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Moscheri
Trambileno
Trento
chiesa
sussidiaria
Madonna de la Salette
Parrocchia di San Mauro
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1973-1974 circa)
1855 - 1855(fase preliminare alla costruzione intero bene); 1856 - 1856/03/24(avvio lavori intero bene); 1856/04/14 - 1856/09/21(costruzione intero bene); 1856 - 1856/08/25(ottenimento delle autorizzazioni carattere generale); 1856/09/21 - 1856/09/21(benedizione carattere generale); 1856 - 1857(completamento intero bene); 1858 - 1858(lavori di rinforzo del dosso intorno); 1859 - 1859(fase preliminare all'ampliamento intero bene); 1861 - 1863(ampliamento intero bene); 1863 - 1863(benedizione carattere generale); 1868 - 1868(rifacimento pavimentazione presbiterio); 1868 - 1869(recinzione sagrato); 1870 - 1870(costruzione della Via Crucis sagrato); 1871 - 1871(pavimentazione navata); 1878 - 1878(concessione della custodia eucaristica carattere generale); 1882 - 1882(riparazione cupola); 1885 - 1885(rifacimento della pavimentazione sagrato); 1915 - 1918(spoliazioni intero bene); 1923 - 1924(restauro intero bene); 1956 - 1957(restauro intero bene); 1959 - 1959/09/20(nuove formelle della Via Crucis intorno); 1973 - 1974(restauro intero bene); 1986 - 1995(restauro intero bene); 1993 - 1993(rifacimento della pavimentazione navata); 1996 - 1996(decorazione intorno)
Santuario della Madonna de la Salette
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Santuario della Madonna de la Salette <Moscheri, Trambileno>
Altre denominazioni BMV de la Salette
Autore (ruolo)
Razunz (progetto prima cappella)
Craffonara (progetto ampliamento)
Cervi, Alessandro (disegno cornicione e apparati decorativi)
Pontesel, Lorenzo (ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione e ampliamento)
architettura neoclassica (costruzione)
Notizie Storiche

1855  (fase preliminare alla costruzione intero bene)

La proposta di erigere un'edicola sacra dedicata a Maria sul monte sovrastante l'abitato di Moscheri, allora detto "Doss del Puvel", fu avanzata da Emilio Antonini, figlio sordomuto del civico esattore steorale del comune di Rovereto di Amadeo de Antonini, che nell’estate del 1855 era stato alloggiato dal padre presso la canonica di San Mauro (Moscheri, Trambileno) per scampare al pericolo del contagio con il colera. Passata l’epidemia, che a Trambileno causò la morte di dodici persone risparmiando però il ragazzo roveretano, l’idea dell’Antonini fu raccolta dalla popolazione locale e nel corso dell’inverno successivo divenne più concreta. Su suggerimento della maestra Maria Zanvettor dai Lesi, si convenne di dedicare l’edicola alla Madonna de la Salette, la cui apparizione risaliva al recente 1846.

1856 - 1856/03/24 (avvio lavori intero bene)

Il terreno per l’edificazione dell’edicola mariana venne messo a disposizione gratuitamente da Giuseppe Donà e Cristiano Senter e già nel marzo del 1856 si diede avvio ai lavori di preparazione dell’area. In questa fase intervenne il vicario curaziale, don Antonio Gasperini, che cogliendo il fervore dei Trambileni per il questo progetto, propose di edificare in luogo dell’edicola una vera e propria “cappelletta” con altare, nella quale fosse possibile celebrare la messa. L’idea venne accolta dalla popolazione e a partire dal 24 marzo 1856 si mise mano ai lavori di costruzione della cappella che costituì il primo nucleo del santuario.

1856/04/14 - 1856/09/21 (costruzione intero bene)

Il progetto del piccolo tempio circolare con abside semicircolare poco profonda, preceduto da atrio rettangolare e coperto da una cupola circolare, che costituì il primo nucleo del santuario, spetta a un non meglio identificato Razunz, capomastro, impresario o geometra (?) discendente della stirpe di muratori e marangoni badioti trapiantati a Rovereto all’inizio del XVIII secolo (Prosser, 2006). I lavori di costruzione furono finanziati con i proventi delle questue organizzate a titolo della Madonna de la Salette (in parte raccolte dal sordomuto Emilio Antonini) e vennero materialmente condotti a titolo gratuito dalla popolazione locale a partire dal 14 aprile 1856. La benedizione della prima pietra avvenne il 24 maggio seguente. Al 15 agosto la struttura era giunta in greggio all’altezza del primo cornicione e ai primi di settembre venne tinteggiata dalla ditta Michele Moscher di Rovereto. Il rivestimento della cupola fu commissionato al lattoniere Francesco Hiermer di Rovereto.

1856 - 1856/08/25 (ottenimento delle autorizzazioni carattere generale)

Nell'aprile del 1856 don Antonio Gasperini scriveva all'ordinariato vescovile per ottenere il permesso di costruire la cappella della Madonna de la Salette sul doss del Puvel. Invece, l'autorizzazione civile alla costruzione della cappella venne richiesta dal parroco alla Pretura Politica di Rovereto a cantiere ormai quasi ultimato (24 agosto 1856) e fu ottenuta immediatamente (25 agosto), previa però un'ammonizione verbale per il ritardo con il quale era stata inoltrata.

1856/09/21  (benedizione carattere generale)

Il piccolo tempio ormai ultimato venne benedetto il 21 settembre 1856 dal parroco di Lizzana, don Eliodoro Degara.

1856 - 1857 (completamento intero bene)

Le opere di completamento del tempio, riguardanti principalmente il reperimento degli arredi interni della cappella, e il pagamento dei debiti contratti dalla fabbriceria proseguirono nel 1857.

1858  (lavori di rinforzo del dosso intorno)

Nel 1858 venne eretto un muro di rinforzo sul lato sud-ovest del dosso.

1859  (fase preliminare all'ampliamento intero bene)

Fin dal 1857 si cominciò a parlare di ingrandire la cappella, che in numerose occasioni era apparsa insufficiente a contenere il flusso dei fedeli. Il progetto d'ampliamento, del quale si conservano i disegni presso l'archivio della stessa chiesa, venne steso nel 1859 da un non meglio precisato architetto Craffonara di Rovereto. La struttura della "rotonda" originale, corrispondente allo spazio dell'attuale presbiterio rimaneva sostanzialmente invariata; veniva però demolito l'atrio rettangolare per consentire la realizzazione della navata. Sul lato sinistro, inoltre, doveva erigersi una sacrestia. Tale progetto prevedeva, inoltre, la costruzione delle tre arcate di sostegno della balconata sulla quale sorge la chiesa.

1861 - 1863 (ampliamento intero bene)

I lavori di ampliamento secondo il progetto del Craffonara vennero intrapresi nell'estate del 1861. A causa di alcune "sconciature" d'esecuzione degli intonaci segnalate dal progettista alla ditta appaltatrice i lavori procedettero lentamente e anzi subirono una battuta d'arresto con l'arrivo dell'inverno e per tutto l'anno successivo. I disegni dei cornicioni esterni e interni e altri apparati decorativi furono approntati da Alessandro Cervi, professore di disegno architettonico presso la scuola elisabettiana di Rovereto nel 1862. I lavori di completamento del tempio furono messi all'incanto l'8 marzo 1863 e aggiudicati all'impresario Lorenzo Pontesel. Il cantiere fu portato a termine verso la fine dell'ottobre successivo.

1863  (benedizione carattere generale)

Il tempio ampliato fu benedetto ancora nel 1863.

1868  (rifacimento pavimentazione presbiterio)

La pavimentazione del presbiterio fu rifatta ad opera della ditta roveretana Fratelli Scanagatta nel 1868, contestualmente alla realizzazione del nuovo altare maggiore.

1868 - 1869 (recinzione sagrato)

La balaustra di recinzione del sagrato sul lato sud, sovrastante le arcate di sostegno della terrazza sulla quale sorge la chiesa, venne realizzata dai fratelli Scanagatta tra il dicembre del 1868 e il gennaio dell'anno successivo.

1870  (costruzione della Via Crucis sagrato)

La costruzione delle edicole della Via Crucis lungo il perimetro del sagrato risale al 1870. Le opere in pietra furono eseguite dalla ditta dei fratelli Scanagatta e i fratelli Dalprà, fabbri ferrai, fornirono le quattordici croci da apporre alle edicole; i costi furono sostenuti da don Andrea Baldessari.

1871  (pavimentazione navata)

Nel 1871 la ditta Scanagatta presentò un preventivo di spesa per il rifacimento del pavimento della navata e del sagrato della chiesa, ma si ignora se i lavori alla navata furono o meno eseguiti. La pavimentazione del sagrato, necessaria per ovviare alle infiltrazione delle acque meteoriche negli avvolti sosttostanti la terrazza della cheisa, venne eseguita invece nel 1874 ad opera dei muratori Giuseppe Comper dai Lesi e Alessio Senter dai Clocchi.

1878  (concessione della custodia eucaristica carattere generale)

Nel 1878 venne concesso al santuario di poter conservare il Santissimo Sacramento nella solennità della Madonna della Salette (terza domenica di settembre) e il giorno della vigilia.

1882  (riparazione cupola)

Nel 1882 sono documentati alcuni lavori di riparazione della copertura della cupola (coloritura, riparazione dei canali, realizzazione di un nuovo angelo apicale), condotti dal lattoniere e vetraio Giuseppe Clara di Rovereto.

1885  (rifacimento della pavimentazione sagrato)

La pavimentazione del sagrato fu parzialmente sostituita nel 1885.

1915 - 1918 (spoliazioni intero bene)

Nel corso della prima guerra mondiale la chiesa della Madonna della Salette, risparmiata dai bombardamenti, fu saccheggiata e devastata dal passaggio delle truppe austriache e perse quasi tutti gli arredi interni.

1923 - 1924 (restauro intero bene)

Pur essendo scampato ai bombardamenti, nel primo dopoguerra l'edificio sacro abbisognava di diversi lavori di restauro delle murature, della cupola e del tetto. L'intervento venne condotto tra il 1923 e il 1924 da maestranze locali. In tale occasione fu restaurato anche il campaniletto a vela.

1956 - 1957 (restauro intero bene)

Tra il 1956 e il 1957, in occasione del centenario della fondazione, il tempio fu sottoposto a svariati interventi di manutenzione straordinaria. Anzitutto venne sistemata la strada che collega la frazione di Moscheri al doss de la Salette (come è stato ribattezzato il doss del Puvel dopo la costruzione del santuario), quindi furono riparate le coperture e la cupola, restaurate le quattordici edicole della Via Crucis. I lavori furono eseguiti dai muratori locali Giuseppe Senter, Luigi Zanvettor, Ermenegildo Pedrazzi e Mario Mazzaoner. In tale occasione all'interno della navata Renzo Barozzi eseguì quattro dipinti murali.

1959 - 1959/09/20 (nuove formelle della Via Crucis intorno)

Nel 1959 le croci lignee che erano presenti nelle edicole della Via Crucis che circonda il sagrato furono sostituite con formelle di ceramica modellate, realizzate da Francesco Trentini di Lasino. L'opera fu benedetta il 20 settembre dello stesso anno.

1973 - 1974 (restauro intero bene)

Un nuovo restauro venne condotto sotto la direzione del geometra Roberto Baratieri tra il 1973 e il 1974. I lavori compresero la sistemazione delle coperture, il rifacimento interno dei soffitti con "nuove cantinelle e malta paglia", il rifacimento degli intonaci esterni e la tinteggiatura generale dell'edificio. In tale occasione si procedette, inoltre, al restauro dei dipinti del Barozzi, già rovinati da infiltrazioni d'acqua, e al rinnovo dell'impianto elettrico. Anche il sagrato fu sottoposto a interventi di manutenzione straordinaria, concernenti il rifacimento parziale della pavimentazione e il restauro delle edicole della Via Crucis.

1986 - 1995 (restauro intero bene)

A pochi anni di distanza dall'intervento del 1973-1974 la chiesa mostrava nuovi segni di degrado, tali per cui si costituì un comitato per il restauro del santuario, presieduto dal parroco di Trambileno, don Giuseppe Armanini, e dalla signora Silvana Scottini. Gli interventi, condotti tra il 1986 e il 1995 sotto la direzione del geometra Franco Patoner, compresero il rifacimento della copertura in rame della cupola, la sostituzione dei canali di gronda, il rifacimento totale del tetto con tavolato e guaina, la sostituzione delle finestre, il rifacimento degli intonaci interni, esterni e dei cornicioni, la tinteggiatura totale della struttura e il restauro del campaniletto a vela. Gli interventi di ripristino esterni riguardarono non solo la Via Crucis ma anche la sistemazione dell'area circostante il santuario (la balconata del sagrato, compresi la muratura di sostegno e gli avvolti delle tre arcate, la gradinata, il piazzale sottostante e la strada d'accesso).

1993  (rifacimento della pavimentazione navata)

La pavimentazione della navata venne rifatta nel 1993.

1996  (decorazione intorno)

Nel 1996 nelle tre nicchie sottostanti la balconata del sagrato furono collocati i gruppi scultorei di Livio Conta, raffiguranti l'apparizione della Madonna della Salette.
Descrizione

Il santuario della Madonna de la Salette sorge sull'omonimo colle che sovrasta l'abitato di Moscheri (Trambileno) con orientamento a ovest. La prima cappella circolare con cupola, edificata nel 1856 su proposta del sordomuto Emilio Antonini e di don Antonio Gasperini, venne ampliata già nel 1863 con l'aggiunta della navata odierna, secondo il progetto di un non meglio identificato architetto Craffonara. L'ampliamento del tempio determinò la necessità di allargare il sagrato con la realizzazione della suggestiva balconata posta ad est, retta da tre arcate, ora abitate dai gruppi scultorei di Livio Conta (1996). La facciata ad angoli smussati e attacco al cielo orizzontale è caratterizzata da un avancorpo rinserrato lateralmente da paraste tuscaniche specchiate, a loro volta insistenti su plinti squadrati e reggenti un cornicione modanato spezzato. Al centro, rialzato su una gradinata a tre rampe di quattro scalini, si colloca il portale maggiore a centinatura fortemente ribassata, al quale si sovrappongono due specchiature simmetriche a profilo quadrangolare smussato. Oltre il cornicione si dispone un attico preceduto da un frontone a due spioventi, centrato da una finestra lunettata e delimitato lateralmente da paraste. Sul tutto insiste la struttura di un campaniletto a vela, affiancato da due basi per statue. Le fiancate, simmetriche, sono caratterizzate dalla presenza di due paraste disposte in angolo e di una finestra lunettata centrale. A sinistra del presbiterio emerge il corpo voluminoso della sacrestia a due piani, sul cui prospetto sud si dispongono a scacchiera quattro monofore archiacute. Due aperture circolari si collocano lateralmente alla struttura del tamburo della cupola. L'interno si sviluppa a navata unica ad angoli smussati, ritmata da lesene intonacate e sovrastata da una volta a botte unghiata. L'arco santo a tutto sesto immette al presbiterio circolare con cupola circolare, corrispondente alla struttura della prima cappella. Un cornicione marcapiano modanato, eminente in corrispondenza delle lesene, percorre l'intero perimetro.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio circolare. Il volume dell'abside semicircolare appartenente alla struttura originaria è apprezzabile solo esternamente.
Facciata
Facciata ad angoli smussati e attacco al cielo orizzontale, caratterizzata da un avancorpo rinserrato lateralmente da paraste tuscaniche specchiate, insistenti su plinti squadrati e reggenti un cornicione modanato spezzato; al centro, rialzato su una gradinata a tre rampe di quattro scalini, si colloca il portale maggiore a centinatura fortemente ribassata, al quale si sovrappongono due specchiature simmetriche a profilo quadrangolare smussato. Oltre il cornicione si colloca un attico preceduto da un frontone a due spioventi, centrato da una finestra lunettata e delimitato lateralmente da paraste.
Prospetti
Fiancate laterali simmetriche, caratterizzate dalla presenza di due paraste disposte in angolo e di una finestra lunettata centrale. A sinistra del presbiterio emerge il corpo voluminoso della sacrestia a due piani, sul cui prospetto sud si dispongono a scacchiera quattro monofore archiacute. Due aperture circolari si collocano lateralmente alla struttura del tamburo della cupola.
Campanile
Campaniletto a vela in muratura, innestato sul tetto in corrispondenza della facciata, coronato da una cornice lapidea rialzata al centro e da due obelischi laterali. Ad esso si affiancano due basi per statue.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata sormontata da volta a botte unghiata in legno e incannicciato; cupola circolare sul presbiterio.
Coperture
Sulla navata tetto a quattro falde con struttura in legno e manto di copertura in tegole in laterizio. Cupola circolare sul presbiterio, rivestita in lamiera metallica.
Interni
Navata unica con pareti lisce, ritmate da lesene intonacate. L'arco santo a tutto sesto immette al presbiterio, rialzato su due gradini. Un cornicione marcapiano modanato, eminente in corrispondenza delle lesene, percorre l'intero perimetro.
Pavimenti e pavimentazioni
Nella navata è presente un pavimento in quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse disposte in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Dipinti murali con scene figurative eseguiti a tempera su intonaco adornano le pareti della navata. Decorazioni a motivo geometrico e floreale, eseguite a tempera su intonaco con stencil, adornano le lesene e le arcate della volta della navata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1973-1974 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato in forma provvisoria, mediante l'introduzione di arredi mobili impiegati come poli liturgici. Il presbiterio storico è stato privato della balaustra metallica, ricoverata nella soffitta della sacrestia; al centro è stata collocata una mensa al popolo di tipo a tavolo in legno.
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