di pietra calcarea rossa, oltre le quali vennero realizzate due piccole navate laterali. Anche il presbiterio fu prolungato. I lavori furono portati avanti rapidamente a partire dal 1893 e si conclusero entro il mese d'agosto dell'anno successivo.

1893 - 1894 (scialbo decorazione)

Contestualmente al cantiere di ampliamento dell'edificio sacro gli affreschi con gli stemmi a Prato presenti sulla parete sinistra del presbiterio e parte della decorazione delle volte furono coperti con uno strato di calce.

1894/08/24  (benedizione carattere generale)

L'edificio sacro così ampliato fu benedetto dal decano di Cembra don Girolamo Canestrini il 24 agosto 1894.

1895/11/28  (erezione a espositura carattere generale)

A partire dal 28 novembre 1895 la primissaria di Piazzo divenne espositura della pieve di Cembra.

1932  (scoprimento e restauro decorazione)

Le pitture della volta e della parete sinistra del presbiterio riemersero nel corso della campagna di restauro del 1932 promossa dal soprintendente alle Belle Arti di Trento, Giuseppe Gerola.

1938  (rifacimento coperture)

Nel 1938 è documentato il rifacimento della copertura in scandole del tetto, ad opera della falegnameria Ferdinando Zancanella. L'intervento faceva seguito a un'indicazione fatta dalla Soprintendenza (sollecitata dal barone Silvio a Prato) al comune di Segonzano nel 1933.

1961/01/19  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa dell'Immacolata fu eretta a parrocchia il 19 gennaio 1961.

1963  (restauro esterno)

Nel 1963 circa l'edificio fu sottoposto ad un importante intervento di restauro, progettato e diretto dal geometra Antonio a Prato. I lavori eseguiti compresero la sistemazione del portico della facciata (sistemazione panca e inginocchiatoi, scoprimento affresco della facciata, sostituzione delle ringhiere di ferro della scalinata d'accesso principale), lo scavo di un canale di scolo per la raccolta delle acque meteoriche attorno alla chiesa e l'impermeabilizzazione delle pareti, la sostituzione dei canali di gronda delle coperture, la sistemazione degli intonaci esterni, la tinteggiatura interna ed esterna dell'edificio, la riparazione del tetto a scandole, la posa in opera di nuovi serramenti per la sacrestia, la sostituzione delle porte degli accessi laterali, nonché il rifacimento dell'impianto elettrico, compresa la sostituzione dei corpi illuminanti.

1981  (rifacimento coperture)

Un nuovo rifacimento del tetto della chiesa e del portico si rese necessario nel 1981. Tale opera, costata complessivamente 52 milioni di lire, venne finanziata dalla parrocchia con offerte dei parrocchiani e con il contributo della Provincia Autonoma di Trento, del Comune di Segonzano e della locale Cassa Rurale.
Descrizione

Orientata a sud-est, la parrocchiale dell'Immacolata si affaccia sulla piazza principale del paese di Piazzo (Segonzano). Il rinvenimento nel sacrario dell'altare maggiore di un reliquiario recante il sigillo del principe vescovo di Trento Altemanno (1124-1149) ha permesso di collocare la fondazione dell'edificio in epoca romanica. Nulla rimane però dell'antica chiesa, che fu interamente riedificata in forme tardo gotiche attorno al 1524 sotto la probabile direzione di Michele di Gardena, maestro responsabile negli stessi anni di altre ricostruzioni di chiese della valle, quali San Pietro a Cembra (1506-1510) e San Biagio di Albiano (1526-1529). L’impianto cinquecentesco dato all’edificio dal maestro gardenese fu sostanzalmente rispettato fino alla seconda metà del XIX secolo, quando l’aggiunta del portico e delle due navate laterali conferì al tempio il suo attuale aspetto. La facciata a due spioventi, affiancata dai corpi lisci delle navate laterali è preceduta dall’ampio portico a pianta quadrangolare progettato dall’architetto Francesco Saverio Tamanini e realizzato nel 1866. Al centro dei tre lati del portico si aprono arcate d’accesso a profilo archiacuto, sorrette da colonne lapidee, alle quali si affiancano ampie monofore a luce ogivale. L’accesso al portico dal lato frontale è preceduto da una scalinata di sei gradini ed è sormontato da un oculo circolare collocato in un elemento rialzato con profilo a due spioventi (colonne e gradinata furono donati alla chiesa dall'abate Giovanni Battista a Prato). Gli accessi laterali sono rialzati su due gradini. Alla sommità della facciata, oltre il portico, è presente un’apertura cruciforme. Sotto il portico si dispongono il portale maggiore a luce ogivale e due finestre monofore a luce archiacuta. Le fiancate laterali lisce, sono percorse in basso da una zoccolatura a intonaco e sono caratterizzate dalla presenza di una monofora archiacute sulla fiancata sinistra e di due su quella destra. Sul lato destro, in corrispondenza della terza campata è presente un accesso laterale. Il presbiterio è illuminato da due finestre archiacute aperte sul lato destro. Presso il presbiterio, a sinistra, emerge il corpo ribassato della sacrestia. A sinistra del presbiterio sorge la torre campanaria con cella a quattro bifore centinate, compresa tra cornici eminenti, cimata da un’alta cuspide a pianta quadrangolare. All’interno è ben visibile l’intervento ampliamento condotto nel 1893-1894 dal geometra Giovanni Pelz, consistente nello sventramento della navata cinquecentesca per consentire la costruzione di due navate laterali minori. La realizzazione di tali opere rese allora necessaria l’introduzione delle tre coppie di colonne in pietra calcarea rossa che determinano una ripartizione interna in tre navate di quattro campate, di cui le centrali di ampiezza doppia rispetto alle laterali. Dalle colonne si dipartono i costoloni della volta reticolata cinquecentesca della navata centrale, che fu così preservata dalla distruzione. Nella campata terza della navata sinistra è presente un accesso secondario con tre gradini a scendere in navata. Il profondo presbiterio, rialzato su due gradini, occupa quella che fino all’ampliamento ottocentesco costituiva la quinta campata della navata. Oltre l’antico arco santo a profilo archiacuto, alla medesima quota pavimentale, si sviluppa l’abside poligonale con pareti lisce. La chiesa è nota per conservare l’immagine della cosiddetta Madonna dell’Uva, venerata in tutta la valle come protettrice del raccolto.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, ripartita in tre navate di quattro campate da tre coppie di colonne. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a due spioventi, affiancata dai corpi lisci delle navate laterali e preceduta da un ampio portico a pianta quadrangolare. Al centro dei tre lati del portico si aprono arcate d’accesso a profilo archiacuto, sorrette da colonne lapidee, alle quali si affiancano ampie monofore a luce ogivale. L’accesso al portico dal lato frontale è preceduto da una scalinata di sei gradini ed è sormontato da un oculo circolare collocato in un elemento rialzato con profilo a due spioventi. Gli accessi laterali sono rialzati su due gradini. Alla sommità della facciata, oltre il portico, è presente un’apertura cruciforme. Sotto il portico si dispongono il portale maggiore a luce ogivale e due finestre monofore a luce archiacuta.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, percorse in basso da una zoccolatura a intonaco e caratterizzate dalla presenza di due monofore archiacute sulla fiancata sinistra e due su quella destra. Sul lato destro, in corrispondenza della terza campata è presente un accesso laterale. Il presbiterio è illuminato da due finestre archiacute aperte sul lato destro. Presso il presbiterio, a sinistra, emerge il corpo ribassato della sacrestia.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, addossata al lato sinistro del presbiterio. Fusto cimato da cella campanaria a quattro bifore centinate, compresa tra cornici eminenti. Alta cuspide a pianta quadrangolare.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata centrale coperta da volta reticolata costolonata; campate delle navate laterali sormontate da volte a botte longitudinali, collegate tra loro da arcate archiacute trasversali. Presbiterio voltato a creste e vele.
Coperture
Chiesa: tetto a doppio spiovente con falda prolungata a coprire le navate laterali, con struttura in legno e manto di copertura in scandole lignee. Portico: tetto a tre spioventi con struttura in legno e manto in scandole. Campanile: erta cuspide a pianta quadrangolare in muratura.
Interni
All’interno, tre coppie di colonne lapidee determinano una ripartizione in tre navate di quattro campate, di cui le centrali di ampiezza doppia rispetto alle laterali. Dalle colonne si dipartono i costoloni della volta reticolata della navata centrale. Nella campata terza della navata sinistra è presente un accesso secondario con tre gradini a scendere in navata. Il profondo presbiterio, rialzato su due gradini, occupa quella che fino all’ampliamento ottocentesco costituiva la quinta campata. Oltre l’antico arco santo a profilo archiacuto, alla medesima quota pavimentale, si sviluppa l’abside poligonale con pareti lisce.
Pavimenti e pavimentazioni
Il portico reca una pavimentazione ad acciottolato. All’interno dell’edificio è posato un pavimento in mattonelle di cemento, disposte in corsi diagonali (bianche e nere nelle navate; bianche e rosse nel presbiterio).
Elementi decorativi
La chiesa presenta una decorazione a fresco che interessa la volta reticolata della navata centrale e del presbiterio e la parete sinistra di quest’ultimo, nonché in modo frammentario anche l’antico arco santo dell’edificio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2015)
L'adeguamento liturgico è stato realizzato secondo un progetto unitario nel 2015 dalla ditta CBM Arredamenti e Restauri per chiese e ha ottenuto l'approvazione dell'ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è presente una mensa al popolo di tipo a tavolo, in legno. Sui gradini d’accesso al presbiterio, a sinistra, è stato collocato un ambone in legno, di fattura analoga a quella della mensa al popolo. La nuova sede in legno, affiancata da due sgabelli in stile, è addossata alla parete destra del presbiterio. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell’altare maggiore storico, posto nell’abside perimetrata dalle balaustre storiche. I nuovi poli liturgici sono stati solennemente benedetti il 19 luglio 2015.
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