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edilizia di culto
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Lenzima
Isera
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1984-1985)
II - III(preesistenze carattere generale); XIII - 1482(costruzione intero bene); 1482/10/20 - 1482/10/20(consacrazione carattere generale); XVI - XVII(realizzazione apparato decorativo abside); 1704 - 1704(istituzione cappellania carattere generale); 1755/09/27 - 1755/11/17(erezione a curazia e concessione tabernacolo carattere generale); 1764 - 1767(ampliamento intero bene); 1811/11/29 - 1811/11/29(concessione fonte battesimale carattere generale); 1849 - 1850(restauro intero bene); 1873 - 1876(lavori intorno); 1878/08/10 - 1878/08/10(consacrazione carattere generale); 1909/06 - 1912(ampliamento intero bene); 1921 - 1925(ampliamento intero bene); 1944 - 1944(lavori interno); 1959/12/03 - 1959/12/03(erezione a parrocchia carattere generale); 1965 - 1967(lavori interno); 1984 - 1985/08/18(restauro intero bene); 1990/03 - 1990/03(posa orologio campanile); 1999 - 1999(restauro apparato decorativo)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Lenzima, Isera>
Altre denominazioni S. MARTINO vescovo
S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

II - III (preesistenze carattere generale)

L'area intorno alla quale sorse il primitivo edificio di culto è stata interessata da numerosi rinvenimenti archeologici che testimoniano la presenza in loco di una necropoli di età romana.

XIII - 1482 (costruzione intero bene)

Sulla scorta di Prosser (2000) si ritiene che un primitivo edificio di culto sia stato costruito in epoca imprecisata, durante il dominio sul territorio da parte delle signorie dei Castelcorno e dei Castelbarco del ramo di Castelcorno.

1482/10/20  (consacrazione carattere generale)

La prima menzione dell'esistenza della chiesa risale ad una delle due pergamene rinvenute nel 1850 durante la demolizione dell'altare maggiore, recante l'atto di consacrazione dell'altare maggiore e la consacrazione della cappella e dell'annesso cimitero ad opera di Giorgio Fink, vescovo suffraganeo di Trento.

XVI - XVII (realizzazione apparato decorativo abside)

L'affresco rinvenuto nel 1921 nei pressi dell'abside fu probabilmente realizzato in epoca imprecisata tra il XVI secolo e quello successivo (Prosser, 2000).

1704  (istituzione cappellania carattere generale)

Grazie ad un beneficio fondato per volontà testamentaria dalla contessa Lelia Vittoria Pompei, vedova Lichtenstein, la comunità di Lenzima potette assicurare la presenza di un cappellano stabile incaricato di celebrare le messe domenicali e quelle infrasettimanali; per favorire le disposizioni del legato era stata inoltre adibita a canonica una camera donata da Gaspare Zuanni già nel 1687. Il testamento della contessa individuava come primo cappellano il figlioccio don Paride Candioli fu Tomaso.

1755/09/27 - 1755/11/17 (erezione a curazia e concessione tabernacolo carattere generale)

Per decreto vescovile la chiesa viene eretta formalmente a curazia dipendente dalla parrocchiale di Isera nel 1755, nonostante grazie al beneficio testamentario della contessa Lelia Vittoria Pompei la comunità si fosse praticamente resa autonoma dal punto di vista ecclesiastico. A due mesi dall'emissione del decreto viene inoltre autorizzata la custodia del Santissimo Sacramento.

1764 - 1767 (ampliamento intero bene)

La chiesa, ritenuta di ridotte dimensioni rispetto all'accresciuto numero dei fedeli, viene ampliata; dell'edificio preesistente viene conservato il solo presbiterio. La bibliografia tradizionale indica nella figura di don Giovanni Rosmini il promotore della fabbrica, sebbene Prosser (2000) abbia espresso qualche dubbio sull'effettiva esistenza di tale personaggio, individuando nella figura di monsignor Angelantonio Rosmini la persona che si adoperò per saldare i debiti contratti durante i lavori. Agli interventi va riferita anche l'elevazione del campanile e la realizzazione dell'attuale portale maggiore.

1811/11/29  (concessione fonte battesimale carattere generale)

Dopo ripetuti appelli, in questa data viene emesso un decreto vescovile che autorizza la custodia del fonte battesimale e la facoltà di somministrare il sacramento del battesimo.

1849 - 1850 (restauro intero bene)

Ad una prima serie di interventi di ricostruzione dei locali di sacrestia, seguono, nel 1850, alcuni importanti lavori di restauro del presbiterio. All'opera del parroco don Giovanni Martinelli e al generoso contributo di don Bartolomeo Ferrari, parroco di Borgo Sacco, va ascritta la sostituzione dell'altare maggiore, la posa delle balaustre e la sostituzione della pavimentazione interna in lastre di pietra calcarea rossa.

1873 - 1876 (lavori intorno)

In questo periodo vengono effettuati alcuni interventi di sistemazione e ampliamento dell'area cimiteriale situata nei pressi della chiesa.

1878/08/10  (consacrazione carattere generale)

Sebbene l'erezione della fabbrica settecentesca fosse conclusa da più di un secolo, la chiesa viene consacrata in questa data da monsignor Giovanni Haller. Questa notizia non viene riportata dalla bibliografia più recente (incerta).

1909/06 - 1912 (ampliamento intero bene)

Grazie all'operato dell'allora parroco di Isera don Giovanni Cosseri, si procede all'ampliamento della navata, prolungata a occidente di una campata su progetto del professor Luigi Dalla Laita. Gli interventi comportano la riedificazione della facciata, che viene ornata dal portale originario; durante i lavori viene eretta la cantoria lignea. Conclusi i lavori, si procede alla dismissione del camposanto, originariamente adiacente alla chiesa, e al trasferimento di questo a settentrione dell'edificio.

1921 - 1925 (ampliamento intero bene)

A scioglimento di un voto contratto in occasione degli avvenimenti del primo conflitto bellico mondiale, viene eretta sotto la reggenza della parrocchia da parte di don Giovanni Cosseri una cappella laterale dedicata alla Madonna di Lourdes. Al fine di eseguire i lavori si rende necessario abbattere parte della fiancata destra; in questa occasione, durante gli scavi, vengono rinvenute parte delle fondazioni ed un affresco del coro della chiesa primitiva, restaurati quattro anni più tardi

1944  (lavori interno)

Grazie all'allora parroco di Isera don Armenio Lochner, le pareti interne dell'edificio vengono ornate da un rivestimento marmoreo. In occasione degli interventi viene eseguito da Silvio Tolotti un apparato decorativo di tipo pittorico, avente carattere figurativo ed ornamentale, e si procede ad un restauro della copertura.

1959/12/03  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa viene elevata alla dignità di parrocchiale in questa data.

1965 - 1967 (lavori interno)

Si assiste in questo periodo alla posa degli impianti audio, elettrico e di riscaldamento.

1984 - 1985/08/18 (restauro intero bene)

In questo periodo si procede ad un restauro conservativo della struttura; gli interventi interessano gli intonaci interni ed esterni, le fondazioni delle pareti e l'estradosso delle volte; viene inoltre realizzato un drenaggio perimetrale e si sostituisce la pavimentazione interna della terza campata della navata. A conclusione dei lavori di consolidamento, le pareti vengono tinteggiate, occultando l'apparato decorativo pittorico eseguito nel 1944.

1990/03  (posa orologio campanile)

Viene installato in questo periodo un nuovo orologio presso la torre campanaria, grazie al contributo del gruppo Alpini di Lenzima.

1999  (restauro apparato decorativo)

In questo anno viene condotto un intervento di natura conservativa dell'affresco situato presso l'abside.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Lenzima, dedicata a San Martino, sorge nelle sue forme primigenie sul sito di una necropoli romana utilizzata tra il II ed il III secolo dopo Cristo in un periodo imprecisato tra il XIII secolo e la fine del XV, durante il dominio sul territorio da parte delle signorie dei Castelcorno e dei Castelbarco del ramo di Castelcorno. Il rinvenimento presso l'altare maggiore di una pergamena ha permesso la collocazione al 1482 della consacrazione dell'edificio, fornendo nel contempo la prima attestazione scritta dell'esistenza del tempio. La chiesa, abbastanza autonoma dal punto di vista ecclesiastico grazie ad un beneficio fondato dalla contessa Lelia Vittoria Pompei, viene eretta a curazia nel 1755; al decennio successivo risale il primo ampliamento dell'edificio, grazie al contributo economico di monsignor Angelantonio Rosmini. Altri interventi importanti riguardano il presbiterio nel 1848; le forme odierne della chiesa risalgono invece agli ampliamenti operati tra il 1909 ed il 1925 grazie all'iniziativa di don Giovanni Cosseri. La facciata timpanata, cimata da una croce apicale metallica, è delimitata da cornici lisce ed è caratterizzata dalla mole del portale lapideo d'ingresso, i cui piedritti ornati da basamento e cornice sostengono un architrave modanato sormontato da un fregio concluso da volute e sovrastato da una cornice ornata da un fastigio; al di sopra del portale è presente una finestra a profilo superiore mistilineo. La fiancata destra presenta tre finestre a profilo superiore mistilineo aperte sulla navata, l'ingresso laterale architravato e l'emergenza della cappella laterale interna a pianta quadrangolare; a seguire il corpo della sacrestia, aderente al volume del presbiterio e dotato di accesso indipendente, al quale è connesso un secondo corpo aggiunto a pianta composita, visibile anche presso il prospetto posteriore, dove si rileva la presenza di un oculo e di una finestra a profilo superiore mistilineo murata. Il prospetto sinistro, meno articolato, mostra le tre finestre sulla navata e a seguire il volume del campanile, aderente al prospetto esterno del presbiterio. La torre campanaria presenta un affusto quadrangolare; la cella campanaria, marcata da una seconda cornice, è aperta su ogni lato da una monofora a profilo superiore bilobato. La cuspide a base quadrangolare segue uno sviluppo a bulbo, è coperta da lastre metalliche ed è cimata da sfera e croce apicale. L'interno presenta un'unica navata scandita in sei campate, tre maggiori e tre minori alternate, dai semipilastri addossati alle pareti, da cui si originano le ampie arcate trasversali e le arcate longitudinali che determinano le unghie della volta a botte ribassata che copre l'ambiente, impostata su una cornice corrente lungo i prospetti interni. In controfacciata si impone il volume della cantoria; i semipilastri ospitano nicchie centinate ed il pulpito; un'arcata a sesto ribassato si apre su una cappella laterale all'altezza della parete destra della terza campata maggiore. L'arco santo a tutto sesto, sostenuto da semipilastri addossati alle pareti introduce all'ambiente del presbiterio, elevato da tre gradini e coperto da una cupola a vela; la parete laterale sinistra presenta un portale lapideo e architravato di accesso alla sacrestia. Un rivestimento marmoreo corre lungo la porzione inferiore delle pareti della navata e del presbiterio. Presso la parete di fondo del presbiterio sono presenti alcuni dipinti aventi carattere figurativo afferenti a due distinti periodi di realizzazione.
Preesistenze
La parete di fondo del presbiterio è caratterizzata dalla persistenza di parte delle strutture architettoniche riferibili alla prima fabbrica, impreziosite da resti di un ciclo figurativo ad affresco.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, conclusa da presbiterio a pianta rettangolare.
Facciata
La facciata timpanata, cimata da una croce apicale metallica, è delimitata da cornici lisce ed è caratterizzata dalla mole del portale lapideo d'ingresso, i cui piedritti ornati da basamento e cornice sostengono un architrave modanato sormontato da un fregio concluso da volute e sovrastato da una cornice ornata da un fastigio a volute affrontate ed elemento centrale desinente in una croce latina. Al di sopra del portale è presente una finestra a profilo superiore mistilineo. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Prospetti
La fiancata destra presenta tre finestre a profilo superiore mistilineo aperte sulla navata, l'ingresso laterale architravato e l'emergenza della cappella laterale interna a pianta quadrangolare; a seguire il corpo della sacrestia, aderente al volume del presbiterio e dotato di accesso indipendente, al quale è connesso un secondo corpo aggiunto a pianta composita, visibile anche presso il prospetto posteriore, dove si rileva la presenza di un oculo e di una finestra a profilo superiore mistilineo murata. Il prospetto sinistro, meno articolato, mostra le tre finestre sulla navata e a seguire il volume del campanile, aderente al prospetto esterno del presbiterio. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Campanile
La torre campanaria aderisce al prospetto esterno destro del presbiterio e presenta un affusto quadrangolare partito da un cornice in prossimità della falda di copertura della chiesa; la cella campanaria, marcata da una seconda cornice, è aperta su ogni lato da una monofora a profilo superiore bilobato dotata di cornice lapidea. La cuspide a base quadrangolare segue uno sviluppo a bulbo, è coperta da lastre metalliche ed è cimata da sfera e croce apicale. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volta a botte unghiata in muratura sopra la navata; volta a vela in muratura sopra il presbiterio.
Coperture
Copertura a due falde sopra la navata ed il presbiterio, a tre falde convergenti sopra la cappella laterale. Struttura portante in legno, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta un'unica navata scandita in sei campate, tre maggiori e tre minori alternate, dai semipilastri addossati alle pareti, da cui si originano le ampie arcate trasversali e le arcate longitudinali che determinano le unghie della volta a botte ribassata che copre l'ambiente, impostata su una cornice corrente lungo i prospetti interni. In controfacciata si impone il volume della cantoria; i semipilastri ospitano nicchie centinate ed il pulpito; la parete destra della seconda campata maggiore presenta l'accesso laterale. Un'arcata a sesto ribassato si apre su una cappella laterale all'altezza della parete destra della terza campata maggiore. L'arco santo a tutto sesto, sostenuto da semipilastri addossati alle pareti introduce all'ambiente del presbiterio, elevato da tre gradini e coperto da una volta a vela; la parete laterale sinistra presenta un portale lapideo e architravato di accesso alla sacrestia. Un rivestimento marmoreo corre lungo la porzione inferiore delle pareti della navata e del presbiterio; le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata consiste in quadrotte in pietra calcarea bianche e rosse disposte a corsi diagonali; il presbiterio è pavimentato a quadrotte in materiale lapideo sui toni del grigio disposte a corsi orizzontali.
Elementi decorativi
Presso la parete di fondo del presbiterio sono presenti alcuni dipinti aventi carattere figurativo afferenti a due distinti periodi di realizzazione.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1984-1985)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'aggiunta di arredi lignei non aventi carattere di stabilità. Al centro del presbiterio è collocato l'altare verso il popolo, caratterizzato da una mensa lignea rettangolare sostenuta da due supporti a base rettangolare rastremati verso l'alto, impreziositi da un bassorilievo metallico a carattere figurativo sul fronte prospiciente la navata; presso il piedritto destro dell'arco santo entro il presbiterio è situato un leggio ligneo dotato di fusto a colonna scanalata, avente la funzione di ambone. Una sedia lignea con schienale intagliato posta sulla predella dell'altare maggiore storico viene utilizzata come sede del celebrante. Il tabernacolo dell'altare maggiore storico svolge la funzione di custodia eucaristica.
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