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Villa Lagarina
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1965-1980); ambone - aggiunta arredo (1980-1986); sede - aggiunta arredo (1960-1970); fonte battesimale - intervento strutturale (1980-1986)
1100 - 1188(costruzione intero bene); 1197 - 1197(menzione pieve carattere generale); 1266 - 1266(menzione collegio clericale carattere generale); 1316 - 1316(menzione canonicato carattere generale); 1537 - 1537(menzione fonte battesimale); 1560 - 1560(istituzione registro nati e battezzati carattere generale); 1575 - 1596(lavori campanile); 1581 - 1582(rimozione lastre tombali); 1625 - 1629/05(edificazione cappella laterale); 1639 - 1639(conferimento giuspatronato carattere generale); 1646 - 1658(ricostruzione intero bene); 1670 - 1670(costruzione cappella laterale); 1696/11 - 1700/05/02(sostituzione altare maggiore presbiterio); 1728 - 1728(menzione atrio); 1750 - 1750(rimozione dipinti presbiterio); 1756/12/05 - 1767(lavori interno); 1786 - 1786(lavori cappella laterale); 1807 - 1827(restauro apparato decorativo cappella laterale); 1818 - 1818(costituzione decanato carattere generale); 1823 - 1823(restauro cappella laterale); 1867 - 1867(sostituzione organo interno); 1884 - 1885(parziale ricostruzione intero bene); 1891 - 1901(restauro intero bene); 1917/11/08 - 1923(restauro intero bene); 1950/12/01 - 1951(realizzazione ingresso meridionale); 1965 - 1980(lavori intero bene); 1980 - 1986(restauro intero bene); 1995 - 1995(restauro campanile); 2001 - 2007(restauro intero bene); 2009/09 - 2010(lavori interno); 2015/05 - 2015/11(restauro esterno)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Villa Lagarina>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
M. V. Assunta in Cielo
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Nordio, Enrico (progetto ricostruzione facciata)
Solari, Santino (progetto cappella laterale e ricostruzione chiesa)
Benedetti, Teodoro (progettazione apparati lapidei)
Villa, Valentino (realizzazione apparati lapidei)
Orsolini de Passerini, Domenico (pragettazione apparato decorativo)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze comacine (costruzione cappella e riedificazione chiesa)
architettura barocca (costruzione chiesa)
architettura neorinascimentale (rifacimento facciata)
Notizie Storiche

1100 - 1188 (costruzione intero bene)

Curzel (1999) identifica in un documento di cui non si specifica il contenuto emesso nel 1188 la prima menzione dell'esistenza del luogo di culto, verosimilmente eretto nelle forme primigenie nel corso del secolo XII.

1197  (menzione pieve carattere generale)

Cristoforetti (1994) individua nella carta di fondazione dell'ospedale di Sant'Ilario, redatta nel 1197, la prima menzione diretta della pieve di Villa Lagarina, citata in merito ai diritti di legnatico e pascolo di cui questa godeva.

1266  (menzione collegio clericale carattere generale)

Ad un documento di cui non si entra nel merito del contenuto risalente al 1266 citato da Curzel (1999) va riferita la menzione di un "Archipresbiter Buza"; la presenza di tale figura viene interpretata dall'autore come indizio dell'esistenza di un collegio clericale incaricato della gestione della "plebs", ovvero della chiesa e della circoscrizione territoriale facente capo a questa, estesa tra gli odierni comuni di Isera e di Volano.

1316  (menzione canonicato carattere generale)

L'esistenza di un "canonicatus ecclesiae de Lagaro" è attestata secondo Curzel (1999) da un documento emesso in questo anno, presumibilmente l'atto di ratifica di elezione a canonico dell'arcipretura di Villa Lagarina di Pietro da Rallo, citato anche da Cristoforetti (1994). La menzione è indicativa della graduale importanza e prestigio acquisiti dalla pieve.

1537  (menzione fonte battesimale)

Risale agli atti visitali della visita pastorale effettuata da Bernardo Cles la prima menzione dell'esistenza di un fonte battesimale, a testimonianza della facoltà, riservata alle chiese matrici, della somministrazione del sacramento del battesimo.

1560  (istituzione registro nati e battezzati carattere generale)

Per iniziativa del conte Felice Lodron viene istituito in questa data il registro dei nati e battezzati della pieve. La relazione attestante l'istituzione del registro, riportata da Giordani (1877) costituisce una conferma della facoltà di somministrare il sacramento del battesimo, già affermata durante la visita pastorale clesiana ma presumibilmente molto più antica.

1575 - 1596 (lavori campanile)

Per volere dell'allora arciprete Antonio Lodron vennero condotti in questo periodo alcuni interventi di ridefinizione del campanile, in particolar modo della cella campanaria e della cuspide, che assunsero le forme odierne. Intorno al 1596 la struttura venne completata con la dotazione di tre campane realizzate da fonditori di ambito francese.

1581 - 1582 (rimozione lastre tombali)

Gli atti della visita pastorale del 1581 effettuata dal cardinale Ludovico Madruzzo evidenziarono la presenza di lastre tombali di membri della famiglia Lodron presso la pavimentazione interna della chiesa, delle quali venne disposta la rimozione; gli interventi di rimozione ebbero presumibilmente luogo nello stesso anno o in quello successivo.

1625 - 1629/05 (edificazione cappella laterale)

Al fine di eternare la memoria dei genitori Dorotea Welsperg e Nicolò Lodron - spentisi tra 1615 e 1621 - l'arcivescovo di Salisburgo Paride Lodron, già arciprete di Villa Lagarina dal 1612 al 1619, affidò a Santino Solari, architetto di corte a Salisburgo, il progetto di edificazione di una cappella laterale dedicata a San Ruperto, entro cui collocare il monumento funebre dei genitori. Il sacello, impreziosito da un ciclo pittorico su rame di Donato Mascagni (il cui programma iconografico fu curato dallo stesso arcivescovo) e da un complesso decorativo a stucco ad opera della bottega di Domenico Orsolini de Passerini (équipe intelvese operante a Salisburgo nello stesso periodo), fu solennemente inaugurato nel maggio 1629 alla presenza di Paride e del nipote Sebastiano Bartolomeo Lodron, parroco di Villa Lagarina.

1639  (conferimento giuspatronato carattere generale)

In questo anno il giuspatronato della chiesa matrice venne ufficialmente affidato ai membri della famiglia Lodron, feudatari di Castelnuovo e Castellano dal 1456, sebbene di fatto tale privilegio fosse stato esercitato dai membri della famiglia già da tempi remoti.

1646 - 1658 (ricostruzione intero bene)

Grazie ad un capitale fondato dall'arcivescovo di Salisburgo Paride Lodron si procedette in questo periodo alla totale ricostruzione del tempio, il cui disegno fu probabilmente approntato da Santino Solari ma la cui realizzazione avvenne sotto la direzione della fabbrica da parte di Domenico Orsolini de Passerini, eccezion fatta per l'appena edificata cappella di San Ruperto, operando un cambio di orientamento dell'edificio in precedenza caratterizzato da tre navate e dal presbiterio rivolto a oriente. Sul sito del precedente sagrato furono costruiti il presbiterio e le due nuove sacrestie sovrapposte; la fabbrica, la cui struttura fu conclusa nel 1650, vide l'erezione degli altari laterali fra 1650 e 1658. In luogo della precedente sacrestia fu eretta una cappella laterale inizialmente dedicata a San Giovanni Battista; il portale del nuovo prospetto frontale fu approntato dal lapicida Domenico Sartori.

1670  (costruzione cappella laterale)

In questo anno venne edificata la cappella laterale in onore di Sant'Antonio di Padova, posta dirimpetto al sacello dedicato a San Giovanni Battista eretto all'epoca della ricostruzione della chiesa, intitolato come riporta Giordani (1908) dal 1780 a Santa Tecla.

1696/11 - 1700/05/02 (sostituzione altare maggiore presbiterio)

Grazie alla maturazione di un fondo a favore della fabbrica della chiesa disposto da Paride Lodron, per iniziativa dell'allora arciprete Carlo Ferdinando Lodron fu commissionata la realizzazione di un nuovo altare maggiore lapideo, eseguito da Giacomo, Cristoforo e Sebastiano Benedetti da Castione, ornato da una pala di Nicolò Dorigatti.

1728  (menzione atrio)

In un documento redatto da Carlo Ferdinando Lodron redatto in questo anno viene menzionato l'apparato decorativo dell'atrio, mai realizzato, che nelle intenzioni progettuali avrebbe previsto la stesura di affreschi mariani presso l'intradosso della cupola che copriva l'ambiente.

1750  (rimozione dipinti presbiterio)

Negli atti della visita pastorale effettuata in questo anno sono menzionati i ritratti su tela dei membri della famiglia Lodron che ornavano il presbiterio, oggi esposti in sacrestia e presso le sale dell'attiguo museo diocesano; in tale occasione fu ordinato di rimuovere i dipinti al fine di impedire che i fedeli vi tributassero culto equivocando le immagini dei membri della famiglia per immagini sacre.

1756/12/05 - 1767 (lavori interno)

In questo periodo si situarono una serie di interventi di ridefinizione degli spazi interni della chiesa commissionati dell'arciprete Massimiliano Settimo Lodron e coordinati da Teodoro Benedetti. I lavori previdero la ridefinizione delle finestre, la realizzazione del rivestimento in marmo mischio di Valcaregna dei pilastri a sostegno della trabeazione interna ad opera di Valentino Villa, il rifacimento del paliotto della cappella di San Ruperto e la realizzazione degli affreschi della volta del presbiterio ad opera Gasparantonio Baroni Cavalcabò e Girolamo Costantini; detti interventi si conclusero entro il 1759. All'anno 1756 risalgono le cornici a stucco realizzate da Giovanni Antonio Baldo sulle pareti laterali del presbiterio, mentre si deve ad un intervento dello stuccatore Giuseppe Canonica la realizzazione del nuovo pulpito e la decorazione plastica della volta del coro tra 1761 e 1767 (Cont 1999), impreziosita secondo Artini (2011) dagli interventi del pittore Benigno Clezer.

1786  (lavori cappella laterale)

Risale presumibilmente a questo anno la realizzazione del monumento funebre a Francesco Lattanzio Firmian presso la parete occidentale interna della cappella di San Ruperto.

1807 - 1827 (restauro apparato decorativo cappella laterale)

All'epoca della reggenza della parrocchia da parte di Pier Antonio Saibanti l'apparato decorativo a stucchi nella cappella di San Ruperto fu restaurato per opera di Graziano Rozzolini e Vincenzo Margaritini; la maggior parte degli autori ritiene che l'intervento impoverì la qualità dell'apparato decorativo, appiattendone i rilievi.

1818  (costituzione decanato carattere generale)

Nell'ambito della riorganizzazione delle diocesi imposta dalla bolla pontificia "Ex imposto" viene istituito in questo anno il decanato di Villa Lagarina.

1823  (restauro cappella laterale)

A causa dei danni provocati da un violento nubifragio, si rese necessario in questo anno un restauro conservativo della cappella di San Ruperto.

1867  (sostituzione organo interno)

In questo anno venne realizzato ed installato il nuovo organo, opera di Livio Tornaghi.

1884 - 1885 (parziale ricostruzione intero bene)

Sulla base dei progetti redatti dall'architetto Enrico Nordio e grazie alla direzione del cantiere da parte di Basilio Andreaus si procedette in questo biennio alla riedificazione del prospetto frontale in stile eclettico; a tale fine vennero demolite la cupola sormontante l'atrio della navata e le due cappelle che la fiancheggiavano, dedicate a Sant'Antonio di Padova e Santa Tecla. Contestualmente a questi interventi si provvide a realizzare la cantoria, la loggia di accesso al pulpito presso il fianco sinistro, la cornice lapidea corrente esterna, il corpo di collegamento tra la cantoria e la canonica; Gelsomino Scanagatta fu incaricato della realizzazione dell'apparato decorativo marmoreo della parte orientale della navata interessata dagli interventi, ad imitazione degli ornati settecenteschi di Benedetti. I lavori furono conclusi verso il 1885 con la realizzazione del portale lapideo ornato da sculture di Vincenzo Raffaetà.

1891 - 1901 (restauro intero bene)

Dal 1891 venne fatta oggetto di un approfondito restauro la cappella di S. Ruperto, la cui pavimentazione seicentesca fu restaurata da Gelsomino Scanagatta; venne curato anche il restauro dei dipinti a olio su rame per opera di Luigi Spreafico, i cui interventi furono in seguito ampiamente criticati per i danni apportati alle opere. Si provvide inoltre a realizzare l'apparato decorativo ad affresco presso la volta della navata, con affreschi di Luigi Cavenaghi impreziositi dagli stucchi di Pietro Calori e dei suoi collaboratori tra 1897 e 1898. La sostituzione della pavimentazione interna e il restauro degli altari laterali nel 1901 coronarono gli interventi.

1917/11/08 - 1923 (restauro intero bene)

In questa data la chiesa subì un parziale crollo della navata e di parte del presbiterio per via di un ordigno bellico, testimoniato da uno scatto fotografico commissionato da don Vincenzo Casagrande in qualità di vicedirettore dell'Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra; i danni, seppur ingenti (calcolati in tremilasettecento lire prebelliche), non furono particolarmente estesi e vi si pose rimedio entro il 1923. La pala dell'Immacolata e la tela raffigurante la Resurrezione risultarono completamente distrutte, mentre gravi danni subirono la pala di San Giuseppe e la statua processionale dell'Assunta.

1950/12/01 - 1951 (realizzazione ingresso meridionale)

A celebrazione della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione venne realizzato in questo periodo per volere dell'allora parroco don Giovanni Gosetti l'ingresso laterale su progetto dell'architetto Pietro Marzani.

1965 - 1980 (lavori intero bene)

Al tempo della reggenza della parrocchia da parte di don Vincenzo Bertolini si procedette all'elettrificazione del meccanismo di movimentazione delle campane e dell'orologio, alla sostituzione dell'impianto di illuminazione, al restauro dell'organo, e ad alcuni interventi di adeguamento dei poli liturgici, rinnovati da Carlo Bolner su disegno di don Antonio Svaizer.

1980 - 1986 (restauro intero bene)

Durante l'operato di don Giuseppe Soini la struttura fu oggetto di una campagna di interventi di restauro che interessarono la torre campanaria, le pareti e la copertura della chiesa; secondo Costa (1984), durante il restauro emersero tracce del primitivo edificio a tre navate. Contestualmente a questi interventi si provvide a spostare il fonte battesimale e a realizzare un nuovo ambone.

1995  (restauro campanile)

È registrato in questo anno un restauro complessivo della torre campanaria.

2001 - 2007 (restauro intero bene)

In questo periodo si procede ad un restauro conservativo dell'intero edificio, su progetto dell'architetto Enrico Mazzucchi. Tra 2001 e 2003 gli interventi vengono condotti presso la cappella di San Ruperto, per poi abbracciare l'intera struttura, inclusi i dipinti murali della sacrestia, concretandosi nel restauro degli apparati lapidei, degli stucchi presso le volte, degli affreschi e degli apparati lignei, nel consolidamento statico (previa indagine geognostica) dell'edificio, nell'installazione del nuovo impianto elettrico, d'illuminazione e di riscaldamento (viene sostituito il precedente impianto ad aria calda non trattata). Sono interessate dal restauro anche la cantoria e la pavimentazione del sagrato.

2009/09 - 2010 (lavori interno)

Sulla base degli elaborati redatti dalla ditta S.D.S. di Marco Brendolise e Roberto Forzini vengono installati in questo periodo gli impianti anti intrusione a protezione degli altari laterali.

2015/05 - 2015/11 (restauro esterno)

In questo periodo si procede ad un restauro complessivo dei prospetti esterni, eseguito su progetto dell'architetto Giorgio Vergot; gli interventi prevedono il ripristino degli apparati lapidei e degli intonaci, la posa di nuovi elementi di lattoneria e alcune misure di contrasto all'umidità di risalita presso le pareti esterne.
Descrizione

La chiesa di Santa Maria Assunta a Villa Lagarina, monumentale espressione del barocco lagarino, venne edificata presumibilmente entro il 1188, anno della prima menzione documentata. A lungo chiesa matrice di una pieve piuttosto estesa, l'edificio in origine a tre navate e rivolto a est subì importanti modifiche nel XVII secolo con l'edificazione della cappella di San Ruperto entro il 1629 e la riedificazione barocca del tempio entro il 1658 grazie al mecenatismo di Paride Lodron e all'attività di Santino Solari e dei suoi collaboratori. Le forme odierne risultarono da due ulteriori campagne di edilizie, la prima a metà XVIII secolo grazie a Massimiliano Settimo Lodron e la seconda nell'ultimo quarto del XIX secolo, che vide la realizzazione della facciata ad opera di Enrico Nordio; questa presenta un corpo mediano prospiciente, rinserrato da paraste reggenti una trabeazione; il corpo mediano reca un arcone a tutto sesto nel cui incasso è sito il portale maggiore architravato, dotato di piedritti rinserrati da lesene a sostenere la trabeazione a fregio ornato e raccordato da mensole rovesciate ad un'edicola timpanata con nicchia centinata a conchiglia e timpano triangolare con croce apicale. In posizione arretrata si notano le testate dei corpi laterali raccordate alla parte frontale da una cornice; oltre il cornicione emerge in centro un frontespizio timpanato delimitato da lesene corinzie binate rinserranti una bifora a tutto sesto, raccordato al corpo mediano da semitimpani curvi. Le fiancate sono ritmate da pilastri tra i quali sono situate finestre a profilo superiore mistilineo e finestre rettangolari sdraiate. La porzione orientale dei prospetti presenta un corpo aggiunto a pianta quadrangolare con un prospetto timpanato. Sul fianco sinistro a tale corpo è connessa una loggia sostenuta da sei colonne e aperta nell'ordine superiore da una polifora a tutto sesto. Al corpo aggiunto della fiancata destra aderisce a ovest la torre campanaria, alla quale è contigua la cappella laterale ad aula pianta quadrata e presbiterio rettangolare, dotato di sacrestia a pianta quadrangolare; questa presenta presso l'aula un tamburo ottagonale aperto da finestre rettangolari su cui si innesta una cupola ottagona culminante in una lanterna. La torre campanaria a fusto quadrangolare presenta una cella campanaria a due ordini di bifore a tutto sesto con colonnine binate insistenti su una cornice, sovrastata da un tamburo ottagonale circondato da pinnacoli angolari da cui si diparte la cuspide piramidale a lati convessi, divisa in due segmenti da una lanterna ottagona e cimata da sfera e croce apicale. L'interno presenta una navata unica, scandita in cinque campate da paraste corinzie sostenenti la trabeazione su cui è impostata la volta a botte ribassata che copre l'ambiente, secata da unghie originate dalle arcate insistenti sopra la trabeazione, nel cui incasso si aprono le finestre. Le pareti laterali della navata presentano elaborati altari laterali marmorei; quella sinistra della terza campata ospita il pulpito marmoreo, mentre la parete destra è aperta da un'arcata a tutto sesto su una cappella laterale composta da un'aula a pianta quadrata raccordata da pennacchi alla sovrastante cupola ottagonale sostenuta da un tamburo aperto da otto finestre rettangolari e da un presbiterio a pianta rettangolare con volta a crociera, dotato di accesso alla sacrestia. L'arco santo a tutto sesto introduce al presbiterio, diviso in due campate e coperto da una volta a botte ribassata e unghiata, impreziosita da un padiglione; la parete di fondo presenta un accesso alla sacrestia, distribuita su due livelli. Le pareti e le volte interne della navata, del presbiterio e in particolar modo della cappella laterale (impreziosita da dipinti a olio su rame) sono ornate da un fitto apparato decorativo in stucco in parte dorato descrivente racemi, cartelle, elementi figurativi; i pilastri e la trabeazione della navata presentano tarsie marmoree policrome.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale conclusa da presbiterio a pianta rettangolare, prolungato a ovest ad includere i locali adibiti a sacrestia. Al fianco destro aderisce una cappella laterale caratterizzata da aula a pianta quadrata e presbiterio a pianta rettangolare ad asse maggiore trasversale, a cui aderisce sul lato occidentale un corpo a pianta quadrangolare avente funzione di sacrestia. Presso la porzione orientale delle fiancate è presente un corpo aggiunto a pianta quadrangolare.
Facciata
La facciata presenta un corpo mediano, avanzato e rinserrato da paraste giganti composite su alto piedistallo reggenti una trabeazione a fregio liscio (in cui è ospitato uno stemma lapideo) e cornice sostenuta da mensole a volute e dentelli; le paraste inquadrano un arcone a tutto sesto sostenuto da piedritti, nel cui incasso è situato il portale maggiore, lapideo e architravato. Esso presenta piedritti rinserrati da lesene corinzie scanalate e rudentate a sostenere la trabeazione a fregio ornato a palmette ed elementi fitomorfi. Il portale è raccordato da elaborate volute concatenate ad un'edicola timpanata con croce in apice, caratterizzata da uno schema simile a quello del portale, entro la quale una nicchia centinata a conchiglia ospita una statua. Oltre il cornicione sommitale emerge un attico timpanato, delimitato da lesene corinzie binate, rinserranti una bifora a tutto sesto, raccordato al corpo sottostante tramite semitimpani curvi laterali. Ai lati del corpo mediano, in posizione arretrata, si sviluppano su due diversi piani i corpi laterali della facciata, delimitati da paraste giganti analoghe a quelle dell’avancorpo centrale, e le testate dei corpi laterali, raccordate alla parte frontale dalla cornice inferiore che dall'imposta dell'arcone prosegue sui fianchi come cornicione di sottogronda. Le finiture sono in elementi lapidei a vista.
Prospetti
Le fiancate sono ritmate, presso la navata ed il presbiterio, da un sistema di pilastri tra i quali sono situate finestre a profilo superiore mistilineo sovrastate da una cornice e da una finestra rettangolare sdraiata; la porzione del presbiterio presenta ulteriori finestre rettangolari sottostanti quelle a profilo superiore mistilineo. Presso la porzione orientale dei prospetti è presente un corpo aggiunto a pianta quadrangolare caratterizzato da un prospetto timpanato ortogonale rispetto alla facciata della chiesa. Sul fianco sinistro a tale corpo, il cui prospetto meridionale è rinserrato da lesene e diviso in due settori da una cornice, quello superiore aperto da una trifora a tutto sesto e quello inferiore da due finestre a tutto sesto, è connessa una loggia sostenuta da sei colonne a fusto liscio, aperta nell'ordine superiore da una polifora a tutto sesto con lesene modanate e collegata ad un edificio di pertinenza privata. Al corpo aggiunto della fiancata destra aderisce a occidente la torre campanaria, alla quale è contigua la cappella laterale ad aula pianta quadrata e presbiterio rettangolare, dotata di sacrestia a pianta quadrangolare sul lato orientale del presbiterio. La cappella, i cui lati presentano finestre rettangolari a luce singola e doppia, timpanate e dotate di cornice lapidea modanata, è sovrastata nella porzione dell'aula da un tamburo ottagonale aperto da finestre rettangolari nei lati non aderenti al campanile, su cui si innesta una cupola ottagona culminante in una lanterna a otto lati coronata da sfera e croce apicale; la parete a ovest della cappella presenta un'arcata ribassata murata e una finestra a sesto acuto cieca. La porzione occidentale delle fiancate, corrispondente alla sacrestia, è aperta da finestre rettangolari, mentre la parete ovest non reca aperture. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Campanile
La torre campanaria, situata presso il fianco destro della chiesa, aderisce a est ad un corpo aggiunto a pianta quadrangolare e a nord e a ovest alle pareti della cappella laterale; il fusto quadrangolare presenta un'apertura a tutto sesto su tre dei quattro prospetti. La cella campanaria è caratterizzata da due ordini di bifore a tutto sesto dotate di colonnine binate, insistenti su una cornice; al di sotto della cornice inferiore i prospetti ad eccezione di quello occidentale (dove si scorge una trifora cieca a tutto sesto) recano un quadrante d'orologio affrescato. La cella campanaria è sovrastata da un tamburo ottagonale ritmato da arcate a tutto sesto aperte e cieche alternate, circondato da quattro pinnacoli angolari modanati e rastremati in lamiera metallica culminanti in sfere. Dal tamburo si diparte l'elegante cuspide piramidale in lamiera metallica a lati convessi, divisa in due segmenti da una lanterna ottagona aperta da finestre rettangolari e cimata da una sfera e una croce apicale. Le finiture sono ad intonaco rustico ed elementi lapidei.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volta a botte unghiata in muratura in materiale tufaceo intonacata presso la navata e presso il presbiterio, cupola ottagonale sopra l'aula della cappella laterale, volta a crociera in muratura sopra il presbiterio della cappella laterale.
Coperture
Copertura a due spioventi sulla navata, a tre falde sul presbiterio, a cupola ottagonale in lamiera metallica sopra la cappella laterale. Struttura portante lignea, manto di copertura in coppi sopra la navata e sopra il presbiterio.
Interni
L'interno presenta una navata unica, scandita in cinque campate da paraste ribattute dotate di capitelli corinzi e basamento a sostegno della trabeazione a fregio marmoreo su cui è impostata la volta a botte ribassata che copre l'ambiente; questa risulta secata dalle unghie originate dalle arcate insistenti sopra la trabeazione, nel cui incasso si aprono le finestre a profilo superiore mistilineo. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sostenuta da colonne lapidee a fusto liscio; le pareti laterali della seconda, della quarta e della quinta campata presentano elaborati altari laterali marmorei. La parete laterale sinistra della terza campata ospita il pulpito marmoreo, mentre la parete destra è aperta da un'arcata a tutto sesto, sostenuta da piedritti rivestiti in marmo e dotati di capitelli a volute, su una cappella laterale composta da un'aula a pianta quadrata caratterizzata da un'arcata a tutto sesto su ogni parete, raccordata da pennacchi alla sovrastante cupola ottagonale sostenuta da un tamburo aperto da otto finestre rettangolari di cui tre cieche, e da un presbiterio a pianta rettangolare con volta a crociera, dotato di accesso lapideo e architravato alla sacrestia sul lato destro. L'arco santo a tutto sesto introduce all'ambiente, elevato da tre gradini, del presbiterio, diviso in due campate da pilastri a sostegno della trabeazione si cui si impostano la volta a botte ribassata che copre l'ambiente e le unghie che secano la volta, originate da arcate insistenti sulla trabeazione in cui si aprono finestre a profilo superiore mistilineo; la volta è impreziosita da un padiglione. Al di sotto di queste sono presenti due finestre rettangolari su ogni lato; la parete di fondo presenta un accesso ai locali di sacrestia, distribuiti su due livelli. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato, stucchi, elementi lapidei a vista.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata presenta una pavimentazione a quadrotte in pietra calcarea bianca disposte a corsi orizzontali; il presbiterio risulta pavimentato a quadrotte in pietra calcarea bianche e rosse disposte a corsi diagonali. La cappella laterale presenta una pavimentazione in lastre di pietra calcarea bianca impreziosita da tarsie marmoree policrome aventi carattere ornamentale.
Elementi decorativi
La parete occidentale del campanile reca un lacerto di affresco avente carattere figurativo; le pareti e le volte interne della navata, del presbiterio e in particolar modo della cappella laterale sono ornate da un fitto apparato decorativo in stucco, dorato in alcune parti e articolato a descrivere racemi vegetali, cartelle, volute, motivi geometrici, fregi classici, rosette, conchiglie, putti. I pilastri della navata presentano rivestimenti marmorei policromi (così come il fregio della trabeazione) e sono ornati da sculture lapidee; le pareti del presbiterio presentano elaborate cornici in stucco in cui sono alloggiate due grandi tele ed un affresco presso la volta delimitato da una specchiatura a stucchi. Le vele della cupola dell'aula della cappella laterale, il monumento funebre presso la parete laterale destra, le vele della volta a crociera e le pareti del presbiterio della cappella laterale sono ornate da dipinti a olio su rame.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1965-1980)
L'adeguamento liturgico è stato operato mediante l'aggiunta di un altare verso il popolo ligneo non avente carattere di stabilità, realizzato da Carlo Bolner su disegno di don Antonio Svaizer e caratterizzato da una struttura a mensa rettangolare sorretta da due sostegni, posta su propria predella. Le balaustre e l'altare maggiore storico, il cui tabernacolo viene utilizzato in qualità di custodia eucaristica, sono stati preservati.
ambone - aggiunta arredo (1980-1986)
L'adeguamento del polo liturgico dell'ambone è stato condotto mediante l'aggiunta di un arredo ligneo non avente carattere di stabilità, caratterizzato da una struttura a balaustra con colonnine tortili sormontato da un lettorile, elevato da una predella, impiegato come ambone.
sede - aggiunta arredo (1960-1970)
L'adeguamento liturgico è stato completato con l'aggiunta di arredi lignei non aventi carattere di stabilità. Tra l'altare verso il popolo e l'altare maggiore storico è stata collocata una sedia lignea con braccioli, impiegata come sede del celebrante.
fonte battesimale - intervento strutturale (1980-1986)
L'adeguamento del polo liturgico del fonte battesimale è stato operato mediante lo spostamento del fonte storico dalla posizione originaria presso il lato sinistro verso l'ingresso al sito attuale, collocato tra l'altare dell'Immacolata e quello di San Giuseppe presso la parete laterale destra della navata.
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