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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Cles
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2003)
XI - XI(costruzione intero bene); 1128 - 1128(menzione carattere generale); 1180 - 1180(menzione carattere generale); 1188 - 1188(menzione carattere generale); 1475/07/02 - 1475/07/02(menzione carattere generale); 1507 - 1523/08/16(ricostruzione intero bene); 1614 - 1614(ampliamento intero bene); 1619/09/23 - 1619/09/23(erezione ad arcipretale carattere generale); 1643 - 1643(costruzione organo); 1738 - 1739(restauro sacrestia); 1774 - 1774(costruzione pavimentazione); 1787 - 1787(titolo di sede decanale carattere generale); 1787 - 1787(installazione meridiana); 1804 - 1804(completamento campanile); 1818 - 1823(ampliamento intero bene); 1844 - 1844(costruzione pulpito); 1860 - 1865(restauro copertura); 1865 - 1866(restauro presbiterio); 1880 - 1880(rifacimento pavimentazione); 1941 - 1950(restauro intero bene); 1970 - 1973(restauro interno); 2001 - 2003(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Cles>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Leita, Bartolomeo (ampliamento)
Donati, Giovanni Maria (progetto ampliamento)
Delai, Antonio di Andrea (ricostruzione)
Delai, Simone (ricostruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura rinascimentale clesiana (costruzione)
Notizie Storiche

XI  (costruzione intero bene)

Si può ipoteticamente collocare l'erezione del primo edificio sacro nel secolo XI; tuttavia, non esistono fonti certe in merito (incerta).

1128  (menzione carattere generale)

La prima menzione della pieve di Cles pare essere quella riportata in una pergamena rinvenuta nei pressi della chiesa di San Biagio di Nanno, risalente al 1128, anno in cui vi fu una vertenza tra la comunità facente capo alla pieve di Cles da una parte, e le comunità di Nanno e Portolo, dall'altra, a proposito di confini territoriali di competenza; queste ultime due erano allora sotto la giurisdizione ecclesiastica della pieve di Tassullo.

1180  (menzione carattere generale)

A questo anno è riferita la stesura di un documento che menziona l'ecclesiastico Bertoldus, il quale figura come primo pievano noto.

1188  (menzione carattere generale)

Nel 1188 viene espressamente nominata la chiesa pievana di Santa Maria di Cles in un atto di vendita di beni tra Arpone di Castel Cles e Alberto di Campo stipulato nel coro della chiesa.

1475/07/02  (menzione carattere generale)

Grazie all'intercessione del cavaliere Ildebrando Clesio, alcuni cardinali concedono un'indulgenza di cento giorni a chi avesse visitato la chiesa parrocchiale di Cles e offerto del denaro al fine di ripararla e conservarla nei giorni delle feste principali dedicate alla Madonna. Dalla bolla si può intuire che la chiesa versasse in cattivo stato e necessitasse quindi di interventi conservativi.

1507 - 1523/08/16 (ricostruzione intero bene)

Su commissione del principe vescovo Bernardo Clesio, la chiesa viene ricostruita in forme nuove; le spese sono sostenute tramite le rendite dei beni della chiesa, il contributo personale di Clesio e quello della comunità di Cles. La nuova fabbrica viene diretta da Baldassarre Clesio, in qualità di regolano maggiore della comunità e capitano delle valli, mentre il progetto è curato da tali maestri muratori Simone, Pietro e Antonio, che Costa (1986) ha voluto identificare con alcuni maestri comacini della famiglia Medaglia della val d'Intelvi, mentre Rasmo (1982) identifica due dei maestri nelle figure di Simone di Fedele e Antonio di Andrea (quest'ultimo operante, nello stesso periodo, anche a Tres). Il campanile viene eretto tra 1505 e 1518, anno in cui la cuspide viene coperta da lamine di piombo giunte da Mezzolombardo. Ultimata verso il principio del terzo decennio del XVI secolo, la chiesa viene solennemente consacrata da Bernardo Clesio nel 1523.

1614  (ampliamento intero bene)

La copertura della chiesa viene rinnovata, e viene eretta la sacrestia.

1619/09/23  (erezione ad arcipretale carattere generale)

Il cardinale e vescovo Carlo Madruzzo, recatosi alla Dieta di Ratisbona, presumibilmente assieme al pievano di Cles Martino Martinelli, con un diploma formale eleva la chiesa parrocchiale di Cles ad arcipretale, ed il pievano ad arciprete.

1643  (costruzione organo)

L'organo viene costruito in quest'anno da alcuni artigiani ginevrini.

1738 - 1739 (restauro sacrestia)

In questi due anni sono documentati lavori nella sacrestia, presso il cui portale di accesso viene murato un antico doccione, sul quale viene inciso il millesimo "1739".

1774  (costruzione pavimentazione)

Ad opera dell'artigiano Giovanni Battista Sartori di Castione, la navata ed il presbiterio vengono pavimentati, e vengono realizzati i gradini di congiunzione tra gli ambienti.

1787  (titolo di sede decanale carattere generale)

Un catalogo del clero della diocesi tridentina viene stampato in questo anno; da questo emerge che all'epoca Cles era già sede decanale, comprensiva di sedici parrocchie.

1787  (installazione meridiana)

La meridiana posta sul prospetto esterno meridionale, recante il millesimo "1787", viene installata.

1804  (completamento campanile)

In questo anno vengono costruite la volta del primo piano del campanile e l'accesso esterno ad esso con la relativa gradinata.

1818 - 1823 (ampliamento intero bene)

In questi anni si procede ad un'opera di ampliamento dell'edificio sacro su disegno dell'ingegnere Giovanni Maria Donati e con la collaborazione di Bortolo Leita, Giovanni Fellin, Carlo Bianchi e Giacomo Perini. La piazza antistante l'edificio viene ampliata e spianata, tramite lo spostamento del cimitero, fino a quel momento adiacente alla chiesa, in una nuova posizione; durante l'abbattimento della facciata viene rinvenuto un frammento di lapide romana iscritta. La navata dell'edificio viene prolungata di due campate, e vengono erette due cappelle laterali. I lavori vengono ultimati con il completamento della copertura, delle nervature in stucco della volta reticolare e con la messa in posa delle vetrate; segue un'opera di tinteggiatura e l'approntamento della pavimentazione. Al 1823 risale l'edificazione della cantoria.

1844  (costruzione pulpito)

In quest'anno viene eretto il pulpito in pietra di Priò.

1860 - 1865 (restauro copertura)

La copertura subisce, in questi anni, un restauro parziale.

1865 - 1866 (restauro presbiterio)

In questi anni viene ripristinata la balaustrata, danneggiata in qualche intervento precedente non meglio specificato, e si procede al rifacimento della pavimentazione del presbiterio.

1880  (rifacimento pavimentazione)

In questo periodo viene rinnovata la pavimentazione della navata.

1941 - 1950 (restauro intero bene)

L'edificio subisce un'opera di restauro conservativo di proporzioni non meglio specificate dalla bibliografia; la relazione tecnica del progetto di restauro concluso nel 2003, curato dall'architetto Chiara Zanolini, riporta che in quell'occasione tutti gli intonaci interni vennero ricoperti da uno strato di malta grezza al fine di livellare le pareti della navata e del presbiterio.

1970 - 1973 (restauro interno)

Nell'arco di questi tre anni vengono effettuate alcune opere di restauro ed alcuni interventi in vista del previsto adeguamento dei poli liturgici del presbiterio (che verrà effettuato soltanto trenta anni dopo); vengono rimossi gli altari ai lati dell'arco santo, così come il pulpito, e si procede a rinnovare la pavimentazione interna della navata e del presbiterio.

2001 - 2003 (restauro intero bene)

Su progetto dell'architetto Chiara Zanolini e degli ingegneri Rinaldo Meneghini e Silvano Bertoldi, viene realizzata un'ampia opera di restauro conservativo, che vede l'installazione e il rinnovo di alcuni impianti, la pulizia ed il restauro degli apparati lapidei e degli intonaci interni ed esterni, il rifacimento della copertura, il restauro completo della sacrestia. Durante i lavori emergono tracce di un edificio precedente il nucleo originario della chiesa, presumibilmente eretto tra IV e IX secolo avanti Cristo.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Cles è documentata con certezza a partire dall'anno 1188, ma esistono documenti che testimoniano l'esistenza della relativa pieve a partire dal principio del XII secolo, quando vi fu una vertenza tra le pievi di Cles e quella di Tassullo circa le rispettive aree territoriali di influenza. Dell'edificio originario non è rimasta traccia, dati i noti interventi architettonici commissionati da Bernardo Clesio nel primo quarto del XVI secolo, destinati a fare scuola e indicati in seguito come simbolici dello "stile clesiano". L'edificio, nelle sue forme odierne, è frutto di un ulteriore rimaneggiamento occorso nel primo quarto del XIX secolo, quando la navata viene prolungata di due ulteriori campate. La facciata è a due ripidi spioventi, serrata da contrafforti angolari. Al centro si apre il portale inquadrato da un doppio ordine di paraste: le inferiori reggono la trabeazione e inquadrano la luce della porta; le superiori affiancano una lunetta figurata e sostengono una seconda trabeazione. Sopra il portale sono un oculo strombato profilato da motivo a cordone e una monofora archiacuta. Le fiancate sono ritmate, a livello della navata, da otto contrafforti lapidei digradanti, corrispondenti all'articolazione interna delle campate; il prospetto settentrionale è aperto da una finestra presso la prima campata; a livello della quarta campata è posto un ingresso laterale, dotato di portale lapideo architravato. È apprezzabile, a livello della sesta campata, l'emergenza della cappella laterale interna. Il volume leggermente arretrato del presbiterio è occultato dal corpo del campanile. La fiancata destra presenta quattro finestre a tutto sesto, strombate e dotate di cornice lapidea; è presente un accesso laterale all'altezza della quarta campata, e un'emergenza a livello della sesta. A livello del presbiterio si impone il volume della sacrestia. Il prospetto orientale rivela il profilo poligonale dell'abside, i cui stipiti sono marcati da contrafforti a sezione triangolare, aperta da due finestre simili a quelle aperte sulla navata, e da un oculo strombato presso la parete di fondo. Il campanile presenta un fusto quadrangolare ritmato da tre cornici; presso il prospetto occidentale è presente un accesso sopraelevato servito da due rampe di scalini in legno. I quattro prospetti presentano i quadranti dell'orologio appena al di sotto della cella campanaria; questa è marcata da una cornice ed è aperta su tutti i lati da una bifora trilobata coronata da apertura quadrilobata, inserita in una cornice lapidea archiacuta. Il piano sommitale reca doccioni angolari (zoomorfi sugli stipiti rivolti a mezzogiorno) e presenta frontoni ribassati aperti da un secondo ordine di bifore trilobate, su tutti i prospetti, culminanti con sfera e croce apicale. Su questi si innesta la ripida cuspide a piramide ottagonale, coperta da scandole di larice e coronata da sfera dorata e croce apicale. L'interno presenta una navata unica, scandita in sette campate dai peducci di sostegno alle nervature della volta reticolare. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sorretta da quattro colonne marmoree, delle quali due semi addossate alle pareti laterali. L'accesso alla cantoria è garantito da due scale a chiocciola poste ai lati dell'ingresso principale. Le pareti laterali, a livello della sesta campata, sono aperte da arcate lapidee a tutto sesto, sorrette da semi pilastri su cappelle laterali. L'arco santo archiacuto ed i pilastri semi addossati alle pareti a profilo poligonale e dotati di basamento, introducono all'ambiente del presbiterio; questo è elevato da tre gradini rispetto al piano della navata, è coperto da una volta reticolare e presenta due accessi contrapposti, dotati di portale lapideo architravato sulle pareti laterali, quello sinistro ai locali della torre campanaria, il destro ai locali di sacrestia.
Pianta
Navata a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a due ripidi spioventi, serrata da contrafforti angolari digradanti disposti secondo linee divergenti, la cui zoccolatura prosegue anche lungo la parte inferiore del prospetto. Al centro si apre il portale inquadrato da un doppio ordine di paraste: le inferiori, ribattute e poggianti su zoccoli, reggono la trabeazione con fregio liscio e inquadrano la luce della porta; le superiori, alte la metà di quelle sottostanti, affiancano una lunetta figurata e sostengono una seconda trabeazione con fregio liscio e cornice aggettante, ai lati della quale sono collocati due vasi fiammati. Sopra il portale sono un rilievo recante un'insegna cardinalizia, un oculo strombato profilato da motivo a cordone e, alla sommità della fronte, una monofora archiacuta. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Prospetti
Le fiancate sono ritmate, a livello della navata, da otto contrafforti lapidei digradanti, corrispondenti all'articolazione interna delle campate, la cui zoccolatura prosegue anche lungo la parte inferiore degli alzati; il prospetto settentrionale è aperto da una finestra a tutto sesto, strombata e dotata di cornice lapidea, presso la prima campata; a livello della quarta campata è posta una tettoia in legno coperta da scandole a protezione dell'ingresso laterale, dotato di portale lapideo architravato sovrastato da un rilievo con armi gentilizie. È apprezzabile, a livello della sesta campata, l'emergenza della cappella laterale interna, coperta da una falda inclinata. Il volume leggermente arretrato del presbiterio è occultato dal corpo del campanile. La fiancata destra presenta quattro finestre a tutto sesto, strombate e dotate di cornice lapidea, aperte lungo la navata; come nella fiancata sinistra, è presente un accesso laterale all'altezza della quarta campata, non coperto da tettoia, e un'emergenza a livello della sesta campata. A livello del presbiterio si impone il volume della sacrestia. Il prospetto orientale rivela una scalinata d'accesso ai locali sopraelevati della sacrestia ed il profilo poligonale dell'abside, i cui stipiti sono marcati da contrafforti a sezione triangolare, aperta da due finestre simili a quelle aperte sulla navata in corrispondenza dei lati diagonali, e da un oculo strombato presso la parete di fondo. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista.
Campanile
Il campanile, aderente al fianco sinistro del corpo del presbiterio, presenta un fusto quadrangolare ritmato da tre cornici. Presso il prospetto occidentale è presente un accesso sopraelevato servito da due rampe di scalini in legno. I quattro prospetti presentano i quadranti dell'orologio appena al di sotto della cella campanaria; questa è marcata da una cornice ed è aperta su tutti i lati da una bifora trilobata coronata da apertura quadrilobata, inserita in una cornice lapidea archiacuta. Il piano sommitale, marcato da una quarta cornice, reca doccioni angolari (zoomorfi sugli stipiti rivolti a mezzogiorno) e presenta frontoni ribassati aperti da un secondo ordine di bifore trilobate, più piccole, su tutti i prospetti, culminanti con sfera e croce apicale. Su questi si innesta la ripida cuspide a piramide ottagonale, coperta da scandole di larice e coronata da sfera dorata e croce apicale. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato e cantonali lapidei sfalsati.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volta reticolare in muratura con nervature lapidee ed in stucco presso la navata, volta reticolare con nervature lapidee sopra il presbiterio.
Coperture
Copertura a due falde sopra la navata, a più falde convergenti presso il presbiterio e l'abside. Struttura portante in legno, manto di copertura in scandole di larice.
Interni
L'interno presenta una navata unica, scandita in sette campate dai peducci di sostegno alle nervature della volta reticolare, posti presso le pareti laterali. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sorretta da quattro colonne marmoree con capitello lapideo composito e alto basamento modanato e specchiato, delle quali due semi addossate alle pareti laterali. L'accesso alla cantoria è garantito da due scale a chiocciola poste ai lati dell'ingresso principale. Presso la quarta campata sono posti due ingressi laterali contrapposti; le pareti laterali, a livello della sesta campata, sono aperte da arcate lapidee a tutto sesto, sorrette da semi pilastri dotati di cornice d'imposta, su ambienti aventi la funzione di cappelle laterali. L'arco santo lapideo archiacuto ed i pilastri in pietra che lo sostengono, semi addossati alle pareti, a profilo poligonale e dotati di basamento, introducono all'ambiente del presbiterio; questo è elevato da tre gradini rispetto al piano della navata, è coperto da una volta reticolare le cui nervature poggiano su peducci lapidei e presenta due accessi contrapposti, dotati di portale lapideo architravato e sormontato da elemento a conchiglia sulle pareti laterali, quello a sinistra ai locali della torre campanaria, il destro ai locali di sacrestia. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi lapidei a vista; le cornici delle finestre, le arcate ed i pilastri di sostegno ad esse sono a conci in pietra calcarea bianchi e rossi, alternati.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata ed il presbiterio presentano una pavimentazione a quadrotte in pietra calcarea, bianche e rosse, disposte a corsi diagonali.
Elementi decorativi
Sono presenti alcune porzioni di un impianto decorativo ad affresco, aventi carattere figurativo, presso la parete esterna settentrionale, in prossimità dell'accesso, ed una meridiana dipinta presso la parete esterna meridionale, all'altezza della quarta campata della navata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2003)
L'adeguamento liturgico è stato attuato su progetto dell'architetto Chiara Zanolini. L'altare verso il popolo, opera di Livio Conta, così come l'ambone e la sede, è ad ara, in marmo biancone di Verona, avente base a sezione rettangolare e corpo a parallelepipedo movimentato da motivi ondulati incisi e scavati in bianco e oro, ed è posto nel centro del presbiterio. Presso il piedritto sinistro dell'arco santo, all'interno del presbiterio, è collocato l'ambone in marmo biancone di Verona, dotato di alta base sagomata e corpo mistilineo movimentato da linee incise e solchi a bassorilievo. La sede del celebrante, sempre in marmo veronese, è collocata presso il piedritto destro dell'arco santo, all'interno del presbiterio. Il presbiterio conserva sia l'altare maggiore storico, il cui tabernacolo è impiegato come custodia eucaristica, sia le balaustre; queste ultime però non sono collocate nella posizione originaria, ma sono state arretrate al livello dell'altare maggiore, al fine di creare lo spazio necessario alla posa dei nuovi poli liturgici.
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