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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Torra
Predaia
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Eusebio
Parrocchia di Sant'Eusebio
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1984); sede - aggiunta arredo (1984 circa)
XIII - XIII(costruzione campanile); 1295 - 1295(menzione carattere generale); 1537 - XVI(lavori intero bene); 1618 - 1624(ricostruzione intero bene); 1649/07/21 - 1649/07/21(consacrazione carattere generale); 1653 - 1653(erezione ad arcipretura carattere generale); 1695 - 1695(lavori intero bene); 1720 - 1720(fusione campana); 1742 - 1742(ristrutturazione intero bene); 1750 - 1750(ampliamento sacrestia); 1754 - 1754(fusione campana); 1757/10/02 - 1759/10/22(spogliazione sacrestia); 1775 - 1775(fusione campana); 1793 - 1795(lavori intero bene); 1849 - 1849(fusione campana); 1866 - 1866(ristrutturazione intero bene); 1895 - 1895(sostituzione pavimento); 1920 - 1929(lavori intero bene); 1953 - 1954(modifica arredi interno); 1971 - 1975(ristrutturazione intero bene); 1983 - 1984(restauro intero bene); 2008/09/01 - 2011(tinteggiatura interno); 2013 - 2015(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di Sant'Eusebio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Eusebio <Torra, Predaia>
Altre denominazioni S. EUSEBIO eremita
S. Eusebio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIII  (costruzione campanile)

Il campanile risale secondo la critica al XIII secolo, ed è l'unica testimonianza della struttura di epoca romanica.

1295  (menzione carattere generale)

Una tradizione locale vorrebbe la pieve di Torra fondata direttamente da San Vigilio, ma la prima notizia documentaria certa della sua esistenza risale soltanto al 1295 (al 1128 secondo Weber 1938); già allora il suo titolo era a Sant'Eusebio, da identificarsi probabilmente con il vescovo di Vercelli, morto nel 371 (secondo un'altra interpretazione con un sacerdote romano del IV secolo).

1537 - XVI (lavori intero bene)

La visita pastorale clesiana del 1537 invitò i fedeli a rinnovare il tetto della chiesa, fatto di assi, e a volerla ricostruire "in una forma migliore". Nella successiva visita del 22-23 febbraio 1580 si registrò la presenza all'interno di cinque altari, più o meno disadorni, e di tre bronzi sul campanile. Fu richiesto di realizzare un tabernacolo dorato per la custodia eucaristica da collocare sull'altare maggiore e di provvedere alla copertura del fonte battesimale.

1618 - 1624 (ricostruzione intero bene)

Il 22 marzo 1616 il visitatore Pietro Belli ripeté le indicazioni sul tabernacolo e sul fonte battesimale e ordinò di rimuovere i due altari di Sant'Antonio e di San Giovanni Battista, che si trovavano davanti all'altare maggiore. Inoltre, sotto pena di interdetto, impose la ricostruzione dell'edificio sacro entro breve tempo. I lavori di rifacimento iniziarono nel 1618 e terminarono nel 1624, data ancora visibile al colmo della facciata.

1649/07/21  (consacrazione carattere generale)

Il 21 luglio 1649 il nuovo edificio fu consacrato da Iesse Perchoffer, vescovo suffraganeo di Bressanone e delegato di Carlo Emanuele Madruzzo.

1653  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Nel 1653 fu concesso al pievano Cristoforo Gentilino il titolo di arciprete per sé e per i suoi successori.

1695  (lavori intero bene)

Nel corso della visita pastorale del 1695 si sollecitò la popolazione a rinnovare alcune parti degli altari laterali e a provvedere il campanile di una porta sicura.

1720  (fusione campana)

Pietro Maffei di Trento fuse una delle campane nel 1720.

1742  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1742 i visitatori vescovili ordinarono di sistemare i cancelli di accesso al cimitero, per evitare che gli animali vi entrassero, di rinforzare i muri della chiesa e di ripristinare la croce sul campanile, divelta da un fulmine qualche tempo prima.

1750  (ampliamento sacrestia)

Nel 1750 la sacrestia venne ampliata.

1754  (fusione campana)

Nel 1754 Gioachino Reis fuse a Bolzano una delle campane per la pieve.

1757/10/02 - 1759/10/22 (spogliazione sacrestia)

Secondo Weber (1938) la sacrestia fu spogliata dai ladri nella notte del 2 ottobre 1757 e fu privata delle argenterie più preziose; Turrini (2006) riconduce il fatto al 22 ottobre 1759.

1775  (fusione campana)

Anche nel 1775 venne rifusa una campana; secondo il pievano di allora, Pietro Tomasi, quella antica recava un'iscrizione con la data dell'anno Mille.

1793 - 1795 (lavori intero bene)

Un orologio fu posto sul campanile almeno dal 1793; nuovi banchi in legno di noce vennero realizzati nel 1795.

1849  (fusione campana)

Un'altra delle campane antiche venne fusa a Trento nel 1849 .

1866  (ristrutturazione intero bene)

Campanile e chiesa furono ristrutturati nel 1866 con l'aiuto delle comunità filiali della pieve.

1895  (sostituzione pavimento)

La chiesa venne ristrutturata anche nel 1895; presumibilmente in quell'anno venne sostituito il pavimento, tuttora esistente.

1920 - 1929 (lavori intero bene)

Le tre campane del 1720, del 1754 e del 1849 vennero requisite dall'Austria nel 1916; la chiesa ne ricevette di nuove al termine del conflitto, presumibilmente nel corso degli anni Venti, a spese del governo italiano. Nel 1920 venne inoltre introdotta la luce elettrica e nel 1925 si realizzò una cantoria in controfacciata.

1953 - 1954 (modifica arredi interno)

Alcuni lavori di manutenzione e decorazione vennero eseguiti tra il 1953 e il 1954, sotto la reggenza dell'arciprete Antoniolli; in particolare vennero rimossi due dei quattro altari laterali (quelli più prossimi al presbiterio) e il pittore Matteo Sebesta decorò la cantoria.

1971 - 1975 (ristrutturazione intero bene)

Un primo adeguamento liturgico provvisorio in legno venne realizzato nel 1975. Probabilmente già qualche anno prima erano state rimosse le balaustre e la cantoria e il pulpito era stato spogliato del crocifisso e della scala, dato che disposizioni in tal senso erano state inviate dalla curia nell'estate del 1971, insieme alla raccomandazione di sostituire il pavimento della sacrestia. Prima del 1973 le campane vennero elettrificate.

1983 - 1984 (restauro intero bene)

Restaurata a cura dei monaci camaldolesi, dal 1982 al 1993 residenti nella casa canonica con incarico pastorale, la chiesa venne riaperta al culto e inaugurata nel giugno del 1984. In particolare venne installato l'impianto di riscaldamento, furono sostituite le vetrate, venne realizzato l'adeguamento liturgico strutturale e le pareti vennero tinteggiate.

2008/09/01 - 2011 (tinteggiatura interno)

Il 1° settembre 2008 l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole al progetto di ritinteggiatura interna della chiesa, redatto dall'architetto Cristina Mayr. I lavori si realizzarono entro il 2011.

2013 - 2015 (ristrutturazione intero bene)

Urgenti lavori di adeguamento dell'impianto di riscaldamento della chiesa alle normative vigenti sono stati realizzati a partire dal 13 giugno 2013, con la sostituzione del generatore di aria calda, il rinnovo delle canalizzazioni, la messa in sicurezza del locale caldaia, la pulizia del serbatoio del gasolio interrato. Ulteriori lavori hanno riguardato la messa a norma dell'impianto elettrico, l'installazione dell'impianto di illuminazione di emergenza e l'adeguamento di quello parafulmine esterno, il tutto su progetto dell'architetto Chiara Zanolini. Tra la fine del 2014 e il 2015 è stato sostituito il manto di copertura in scandole della centrale termica e del tettuccio dell'ingresso settentrionale ed è stato realizzato un intervento di manutenzione delle porte lignee e di pulizia del portale maggiore lapideo, oltre che di sostituzione dei fari alogeni con nuovi corpi illuminanti a led. I lavori sono terminati all'inizio dell'estate.
Descrizione

Regolarmente orientata ad est e costruita in posizione isolata e panoramica sulla valle, la pieve di Sant'Eusebio vanta, secondo la tradizione, un'origine illustre, dato che sarebbe stata fondata direttamente da San Vigilio; tuttavia le notizie documentarie sulla chiesa non risalgono a prima del 1295. La struttura più antica conservata è quella del campanile in pietra a vista, databile al XIII secolo, caratterizzato dalla presenza di bifore e trifore su tre registri, con luci centinate separate da colonnine con capitelli a staffa; la cella, separata dal fusto mediante una cornice orizzontale, sempre in pietra a vista ma con conci più regolari, è frutto presumibilmente di una sopraelevazione, mentre la copertura piramidale a quattro falde leggermente svasate si conclude con globo, bandierina segnavento e croce apicale. La chiesa, ricostruita tra il 1618 e il 1624, presenta una semplice facciata a due ripidi spioventi, con portale lapideo architravato concluso dall'attico con lunetta affrescata e un oculo strombato; alla sommità della muratura vi è una croce con la data graffita della fine dei lavori. Il prospetto meridionale è illuminato da due ampie monofore centinate in corrispondenza della seconda e della quarta campata e caratterizzato dall'accesso secondario nella terza; più avanti emerge la sacrestia quadrangolare finestrata e dotata di un accesso indipendente sul lato est, dove si trova il volume minore della centrale termica. Un ingresso secondario speculare protetto da un tettuccio a spiovente unico caratterizza anche il fianco settentrionale, cieco, a cui si addossa il campanile. Lungo le pareti del presbiterio si aprono altre due monofore centinate, una per lato, mentre un'apertura quadrata si trova sulla parete di fondo dell'abside poligonale, marcata da conci sfalsati dipinti in finta pietra a vista. All'interno la navata unica è divisa in quattro campate da coppie di peducci che sostengono le nervature della volta reticolata; una nicchia in controfacciata, a destra, ospita il fonte battesimale. Lungo le fiancate, tra la terza e la quarta campata, si aprono quattro cappelle simmetriche poco profonde introdotte da arcate a pieno centro in pietra calcarea (le seconde addossate all'arco santo), ospitanti gli altari laterali superstiti e l'organo. Una monumentale arcata a sesto leggermente acuto introduce nel presbiterio, elevato di due gradini e separato dall'abside poligonale mediante la macchina marmorea dell'altare maggiore; anche qui è presente la volta reticolata costolonata.
Preesistenze
Il campanile romanico, risalente al XIII secolo, è la parte più antica della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso dall'abside poligonale.
Facciata
Facciata a due ripidi spioventi, con zoccolo di base interrotto al centro dal portale maggiore lapideo architravato e concluso dall'attico con lunetta affrescata; al di sopra si aprono un oculo strombato e, alla sommità, un'apertura che dà luce al sottotetto, sormontata da una croce con la data della fine dei lavori. Finiture a intonaco rustico, cantonali in conci sfalsati di pietra a vista.
Prospetti
Prospetto meridionale illuminato da due ampie monofore centinate in corrispondenza della seconda e della quarta campata e caratterizzato dall'accesso secondario nella terza; più avanti emerge la sacrestia quadrangolare finestrata e dotata di un accesso indipendente sul lato est, dove si trova il volume minore della centrale termica. Un ingresso secondario speculare protetto da un tettuccio a spiovente unico caratterizza anche il fianco settentrionale, cieco, a cui si addossa il campanile. Lungo le pareti del presbiterio si aprono altre due monofore centinate, una per lato, mentre un'apertura quadrata si trova sulla parete di fondo dell'abside poligonale, marcata da conci sfalsati dipinti in finta pietra a vista. Finiture principali a intonaco rustico.
Campanile
Torre a pianta quadrata in pietra a vista addossata al fianco sinistro della navata, in corrispondenza della seconda campata; fusto con accesso architravato e mostra di orologio dipinta sul lato occidentale, forato da bifore e trifore disposte su due registri, con luci centinate separate da colonnine con capitelli a staffa. Una cornice orizzontale aggettante separa queste dalle trifore dell'ultimo registro, sulla cella campanaria, sempre in pietra a vista ma con conci più regolari, frutto presumibilmente di una sopraelevazione; la copertura piramidale a quattro falde leggermente svasate si conclude con globo, bandierina segnavento e croce apicali.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata, presbiterio e abside coperti da volta reticolata costolonata, cappelle laterali da volta a botte.
Coperture
Tetto a due falde sopra navata e presbiterio, a più falde sopra l'abside e la sacrestia; tettuccio a falda unica sopra l'ingresso laterale sinistro. Struttura portante in legno e manto di copertura in scandole di larice, anche sul campanile.
Interni
Navata unica divisa in quattro campate da coppie di peducci che sostengono le nervature della volta; una nicchia in controfacciata, a destra, ospita il fonte battesimale. Lungo le fiancate, tra la terza e la quarta campata, si aprono quattro cappelle simmetriche poco profonde introdotte da arcate a pieno centro in pietra calcarea (le seconde addossate all'arco santo), ospitanti gli altari laterali superstiti e l'organo. Una monumentale arcata a sesto leggermente acuto introduce nel presbiterio, elevato di due gradini e separato dall'abside poligonale mediante la macchina marmorea dell'altare maggiore. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse alternate, disposte in corsi diagonali.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1984)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante soluzioni sia strutturali che mobili intorno al 1984, anno dell'inaugurazione della chiesa dopo un restauro. L'altare verso il popolo e l'ambone sono coordinati, fissi, in pietra calcarea, ricavati dal reimpiego delle balaustre: il primo, a tavolo con fronti pieni, avanzato verso l'arco santo, poggia su strette basi sagomate e reca sul lato frontale un motivo traforato a nido d'ape composto da un'alternanza di stelle a sei punte ed elementi geometrici oblunghi; il secondo, presso l'arco santo, a sinistra, è a tre fronti stretti, in forma di leggio e reca il medesimo decoro sul lato principale.
sede - aggiunta arredo (1984 circa)
Una sorta di sgabello in legno ricavato utilizzando due testate dei banchi settecenteschi raccordate da una seduta rettangolare funge da sede. E' presente l'altare maggiore storico con il proprio tabernacolo, che contiene la custodia eucaristica.
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