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Porte
Trambileno
Trento
chiesa
sussidiaria
Ss. Trinità
Parrocchia di Santa Maria del Monte Carmelo
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1968 circa)
XVI - XVII(preesistenze intorno); 1681 - 1683(ristrutturazione intero bene); 1780 - 1780(ristrutturazione intero bene); 1915 - 1915(demolizione totale intero bene); 1927 - 1928(ricostruzione e decorazione intero bene); 1968/04/30 - 1968(adeguamento liturgico interno)
Chiesa della Santissima Trinità
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Santissima Trinità <Porte, Trambileno>
Altre denominazioni Ss. Trinità
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (ricostruzione)
Notizie Storiche

XVI - XVII (preesistenze intorno)

Dalla lettura delle fonti bibliografiche sembra che la prima chiesa sorse alle Porte di Trambileno tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.

1681 - 1683 (ristrutturazione intero bene)

Tra il 1681 e il 1683 Giovanni Pizzini de Tyrberg, “cittadino di Praga e di Rovereto”, fece ristrutturare e abbellire l’edificio, definito “cadente”, come ringraziamento a Dio per essere scampato all’epidemia di peste.

1780  (ristrutturazione intero bene)

Un nuovo intervento di ristrutturazione fu promosso dal barone Massimiliano Pizzini de Tyrberg e da Pietro Paolo Mazzocchi un secolo dopo, nel 1780.

1915  (demolizione totale intero bene)

Nel 1915, all’inizio della guerra, la chiesa antica fu rasa al suolo con delle mine dall’esercito austriaco, insieme a molte abitazioni di Porte, perché si trovava sulle linee di tiro dell’artiglieria, puntata verso il fronte del monte Zugna.

1927 - 1928 (ricostruzione e decorazione intero bene)

L’edificio sacro venne ricostruito nel 1927, mantenendo le dimensioni e la forma di quello precedente; l’anno successivo Dario Wolf dipinse una tela ovale con la Santissima Trinità, collocata come unico ornamento in una cornice di stucco sulla parete di fondo del presbiterio.

1968/04/30 - 1968 (adeguamento liturgico interno)

Su progetto del geometra Romano Sieff del 30 aprile 1968, l’interno venne modificato per adeguare la chiesa alle norme liturgiche del Concilio Vaticano II: vennero demoliti i tre altari marmorei esistenti, reimpiegando parzialmente i materiali per realizzare i nuovi poli liturgici, venne rimossa la cantoria lignea che stava in controfacciata, venne rifatto il pavimento, la parte inferiore delle pareti fu rivestita di marmo chiaro e l’interno venne ritinteggiato.
Descrizione

Risalente presumibilmente alla fine del XVI secolo o all’inizio del successivo, la sfortunata chiesetta dedicata alla Santissima Trinità alle Porte di Trambileno venne interamente abbattuta all’inizio della prima guerra mondiale dall’esercito austriaco, insieme a molte abitazioni, perché si trovava sulle linee di tiro dell’artiglieria, puntata verso il fronte del monte Zugna. La ricostruzione postbellica, nel 1927, riprese la forma e le dimensioni dell’edificio antico, ma la costruzione, già di per sé assai semplice, venne ulteriormente spogliata degli arredi antichi nel 1968 con un radicale intervento di adeguamento liturgico strutturale. Orientata a sud-est e sviluppata lungo la strada principale della frazione, presenta una facciata a due spioventi intonacata e tinteggiata, ma con cantonali sfalsati sulla parte inferiore delle pareti, portale architravato elevato di tre gradini e protetto da un tettuccio a due falde e oculo sommitale con cornice strombata. Un ingresso secondario con frontone triangolare si apre lungo il fianco destro, forato da due finestre a lunetta; alla navata si addossa il campanile, con scarpa lapidea troncopiramidale e quattro bifore a luci centinate nella cella. Il presbiterio rettangolare cieco è ornato sulla parete di fondo da una croce latina sfondata; la sacrestia emerge sul lato destro. All’interno la navata unica, coperta da volte a botte unghiata, è divisa in due campate da coppie di paraste addossate, raccordate in alto dal cornicione marcapiano; un’ampia arcata a pieno centro conduce al presbiterio, elevato di due gradini e ornato unicamente dalla pala ovale della Trinità di Dario Wolf (1928). Nulla è rimasto della dotazione antica della chiesa, che doveva avere una tela di Martino Teofilo Polacco (1619) sull’altare maggiore e una di Gasparantonio Baroni Cavalcabò di Sacco su uno dei due altari laterali, oltre a una serie di dipinti settecenteschi di Andrea Rensi.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio rientrante a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale.
Facciata
Facciata a due spioventi con lo zoccolo in pietra a vista, cantonali sfalsati sulla parte inferiore delle pareti, portale architravato elevato di tre gradini e protetto da un tettuccio a due spioventi e oculo sommitale con cornice strombata. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Un ingresso secondario con frontone triangolare si apre lungo il fianco destro, forato da due finestre a lunetta, separate dalla lapide commemorativa della storia della chiesa; alla navata si addossa il campanile e a questo l’ambiente quadrangolare che ospita la centrale termica. Il presbiterio rettangolare è cieco e una croce latina sfondata orna la parete di fondo; la sacrestia emerge sul lato destro. Finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, addossata alla navata sul fianco destro; alta scarpa troncopiramidale in pietra a vista, fusto intonacato e tinteggiato, ingentilito da cantonali sfalsati in pietra a vista e forato da feritoie rettangolari. Cella caratterizzata da quattro bifore a luci centinate separate da colonnine; tetto piramidale a quattro falde sostenuto da uno sporto su mensole arcuate, sormontato dalla croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata sopra navata e presbiterio.
Coperture
Tetto a due falde sulla navata e sul presbiterio, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi; manto di copertura del campanile in lamiera metallica.
Interni
Navata unica divisa in due campate da coppie di paraste addossate, raccordate in alto dal cornicione marcapiano; un’ampia arcata a pieno centro conduce al presbiterio rettangolare cieco, elevato di due gradini e ornato unicamente da una pala ovale entro una cornice in stucco dal profilo frastagliato, al centro della parete di fondo. Finiture a intonaco tinteggiato; rivestimento in marmo chiaro nella parte bassa delle pareti.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in seminato alla veneziana; presbiterio pavimentato in marmo chiaro, ma rivestito in moquette verde.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1968 circa)
L’adeguamento liturgico è stato realizzato su progetto del geometra Romano Sieff del 30 aprile 1968 con la demolizione dell’altare maggiore storico e delle balaustre; parte dei materiali è stata reimpiegata per realizzare l’altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento, collocato in posizione centrale avanzata, e la struttura che sostiene il tabernacolo antico, posto a sinistra dell’arco santo. Una ringhiera in ferro recuperata costituisce il fronte del leggio che funge da ambone, sui gradini dell’arco santo, a destra. La sede in legno di abete Douglas, al centro della parete di fondo del presbiterio, è formata da una panca come seduta comune ai chierichetti, evidenziata da un alto dossale cuspidato. Le balaustre sono andate distrutte.
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