chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Manzano
Mori
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Apollonia v. m.
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
XVII - 1646(erezione intero bene); 1683/06/23 - 1683/06/23(menzione carattere generale); 1703 - 1703(spogliazione campanile); 1709 - 1709(manutenzione esterno); 1827 - 1839(ristrutturazione intero bene); 1904 - 1911(ristrutturazione intero bene); 1973 - 1974(restauro intero bene); 1987/05/12 - 1987/05/12(proprietà intero bene); 2002/07/18 - 2003(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Apollonia Vergine e Martire
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Apollonia Vergine e Martire <Manzano, Mori>
Altre denominazioni S. Apollonia v. m.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XVII - 1646 (erezione intero bene)

In base al confronto tra quanto riportato dagli Atti visitali e il testo dell’iscrizione un tempo visibile sull’arco santo, la chiesa di Sant’Apollonia dovrebbe risalire alla prima metà del Seicento, entro il 1646, eretta per volere di Paolo Vettori, di nobile famiglia locale, che ne era proprietario e ne deteneva il diritto di patronato. Secondo la tradizione invece la chiesetta sarebbe stata costruita nel XV secolo dagli abitanti di Corniano sfuggiti ad una pestilenza che cancellò il paese e per questo sarebbe simile nella struttura alla più antica chiesa di Sant’Agata, appunto in località Corniano. Risale comunque al secondo quarto del secolo l'apparato stucchivo dell'altare.

1683/06/23  (menzione carattere generale)

La visita pastorale del 23 giugno 1683, che per la prima volta tocca la chiesa, constata che l’edificio possiede un unico altare, manca della sacrestia e viene aperto una sola volta l’anno, il giorno di Sant’Apollonia. E’custodito da Paolo Vettori, discendente dell’omonimo promotore della costruzione.

1703  (spogliazione campanile)

Nel 1703 le truppe francesi del generale Vendôme trafugarono le campane.

1709  (manutenzione esterno)

La successiva visita del 1709 prescrisse di ripulire il terreno circostante da piante e frasche che favorivano il danneggiamento della chiesa per l’umidità e di riparare il tetto.

1827 - 1839 (ristrutturazione intero bene)

La famiglia proprietaria della chiesa provvide a ristrutturarla tra il 1827 e il 1839; i visitatori vescovili del 1827 ordinarono il divieto di immagazzinare al suo interno attrezzi o generi alimentari.

1904 - 1911 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1904 il curato di Manzano lamentava all’Ordinariato vescovile di Trento l’incuria in cui la chiesetta era nuovamente caduta; i proprietari non si accordavano per il restauro e negli ultimi due anni il sacerdote aveva trasferito la funzione della festa patronale alla curazia di Manzano. Sembra che l’intervento sia avvenuto entro il 1911. All’epoca esisteva una tettoia o un portico di protezione davanti all’ingresso, sostenuto dai due pilastrini oggi rovesciati sotto le due finestre, che venne demolito in epoca imprecisata.

1973 - 1974 (restauro intero bene)

Nel corso del 1973 fu restaurato il tetto, grazie ad un contributo economico della Provincia Autonoma di Trento. Risale al 5 febbraio 1974 la relazione tecnico-illustrativa del geometra Corrado Sterni sui lavori di restauro ancora necessari, cioè l’intonacatura del fronte sud-est, la sistemazione dell’altare, manomesso da un intervento del 1930, la raschiatura dell’intonaco vecchio e la realizzazione di una nuova intonacatura a calce, la posa del pavimento del campanile in battuto di cemento, la realizzazione di quattro serramenti in legno per le finestre, il restauro della porta d’ingresso, lo scrostamento con acidi del colore steso sui pilastri di sostegno della chiesa.

1987/05/12  (proprietà intero bene)

L’intavolazione del diritto di proprietà alla Parrocchia di Sant’Antonio di Manzano risale al 12 maggio 1987.

2002/07/18 - 2003 (restauro intero bene)

In data 18 luglio 2002 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento ha espresso parere favorevole al restauro conservativo della chiesa, secondo il progetto redatto dall’architetto Roberto Paoli e dall’ingegner Mario Gentili, nel maggio del 2000. L’intervento, che ha comportato il consolidamento statico della struttura, la sistemazione delle coperture, il restauro delle superfici murarie e degli elementi lapidei esterni, il restauro di intonaci, decorazioni murali, stucchi e apparati lapidei interni, il restauro conservativo dei serramenti in legno e delle protezioni in ferro, dovrebbe essersi concluso entro il 2003, grazie al contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la piccola chiesa di Sant’Apollonia sorge poco a valle dell’abitato di Manzano, lungo la strada della Lasta che collega il paese a Mori Vecchio, su di un piccolo dosso in posizione isolata e panoramica sulla Vallagarina. La semplice facciata a capanna presenta il portale architravato tra due finestre rettangolari sdraiate e il cornicione emergente in pietra sugli spioventi, caratteristica di tutti i fronti. Il lato sinistro è cieco e vi si appoggia il campanile, interamente in pietra a vista, dotato di quattro monofore a centina ribassata nella cella e copertura troncopiramidale a quattro falde, sempre in pietra a lastre sovrapposte; il fianco destro è forato da una piccola finestra quadrangolare in corrispondenza della seconda campata della navata e da una seconda nel presbiterio. All’interno la navata unica coperta da volte a botte unghiata è divisa in due campate da coppie di pilastri in pietra a vista con capitelli squadrati, sostenenti arcate trasversali a pieno centro; un portale architravato mette in comunicazione la chiesa con il campanile, sulla parete sinistra della prima campata. Un primo gradino porta alla quota pavimentale dell’arco santo, leggermente acuto, sostenuto sempre da una coppia di pilastri in pietra; un secondo gradino si trova a metà del presbiterio quadrangolare, voltato a crociera, ornato dal solo altare in muratura e stucco modellato, sulla parete di fondo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare, presbiterio a pianta quadrata.
Facciata
Semplice facciata a capanna, parzialmente intonacata e tinteggiata, con cantonali in pietra a vista, portale architravato tra due finestre rettangolari sdraiate protette da grate in ferro e cornicione emergente in pietra sugli spioventi.
Prospetti
Fiancata sinistra cieca e finita in pietra a vista; fiancata destra intonacata, con cantonali sfalsati, forata da una piccola finestra quadrangolare in corrispondenza della seconda campata della navata e da una seconda nel presbiterio.
Campanile
Torre a pianta quadrata addossata al fianco sinistro della chiesa, in corrispondenza della prima campata, caratterizzata dal fusto interamente in pietra a vista, dotato di piccole feritoie, quattro monofore a centina ribassata nella cella e copertura troncopiramidale a quattro falde, sempre in pietra, sormontata da acroterio e croce apicale in ferro.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a botte unghiata, presbiterio da volta a crociera.
Coperture
Tetto a due falde sopra la navata e il presbiterio, con struttura portante in legno, manto di copertura in coppi e cornicioni in lastre di pietra a delimitazione dei coppi. Campanile coperto da piccole lastre di pietra sovrapposte.
Interni
Navata unica divisa in due campate da coppie di pilastri in pietra a vista con capitelli squadrati, sostenenti arcate trasversali a pieno centro; un portale architravato mette in comunicazione la chiesa con il campanile, sulla parete sinistra della prima campata. Un primo gradino porta alla quota pavimentale dell’arco santo, leggermente acuto, sostenuto sempre da una coppia di pilastri in pietra e ornato da una coppia di statue in stucco su altrettante mensole; un secondo gradino si trova a metà del presbiterio quadrangolare, ornato dal solo altare in muratura e stucco modellato, sulla parete di fondo. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in battuto di calce, eccetto che davanti all’ingresso, dove si trova un breve lastricato in pietra grezza; pavimento del presbiterio in mattonelle rettangolari di cotto disposte a spina di pesce, con gradini in pietra.
Elementi decorativi
L’ancona dell’altare con le statue e le nicchie centinate che lo affiancano sono in stucco modellato, attribuite alla bottega di Carlo Romeri.
Adeguamento liturgico

nessuno
Contatta la diocesi