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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Taio
Predaia
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Vittore
Parrocchia di San Vittore
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2003); fonte battesimale - intervento strutturale (2003)
1272/06/25 - 1272/06/25(menzione carattere generale); 1526 - 1537(costruzione campanile); 1579 - 1579(lavori interno); 1616 - 1616(lavori interno); 1684 - 1684(fusione campana); 1710 - 1715(costruzione cupola); 1729 - 1729(riparazioni tetto sacrestia); 1745 - 1745(spogliazione sacrestia); 1755 - 1760(ricostruzione abside); 1763 - 1763(riparazione campana); 1773 - 1801(lavori intero bene); 1829 - 1829(danneggiamento navata); 1845 - 1848(ricostruzione navata); 1848/05/07 - 1848/05/07(benedizione carattere generale); 1850/07/28 - 1850/07/28(consacrazione carattere generale); 1871 - 1871(spogliazione sacrestia); 1874 - 1877(completamento arredi e ampliamento sacrestia intero bene); 1905 - 1908(ristrutturazione e decorazione intero bene); 1914 - 1920(sostituzione copertura campanile); 1920 - 1922(fusione campane); 1926/05/13 - 1926/05/13(erezione ad arcipretura carattere generale); 1940 (?) - 1946(restauro e decorazione intero bene); 1968 - 1969(adeguamento liturgico interno); 2002 - 2003(restauro interno); 2012/02/29 - 2012(ristrutturazione manto di copertura atrio)
Chiesa di San Vittore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Vittore <Taio, Predaia>
Altre denominazioni S. VITTORE martire
S. Vittore
Autore (ruolo)
Pasquello, Bernardo (costruzione cupola)
Pasquello, Giacomo (costruzione cupola)
Sparr, Umberto (ricostruzione abside)
Busetti, Cristoforo (ricostruzione abside)
Bianchi, Pietro (ristrutturazione sacrestia)
Plottecher, Matteo (direzione lavori ricostruzione navata)
Berti, Cristoforo (ricostruzione navata)
Ciccolini (progetto ricostruzione navata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura neoclassica (costruzione)
Notizie Storiche

1272/06/25  (menzione carattere generale)

La prima notizia documentaria riguardante la pieve di Taio risale al 25 giugno 1272, quando il vescovo Egnone convocò il pievano Federico, sembra per dirimere una lite per i diritti di sepoltura con la vicina pieve di Torra.

1526 - 1537 (costruzione campanile)

Il campanile venne edificato grazie all'impegno del cremonese don Cosma de Mariani, pievano di Taio dal 1517 al 1550, che fece restaurare anche la casa canonica. Il cantiere era sicuramente aperto tra il 1526 e il 1537, date riscontrate sulla muratura; sempre nel 1537, contro le rimostranze dei visitatori vescovili, che lamentavano il fatto che la chiesa fosse spoglia di ogni ornato, il pievano si giustificò ricordando il grande dispendio di denaro necessario per finire tale impresa, allora ancora incompiuta.

1579  (lavori interno)

Nel 1579 all'interno dell'edificio sacro vi erano quattro altari, tre dei quali nel presbiterio; secondo i visitatori la chiesa, troppo spesso tenuta chiusa, "pur tanto magnifica, non era adornata in modo confacente". In particolare essi chiesero di ornare decentemente gli altari, di eliminare dal presbiterio una grossa pietra usata impropriamente per l'acqua santa, di livellare la pietra tombale della famiglia Crivelli, troppo elevata, che dava intralcio.

1616  (lavori interno)

Monsignor Pietro Belli, visitatore vescovile nel 1616, ordinò di rimuovere l'altare di San Giovanni Battista, di chiudere gli altri altari con cancellate, di completarli con pale e altri ornamenti e di realizzare un nuovo tabernacolo.

1684  (fusione campana)

Nel 1684 fu firmato un accordo per la fusione di una campanella.

1710 - 1715 (costruzione cupola)

L'anno seguente venne commissionata a Pietro Strobl di Cles un'ancona nuova per l'altare maggiore; ma il pievano don Valentino Chilovi volle aggiungere alla struttura un secondo ordine di colonne e statue, rendendola così di 10 piedi più alta della volta e suscitando le proteste dei fedeli delle comunità filiali. Accusato, incarcerato a Trento, evaso e rifugiatosi a Roma, don Chilovi rientrò a Taio nel 1703 e nel 1710 rassegnò le dimissioni da pievano in favore del nipote, don Giorgio Valentino Chilovi; egli provvide a terminare l'altare maggiore iniziato dallo zio e ottenne di demolire la volta del presbiterio e ricostruirla più alta e in forma di cupola. Del lavoro furono incaricati i fratelli Giacomo e Bernardo Pasquali (il secondo già attivo sul cantiere della pieve di Borgo Valsugana a partire dal 1698 e noto agli studiosi con il nome di Bernardo Pasquello). Ma la comunità di Tres, che non voleva concorrere alla spesa, intentò una causa contro don Chilovi e la vinse nel 1715.

1729  (riparazioni tetto sacrestia)

Spese per riparare il tetto della sacrestia sono registrate nel 1729.

1745  (spogliazione sacrestia)

Un furto spogliò la sacrestia nel 1745.

1755 - 1760 (ricostruzione abside)

Nel 1755, pochi anni dopo la consacrazione dell'altare maggiore, don Cristoforo Franceschini di Tres fece ampliare la zona absidale, dotando la chiesa di un nuovo coro ricostruito "a fundamentis" dal maestro muratore Umberto Sparr, alla morte del quale subentrò Cristoforo Busetti da Cles. Il pievano fece poi ripavimentare in pietra il presbiterio, vi fece realizzare il sepolcro per i sacerdoti defunti e, nel 1760, fece completamente ristrutturare da Pietro Bianchi la sacrestia, per la quale donò suppellettili preziose; fece infine restaurare la canonica. Tali lavori ottemperavano ad alcune delle disposizioni date dalla visita pastorale del 1742, quando si era chiesto tra le altre cose di ampliare la sacrestia e di completare il pavimento del presbiterio.

1763  (riparazione campana)

Nel 1763 furono spesi 6 talleri per riparare una delle campane.

1773 - 1801 (lavori intero bene)

Nel 1773 vennero pagate delle riparazioni al tetto della chiesa, l'anno successivo si operò sulle campane; nel 1779 un muratore della Val Badia ricostruì i muri del cimitero e tra il 1783 e il 1790 si pose mano alla copertura sia della chiesa che del campanile, probabilmente rifatto per intero. Infine nel 1801 vennero rifatti i gradini in pietra per l'altare maggiore.

1829  (danneggiamento navata)

Parte della navata crollò intorno al 1829; per questo motivo per un certo tempo l'edificio venne abbandonato e sostituito per le celebrazioni dalla vicina chiesa sussidiaria dedicata alla Madonna.

1845 - 1848 (ricostruzione navata)

Don Valentino Bergamo, parroco di Taio a partire dal 1836, formulò ben presto un progetto di rinnovamento per la chiesa, insufficiente ai bisogni della popolazione e pericolosa nella porzione antica; sembra che già intorno al 1818 si fosse deciso di demolire e ricostruire la navata, mantenendo intatto il presbiterio più recente, ma che molti progetti presentati fossero stati scartati per ragioni diverse. Vennero dunque ristrutturati i muri esterni del presbiterio e dell'abside con poca spesa, quindi si procedette alla demolizione della navata antica, sotto la direzione dell'impresario Matteo Plottecher e, una volta rimosse le macerie, alla ricostruzione vera e propria, su progetto di massima dell'imperial-regio ingegner Ciccolini; esecutore della fabbrica fu Cristoforo Berti, consocio di Plottecher. La benedizione della prima pietra avvenne il 9 agosto 1845 e il cantiere si chiuse nel 1848. Il camposanto, un tempo intorno all'edificio, venne trasferito fuori dal paese.

1848/05/07  (benedizione carattere generale)

La costruzione rinnovata venne benedetta il 7 maggio 1848, a meno di tre anni dall'inizio dei lavori.

1850/07/28  (consacrazione carattere generale)

Il 28 luglio 1850 il principe vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer consacrò la chiesa, concedendo quaranta giorni di indulgenza ai fedeli che l'avessero visitata nell'anniversario dell'evento, da celebrarsi la terza domenica di ottobre.

1871  (spogliazione sacrestia)

La chiesa subì un secondo furto nel corso del 1871, quando vennero asportati vasi sacri dalla sacrestia.

1874 - 1877 (completamento arredi e ampliamento sacrestia intero bene)

La maggioranza degli arredi venne recuperata dalla navata antica; nel 1873 i nobili coniugi Panizza si offrirono di erigere a loro spese un nuovo altare maggiore, realizzato da Gelsomino Scanagatta di Rovereto con la sua bottega l'anno successivo e consacrato nel 1876. Nel 1875 si elaborò un progetto per la costruzione della cantoria in controfacciata e nello stesso periodo si realizzarono le balaustre marmoree a chiusura del presbiterio. Nel 1877 venne poi approvato un progetto di ampliamento della sacrestia.

1905 - 1908 (ristrutturazione e decorazione intero bene)

Nel 1905 venne sostituito il tetto quasi per intero, data la necessità di ovviare ad ampie infiltrazioni d'acqua piovana, che avevano macchiato la volta della navata; qualche anno dopo, al termine della ristrutturazione, don Sante Facchini fece eseguire la tinteggiatura, decorazioni a finto stucco e alcuni dipinti murali a tempera sulle volte della navata e del presbiterio dal mantovano Agostino Aldi, che terminò il lavoro in quattro mesi, tra agosto e novembre del 1908. Egli raffigurò gli Evangelisti sui pennacchi (in sostituzione di pitture di uguale soggetto già presenti) e una gloria di angioletti sulla cupola del presbiterio, le Virtù cardinali e il Trionfo della Croce nella navata.

1914 - 1920 (sostituzione copertura campanile)

Il nuovo parroco don Nicolò Rosa fece sostituire la cadente copertura del campanile; il progetto risale al 6 luglio 1914, ma, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, il lavoro venne procrastinato e si compì solamente nel 1920.

1920 - 1922 (fusione campane)

Durante la guerra tre delle quattro campane, presumibilmente settecentesche vennero requisite dal governo austriaco; la chiesa ne riebbe di nuove, fuse dalla ditta dei fratelli Ottolina di Seregno, entro il 1922.

1926/05/13  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Il 13 maggio 1926 monsignor Celestino Endrici conferì alla chiesa di Taio il nome di arcipretale e al suo parroco il titolo onorifico di arciprete.

1940 (?) - 1946 (restauro e decorazione intero bene)

Negli anni della seconda guerra mondiale la chiesa fu sottoposta ad un completo restauro, operato per volontà dei parroci don Giuseppe Quaresima e don Giuseppe Zini, che chiuse i lavori nel 1943. Dario Wolf, aiutato da Matteo Sebesta nelle parti eseguite a graffito su intonaco, ornò con dipinti murali l'interno e il nuovo atrio d'ingresso aggiunto al centro della facciata e disegnò i soggetti delle vetrate, realizzate dalla ditta Parisi di Trento. Nel 1946 venne realizzato un nuovo organo, costato 32000 lire e posizionato dietro l'altare maggiore.

1968 - 1969 (adeguamento liturgico interno)

L'adeguamento liturgico precedente l'attuale, in parte fisso e in parte mobile, venne realizzato con l'approvazione dell'Ufficio Liturgico dell'Arcidiocesi dopo il mese di novembre del 1968, almeno in parte sulla base di disegni elaborati dall'architetto Silvio Mazzoleni. Negli stessi anni o poco prima erano stati rimossi il pulpito e le balaustre e una decorazione che interessava la cupola era stata imbiancata.

2002 - 2003 (restauro interno)

L'interno venne restaurato tra il 2002 e il 2003 su progetto dell'architetto Cristina Mayr; con l'occasione venne sostituita la vetrata circolare dell'abside, furono ritinteggiate le pareti, vennero rinnovati gli impianti e si realizzò l'adeguamento liturgico strutturale del presbiterio. Negli anni seguenti vennero restaurati i confessionali e le pale degli altari laterali dalla ditta L.A.R.A. di Denno (l'Ufficio Arte Sacra espresse parere favorevole agli interventi nel corso del 2003).

2012/02/29 - 2012 (ristrutturazione manto di copertura atrio)

In data 29 febbraio 2012 l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento ha espresso parere favorevole al progetto di risanamento del manto di copertura dell'atrio d'ingresso in facciata, assai degradato, redatto dall'architetto Cristina Mayr. I lavori sono stati eseguiti presumibilmente lungo il corso dell'anno, sicuramente prima dell'autunno del 2014, come documentabile dalla foto della facciata.
Descrizione

Orientata a sud-est e costruita al centro dell'abitato, la parrocchiale di San Vittore, documentata come pieve a partire dal 1272, è il risultato di più fasi costruttive coesistenti: la struttura più antica è quella del campanile isolato, a destra della chiesa, accessibile da un ingresso architravato sul lato nord-est; il fusto intonacato raso sasso e con conci angolari in pietra a vista è scandito da cornici orizzontali e forato da varie feritoie sfalsate e reca i quadranti di orologio alla sommità di tutti i lati. La cella interamente in pietra calcarea a vista è dotata di quattro ampie monofore centinate; la copertura imbutiforme è sormontata da globo, bandierina segnavento e croce apicale. La struttura della chiesa risale invece alla prima metà del Settecento nella parte presbiteriale e absidale, mentre l'ampia navata è stata ricostruita tra il 1845 e il 1848. La facciata timpanata è scandita orizzontalmente da una prima fascia intonacata e da un successivo marcapiano modanato, interrotto dall'ampia finestra a lunetta, incorniciata da un'arcata a pieno centro; al di sotto, contenuto nel settore centrale, si sviluppa un atrio a parallelepipedo in muratura con le porte d'ingresso su tre lati, scandito da lesene intonacate e ornato da riquadri figurati. Le fiancate sono simmetriche, ciascuna illuminata da una finestra a lunetta centrale e dotata di un ingresso secondario architravato; altre due lunette caratterizzano il presbiterio quadrangolare, mentre il cupolino sommitale ottagonale reca finestre rettangolari sui lati principali. A destra emerge il corpo della sacrestia finestrata con la centrale termica e un oculo fora la parete di fondo dell'abside poligonale. Fasce perimetrali intonacate percorrono orizzontalmente tutti gli esterni, insieme a lesene angolari a delimitazione dei vari volumi. All'interno la navata unica è divisa in tre campate coperte da una stessa volta a botte unghiata; alla base dei setti murari della controfacciata si aprono due nicchie simmetriche, ospitanti l'una il fonte battesimale, l'altra la statua del santo titolare. Le fiancate sono sfondate nel settore centrale, in corrispondenza della seconda campata, da una coppia di cappelle poco profonde a pianta rettangolare, ospitanti gli altari laterali, mentre due arcate a pieno centro, destinate ai confessionali, alla statua della Madonna e all'ingresso secondario, movimentano la prima e la terza campata. Il presbiterio quadrato, elevato di quattro gradini e introdotto da un imponente arco santo a tutto sesto, è caratterizzato da fasci di paraste angolari con capitelli fogliati sotto i pennacchi di sostegno alla cupola ottagonale; l'abside poligonale è preceduta da un'ultima arcata; qui trovano posto l'altare maggiore marmoreo, il grande organo a canne e l'ancona addossata alla parete di fondo. Dipinti murali figurati a tempera e a graffito su intonaco, realizzati da Dario Wolf e Matteo Sebesta tra il 1940 e il 1943, ornano l'arco santo, i pennacchi della cupola e la volta della navata, oltre che le pareti dell'atrio d'ingresso al centro della facciata.
Preesistenze
La struttura più antica del complesso architettonico è il campanile cinquecentesco, seguito dalla zona del presbiterio e dell'abside, realizzati nel corso del Settecento.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, preceduta da un atrio d'ingresso a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale; presbiterio rientrante a pianta quadrata, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata timpanata scandita orizzontalmente da una prima fascia intonacata e da un successivo marcapiano modanato, interrotto dall'ampia finestra a lunetta incorniciata da un'arcata a pieno centro; al di sotto, contenuto nel settore centrale, si sviluppa un atrio a parallelepipedo in muratura con le porte d'ingresso su tre lati, scandito da lesene intonacate e ornato da riquadri figurati. Frontone triangolare con ampio cornicione emergente; finiture a intonaco tinteggiato, in parte rustico.
Prospetti
Fiancate simmetriche, ciascuna illuminata da una finestra a lunetta centrale e dotata di un ingresso secondario architravato; altre due lunette caratterizzano il presbiterio quadrangolare, mentre il cupolino sommitale ottagonale reca finestre rettangolari sui lati principali. A destra emerge il corpo della sacrestia finestrata con la centrale termica e un oculo fora la parete di fondo dell'abside poligonale. Finiture a intonaco tinteggiato rustico; fasce perimetrali intonacate percorrono orizzontalmente tutti gli esterni, insieme a lesene angolari a delimitazione dei vari volumi.
Campanile
Torre isolata a pianta quadrangolare affiancata alla facciata, a destra, con breve zoccolo leggermente aggettante e ingresso architravato sul lato nord-est; fusto intonacato raso sasso con conci angolari in pietra a vista, scandito da cornici orizzontali e forato da varie feritoie sfalsate, con quadranti di orologio alla sommità di tutti i lati. Cella interamente in pietra calcarea a vista, dotata di quattro ampie monofore centinate e copertura imbutiforme sormontata da globo, bandierina segnavento e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da un'unica volta a botte unghiata, cappelle laterali da volte a botte semplice; una piccola cupola estradossata copre il presbiterio, mentre l'abside poligonale è coperta da tre unghie.
Coperture
Tetto a due falde sulla navata, a più falde sopra la cupola del presbiterio, l'abside, la sacrestia e l'atrio d'ingresso in facciata; struttura portante in legno, manto di copertura in lastre di porfido per la navata, in lamiera metallica su presbiterio, abside e sacrestia, in coppi sull'atrio in facciata; campanile coperto da scandole lignee.
Interni
Ampia navata unica divisa in tre campate, percorsa da uno zoccolo di rivestimento in pietra calcarea e da un marcapiano modanato; alla base dei setti murari della controfacciata si aprono due nicchie simmetriche, ospitanti l'una il fonte battesimale, l'altra la statua del santo titolare. Le fiancate sono sfondate nel settore centrale, in corrispondenza della seconda campata, da una coppia di cappelle poco profonde a pianta rettangolare, ospitanti gli altari laterali, mentre due arcate a pieno centro, destinate ai confessionali, alla statua della Madonna e all'ingresso secondario, movimentano la prima e la terza campata. Presbiterio quadrato elevato di quattro gradini e introdotto da un imponente arco santo a tutto sesto, caratterizzato da fasci di paraste angolari con capitelli fogliati sotto i pennacchi di sostegno alla cupola ottagonale; abside poligonale preceduta da un'ultima arcata, contenente l'altare maggiore marmoreo, il grande organo a canne e l'ancona addossata alla parete di fondo. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse alternate, disposte in corsi diagonali; pavimento del presbiterio in lastre rettangolari di pietra calcarea bianca, con gradini e fascia di bordura in pietra calcarea rossa.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati a tempera e a graffito su intonaco realizzati da Dario Wolf e Matteo Sebesta ornano l'arco santo, i pennacchi della cupola e la volta della navata, oltre che le pareti dell'atrio d'ingresso al centro della facciata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2003)
L'adeguamento liturgico strutturale del presbiterio è stato attuato nel 2003 su progetto dell'architetto Cristina Mayr, in occasione del restauro dell'interno. L'altare verso il popolo, l'ambone e la sede sono stati realizzati dallo scultore Ivan Boneccher di Baselga di Piné utilizzando marmi lavorati presso il laboratorio dei fratelli Prantil di Priò. In posizione avanzata verso l'arco santo, l'altare ad ara a sezione rettangolare è in pietra calcarea "bianco verdello" e nembro rosato, in parte lavorato a superfici irregolari ed elevato su di una propria predella quadrata sempre in nembro rosato. L'ambone è realizzato con i medesimi materiali sulla scala del presbiterio, a sinistra, proteso verso la navata; anch'esso dotato di predella, reca una decorazione figurata stilizzata a rilievo a tema pasquale sul parapetto mistilineo. La sede è stata posizionata a destra dell'altare, leggermente arretrata, e presenta le stesse caratteristiche materiche degli altri due poli, con in più la seduta in legno di noce; anch'essa è elevata su di una predella mistilinea che le fa da base. È presente l'altare maggiore storico con il proprio tabernacolo che contiene la custodia eucaristica, ma non le balaustre, rimosse con il primo adeguamento nel 1968 circa.
fonte battesimale - intervento strutturale (2003)
Il fonte battesimale storico, già trasferito a destra dell'arco santo nel corso del precedente adeguamento, è stato riportato in controfacciata a sinistra, presso la nicchia, e dotato di una propria pedana in pietra.
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