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Folgaria
Trento
chiesa
sussidiaria
Madonna delle Grazie
Parrocchia di San Lorenzo
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975 circa)
1588/06/25 - 1588/06/25(costruzione intero bene); 1588/09/08 - 1610/08/15(consacrazione carattere generale); 1637/06/26 - 1637(ampliamento intero bene); 1662 - 1662(costruzione campanile); 1700 - 1700(ampliamento navata); 1885 - 1885(ampliamento e ristrutturazione intero bene); 1885 - 1885(pavimentazione sagrato); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1925 - 1949(decorazione intero bene); 1951/09/08 - 1951/09/08(amministrazione carattere generale); 1951/09/08 - 1952/09/08(costruzione ospizio-convento intorno); 1954/01/31 - 1954/01/31(erezione a santuario carattere generale); 1960 - 1960(ristrutturazione intero bene); 1975 - 1975(chiusura del convento-ospizio carattere generale)
Santuario della Madonna delle Grazie
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Santuario della Madonna delle Grazie <Folgaria>
Altre denominazioni Madonna del Dosso
Santa Maria in Echen
santuario della Madonnina delle Grazie
Santuario della Madonnina di Echen
Autore (ruolo)
Lafraunar, Bartolomeo (ampliamento)
Pizenin, Leonardo (ampliamento)
Ruella, Leonardo (ampliamento)
Valle, Lorenzo Mattia della (ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione e ampliamento)
Notizie Storiche

1588/06/25  (costruzione intero bene)

La storia della fondazione del santuario della Madonna delle Grazie a Colpi di Folgaria è legata alla personalità di Pietro Ruella, laico dell'ordine degli Eremitani di San Girolamo del convento di Santa Maria Maddalena di Treviso, meglio noto come fra Pietro Daldosso (di Echen) per le sue origini folgaretane. Secondo la tradizione fra Pietro avrebbe nutrito una particolare devozione nei confronti della Vergine, di cui custodiva un'immagine nella cella del suo convento trevigiano; mentre si trovava in preghiera dinanzi al dipinto la figura della Madonna gli avrebbe ordinato di ritornare a Folgaria e di costruire una cappella in suo onore sul dosso di Echen. Ricevuto il permesso dai suoi superiori, fra Pietro si sarebbe allora messo in marcia verso il suo paese natale, caricandosi sulle spalle una campana di 50 libbre. La costruzione della cappella, incoraggiata dal principe vescovo Ludovico Madruzzo, sarebbe iniziata il 25 giugno 1588 e venne portata a termine entro lo stesso anno.

1588/09/08 - 1610/08/15 (consacrazione carattere generale)

La data della consacrazione del sacello mariano è incerta. Secondo la cronaca tardo settecentesca di don Tommaso Valle, la consacrazione della cappella sarebbe avvenuta l'8 settembre 1588 oppure il 15 agosto 1610.

1637/06/26 - 1637 (ampliamento intero bene)

La fama della Madonna di Echen crebbe rapidamente, rendendo presto necessari dei lavori di ampliamento della struttura. Il 25 giugno 1637 si riunirono a Folgaria il parroco di San Lorenzo, don Nicolò da Coredo, due frati zoccolanti del convento di San Rocco di Rovereto e il massaro del santuario, Carlo Andrea Scensbergher, per discutere di come "sgrandir e slargar" la struttura. Secondo Larcher (2003) la posa della prima pietra dell'ampliamento avvenne il giorno successivo. Le rese dei conti del santuario testimoniano che il cantiere fu portato avanti da maestranze locali, tra cui figuravano Bartolomeo Lafraunar, Leonardo Pizenin, Leonardo Ruella e Lorenzo Mattia della Valle. Alla cappella originaria, riconvertita in presbiterio, fu dunque annesso il corpo di una nuova navata sviluppata verso ovest.

1662  (costruzione campanile)

Nel 1662 venne eretto il campanile.

1700  (ampliamento navata)

Un nuovo ampliamento della navata fu condotto nel 1700 a spese della Magnifica Comunità di Folgaria.

1885  (ampliamento e ristrutturazione intero bene)

L'edificio ricevette l'assetto attuale nel 1885, quando furono condotti nuovi e invasivi lavori di ampliamento, che comportarono la demolizione dell'antica struttura originaria.

1885  (pavimentazione sagrato)

La pavimentazione del sagrato, opera di Carlo Senssperck, risale al 1885.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Il tempio subì danni imprecisati durante il primo conflitto mondiale.

1925 - 1949 (decorazione intero bene)

La decorazione della controfacciata e delle volte della navata e del presbiterio venne realizzata nel secondo quarto del XX secolo da un anonimo artista stilisticamente vicino a Carlo Donati.

1951/09/08  (amministrazione carattere generale)

L'8 settembre 1951 l'amministrazione della chiesa fu affidata alla cura dei frati cappuccini della Provincia trentina di Santa Croce.

1951/09/08 - 1952/09/08 (costruzione ospizio-convento intorno)

La posa della prima pietra dell'ospizio-convento che si trova annesso alla chiesa coincise con l'assegnazione della chiesa ai cappuccini (8 settembre 1951). La struttura fu inaugurata a distanza di un anno esatto.

1954/01/31  (erezione a santuario carattere generale)

Il 31 gennaio 1954 papa Pio XII dichiarò la Madonna di Echen miracolosa, elevando la chiesa a santuario. Il 7 agosto 1955 la Madonna delle Grazie di Colpi fu proclamata "Patrona Insigne e Principale degli Sciatori d'Italia".

1960  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1960 i frati Cappuccini fecero eseguire alcuni lavori di ristrutturazione. Gli interventi riguardarono il rifacimento della pavimentazione della chiesa e della sacrestia, la realizzazione di due nicchie lungo le pareti del presbiterio atte ad accogliere gli stalli corali e l'apertura di un accesso indipendente alla sacrestia, ottenuto dalla trasformazione di una finestra.

1975  (chiusura del convento-ospizio carattere generale)

L'ospizio dei cappuccini venne chiuso nel 1975.
Descrizione

Il santuario della Madonna delle Grazie, patrona degli sciatori d'Italia, sorge sul dosso di Echen con orientamento a nord-est. La storia della sua fondazione è legata alla personalità del folgaretano Pietro Daldosso, frate converso degli Eremitani di San Girolamo del convento di Santa Maria Maddalena di Treviso, che secondo la tradizione avrebbe ricevuto l'ordine di fondare una cappella in questo luogo direttamente dalla Madonna (1588). Nulla rimane della cappella cinquecentesca, più volte ampliata (1637, 1700) e infine totalmente riedificata nel 1885. La facciata, delimitata da lesene intonacate, è coronata da un finto frontone disegnato dalle falde del tetto e da una cornice intonacata, rilevata; al centro, su una gradinata a tre rampe di cinque scalini, si apre il portale architravato, affiancato da due finestre rettangolari e sormontato da un oculo circolare. Le fiancate, lisce, sono caratterizzate dall'emergere dei corpi delle cappelle laterali e recano ciascuna una monofora all'altezza della seconda campata; sul lato destro, in corrispondenza della terza campata, si trova un accesso laterale. Il presbiterio presenta una finestra lunettata per lato e vede emergere alla sua destra il volume della sacrestia. Alla sinistra del coro sorge il campanile, edificato nel 1662, con fusto intonacato e cella campanaria a quattro monofore centinate. L'interno si sviluppa a navata unica, voltata a botte unghiata; ai lati della quarta campata si sviluppano due cappelle rettangolari, simmetriche, inquadrate da arcate a pieno centro. Il presbiterio, rialzato su tre gradini, presenta due nicchie laterali che accolgono gli stalli corali, realizzate nel 1960 quando il santuario era affidato alle cure dei frati cappuccini.
Pianta
Pianta a croce latina determinata dalla presenza di due cappelle rettangolari in corrispondenza della quarta campata. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata delimitata lateralmente da due lesene intonacate e coronata da un finto frontone triangolare disegnato dagli spioventi del tetto e da una cornice intonacata rilevata. La zoccolatura inferiore a intonaco rustico è interrotta al centro dall'apertura del portale architravato, preceduto da una scalinata a tre rampe di cinque gradini. Ai lati del portale si dispongono due finestre rettangolari chiuse da inferriate, mentre alla sommità è presente un oculo circolare.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, caratterizzate dall'emergere dei corpi delle cappelle laterali; monofore centinate si aprono in corrispondenza della seconda campata e sul lato sud-ovest delle cappelle. La fiancata destra presenta un accesso secondario in corrispondenza della terza campata. Il presbiterio presenta una finestra lunettata per lato e vede emergere alla sua destra il corpo della sacrestia.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, di modesta altezza, addossata alla fiancata sinistra del presbiterio, nel quale si trova l'accesso. Il fusto intonacato è coronato da una cella campanaria a quattro monofore centinate, riparate da tettoie bombate. Cuspide quadrangolare svasata verso l'alto.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata e presbiterio sono coperti da volte a botte unghiata; volta a spicchi sull'abside.
Coperture
Chiesa: tetto a due falde in legno e scandole. Campanile: cuspide quadrangolare svasata verso l'alto, rivestita in scandole.
Interni
Navata unica ritmata da coppie di pilastri lapidei, che la ripartiscono in quattro campate; sulla quarta campata si affacciano due cappelle laterali simmetriche, inquadrate da arcate a centro. Il presbiterio, rialzato su tre gradini, presenta due nicchie laterali nelle quali sono incassati gli stalli corali. Abside poligonale.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa presenta una pavimentazione di posa recente, in lastre di marmo uniformi nella navata e con motivo a reticolo grigio-nero nel presbiterio.
Elementi decorativi
Dipinti murali eseguiti a tempera su intonaco adornano la controfacciata e le volte della navata e del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato solo in forma provvisoria, con l'introduzione di arredi mobili impiegati come poli liturgici. Le balaustre sono state rimosse entro il 1967 e se ne ignora la sorte successiva. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è collocata una mensa al popolo di tipo a tavolo, in legno; a sinistra, presso l'arco santo, è presente un leggio in legno e metallo che viene impiegato come ambone. Uno sgabello in legno, con seduta imbottita, situato dietro la mensa al popolo, funge da sede. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico, che è stato mantenuto.
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