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Obra
Vallarsa
Trento
chiesa
parrocchiale
Madonna della Neve
Parrocchia della Madonna della Neve
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1990-2010 circa); custodia eucaristica - aggiunta arredo (1968 circa (?))
1867 - 1867(costruzione intero bene); 1867 - 1867(benedizione carattere generale); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1924 - 1924(ampliamento intero bene); 1939 - 1939(decorazione facciata); 1951/11/21 - 1951/11/21(erezione a curazia carattere generale); 1957 - 1957(ristrutturazione intero bene); 1959/08/15 - 1959/08/15(erezione a parrocchia carattere generale); 1966/02/23 - 1968(ristrutturazione intero bene); 1968/08/05 - 1968/08/05(consacrazione carattere generale); 1990 - 2010/05/18(ristrutturazione interno)
Chiesa della Madonna della Neve
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Madonna della Neve <Obra, Vallarsa>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1867  (costruzione intero bene)

La prima cappella dedicata alla Madonna della Neve, soggetta alla pieve di Lizzana, fu eretta a Zendri, una delle frazioni di Obra, nel 1867.

1867  (benedizione carattere generale)

Nello stesso anno l’edificio venne benedetto.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Durante la prima guerra mondiale il paese venne evacuato e la chiesa subì gravi danni.

1924  (ampliamento intero bene)

Nel corso del 1924 don Luigi Conta, curato di Riva di Vallarsa e responsabile anche di Obra, fece riparare e ampliare la costruzione, allungando il presbiterio e realizzando il transetto. Presumibilmente a seguito dei lavori egli ottenne per disposizione vescovile di poter officiare regolarmente nella chiesa le sacre funzioni, compresa la messa festiva.

1939  (decorazione facciata)

Il pittore trentino Diego Costa ornò nel 1939 con un San Cristoforo la facciata, in memoria dei tre anni di esilio subiti dalla popolazione locale, tra il 1916 e il 1919, a Legnago e a Varazze.

1951/11/21  (erezione a curazia carattere generale)

Per assicurare al paese la presenza stabile di un sacerdote, un anziano contadino, Antonio Broz, nominò la chiesa erede universale di tutte le sue sostanze; in seguito la moglie Luigia fece altrettanto, rinunciando all’usufrutto a favore della chiesa. Grazie a questa donazione, con decreto vescovile del 21 novembre 1951, essa divenne curazia (vicaria curata) della parrocchia di Vallarsa.

1957  (ristrutturazione intero bene)

L’edificio sacro venne ristrutturato una prima volta nel 1957.

1959/08/15  (erezione a parrocchia carattere generale)

Il 15 agosto 1959 la chiesa di Obra fu eretta a parrocchia.

1966/02/23 - 1968 (ristrutturazione intero bene)

Tra la primavera del 1966 e l’estate del 1968 l’edificio fu sottoposto ad un intervento di ristrutturazione e adeguamento liturgico, a seguito di una perizia dei lavori da compiere con relazione redatta nel gennaio del 1965 dal geometra Adriano Moscatelli di Rovereto: egli rilevava la necessità di revisionare e in parte sostituire il tetto, rifare gli intonaci esterni ammalorati, stuccare le crepe e restaurare le pitture murali interne ed eseguire la tinteggiatura esterna e interna. Ottenuta l’approvazione condizionata della Soprintendenza nel mese di marzo, il parroco sollecitò l’autorizzazione a procedere da parte della curia con una lettera del 23 febbraio 1966.

1968/08/05  (consacrazione carattere generale)

Al termine dei lavori la chiesa venne consacrata il 5 agosto 1968.

1990 - 2010/05/18 (ristrutturazione interno)

L’attuale adeguamento liturgico ligneo, realizzato con progetto unitario di cui non si ha però documentazione ad eccezione di quella fotografica allegata, dovrebbe risalire al periodo compreso tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. L’intervento fu probabilmente occasione per ripavimentare il presbiterio, ritinteggiare l’interno e rinnovare l’impianto elettrico e di diffusione audio.
Descrizione

Orientata a sud-ovest e affacciata sulla strada che attraversa la frazione di Zendri, la parrocchiale della Madonna della Neve di Obra fu eretta nel 1867; danneggiata durante la prima guerra mondiale, assunse l’aspetto attuale con il risanamento e l’ampliamento del 1924, che aggiunse i corpi laterali simmetrici a sinistra e a destra del presbiterio. La facciata dal profilo cuspidato presenta lo zoccolo di base intonacato a sbriccio, il portale architravato elevato di un gradino, una finestra a lunetta e un oculo sommitale che dà luce al sottotetto; le fiancate simmetriche sono forate ciascuna da una finestra a lunetta. Ad esse si innestano i due corpi emergenti che serrano il presbiterio, adibiti a sacrestia (a sinistra) e a cappella laterale con accesso indipendente (a destra); il fronte principale di entrambi ha profilo a due spioventi e le consuete finestre a lunetta. L’abside semicircolare è caratterizzata da una coppia di monofore centinate; le lesene angolari della facciata, delle fiancate e dei corpi emergenti sono dentellate, così come le cornici delle lunette. Il campanile si eleva a sinistra della chiesa, in corrispondenza dell’innesto tra la navata e il presbiterio, con accesso dal lato nord-est: è caratterizzato da fusto intonacato e tinteggiato con alcuni cantonali lasciati in pietra a vista, una monofora centinata per lato nella cella, tiburio quadrangolare rientrante forato da quattro luci circolari e merlatura di coronamento dal profilo a coda di rondine. All’interno la navata unica è formata da un corpo centrale quadrangolare voltato a vela, delimitato sui quattro lati da arcate ribassate sostenute da coppie di paraste; tre gradini conducono al presbiterio, sempre a pianta quadrangolare con volta a vela. Le pareti laterali sono sfondate da arcate che conducono ai corpi emergenti simmetrici; un’ultima arcata trasversale pone il presbiterio in comunicazione con il catino absidale. Modeste decorazioni murali ornano il catino absidale, il sommo dell’arco santo, la volta della navata e l’intradosso delle arcate della zona presbiteriale; un San Cristoforo dipinto sulla facciata da Diego Costa (1939) ricorda i tre anni di esilio subiti dalla popolazione locale, tra il 1916 e il 1919, a Legnago e a Varazze.
Preesistenze
Il corpo principale della chiesa risale al 1867 e precede di quasi 60 anni i corpi laterali simmetrici che affiancano il presbiterio a mo di transetto.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrangolare serrato tra due corpi rettangolari emergenti simmetrici e concluso da abside semicircolare.
Facciata
Facciata dal profilo cuspidato, con zoccolo di base intonacato a sbriccio, portale architravato elevato di un gradino, finestra a lunetta e oculo sommitale che dà luce al sottotetto. Finiture a intonaco tinteggiato; un dipinto murale figurato orna il lato destro; le cornici delle finestre e le lesene laterali sono dentellate.
Prospetti
Fiancate simmetriche forate ciascuna da una finestra a lunetta con cornice dentellata; ad esse si innestano i due corpi emergenti che serrano il presbiterio, adibiti a sacrestia (a sinistra) e a cappella laterale con accesso indipendente (a destra). Entrambi presentano il fronte principale dal profilo a due spioventi, l’uno illuminato da una lunetta e da una finestra rettangolare sottostante, protetta da inferriate, l’altro da un’unica lunetta. L’abside semicircolare è caratterizzata da una coppia di monofore centinate. Finiture a intonaco tinteggiato, lesene angolari delle fiancate e dei corpi emergenti dentellate, zoccolo perimetrale intonacato a sbriccio.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata al fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza dell’innesto tra navata e presbiterio, con accesso dal lato nord-est; fusto dotato di feritoie rettangolari, intonacato e tinteggiato, con alcuni cantonali lasciati in pietra a vista. Cella delimitata da cornici orizzontali modanate emergenti, con una monofora centinata per lato; tiburio quadrangolare rientrante, forato da quattro luci circolari. Merlatura di coronamento dal profilo a coda di rondine.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta a vela sopra navata e presbiterio, catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra navata, presbiterio e corpi emergenti, che gira semiconico sull’abside; struttura portante in legno, manto di copertura in tegole di laterizio.
Interni
Navata unica formata da un corpo centrale quadrangolare voltato delimitato sui quattro lati da arcate ribassate sostenute da coppie di paraste; tre gradini conducono al presbiterio, sempre a pianta quadrangolare. Le pareti laterali sono sfondate da arcate che conducono ai corpi emergenti simmetrici ospitanti una cappella (a destra) e la sacrestia (a sinistra); un’ultima arcata trasversale pone il presbiterio in comunicazione con il catino absidale. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano decorazioni; cornicione marcapiano perimetrale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata a mattonelle quadrate di cemento colorato nelle tonalità del marrone e del blu, disposte a formare losanghe centrate da decori vegetali stilizzati; pavimento del presbiterio e dell’abside rivestito in legno.
Elementi decorativi
Modeste decorazioni murali ornano all’interno il catino absidale, il sommo dell’arco santo, la volta della navata e l’intradosso delle arcate della zona presbiteriale; un San Cristoforo di Diego Costa datato 1939 è dipinto sulla facciata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990-2010 circa)
L’adeguamento liturgico è stato attuato con progetto unitario che ha coinvolto i tre poli dell’altare verso il popolo, dell’ambone e della sede, tutti in legno di frassino e decorati dalle medesime nervature concave. La mensa con base a quattro fronti, a raso pavimento, è completata da un piano in pietra calcarea ed è collocata al centro del presbiterio storico, sotto la cupola; l’ambone a tre fronti, elevato su di una propria predella, si trova sui gradini dell’arco santo, a sinistra; la sede è posizionata al centro del catino absidale, in asse con l’altare, ed è elevata su di una predella e affiancata da panche per gli assistenti. L’altare maggiore storico non è presente ed è andato presumibilmente distrutto ancora nel 1968 circa.
custodia eucaristica - aggiunta arredo (1968 circa (?))
Un tabernacolo ligneo settecentesco di recupero, collocato in una nicchia nella parete sinistra dell’arco santo, funge da custodia eucaristica.
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