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restauro
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Pozzacchio
Trambileno
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Antonio di Padova
Parrocchia di San Valentino
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980 circa (?))
1680 - 1680(costruzione intero bene); 1682/06/13 - 1682/06/13(benedizione carattere generale); 1779 - 1779(costruzione campanile e sacrestia); 1790 - 1800(cambio di intitolazione carattere generale); 1827 - 1827(riparazioni intero bene); 1849/03/21 - 1849/03/21(installazione campana campanile); 1860/07/19 - 1860/07/19(chiusura al culto intero bene); 1860/07/19 - 1862(ristrutturazione (?) intero bene); 1862 - 1862(benedizione carattere generale); 1905/11/16 - 1905/11/16(erezione a curazia carattere generale); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1919 - 1934(ristrutturazione intero bene); 1961 - 1962(ristrutturazione intero bene); 1969/01/01 - 1969/01/01(erezione a parrocchia carattere generale); 1998 - 1999(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Antonio di Padova
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio di Padova <Pozzacchio, Trambileno>
Altre denominazioni S. Antonio di Padova
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1680  (costruzione intero bene)

Nel 1618, col suo testamento, Giulia Betta dal Toldo, vedova di Giovanni Battista Corazza di Rovereto, che aveva dei beni a Pozzacchio, ordinò al figlio Giuseppe, allora ancora bambino, di far edificare qui una cappella, secondo il volere del suo defunto padre, destinandovi 15 ragnesi. Nel 1647 Giuseppe Corazza legò alla erigenda chiesa un terreno arativo e nel 1649 dispose davanti ad un notaio che “il credito dovuto per legato paterno sia dato alla fabbrica [della] chiesa nova da farsi a Pozzacchio”. Tuttavia egli esaudì la richiesta dei genitori più di 30 anni dopo: nel 1678 assegnò diversi stabili nel paese all’edificio sacro, per il suo mantenimento; ma secondo una nota nell’Urbario della chiesa dei Santi Mauro e Stefano di Trambileno la cappella di Sant’Antonio di Padova fu fondata e fabbricata dall’illustre benefattore solo nel 1680. L’edificio sacro possedeva un solo altare ed era privo di campanile e di sacrestia.

1682/06/13  (benedizione carattere generale)

La cappella fu benedetta da don Domenico Pedrazzi, curato di Trambileno, il 13 giugno 1682.

1779  (costruzione campanile e sacrestia)

Approfittando di un periodo economicamente favorevole, nel 1779 la piccola chiesa fu completata con l’erezione della sacrestia e del campanile; in precedenza la campana di cui era fornita, collocata nel 1693, doveva esser posta su di un traliccio di legno all’esterno.

1790 - 1800 (cambio di intitolazione carattere generale)

Alla fine del XVIII secolo si registra nella “Notitia Ecclesiarum Tridentinae Civitatis ac Diocesis” di padre Giangrisostomo Tovazzi il cambio di intitolazione della chiesa di Pozzacchio, che risulta ora dedicata a Sant’Antonio Abate; lo studioso ricorda tuttavia che vi si onora come patrono anche “un altro Sant’Antonio, ossia quello chiamato patavino”.

1827  (riparazioni intero bene)

La visita pastorale del 1827 segnala che la chiesa è decrepita, è necessario rifare il pavimento del presbiterio e la sacrestia necessita di sollecite riparazioni; la popolazione provvide ai lavori urgenti.

1849/03/21  (installazione campana campanile)

Il 21 marzo 1849 fu posta una seconda campana sul campanile.

1860/07/19  (chiusura al culto intero bene)

Dopo essere stata officiata ogni domenica e festività a partire dal 1849 dal secondo cooperatore di Trambileno, la seduta comunale del 19 luglio 1860 ordinò la sospensione delle messe, a seguito della rilevazione che la funzione religiosa “provocava quasi in ogni circostanza un vistoso scandalo anziché profitto”.

1860/07/19 - 1862 (ristrutturazione (?) intero bene)

Secondo alcune fonti, nel 1860 la chiesa venne riedificata quasi per intero; è forse più probabile che, anche in relazione alla chiusura al culto, abbia subito dei lavori di ristrutturazione. Risalgono presumibilmente a quest’epoca la nicchia sul fianco sinistro del presbiterio e il parapetto della cantoria.

1862  (benedizione carattere generale)

Al termine dei lavori l’edificio sacro fu benedetto per la seconda volta, il 15 giugno 1862.

1905/11/16  (erezione a curazia carattere generale)

Dopo anni di contrasti tra la popolazione locale, il curato di Trambileno e l’Ordinariato vescovile per riottenere le celebrazioni festive nella chiesa, in data 16 novembre 1905 Vanza e Pozzacchio con il Pian del Levro furono unite in un’unica curazia, dipendente da quella di Trambileno. Il nuovo curato, che risiedeva a Vanza, riprese le celebrazioni domenicali a Pozzacchio.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Con lo scoppio della prima guerra mondiale il paese fu evacuato presso Salisburgo e occupato per circa un anno dai militari italiani. La chiesa subì gravi danni e spogliazioni, documentati da una nota di Giuseppe Gerola del 1919. In particolare vennero distrutti la sacrestia, le coperture del campanile e della chiesa e l’avvolto di quest’ultima e fu gravemente danneggiato l’altare ligneo.

1919 - 1934 (ristrutturazione intero bene)

Mentre l’altare fu trasportato a Trento e restaurato tra il 1922 e il 1924, anche i danni alla chiesa vennero lentamente riparati. Una volta rifatto il tetto, il restauro dell’interno fu eseguito tra l’estate del 1931 e quella del 1934, quando venne realizzata la nuova pala d’altare di don Giuseppe Tarter.

1961 - 1962 (ristrutturazione intero bene)

Tra il 1961 e il 1962 don Dario Cologna, con l’aiuto della Regione e la spontanea collaborazione dei privati, fece sopraelevare il campanile; fu inoltre rinnovato il tetto e fu sostituito il pavimento, prima costituito da una semplice gettata di cemento, su progetto e rilievi del geometra Giovanni Patoner.

1969/01/01  (erezione a parrocchia carattere generale)

La curazia di Vanza e Pozzacchio fu eretta a parrocchia il 1° gennaio 1969.

1998 - 1999 (restauro intero bene)

L’ultimo restauro dell’edificio risale al biennio 1998-1999 e fu realizzato su progetto del geometra Walter Sartori, da una squadra di operai coordinati da Mariano Rigo. In quell’occasione si eliminarono le infiltrazioni di umidità, furono rifatti la pavimentazione, l’impianto elettrico, il tetto e gli intonaci e la chiesa fu dotata di impianto di riscaldamento e antifurto.
Descrizione

Orienta a sud-est e posta all’estremità settentrionale del paese di Pozzacchio, la piccola chiesa di Sant’Antonio di Padova fu eretta nel 1680 per volere di Giuseppe Corazza di Rovereto, realizzando il desiderio dei defunti genitori. Inizialmente priva di campanile e sacrestia, la costruzione venne completata da entrambi nel 1779, assumendo l’aspetto odierno dopo un intervento di ristrutturazione nel 1860. La semplice facciata a due spioventi è caratterizzata da un portale centrale architravato tra due finestre quadrate protette da inferriate e da una luce sommitale a lunetta; a destra le si addossa il campanile, sopraelevato nel 1961-1962, dotato di quattro monofore centinate nella cella, che fa corpo unico con il fusto intonacato e tinteggiato, e coperto da un tetto piramidale a quattro falde. La sacrestia emerge sul fianco destro della chiesa, mentre lungo quello sinistro si trova un piccolo corpo quadrangolare corrispondente ad una nicchia centinata interna. All’interno il volume dell’edificio sacro a pianta rettangolare contiene sia la navata che il presbiterio, separato dalla prima soltanto mediante l’elevazione di un gradino. La parete terminale, cieca, è sfondata da una nicchia centinata realizzata per contenere un altare di dimensioni più modeste rispetto a quello ligneo ora esistente. La chiesetta conserva al suo interno una curiosa statua di Sant’Antonio di Padova, integrata con gli attributi del maialino e della campanella, tipici di Sant’Antonio Abate, a testimonianza della venerazione della comunità per entrambi.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, senza soluzione di continuità tra la navata e il presbiterio; piccolo corpo emergente a pianta rettangolare sul lato sinistro.
Facciata
Semplice facciata a due spioventi con zoccolo in lastre di pietra rosa a vista, portale architravato centrale tra due finestre quadrate protette da inferriate e luce sommitale a lunetta. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Lungo il fianco sinistro emerge il piccolo volume quadrangolare cieco della nicchia interna, dotato di zoccolo finito in lastre di pietra a vista; sul lato destro, illuminato da una finestra a lunetta, si addossa invece il corpo della sacrestia. La parete di fondo della chiesa è cieca. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in pietra calcarea rosa a vista.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla facciata sulla destra; fusto intonacato e tinteggiato diviso in due tronconi da una cornice orizzontale emergente. Cella sommitale a corpo unico col fusto, forata da quattro ampie monofore centinate; tetto piramidale a quattro falde sormontato da croce apicale e bandierina segnavento.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: orditura lignea a vista dei due spioventi.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra l’intera chiesa, a tre spioventi sopra la nicchia emergente a sinistra e a spiovente unico sopra la sacrestia; struttura portante in legno e manto di copertura in coppi. Campanile coperto da lamiera metallica.
Interni
Interno a pianta rettangolare, con un unico gradino a separare la navata dal presbiterio; una nicchia centinata ospitante una statua si apre lungo il fianco sinistro, mentre a destra vi è una prima porta di collegamento con il campanile e una seconda che conduce alla sacrestia. La cantoria in muratura sospesa occupa la controfacciata. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse disposte a scacchiera sia nella navata che nel presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980 circa (?))
L’adeguamento liturgico è stato attuato mediante l’accostamento di arredi lignei eterogenei e non ha dunque carattere di stabilità: al centro del presbiterio storico è collocato l’altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento; alla sua sinistra un leggio funge da ambone. Una sedia a braccioli con seduta e schienale imbottiti, collocata nell’angolo sud-est del presbiterio costituisce la sede. E’ presente l’altare maggiore storico con il proprio tabernacolo, che funge da custodia eucaristica.
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