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Valle San Felice
Mori
Trento
chiesa
parrocchiale
Santi Felice e Fortunato
Parrocchia dei Santi Felice e Fortunato
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1967 circa)
VIII - X(preesistenze intorno); 1210/01/02 - 1210/01/02(menzione carattere generale); 1522 - 1583(costruzione intero bene); 1620 - 1620(lavori intero bene); 1665 - 1665(ampliamento abside); 1703 - 1703(danneggiamento intero bene); 1709 - 1719(costruzione cappella di San Felice); 1754 - 1782(pavimentazione e collocazione dell'organo interno); 1845 - 1845(demolizione campanile); 1860 - 1862(costruzione cappella del Crocifisso); 1890 - 1891(riparazioni intero bene); 1913 - 1914(ricostruzione campanile); 1914 - 1918(danneggiamento intero bene); 1919 - 1920(riparazioni e modifiche intero bene); 1925 - 1931(completamento campanile); 1928 - 1928(decorazione abside); 1931 - 1931(decorazione battistero); 1935 - 1935(installazione orologio campanile); 1946/05/01 - 1946/05/01(erezione ad arcipretale carattere generale); 1962 - 1962(ristrutturazione intero bene); 1970 - 1975(elettrificazione campanile); 1974 - 1977(restauro interno); 1982 - 1982(installazione impianto anti intrusione intero bene); 1992 - 1992(restauro intero bene); 1995 - 1995(lavori intero bene); 2013/03/21 - 2015/03/23(restauro cappella di San Felice)
Chiesa dei Santi Felice e Fortunato
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Felice e Fortunato <Valle San Felice, Mori>
Altre denominazioni Ss. FELICE e FORTUNATO martiri
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - X (preesistenze intorno)

Nelle adiacenze esterne della chiesa attuale, sul lato settentrionale, si rinvennero nel 1967, nel corso di scavi per il rifacimento dei terrazzamenti, alcuni frammenti di un pluteo con motivo a bassorilievo, databile secondo gli studiosi tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo. Ulteriori scavi per la posa della rete fognaria, davanti alla chiesa, hanno rivelato nel 1993 la presenza di sepolture a inumazione, presumibilmente del IX-X secolo. Questi dati testimoniano la presenza di un primo edificio di culto altomedioevale.

1210/01/02  (menzione carattere generale)

La prima menzione documentaria della chiesa di San Felice di Gardumo risale al 2 gennaio 1210. Si trattava presumibilmente di una nuova costruzione, sorta sul luogo del precedente edificio.

1522 - 1583 (costruzione intero bene)

La visita pastorale del 13 marzo 1537 registrò che la chiesa pievana dei Santi Felice e Fortunato in Gardumo era danneggiata in più punti e avrebbe necessitato di un restauro, insieme alla sacrestia. Verso oriente, davanti al coro, era stata iniziata 15 anni prima la costruzione di un nuovo edificio sacro, che avrebbe dovuto sostituire interamente l’esistente, ma al momento il cantiere era fermo. Su esortazione dei visitatori, Nicolò Baroni, zio e procuratore del curato e Nicolò di Castel Gresta promisero di cooperare e finanziare l’impresa. In base all’iscrizione incisa sopra il portale maggiore, nel 1583 la costruzione si chiuse.

1620  (lavori intero bene)

Nel 1620 i visitatori ordinarono di intonacare, tinteggiare e dotare di una finestra la sacrestia, chiudere con vetri le finestre della chiesa, realizzare la balaustra nel coro, chiudere le due sepolture presenti e trasferire al camposanto le ossa dei defunti, riparare e sistemare il tetto, ripulire e dotare di un muro di altezza regolare il cimitero, fondere due campane grandi e realizzare un ossario presso il campanile.

1665  (ampliamento abside)

La data del 1665, graffita sull'intonaco della parere esterna di fondo dell’abside, si riferisce presumibilmente ad un intervento di ampliamento.

1703  (danneggiamento intero bene)

Il passaggio in Val di Gresta delle truppe francesi del generale Vendôme (1703) comportò per la pieve la perdita dei documenti dell’archivio parrocchiale, bruciato, la profanazione degli altari e il furto delle suppellettili e delle campane.

1709 - 1719 (costruzione cappella di San Felice)

Durante la visita pastorale del 2-4 giugno 1709 si aprì l’urna in pietra murata sul fianco sinistro della chiesa, per verificare la reale esistenza e lo stato delle reliquie in essa contenute; il culto di San Felice trovò così nuovo impulso. Il principe vescovo Giovanni Michele Spaur autorizzò la raccolta di fondi in tutta la diocesi e fu eretta in suo onore una cappella nella seconda campata a destra, ornata di stucchi di bottega lombarda e di affreschi di Antonio Gresta di Ala. Secondo l’iscrizione sull’arcata d’ingresso la costruzione si chiuse nel 1717, ma non si esclude che il completamento o almeno il saldo dei pagamenti possa essere avvenuto qualche anno dopo, dato che gli Atti visitali registrano ancora nel 1728 la raccolta di elemosine dei devoti per la nuova costruzione. Il 26 ottobre 1719 le reliquie di San Felice vennero solennemente traslate nella nicchia dietro l’urna marmorea del nuovo altare, benedetto con la cappella il giorno seguente.

1754 - 1782 (pavimentazione e collocazione dell'organo interno)

Mentre era arciprete di Gardumo don Antonio Giovanelli da Nago (1754-1782) venne realizzato il pavimento in marmo della chiesa e (nel 1781) fu collocato l’organo costruito da Antonio Gaetano Calllido, celebre organaro di Venezia (perduto durante la prima guerra mondiale).

1845  (demolizione campanile)

Il campanile antico, appartenente ancora all’edificio duecentesco, che qualche anno prima venne giudicato “diroccato” e a rischio di crollo, fu completamente demolito per volontà del Capocomune. Secondo la tradizione due delle quattro decorazioni apicali fiammate con cesti di fiori e frutta furono poste sopra l'arcata di accesso alla casa canonica, dove sono tuttora.

1860 - 1862 (costruzione cappella del Crocifisso)

Tra il 1860 e il 1862 fu eretta la cappella del Crocifisso, di fronte a quella di San Felice, in onore di un’antica scultura lignea ritenuta miracolosa; il finanziatore della cappella e dell’altare fu Antonio Girardelli, emigrato a Trieste, dove aveva fatto fortuna, ma nativo di Valle San Felice. La cappella fu consacrata nel 1863.

1890 - 1891 (riparazioni intero bene)

Nel 1890 il cornicione esterno della chiesa, giudicato cadente, fu demolito per ordine del Capitanato Distrettuale di Rovereto; il primo settembre dello stesso anno crollò parte della volta della cappella di San Felice, ricostruita e integrata nelle decorazioni pittoriche dei pennacchi nord-est e nord-ovest l’anno successivo.

1913 - 1914 (ricostruzione campanile)

Grazie ad un lascito di 620 fiorini da parte di Cecilia Finotti, iniziò nel 1913 la costruzione di un nuovo campanile, distante alcuni metri dal fianco sinistro della chiesa. La guerra interruppe i lavori e causò nuovamente la perdita delle campane.

1914 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Durante il primo conflitto mondiale caddero diverse bombe, sia nel presbiterio, che in navata, che sulla cappella di San Felice, che danneggiarono murature, volte, decorazioni, altari e statue.

1919 - 1920 (riparazioni e modifiche intero bene)

La chiesa venne risanata dai danni al termine della guerra. Due finestre un tempo aperte dietro l’altare maggiore vennero tamponate.

1925 - 1931 (completamento campanile)

Dopo aver faticosamente recuperato nuovi fondi e aver semplificato il disegno originario della cella campanaria, il cantiere del nuovo campanile riprese nel 1925 e si concluse nel 1931 ad opera della ditta Angelini di Mori, sotto la sorveglianza dell’ingegner Scipio Azzolini. Intanto con il fondo danni di guerra vennero acquistate quattro nuove campane fuse dalla ditta Mazzola di Valduggia (Vercelli), benedette da monsignor Celestino Endrici durante la visita pastorale del 1925.

1928  (decorazione abside)

Nel 1928 Carlo Donati fu incaricato di ornare pareti e volte dell’abside con un ciclo di dipinti murali illustranti la storia dei Santi Felice e Fortunato, fratelli laici martiri ad Aquileia, riconosciuti come titolari ufficiali della chiesa.

1931  (decorazione battistero)

Don Giuseppe Tarter firmò nel 1931 il dipinto murale del battistero, in controfacciata.

1935  (installazione orologio campanile)

L’orologio del campanile fu installato nel 1935.

1946/05/01  (erezione ad arcipretale carattere generale)

Il 1° maggio 1946 la chiesa ricevette il titolo di arcipretale.

1962  (ristrutturazione intero bene)

Risalgono al 1962 degli interventi fatti per isolare la chiesa dall’umidità.

1970 - 1975 (elettrificazione campanile)

Tra il 1970 e il 1975 circa furono elettrificati l’orologio e le campane.

1974 - 1977 (restauro interno)

Nel 1974 venne richiesta l’autorizzazione alla risistemazione del pavimento, abbassandone il livello ed eliminando le mattonelle non coeve, e alla ricollocazione dell’altare nella cappella di San Felice. La Provincia Autonoma di Trento concesse un contributo per il restauro il 7 febbraio 1977.

1982  (installazione impianto anti intrusione intero bene)

Un contributo per la realizzazione dell’impianto anti intrusione fu concesso dalla Provincia Autonoma di Trento il 28 giugno 1982.

1992  (restauro intero bene)

Nel 1992 venne rinnovato il manto di copertura e furono rifatti gli intonaci esterni; si procedette inoltre al consolidamento statico della cappella di San Felice e, parzialmente, del portico, della navata e del presbiterio. Gli interventi vennero realizzati su progetto dell’architetto Maria Tamburini e dell’ingegner Mario Gentili.

1995  (lavori intero bene)

Grazie ad un contributo provinciale, nel 1995 venne ampliato l’impianto anti intrusione e fu rimontata la cancellata interna alla chiesa.

2013/03/21 - 2015/03/23 (restauro cappella di San Felice)

Dopo la presentazione nel 2005 di un progetto preliminare, il 21 marzo 2013 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento ha espresso parere favorevole al nuovo progetto di restauro della cappella di San Felice, redatto dall’architetto Roberto Paoli e parzialmente finanziato dal contributo provinciale, diviso in due lotti (restauro conservativo di dipinti murali e stucchi, già realizzato, successiva verifica e manutenzione ordinaria delle coperture, completamento dell’intervento di consolidamento strutturale, eliminazione dell’umidità ascendente nelle murature). Lo stesso architetto Paoli ha presentato in data 3 aprile 2014 alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Archeologici della Provincia Autonoma di Trento il progetto di installazione di nuovi corpi illuminanti a led da posizionare contestualmente al restauro pittorico e dell’apparato stucchivo. La relazione di restauro ad opera della Restart di Nicola Donadoni risale al 23 marzo 2015.
Descrizione

Orientata a sud-est, la chiesa pievana di Gardumo (Valle San Felice) è intitolata ai Santi Felice e Fortunato, i due fratelli laici di Vicenza martirizzati ad Aquileia durante la persecuzione di Diocleziano, ma la tradizione vi venera un vescovo (Felice), salito in Val di Gresta dall’Italia centro-meridionale (?) con un diacono (Fortunato) per sfuggire alla stessa persecuzione, primo evangelizzatore della zona e martirizzato dai pagani in una fossa di calce viva. L’edificio attuale, cinquecentesco, fu preceduto da almeno altre due costruzioni, l’una duecentesca, l’altra, in base ai resti archeologici rinvenuti, collocabile tra la fine dell’VIII e il X secolo. La facciata timpanata è serrata tra pilastri in pietra a vista, forata da una coppia di monofore ad arco ribassato e preceduta da un protiro con arcate a pieno centro, sostenuto da colonne, che inquadra il portale architravato. Le fiancate, scandite da lesene in pietra a vista, si caratterizzano per l’emergere su ciascun lato di due cappelle a pianta rettangolare, profilate da conci angolari sfalsati in pietra a vista, e di una terza cappella centrale maggiore, esagonale con lanterna a sinistra, ottagonale su base quadrata con corpi speculari di raccordo a destra. Sempre a destra emerge il volume quadrangolare della sacrestia, a due piani. Il presbiterio rettangolare, di minore altezza rispetto alla navata, è forato da una finestra sul lato sinistro e concluso dall’abside poligonale, anch’essa marcata da lesene angolari in pietra a vista e caratterizzata da due finestre tamponate sui lati obliqui. Il campanile venne ricostruito tra il 1913 e il 1931 in posizione isolata a sinistra della chiesa, con base e riquadrature del fusto in pietra a vista e corpo intonacato e tinteggiato, accesso sul lato sud e ampio quadrante di orologio su quello ovest; nella cella si apre una monofora centinata allungata per lato tra lesene angolari ribattute in pietra a vista e il tetto piramidale a quattro falde è concluso da globo e croce apicale. All’interno della navata unica voltata a botte un cancello in ferro battuto delimita l'ingresso, contenente la cantoria con l’organo e il battistero in controfacciata; lungo le fiancate si aprono tre arcate centinate per parte, di cui le centrali maggiori delle laterali, accesso a sei cappelle con gli altari secondari. Di queste spicca quella settecentesca di San Felice (a destra), a pianta quadrata e tamburo ottagonale, con prezioso altare marmoreo di Cristoforo Benedetti, stucchi di bottega lombarda e affreschi di Antonio Gresta di Ala. L’ottocentesca cappella del Crocifisso, ad essa speculare, presenta una pianta esagonale irregolare, finestre a lunetta sui fianchi e lanterna sommitale con monofore centinate. Il presbiterio rettangolare è elevato di due gradini e preceduto da un’enorme arco santo a pieno centro; l’altare maggiore funge da diaframma fra questo e l’abside poligonale, ornata di dipinti murali di Carlo Donati del 1928.
Preesistenze
Il corpo principale dell’edificio (navata e presbiterio) è la parte più antica della struttura, integrata poi dall’abside, dalle cappelle laterali maggiori e, infine, dal campanile.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, preceduta da un protiro a pianta quadrata e affiancata da coppie di cappelle speculari, di cui le centrali a pianta esagonale (a sinistra), e ottagonale (a destra); presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso dall’abside poligonale.
Facciata
Facciata timpanata serrata tra pilastri in pietra a vista, forata da una coppia di monofore ad arco ribassato e preceduta da un protiro con arcate a pieno centro, sostenuto da colonne, che inquadra il portale architravato, con luce interna a tutto sesto. Cornice degli spioventi e profilo di un oculo tamponato in pietra calcarea, altre finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancate scandite da lesene in pietra a vista, caratterizzate ciascuna dall’emergere di due cappelle a pianta rettangolare, profilate da conci angolari sfalsati in pietra a vista, e di una terza centrale maggiore, esagonale con lanterna a sinistra, ottagonale su base quadrata con corpi speculari di raccordo a destra. Sempre a destra emerge il volume quadrangolare della sacrestia, a due piani. Presbiterio rettangolare di minore altezza rispetto alla navata, forato da una finestra sul lato sinistro e concluso dall’abside poligonale, anch’essa marcata da lesene angolari in pietra a vista e caratterizzata da due finestre tamponate ad arco fortemente ribassato sui lati obliqui. Finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare isolata a sinistra della chiesa, con base e riquadrature del fusto in pietra a vista e corpo intonacato e tinteggiato, accesso e monofore centinate sul lato sud e ampio quadrante di orologio su quello ovest; cella campanaria delimitata da cornici orizzontali, con una monofora centinata allungata per lato e lesene angolari ribattute in pietra a vista. Breve tiburio quadrangolare con larga cornice inferiore emergente sostenuta da mensole arcuate e tetto piramidale a quattro falde concluso da globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata, presbiterio e cappelle laterali minori coperte da volte a botte, parzialmente rinforzate da chiavi in ferro; cappelle maggiori coperte da cupole; abside da cinque unghie.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra la navata e il presbiterio, a più spioventi sopra l’abside, le cappelle maggiori e la sacrestia, a spiovente unico sopra le cappelle minori e gli ambulacri di collegamento. Manto di copertura in coppi, tranne che sulla cappella destra e sulla lanterna di quella sinistra, coperte da lamiera metallica. Campanile coperto da tegole a losanga in cemento.
Interni
Navata unica con atrio d’ingresso delimitato da un cancello in ferro battuto, contenente la cantoria con l’organo e il battistero in controfacciata; lungo le fiancate si aprono tre arcate centinate per parte, di cui le centrali maggiori delle laterali, accesso a sei cappelle con gli altari secondari, elevate di un gradino. Di queste spiccano quella destra di San Felice, a pianta quadrata e tamburo ottagonale, comunicante con i due ambulacri laterali attraverso arcate sostenute da colonne, al centro dei lati ovest ed est, e quella sinistra del Crocifisso, esagonale irregolare, con finestre a lunetta sui fianchi e lanterna sommitale con monofore centinate. Presbiterio elevato di due gradini, preceduto da un’enorme arco santo a pieno centro; l’altare maggiore funge da diaframma fra questo e l’abside poligonale, delimitata da un’ultima arcata. Finiture a intonaco tinteggiato, tranne che nella cappella di San Felice e nell’abside.
Pavimenti e pavimentazioni
Navata, presbiterio e cappelle pavimentate in quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse di diverso modulo, disposte in corsi diagonali o a scacchiera. Pavimento della cappella di San Felice a intarsi di marmi colorati; pavimento del coro in piastrelle esagonali di cemento, bianche, rosse e nere.
Elementi decorativi
Affreschi e stucchi settecenteschi ornano la cappella di San Felice; dipinti murali figurati di Carlo Donati le pareti e le unghie dell’abside.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1967 circa)
L’adeguamento liturgico è stato attuato mediante l’accostamento di arredi mobili in legno e non ha dunque carattere di stabilità: l’altare verso il popolo, a tavolo con fronti pieni, elevato su di una propria predella, è posto al centro del presbiterio storico; presso la balaustra destra un leggio in metallo e compensato sostituisce l’ambone. La sede è una sedia a braccioli con seduta e schienale imbottiti, accostata alla parete sinistra del presbiterio ed elevata su di una pedana con le sedie dei concelebranti; è presente l’altare maggiore storico, completo delle balaustre e del tabernacolo, che conserva la custodia eucaristica.
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