chiese italiane
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patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Villa Lagarina
Trento
chiesa
comunale
S. Martino
Parrocchia di San Lazzaro
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1100 - 1220(costruzione intero bene); 1220/11/28 - 1220/11/28(menzione carattere generale); 1220 - 1337(ampliamento intero bene); 1309 - 1309(menzione intero bene); 1650 - 1650(istituzione eremo carattere generale); 1779 - 1782/01/12(dismissione eremo carattere generale); 1789 - 1789(passaggio di proprietà intero bene); 1880 - 1900(lavori interno); 1953 - 1953(restauro intero bene); 2004 - 2006(restauro intero bene)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa comunale
Denominazione Chiesa di San Martino <Villa Lagarina>
Altre denominazioni S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura romanica (costruzione)
Notizie Storiche

1100 - 1220 (costruzione intero bene)

Sulla base dei dati storici desunti dalla bibliografia si ipotizza che il nucleo originario del luogo di culto sia stato eretto in questo periodo; il luogo di costruzione dell'edificio sarebbe stato scelto in virtù della confluenza, nei pressi, di alcuni antichi percorsi viari. Secondo gli studiosi il toponimo della zona, "Trasiel", caratterizzerebbe l'area come antico luogo di transito.

1220/11/28  (menzione carattere generale)

La prima menzione attestante l'esistenza del luogo di culto è da riferire agli atti di un processo nel quale si condannavano gli uomini di Briano di Castelbarco e quelli di Adelporino di Castelcorno al risarcimento di beni e armenti sottratti alla chiesa, all'epoca custodita da alcuni confratelli guidati da un presbitero. Giordani (2011) a tale proposito postula l'esistenza in loco di una comunità mista di laici e religiosi con funzione di sostegno e assistenza ai pellegrini, risiedenti in una struttura adiacente alla chiesa, di cui rimangono oggi alcuni locali.

1220 - 1337 (ampliamento intero bene)

Secondo Avanzini (1996) l'odierno corpo della navata sarebbe il frutto di un intervento di ampliamento operato presumibilmente nel XIII secolo; una moneta risalente al 1337 rinvenuta in recenti campagne di scavo archeologico a livello della pavimentazione originaria fornirebbe un termine ante quem circa gli interventi, che includono probabilmente anche l'erezione di una torre campanaria, scomparsa in un momento ignoto, sul fianco settentrionale della chiesa.

1309  (menzione intero bene)

Un documento di questo anno elenca le chiese sottoposte alla decima di Bonifacio VIII, tra le quali figura anche San Martino; nei due secoli successivi l'edificio non viene menzionato, permettendo di ipotizzare il graduale declino della struttura ospitaliera e della chiesa.

1650  (istituzione eremo carattere generale)

Verso la metà del secolo XVII la chiesa diviene un eremo; il primo eremita di cui si ha notizie è Bortolo Graziadei, morto nel 1654. Lo status del complesso viene evidenziato da un documento emesso da papa Innocenzo III nel 1693 nel quale si accordavano sette anni di indulgenza plenaria a chi visitava la chiesa nel giorno di San Martino. Si deve forse all'istituzione dell'eremo l'edificazione dell'attuale corpo di fabbrica meridionale, posteriore alla prime fasi edilizie del luogo di culto.

1779 - 1782/01/12 (dismissione eremo carattere generale)

Con la morte dell'eremita Lorenzo Pizzini di Castellano e in accordo ad un decreto emesso dall'imperatore Giuseppe II viene sciolto l'ordine degli eremiti e l'eremo viene dismesso.

1789  (passaggio di proprietà intero bene)

Scioltosi l'ordine degli eremiti, la villa di Pedersano, proprietaria della chiesa, affida la gestione dell'intero colle e delle strutture presenti a tale Domenico Sguaizer, con l'obbligo della cura della chiesa e della celebrazione di una messa nel giorno di San Martino.

1880 - 1900 (lavori interno)

Secondo Tiella (2008) in questo periodo si assiste ad una revisione degli spazi interni della chiesa mediante alcuni interventi architettonici di lieve entità.

1953  (restauro intero bene)

Grazie ad un contributo concesso dall'amministrazione regionale, si procede ad un'opera di restauro conservativo dell'intera struttura, venuta incontro ad un graduale degrado nel corso del secolo precedente.

2004 - 2006 (restauro intero bene)

In questo periodo grazie ad alcuni finanziamenti da parte di organi amministrativi si procede ad un restauro complessivo della struttura, realizzato sulla base degli elaborati dell'architetto Sandro Alta. In occasione dei lavori vengono condotte alcune indagini archeologiche, i cui risultati sono raccolti e pubblicati da Pisu (2013).
Descrizione

L'antica chiesa di San Martino in località Trasiel viene eretta nelle forme originarie presumibilmente nel corso del XII secolo in un'area caratterizzata dalla confluenza di alcuni antichi percorsi viari, all'epoca ancora piuttosto frequentati. Molti studiosi concordano infatti nel ritenere plausibile l'esistenza di una struttura ospitaliera in loco, confermata dall'analisi della prima fonte scritta documentante l'esistenza del luogo di culto, individuata negli atti di un processo che condannava le truppe di due nobili locali al risarcimento di alcuni beni sottratti alla chiesa. L'assetto odierno dell'aula risalirebbe ad un intervento operato nel XIII secolo, così come il non più presente campanile, forse situato lungo il fianco settentrionale. Nel corso del XVII secolo, abbandonato da tempo lo xenodochio, la chiesa diviene un eremo, dismesso poi a fine secolo XVIII. Recenti restauri hanno valorizzato la conservazione del reperto, giunto fino a oggi in buono stato. La facciata, a spioventi, è rinserrata da barbacani e presenta in posizione centrale il portale d'ingresso, lapideo e a tutto sesto, affiancato su entrambi i lati da una finestra quadrangolare e sormontato da un oculo strombato. La fiancata destra è aperta sulla navata da una finestra a tutto sesto, strombata; a seguire si impone il volume del corpo aggiunto a pianta rettangolare, dotato di accessi a finestre sul lato meridionale e su quello orientale. Il fianco sinistro non presenta aperture ed è caratterizzato da un pilastro presso l'estremo orientale del corpo di fabbrica e da un accesso architravato tamponato. Il prospetto orientale rivela il profilo semicircolare dell'abside, ritmata da quattro lesene e aperta da una finestra rettangolare. Il campanile a vela sorge sopra la struttura dell'abside ed è caratterizzato da una struttura in muratura in pietrame parzialmente rifinita a intonaco rustico coperta da uno spiovente dotato di manto in coppi. L'interno presenta un'unica navata indistinta dal presbiterio, coperta da una volta a botte. La parete di fondo presenta una nicchia centinata ad ospitare l'altare maggiore e due accessi all'antico presbiterio, concluso dall'abside semicircolare, coperta da una volta a catino.
Pianta
Navata rettangolare ad asse maggiore longitudinale, a cui aderisce un corpo aggiunto sul fianco meridionale; presbiterio rettangolare, concluso da abside semicircolare.
Facciata
La facciata, a spioventi, è rinserrata da barbacani e presenta in posizione centrale il portale d'ingresso, lapideo e a tutto sesto, affiancato su entrambi i lati da una finestra quadrangolare, inferriata e dotata di cornice lapidea e sormontato da un oculo strombato. Le finiture sono in corsi irregolari di conci lapidei a vista.
Prospetti
La fiancata destra è aperta sulla navata da una finestra a tutto sesto, strombata e dotata di cornice lapidea; a seguire si impone il volume del corpo aggiunto a pianta rettangolare, dotato di accessi a finestre sul lato meridionale e su quello orientale. Il fianco sinistro non presenta aperture ed è caratterizzato da un pilastro presso l'estremo orientale del corpo di fabbrica e da un accesso architravato tamponato. Il prospetto orientale rivela il profilo semicircolare dell'abside, ritmata da quattro lesene e aperta da una finestra rettangolare, inferriata e strombata. Le finiture sono a corsi di conci lapidei, in alcuni tratti ad intonaco rustico raso sasso.
Campanile
Il campanile a vela sorge sopra la struttura dell'abside ed è caratterizzato da una struttura in muratura in pietrame parzialmente rifinita a intonaco rustico coperta da uno spiovente dotato di manto in coppi.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta a botte in muratura intonacata sopra l'aula, volta a catino in muratura intonacata sopra l'abside.
Coperture
Copertura a due spioventi sopra la navata, copertura a una falda semicircolare sopra l'abside. Struttura portante lignea, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta un'unica navata indistinta dal presbiterio, coperta da una volta a botte. La parete di fondo presenta una nicchia centinata ad ospitare l'altare maggiore e due accessi all'antico presbiterio, concluso dall'abside semicircolare, coperta da una volta a catino. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
L'interno dell'aula presenta una pavimentazione in lastre rettangolari in cotto disposte a corsi diagonali alternati. L'antica zona presbiteriale risulta pavimentata da un assito ligneo.
Adeguamento liturgico

nessuno
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