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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Nomesino
Mori
Trento
chiesa
sussidiaria
S. MARTINO vescovo
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1969)
XIII - 1220(costruzione intero bene); 1523 - 1523(ampliamento intero bene); 1537 - 1537(decorazione navata sinistra); XVII - XVII(costruzione sacrestia); 1700 - 1710(consacrazione carattere generale); 1802/11/11 - 1802/11/11(erezione a primissaria curata carattere generale); 1824 - 1824(ristrutturazione intero bene); 1927 - 1931(decorazione presbiterio); 1957 - 1957(decorazione presbiterio); 1958 - 1958(tinteggiatura navate); 1969 - 1969(adeguamento liturgico interno); 2004/04/28 - 2004/04/28(approvazione progetto di restauro intero bene)
Chiesa di San Martino Vescovo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Martino Vescovo <Nomesino, Mori>
Altre denominazioni S. MARTINO vescovo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - 1220 (costruzione intero bene)

La prima menzione documentaria della chiesa di San Martino a Nomesino risale al 1220; l’edificio venne costruito su di un dosso distinto rispetto all’abitato, dove vennero ritrovati già tra XVIII e XIX secolo numerosi reperti archeologici sporadici, in particolare un’iscrizione funeraria del I secolo a.C. Nel primo quarto del Duecento quindi esisteva una piccola chiesa ad aula unica, corrispondente all’attuale presbiterio; all’interno, sulla parete sinistra, si è conservata una croce di consacrazione dipinta di rosso, sempre assegnabile al XIII secolo.

1523  (ampliamento intero bene)

Come indica la data 1523 incisa e dipinta su di un concio di pietra sopra il portale maggiore, l’edificio venne ampliato nel primo quarto del Cinquecento, con l’aggiunta delle tre navate e la probabile chiusura dei lavori in quell’anno.

1537  (decorazione navata sinistra)

E’ datato 1537 l’affresco che funge da pala dell’altare della navata sinistra.

XVII  (costruzione sacrestia)

La costruzione della sacrestia, successiva a quella della navata, potrebbe essere collocata nel XVII secolo (incerta).

1700 - 1710 (consacrazione carattere generale)

La consacrazione della chiesa dovrebbe risalire all’inizio del XVIII secolo.

1802/11/11  (erezione a primissaria curata carattere generale)

L’11 novembre 1802 l’edificio fu elevato a primissaria curata della pieve di Gardumo (Valle San Felice).

1824  (ristrutturazione intero bene)

La chiesa fu interessata da un intervento di ristrutturazione nel corso del 1824; tale data è graffita all’esterno, su un concio del fianco meridionale.

1927 - 1931 (decorazione presbiterio)

Sono forse da assegnare a don Giuseppe Tarter, vicario curaziale a Nomesino dall’ottobre 1927 all’estate 1931, i dipinti murali della volta del presbiterio, databili al secondo quarto del secolo.

1957  (decorazione presbiterio)

Giuseppe Resi di Verona firmò due dipinti murali sulle pareti sinistra e destra del presbiterio nel 1957.

1958  (tinteggiatura navate)

L’anno successivo il parroco di Manzano ruppe l’iniziale accordo con Giuseppe Resi, che avrebbe dovuto estendere la decorazione all’intera chiesa; le pareti e le volte delle navate vennero semplicemente ritinteggiate.

1969  (adeguamento liturgico interno)

L’adeguamento liturgico del presbiterio e la contestuale modifica dei corpi illuminanti vennero attuati tra aprile e novembre del 1969.

2004/04/28  (approvazione progetto di restauro intero bene)

Il 28 aprile 2004 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento ha espresso parere favorevole al progetto preliminare di restauro della chiesa redatto dall’architetto Roberto Paoli e dall’ingegnere Mario Gentili, che prevedeva il restauro dell’affresco cinquecentesco dell’altare sinistro, del coro ligneo, degli apparati lapidei esterni e interni, degli intonaci interni, della sacrestia e del locale di servizio sovrastante, dei serramenti lignei e delle protezioni metalliche; l’adeguamento dell’impianto elettrico; la sistemazione esterna della zona d’ingresso e della torre campanaria. I lavori non sono stati finora eseguiti.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la chiesa di San Martino sorge nei pressi dell’antico nucleo di Nomesino, ma su di un dosso distinto rispetto all’abitato, dove vennero ritrovati numerosi reperti archeologici sporadici di età romana; il primo nucleo dell’edificio risale al primo quarto del XIII secolo e corrisponde all’attuale presbiterio rettangolare, mentre l’aula, divisa in tre navate, va datata al 1523 circa. La facciata a capanna intonacata raso sasso, con cantonali sfalsati in pietra calcarea a vista, è raggiungibile da piazzetta Monte Corno salendo una scalinata; presenta un portale architravato sormontato da un oculo e gli spioventi emergono a protezione dell’ingresso. Ogni fiancata è forata da una coppia di finestre a lunetta; un ingresso secondario architravato e un contrafforte in pietra caratterizzano il lato destro. Sul presbiterio si apre una monofora centinata per lato e rimane la traccia di una seconda monofora tamponata sul lato sinistro; la parete di fondo è cieca. Il volume della sacrestia e dell’ambiente di servizio sovrastante emerge a destra. Sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza dell’innesto tra la navata e il presbiterio, si eleva il campanile, con la cella campanaria senza soluzione di continuità con il fusto, dotata di quattro monofore centinate, e quattro merli d’angolo sul tetto. L’interno è diviso in tre navate di due campate ciascuna da una coppia di colonne in pietra, sormontate da capitelli fogliati, che sostengono le volte a crociera; due altari gemelli si addossano alle pareti terminali delle navate laterali, mentre la navata centrale, di ampiezza maggiore, sfocia nel presbiterio rettangolare, elevato di due gradini, comunicante con il campanile (a sinistra) e la sacrestia (a destra). La porzione terminale del presbiterio è interamente occupata dalla struttura marmorea dell’altare maggiore storico; le due portine del coro conducono all’abside poligonale cieca. Sono presenti dipinti murali soprattutto del XX secolo, oltre che un affresco datato 1537 e una croce di consacrazione del XIII secolo.
Preesistenze
La zona presbiteriale, risalente al primo quarto del XIII secolo, costituisce la parte più antica della struttura.
Pianta
Aula a pianta quadrangolare divisa in tre navate; presbiterio a pianta rettangolare, concluso da abside poligonale a semi esagono.
Facciata
Facciata a capanna intonacata raso sasso, con cantonali sfalsati in pietra calcarea a vista; portale architravato sormontato da un oculo; spioventi emergenti a protezione dell’ingresso.
Prospetti
Fiancate forate ciascuna da una coppia di finestre a lunetta; un ingresso secondario architravato e un contrafforte in pietra caratterizzano il lato destro. Sul presbiterio si apre una monofora centinata per lato e rimane la traccia di una seconda monofora tamponata sul lato sinistro; la parete di fondo è cieca. Il volume della sacrestia e dell’ambiente di servizio sovrastante emerge a destra; finiture a intonaco raso sasso, con cantonali sfalsati in pietra a vista.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare posta sul fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza dell’innesto tra la navata e il presbiterio, con fusto intonacato raso sasso e marcato da cantonali sfalsati in pietra a vista; cella campanaria senza soluzione di continuità con il fusto, dotata di quattro monofore centinate e conclusa da una cornice orizzontale bombata. Breve tiburio quadrangolare e tetto a quattro falde a pendenza ridotta; quattro merli d’angolo dal profilo rettangolare.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navate e presbiterio coperti da volte a crociera; tre vele coprono l’abside poligonale.
Coperture
Tetto a due spioventi sulle navate, a più spioventi su presbiterio e abside, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi, anche sul campanile.
Interni
Interno diviso in tre navate di due campate ciascuna da una coppia di colonne in pietra, sormontate da capitelli con quattro foglie angolari, che sostengono arcate longitudinali e trasversali, insieme a pilastri e mensole che raccordano le volte lungo le pareti. Due altari minori gemelli si addossano alle pareti terminali delle navate laterali, mentre la navata centrale, di ampiezza maggiore, sfocia nel presbiterio rettangolare, elevato di due gradini; due portali gemelli conducono al campanile (a sinistra) e alla sacrestia (a destra). La porzione terminale del presbiterio è interamente occupata dalla struttura marmorea dell’altare maggiore storico; le due portine del coro conducono all’abside poligonale cieca. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali; rivestimento in pietra calcarea alla base delle pareti.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento delle navate in piastrelle quadrate di marmo; pavimento del presbiterio a quadrotte di pietra calcarea alternate bianche e rosse, disposte in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati del XVI e del XX secolo ornano la parete di fondo della navata sinistra e le pareti e la volta del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1969)
L’adeguamento liturgico è stato attuato mediante l’accostamento di arredi mobili in legno e non ha dunque carattere di stabilità: l’altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento, è collocato in posizione avanzata presso l’arco santo; alla sua destra un leggio in metallo e compensato funge da ambone. La sede è costituita da una sedia con seduta e schienale imbottiti, accostata alla parete sinistra del presbiterio; è presente l’altare maggiore storico con il proprio tabernacolo utilizzato per la custodia eucaristica, ma non le balaustre, rimosse e presumibilmente andate distrutte.
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