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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Dermulo
Predaia
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Giustina
Parrocchia di Santa Giustina
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (2003-2004); ambone - intervento strutturale (1969 circa); sede - aggiunta arredo (1969 circa (?))
1951 - 1951(progetto intero bene); 1952 - 1954(costruzione intero bene); 1954/06/28 - 1954/06/28(consacrazione carattere generale); 1955 - 1960(completamento intero bene); 1969 - 1969(adeguamento liturgico presbiterio); 2003 - 2004(restauro interno); 2009/06/10 - 2009(lavori intorno); 2013/05/20 - 2013(lavori centrale termica); 2015/04/20 - 2015(realizzazione parcheggi intorno)
Chiesa di Santa Giustina
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Giustina <Dermulo, Predaia>
Altre denominazioni S. GIUSTINA vergine e martire
S. Giustina
Autore (ruolo)
Ferrari, Efrem (progetto)
Endrizzi, Giuseppe (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura contemporanea (costruzione)
Notizie Storiche

1951  (progetto intero bene)

Già negli anni Quaranta del Novecento era sentita l'esigenza di un luogo di culto sufficientemente ampio da soddisfare le esigenze dell'aumentata popolazione di Dermulo; nel 1942 si era approntato un progetto di ampliamento della chiesa esistente, realizzandovi una navata minore aggiuntiva, ma sembrò subito uno sforzo eccessivo per ricavare poco spazio utile. Si decise quindi di costruire un nuovo edificio più ampio e più e più comodo, lungo la Statale. Nell'estate del 1950 si ottenne dalla Provincia il permesso di raccogliere il pietrame lavorato della vecchia strada provinciale, prima che andasse sommersa dal bacino della centrale di Santa Giustina; il recupero iniziò alla fine di settembre e si concluse nel 1952. Intanto, nel corso del 1951, dopo un primo progetto di massima dell'architetto e ingegnere Miorelli di Trento, simile a quello fatto per la chiesa di Brusago, fu l'architetto Efrem Ferrari ad accettare l'incarico e a disegnare il tempio.

1952 - 1954 (costruzione intero bene)

Ottenuto dai privati il terreno ed eletto il comitato preposto all'esecuzione dei lavori, il 29 aprile 1952 l'architetto procedette alla misurazione e al tracciato della costruzione sul terreno. Il 1° maggio, festa dei Santi Filippo e Giacomo, patroni di Dermulo, iniziarono gli scavi per le fondazioni; il 22 maggio il vescovo ausiliare monsignor Oreste Rauzi benedisse la prima pietra della chiesa. L'impresa costruttrice di Giuseppe Endrizzi di Cavareno si aggiudicò l'appalto, la ditta Redi fornì le pietre per le finestre, i cornicioni del campanile e i pavimenti, la ditta Renzo Emer di Taio eseguì le opere in legno, Casimiro Inama e Pio Busetti lavorarono alla copertura del campanile in lamiera di rame, mentre il fabbro era Luigi Eccher. L'opera venne compiuta entro tre anni grazie alle prestazioni di mano d'opera gratuita e alla generosità della popolazione e ai contributi elargiti dall'Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione, al Fondo per il Culto del Governo e da altri enti.

1954/06/28  (consacrazione carattere generale)

Il 28 giugno 1954 fu sempre il vescovo Rauzi a consacrare il nuovo tempio, solennemente inaugurato il giorno dopo.

1955 - 1960 (completamento intero bene)

Gli arredi venero completati tra il 1955 e il 1960 con l'arrivo dell'organo Mascioni, delle vetrate della ditta Ballardini di Verona, realizzate su disegno di Pino Casarini e di quattro nuove campane fuse dalla ditta Cavadini di Verona a integrazione delle tre prelevate dal campanile della chiesa vecchia.

1969  (adeguamento liturgico presbiterio)

Una prima soluzione di adeguamento liturgico fu fatta nel 1969 circa, su indicazioni dell'Ufficio Liturgico della diocesi, che aveva suggerito di rimuovere la balaustra e realizzare l'ambone con il materiale ricavato.

2003 - 2004 (restauro interno)

Lavori di restauro interessarono la chiesa tra il 2003 e il 2004, quando vennero ritinteggiate le pareti e lo scultore Livio Conta realizzò con il figlio Giorgio l'altare verso il popolo in legno.

2009/06/10 - 2009 (lavori intorno)

Il 10 giugno 2009 l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento diede parere favorevole, per quanto di sua competenza, ai lavori di sistemazione della viabilità interna della frazione di Dermulo, secondo il progetto redatto dall'ingegnere Saverio Inama per il Comune di Taio volto alla riqualificazione dell'area limitrofa alla chiesa, ampliando la carreggiata su via del Borgo (intervenendo su terreno di proprietà parrocchiale) e mettendo in sicurezza il passaggio pedonale e le scale di accesso al sagrato.

2013/05/20 - 2013 (lavori centrale termica)

Il 20 maggio 2013 l'Ufficio Arte Sacra ha dato parere favorevole al progetto di adeguamento alla normativa antincendio della centrale termica annessa alla chiesa redatto dall'architetto Silvio Mucchi; i lavori sono stati presumibilmente compiuti nell'anno.

2015/04/20 - 2015 (realizzazione parcheggi intorno)

In data 20 aprile 2015 l'Ufficio Arte Sacra ha dato parere favorevole al progetto di realizzazione di parcheggi nell'area a fianco della chiesa, di proprietà parrocchiale, redatto dall'architetto Silvio Mucchi.
Descrizione

Orientata a sud-ovest e prospiciente la strada statale n. 43, la nuova parrocchiale di Santa Giustina è stata costruita tra il 1952 e il 1954 su progetto dell'architetto Efrem Ferrari. La facciata a due spioventi asimmetrici, corrispondenti alla suddivisione interna in due navate disuguali, è preceduta, nel settore della navata principale, da un portico a pianta rettangolare, elevato su due gradini e scandito da tre arcate a pieno centro sorrette da pilastri; l'ampio portale architravato disassato è sormontato, appena sopra il tetto del portico, da un oculo, entrambi al centro della navata maggiore. Il fianco sinistro è caratterizzato dalla prosecuzione del portico a protezione dell'ingresso secondario, traforato da quattro arcate a pieno centro sorrette da pilastri e dalla muratura continua; nella porzione superiore della muratura si aprono tre monofore centinate e più oltre è presente il corpo della sacrestia, emergente rispetto alla chiesa quanto il portico. La fiancata destra è forata da tre finestre centinate intervallate da contrafforti dal profilo trapezoidale in porfido a vista; più avanti si incontra il campanile, con alta scarpa troncopiramidale in pietra a vista, fusto intonacato forato da feritoie sovrapposte, tre monofore centinate affiancate in forma di trifora su ogni lato della cella e copertura piramidale a quattro falde. Altre due monofore centinate più strette illuminano la porzione di muro corrispondente al presbiterio quadrangolare. L'interno è diviso in due navate disuguali, separare da tre arcate a pieno centro su pilastri; lungo la parete sinistra della navata maggiore si apre l'ingresso secondario architravato e sono posizionati due confessionali e i bassorilievi della Via Crucis, mentre due altari laterali sono collocati nella navata minore. L'arco santo a pieno centro in muratura conduce al presbiterio, largo quanto la navata maggiore ed elevato di due gradini; altri tre gradini elevano l'altare maggiore, con l'imponente ancona in muratura rivestita di porfido che funge da diaframma con la zona del coro, costituito da panche in legno con alti dossali che corrono lungo la parete di fondo e su una breve porzione dei fianchi. Il soffitto piano in legno caratterizza sia le navate che il presbiterio; vetrate figurate realizzate nel 1955 da Scipione Ballardini su disegno di Pino Casarini impreziosiscono le finestre delle navate e l'oculo della controfacciata.
Pianta
Navata principale affiancata da una navata minore a destra, entrambe a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrangolare; portico esterno asimmetrico con pianta sagomata ad "L".
Facciata
Facciata a due spioventi asimmetrici, corrispondenti alla suddivisione interna in due navate disuguali e parzialmente preceduta, nel settore della navata principale, da un portico a pianta rettangolare, elevato su due gradini e scandito da tre arcate a pieno centro sorrette da pilastri, che prosegue lungo il fianco sinistro; ampio portale architravato disassato sormontato, appena sopra il tetto del portico, da un oculo, entrambi al centro della navata maggiore. Finiture a intonaco rustico; zoccolo e conci angolari del settore destro in porfido a vista, come la porzione inferiore dei pilastri.
Prospetti
Fianco sinistro caratterizzato dalla prosecuzione del portico in facciata a protezione dell'ingresso secondario, traforato da quattro arcate a pieno centro sorrette da pilastri e dalla muratura continua, finiti in pietra a vista; nella porzione superiore della muratura si aprono tre monofore centinate e più oltre è presente il corpo della sacrestia, emergente rispetto alla chiesa quanto il portico. La fiancata destra è forata da tre finestre centinate intervallate da contrafforti dal profilo trapezoidale, in porfido a vista; più avanti il volume del campanile si addossa alla muratura. Altre due monofore centinate più strette illuminano la porzione corrispondente al presbiterio quadrangolare. Finiture a intonaco rustico; zoccolo corrente ad altezza disuguale in pietra a vista.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata al fianco destro della chiesa, tra la navata minore e il presbiterio; alta scarpa troncopiramidale in pietra a vista con accesso architravato protetto da un tettuccio sul lato sud-ovest. Fusto intonacato e marcato da conci angolari in pietra a vista, forato da feritoie sovrapposte; cella senza soluzione di continuità col fusto, dotata di tre monofore centinate affiancate in forma di trifora su ogni lato. Copertura piramidale a quattro falde cimata da globo e croce apicali.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame e cemento armato; strutture di orizzontamento: soffitto ligneo piano sopra navate e presbiterio.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra navate, presbiterio e portico d'ingresso, a spiovente unico sopra la sacrestia, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi; campanile coperto da lamiera metallica.
Interni
Interno diviso in due navate disuguali, separare da tre arcate a pieno centro su pilastri; lungo la parete sinistra della navata maggiore si apre l'ingresso secondario architravato e sono posizionati due confessionali e i bassorilievi della Via Crucis, mentre due altari laterali sono collocati nella navata minore. L'arco santo a pieno centro in muratura conduce al presbiterio quadrangolare, largo quanto la navata maggiore ed elevato di due gradini; lungo la parete sinistra si trova l'accesso alla sacrestia, mentre tre gradini elevano l'altare maggiore, con l'imponente ancona in muratura rivestita di porfido che funge da diaframma con la zona del coro, costituito da panche in legno con alti dossali che corrono lungo la parete di fondo e su una breve porzione dei fianchi. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre rettangolari di porfido e granito in varie tonalità e dimensioni, disposte ad incastro.
Elementi decorativi
Vetrate figurate realizzate dalla bottega veronese di Scipione Ballardini su disegno di Pino Casarini impreziosiscono le finestre.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2003-2004)
L'adeguamento liturgico del presbiterio è stato attuato in momenti diversi, con soluzioni in parte strutturali e in parte mobili. L'altare verso il popolo è il polo più recente, realizzato a tavolo in legno da Livio e Giorgio Conta, recante la scultura dell'Agnus Dei al centro della base ed elevato su di una pedana in granito avanzata verso l'arco santo, ricavata modificando l'assetto originario durante il precedente intervento del 1969 circa.
ambone - intervento strutturale (1969 circa)
Presso l'arco santo, a sinistra, l'ambone a parallelepipedo con struttura in muratura e rivestimento anteriore in legno e lastre di porfido come la mensa dell'altare maggiore è stato ricavato da un frammento della balaustra, rimossa nel 1969 circa.
sede - aggiunta arredo (1969 circa (?))
La sede del celebrante è un'antica sedia a braccioli in legno di noce con schienale arcuato, accostata alla parete destra del presbiterio.
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