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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sfruz
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Agata
Parrocchia di Sant'Agata
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1967-1969); sede - aggiunta arredo (1967-1969 circa (?)); fonte battesimale - intervento strutturale (1967-1969)
1537 - 1616(menzione intero bene); 1645 - 1645(fusione campana); 1728 (?) - XVIII(ricostruzione intero bene); 1747 - 1747(sopraelevazione (?) campanile); 1808/10/12 - 1808/10/12(erezione a espositura carattere generale); 1855 - 1865(trasferimento cimitero); 1862/03/01 - 1869(realizzazione sagrato intorno); 1878 - 1878(fusione campane); 1889 - 1889(ristrutturazione interno); 1913 - 1913(decorazione interno); 1921 - 1921(fusione campane); 1922/07/15 - 1922/07/15(erezione a parrocchia carattere generale); 1924 - 1924(decorazione campanile); 1933 - 1933(decorazione interno); 1961 - 1961(ristrutturazione interno); 1965 - 1965(costruzione navata minore); 1967 - 1969(adeguamento liturgico interno); 1972 - 1973(lavori interno); 1991 - 1996(ristrutturazione esterno); 2009 - 2011/06/01(restauro e rinnovo impianti intero bene); 2012 - 2014(restauro interno)
Chiesa di Sant'Agata
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Agata <Sfruz>
Altre denominazioni S. AGATA vergine e martire
S. Agata
Autore (ruolo)
Bianchi, Pietro (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1537 - 1616 (menzione intero bene)

La visita pastorale clesiana ricorda la presenza di una cappella di Sant'Agnese ai Masi di Sfruz; il piccolo edificio, più tardi menzionato con la titolazione a Sant'Agata che ancora oggi conserva, nel 1579 aveva, oltre all'altare maggiore dedicato alla titolare, un secondo altare di San Giorgio, mentre nel 1616 ne ricevette un terzo, dedicato a Santa Lucia.

1645  (fusione campana)

La campana più antica della chiesa venne fusa nel 1645.

1728 (?) - XVIII (ricostruzione intero bene)

Il tempio fu ricostruito in forme più ampie nel secondo quarto del Settecento, sembra a partire dal 1729 (Weber 1938) o dal 1728, data incisa sull'acquasantiera a colonna poi trasformata in fonte battesimale. Nel 1742 gli atti visitali ne vietarono l'uso fino a che non fosse stato benedetto (il cantiere doveva dunque essersi chiuso da poco) e sicuramente alcune opere di completamento non erano finite, come il portale maggiore, che porta la data del 1744. Va dunque rivista la tradizionale attribuzione a Pietro Bianchi da Brienno, riportata da tutta la bibliografia, ma di fatto incompatibile con l'estensione dell'attività lavorativa del maestro architetto e stuccatore fino al 1808; a meno che non si tratti qui di un omonimo, da identificare con il Pietro Bianchi attivo ad Agrone (Pieve di Bono) tra il 1721 e il 1726. Dalla successiva visita del 1766 sappiamo che la chiesa era stata ricostruita quasi per intero, doveva a quel punto essere benedetta, ma ancora mancava della consacrazione.

1747  (sopraelevazione (?) campanile)

La data del 1747, presente su una delle pietre del fusto del campanile, poco sotto la mostra dell'orologio, testimonia di lavori eseguiti alla struttura, probabilmente sopraelevata per adeguarsi alle proporzioni della nuova chiesa.

1808/10/12  (erezione a espositura carattere generale)

Il 12 ottobre 1808 la chiesa fu eretta a espositura della pieve di Smarano, ottenendo il fonte battesimale e la custodia eucaristica.

1855 - 1865 (trasferimento cimitero)

L'antico cimitero si trovava a destra della chiesa, esteso dal campanile alla facciata; nel 1824 si decise il suo trasferimento a sud del paese, iniziato nel giugno del 1855 e concluso dieci anni dopo.

1862/03/01 - 1869 (realizzazione sagrato intorno)

Una volta trasferito il camposanto, fu possibile progettare la sistemazione del sagrato e della zona circostante la chiesa. Il 21 maggio 1859 il geometra Nicolò Felin di Cles presentò i suoi disegni in Comune; dopo alcune modifiche imposte dall'ingegnere distrettuale Mensburgerm, il progetto fu approvato il 1° marzo 1862. I lavori di realizzazione delle scalinate di accesso alla facciata e di costruzione dell'antica casa canonica (oggi sede comunale) terminarono nel 1869.

1878  (fusione campane)

I fratelli Poli di Vittorio Veneto fusero tre campane nel 1878.

1889  (ristrutturazione interno)

Nel 1889 venne sistemata e parzialmente sostituita la pavimentazione; le piastrelle utilizzate furono acquistate dalla ditta austriaca Kiefer di Oberalm, nel Salisburghese, e giunsero a Mezzolombardo il 26 settembre. In quell'occasione furono rimosse alcune lapidi pavimentali settecentesche e anche l'altare maggiore venne sostituito, mantenendo però portine laterali e tabernacolo settecenteschi.

1913  (decorazione interno)

Domenico Primon da Bassano realizzò una prima decorazione della chiesa, oggi visibile solamente sulla volta del presbiterio, nel 1913.

1921  (fusione campane)

La requisizione delle campane ordinata dal governo austroungarico per la guerra colpì anche la chiesa di Sfruz, che perse i tre bronzi ottocenteschi e poté conservare solamente quello più antico; nel 1921 ne ricevette tre nuovi, realizzati dalla fonderia Francesco D'Adda di Crema.

1922/07/15  (erezione a parrocchia carattere generale)

L'erezione a parrocchia avvenne il 15 luglio 1922.

1924  (decorazione campanile)

La mostra di orologio dipinta sul fusto del campanile reca la data del 1924.

1933  (decorazione interno)

Metodio Ottolini decorò le volte della navata, le pareti del presbiterio e il catino absidale con dipinti murali figurati nel 1933; in quell'occasione vennero parzialmente rifatti gli intonaci ammalorati dall'umidità.

1961  (ristrutturazione interno)

Nel 1961 venne rifatta la pavimentazione in marmo botticino e nembro e si realizzò un rivestimento di 120 cm lungo le pareti in marmo rosso broccato scuro e travertino chiaro. Venne inoltre acquistato dalla ditta Fratelli Ruffatti di Padova il nuovo organo, posto alle spalle dell'altare maggiore e inaugurato il 5 febbraio 1964; per contenere le canne delle note basse si riutilizzarono le ancone lignee gemelle datate 1922 che si trovavano in origine l'una di fronte all'altra nella seconda campata della navata e ospitavano le statue dell'Immacolata e di Santa Barbara.

1965  (costruzione navata minore)

Già a partire dal 1931, in un carteggio tra il parroco e la commissione diocesana di arte sacra, era stato sollevato il problema dello spazio interno insufficiente per i fedeli; allora la comunità di Sfruz, con un progetto dell'architetto Tiella di Rovereto, intendeva rimuovere gli altari minori lignei, trasferire il pulpito sul lato destro, presso la sacrestia, sventrare la terza campata sinistra della navata e costruire qui una piccola cappella, dove collocare un altare marmoreo con la statua del Sacro Cuore. Benché i lavori fossero stati autorizzati dalla commissione nel 1932, la cappella non venne più realizzata. Fu soltanto nel 1965 che, riprendendo un suggerimento espresso dalla commissione stessa trent'anni prima, si procedette allo sfondamento della navata originaria mediante arcate, realizzando una navata minore di tre campate, dove vennero collocati due confessionali e la Via Crucis.

1967 - 1969 (adeguamento liturgico interno)

Tra il 1967 e il 1969 venne attuato l'adeguamento liturgico strutturale, con la demolizione delle balaustre, parzialmente reimpiegate per la realizzazione dell'altare verso il popolo e dell'ambone, e il trasferimento del fonte dalla primitiva cappella battesimale, nella seconda campata a sinistra, allo spazio della terza campata presso l'arcata di collegamento tra la navata maggiore e quella minore appena costruita.

1972 - 1973 (lavori interno)

Nel dicembre del 1972 venne autorizzata dall'Ufficio Liturgico della diocesi la realizzazione di una bussola in legno per l'ingresso principale; anche alcune delle vetrate, presumibilmente quelle della navata minore, dovrebbero risalire alla fine del 1972 o all'inizio del 1973.

1991 - 1996 (ristrutturazione esterno)

Presumibilmente nei primi anni Novanta lo scavo di un canale di drenaggio esterno tentò di risolvere il problema dell'umidità delle pareti, che vennero poi ritinteggiate; nel luglio del 1996 il geometra Giuseppe Wegher redasse un progetto di parziale rifacimento degli intonaci perimetrali fino ad un'altezza di circa 2 m, e di rimozione delle barriere architettoniche dall'accesso laterale, sul fianco destro, realizzando una rampa regolamentare in pietra calcarea "rosso Trento" con parapetto in ferro e un ampio pianerottolo alla soglia, oltre che tre gradini di collegamento al piazzale sottostante a ridosso del campanile. Con l'occasione si provvide a risanare le gradinate e i parapetti esistenti davanti alla facciata. Tale progetto fu approvato dall'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento il 21 agosto dello stesso anno.

2009 - 2011/06/01 (restauro e rinnovo impianti intero bene)

In data 20 ottobre 2008 l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento diede parere favorevole al progetto di sostituzione del generatore di calore e di adeguamento alla normativa sulla sicurezza antincendi del locale caldaia, presentato dall'architetto Chiara Zanolini. Nella stessa occasione venne presentato il progetto di adeguamento dell'impianto elettrico e di illuminazione della chiesa e quello di installazione di un impianto antifurto a protezione dei dipinti da poco restaurati. Un più generale progetto di restauro degli esterni a firma del medesimo architetto Zanolini fu approvato nel 2009; i lavori, iniziati il 29 giugno 2010 e terminati a distanza di quasi un anno, il 1° giugno 2011, interessarono il tetto, con la sostituzione integrale del manto di copertura e delle lattonerie e parziale del tavolato ligneo, e gli intonaci, rifatti ove ammalorati, restaurati e ripuliti.

2012 - 2014 (restauro interno)

I lavori di completamento del precedente restauro, autorizzati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici della Provincia Autonoma di Trento nel giugno del 2012 e riguardanti gli intonaci interni, si prolungarono fino all'autunno del 2014 a seguito dello scoprimento e del successivo restauro del fregio decorativo settecentesco a motivi di frutta e foglie affrescato lungo le pareti.
Descrizione

La prima menzione di un luogo di culto a Sfruz, dedicato Sant'Agnese, risale alla visita pastorale clesiana del 1537; ma l'edificio attuale, dedicato a Sant'Agata, orientato a nord-est e posto nella zona centrale del paese, vide la luce nel secondo quarto del XVIII secolo, a partire presumibilmente dal 1728; al nucleo storico della chiesa si aggiunse la navata minore sinistra solamente nel 1965. La semplice facciata a due ripidi spioventi è preceduta dal sagrato, elevato su di una scalinata a rampe convergenti; reca un bel portale lapideo a luce architravata con frontone a centinatura rientrante sormontato da vasi di fiori, la statua della titolare entro nicchia e un oculo centrale. Il fianco sinistro è caratterizzato dall'emergere della navata minore, forata da tre finestre a lunetta, ripetute nella porzione di muratura corrispondente alla navata maggiore; al fondo della navata minore un locale absidato contiene la centrale termica. Sul lato destro, dotato di solo due lunette, sono presenti l'ingresso secondario architravato protetto da un tettuccio in lamiera e la sacrestia, dotata di aperture rettangolari disuguali su tre lati. Nel mezzo si eleva il campanile, di struttura probabilmente anteriore alla chiesa, con fusto punteggiato da feritoie, marcato dalla presenza dei conci angolari sfalsati in pietra a vista e diviso in tre tronconi di altezza disuguale da cornici orizzontali, sull'ultimo dei quali è dipinta la mostra di orologio; quattro aperture centinate protette da scuroni sfondano la cella, mentre la copertura conica in pietra è serrata tra acroteri angolari. Una finestra a lunetta illumina il presbiterio sul lato sinistro, mentre due finestre rettangolari simmetriche protette da inferriate si aprono nell'abside semicircolare. L'interno è diviso in due navate disuguali, separate da un'arcata a pieno centro per ognuna delle tre campate. La navata maggiore storica, coperta da volte a botte unghiata, è ritmata da coppie di pilastri addossati con capitelli ionici rudentati, sorreggenti le arcate longitudinali e trasversali; lungo la parete destra si aprono l'ingresso secondario (nella seconda campata) e una cappella con l'altare del Sacro Cuore entro una piccola nicchia centinata (nella terza), mentre un secondo altare laterale dedicato alla Madonna è addossato alla parete di fondo della navata minore, voltata a crociera. Il presbiterio rettangolare, anch'esso coperto da volta a botte unghiata, è elevato di due gradini, introdotto dall'imponente arco santo e chiuso in fondo dall'altare maggiore marmoreo; l'abside semicircolare ospita l'organo a doppia cassa. Dipinti murali di Domenico Primon (1913) ornano la volta del presbiterio, mentre tutte le altre decorazioni sono di Metodio Ottolini (1933); il fregio originale settecentesco affrescato a foglie e frutti, recentemente scoperto e restaurato, percorre il perimetro dell'edificio storico.
Preesistenze
La porzione inferiore del fusto del campanile dovrebbe precedere la ricostruzione della chiesa.
Pianta
Navata maggiore a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, affiancata a sinistra da navata minore a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.
Facciata
Semplice facciata a due ripidi spioventi con sagrato elevato su di una scalinata a rampe convergenti; portale lapideo a luce architravata con frontone a centinatura rientrante sormontato da vasi di fiori e da una statua sommitale entro nicchia. Oculo centrale; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fianco sinistro caratterizzato dall'emergere della navata minore, forata da tre finestre a lunetta, ripetute nella porzione di muratura corrispondente alla navata maggiore; al fondo della navata minore un locale absidato contiene la centrale termica. Sul lato destro, dotato di solo due lunette, sono presenti l'ingresso secondario architravato protetto da un tettuccio in lamiera, il fusto del campanile e la sacrestia, dotata di aperture rettangolari disuguali su tre lati. Breve presbiterio rettangolare con finestra a lunetta sul lato sinistro e abside semicircolare con due finestre rettangolari simmetriche protette da inferriate; finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare elevata sul fianco destro della chiesa, tra la navata maggiore e il presbiterio, dotata di un accesso architravato sul lato sud-ovest; fusto punteggiato da feritoie su tre lati, marcato dalla presenza di conci angolari sfalsati in pietra a vista e diviso in tre tronconi di altezza disuguale da cornici orizzontali, sull'ultimo dei quali è dipinta la mostra di orologio. Quattro aperture centinate protette da scuroni sfondano la cella; copertura conica in pietra serrata tra acroteri angolari e conclusa da globo apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata maggiore e presbiterio coperti da volte a botte unghiata; navata minore da volte a crociera; catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra navata maggiore, presbiterio e sacrestia, a spiovente unico sulla navata minore, di forma conica sopra l'abside. Struttura portante in legno e manto di copertura in lamiera di rame; tetto del campanile in pietra.
Interni
Interno diviso in due navate disuguali, separate da un'arcata a pieno centro per ognuna delle tre campate. La navata maggiore storica è ritmata da coppie di pilastri addossati con capitelli ionici rudentati, sorreggenti le arcate longitudinali e trasversali; lungo la parete destra si aprono l'ingresso secondario (nella seconda campata) e una cappella con altare entro una piccola nicchia centinata (nella terza), mentre un secondo altare laterale è addossato alla parete di fondo della navata minore. Presbiterio rettangolare elevato di due gradini, introdotto dall'imponente arco santo e chiuso in fondo dall'altare maggiore marmoreo; abside semicircolare ospitante l'organo a doppia cassa. Il marcapiano corrente plurimodanato raccorda la navata maggiore al catino absidale. Finiture a intonaco tinteggiato ove non vi siano dipinti murali; volte della navata minore rivestite da pannelli fonoassorbenti.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento del presbiterio, della fascia centrale della navata maggiore e del settore di collegamento con la navata minore in lastre rettangolari di marmo botticino disposte in corsi paralleli e sfalsati; lastre di marmo nembro grigio altrove; coro pavimentato in legno.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati di Metodio Ottolini ornano le volte della navata maggiore, le pareti del presbiterio e il catino absidale, mentre sulla volta del presbiterio vi è un residuo della primitiva decorazione realizzata da Domenico Primon da Bassano; il fregio perimetrale affrescato a foglie e frutti, coevo alla ricostruzione, è stato recentemente scoperto e restaurato.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1967-1969)
L'adeguamento liturgico del presbiterio è stato attuato tra il 1967 e il 1969 rimuovendo le balaustre marmoree e reimpiegandole parzialmente per realizzare il fusto dell'altare verso il popolo a tavolo, avanzato verso l'arco santo, a raso pavimento, completato da pianale in legno; una seconda porzione di balaustra, all'arco santo, a destra, costituisce il corpo dell'ambone, integrato da una struttura lignea con il leggio. E' presente l'altare maggiore storico con il proprio tabernacolo, che contiene la custodia eucaristica.
sede - aggiunta arredo (1967-1969 circa (?))
Una sedia a braccioli in legno con seduta imbottita, entro il presbiterio, a destra, costituisce la sede.
fonte battesimale - intervento strutturale (1967-1969)
Con l'intervento di adeguamento liturgico del 1967-1969 il fonte battesimale, un tempo collocato in una cappella nella seconda campata sinistra della navata (oggi non più esistente), venne trasferito nella terza campata, presso l'arcata di collegamento tra navata maggiore e navata minore e dotato di un nuovo coperchio in bronzo di Luciano Carnessali.
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