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Ugento
Ugento - Santa Maria di Leuca
chiesa
parrocchiale
Maria Santissima Assunta in Cielo
Parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo
Coperture; Impianto strutturale; Pianta; Scale; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (1990)
XII - XII(costruzione fondazioni); 1718 - 1743(costruzione intero bene); 1743 - 1743(consacrazione carattere generale); 1843 - 1843(costruzione campanile); 1855 - 1855(costruzione pronao); 2011 - 2011(restauro intero bene); 2018 - 2018(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta in Cielo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Santissima Assunta in Cielo <Ugento>
Altre denominazioni Cattedrale
Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo
Autore (ruolo)
Margoleo, Tommaso Pasquale (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (intero bene)
Notizie Storiche

XII  (costruzione fondazioni)

Dell'antico corpo di fabbrica medievale purtroppo oggi nulla è visibile, ma sappiamo che doveva essere a tre navate, col tetto in legno e che doveva occupare l'attuale sagrato del duomo;

1718 - 1743 (costruzione intero bene)

l'odierna cattedrale è il frutto di una ricostruzione effettuata nella prima metà del XVIII secolo, alle spalle del precedente sacro edificio. I lavori di ricostruzione iniziarono precisamente nel 1718 ma il cantiere si protrasse per decenni a causa dell'assenza di denaro sufficiente e di varie vicissitudini, tra cui il cambio dalle maestranze, con il clan De Giovanni di San Pietro in Galatina che venne sostituito da Tommaso Margoleo di Martano.

1743  (consacrazione carattere generale)

La cattedrale fu consacrata il 30 giugno 1743 ed intitolata a San Vincenzo Levita e Martire (protettore della città e della diocesi) e alla Madonna Assunta, come recita l'iscrizione posta in controfacciata, sopra il tamburo di accesso, del 1770.

1843  (costruzione campanile)

Il campanile fu realizzato nel 1843.

1855  (costruzione pronao)

Il pronao all'esterno in stile neoclassico fu fatto realizzare nel 1855 da mons. Francesco Bruni (1837-1863), come ricorda l'iscrizione sotto il timpano e lo stemma vescovile posizionato sul fronte;

2011  (restauro intero bene)

Nel 2011 la cattedrale è oggetto di diversi interventi di restauro conservativo. Durante i lavori vengono ripristinate le cromie settecentesche degli altari laterali.

2018  (restauro intero bene)

Nel 2018 la cattedrale è oggetto di diverse operazioni di restauro conservativo come il consolidamento e restauro delle murature portanti, consolidamento e restauro facciate, consolidamento e restauro del campanile, consolidamento e restauro interni, consolidamento e restauro bonifica delle murature dall'umidità, consolidamento e restauro revisione o sostituzione infissi esterni e l'adeguamento degli impianti elettrici
Descrizione

L'esterno è dominato in facciata dal pronao in stile neoclassico, realizzato nel 1855 da mons. Francesco Bruni (1837-1863), come ricorda l'iscrizione sotto il timpano e lo stemma vescovile posizionato sul fronte, mentre il campanile era stato realizzato nel 1843. In pianta il sacro edificio è a croce latina con otto altari, oltre a quello maggiore e alla cappella del SS. Sacramento. A sinistra dell'ingresso si incontra il fonte battesimale marmoreo, benedetto il 20 maggio 1747; alle spalle dello stesso vi è affissa una lapide voluta dal vescovo Gennaro Maria Maselli (1877-1890) col ritratto di mons. Agostino Barbosa, vescovo lusitano di Ugento nel 1649. Sempre a sinistra dell'ingresso, ruotando lo sguardo verso la controfacciata, si trova il cenotafio con il ritratto di mons. Giovanni Donato Durante (1768-1781), cui corrisponde, sul lato destro dell'ingresso, quello di Serafina Capasso, sfortunata consorte del marchese di Ugento don Domenico D'Amore, deceduta nel 1773 a soli 25 anni per i postumi di un parto. Il primo altare sulla destra è quello intitolato a San Vito, voluto dalla popolazione come voto per lo scampato pericolo della peste del 1812: la tela, del 1813, è della pittrice di Ruffano Maria Rachele Lillo, mentre nel fastigio è posta la piccola tela con i Santi Vito, Modesto e Crescenzia nella tinozza. Frontalmente a quest'ultimo è ubicato l'altare di Sant'Andrea e Santa Caterina d'Alessandria, eretto ad opera della famiglia D'Amore, con al centro la pregevole tela di Paolo Finoglio (primo quarto del XVII secolo); nel fastigio la tela riproduce San Pietro. Nella seconda campata destra è presente l'altare della Madonna del Rosario, rivestito in marmo nel 1902. Voluto dal Capitolo, presenta al centro la tela della Vergine del Rosario (opera attribuita alla bottega del Catalano, prima metà del XVII secolo) e contorniata dai quindici misteri; in alto la tela raffigura Tobiolo e l'angelo, affiancata dalle statue dei santi vescovi Biagio e Liborio. A quest'ultimo altare corrisponde sulla sinistra l'altare della Madonna del Carmine, eretto per devozione della famiglia Gigli (1755). Il quadro, della prima metà del XVIII secolo, raffigura la Vergine Titolare assieme ai santi Jacopo, Rocco e Oronzo, opera attribuita ad Aniello Letizia. Nella terza campata è ubicato l'altare della Vergine Desolata (1747), eretto dalla famiglia Rovito, la cui arma è posta in altorilievo ai lati della mensa. Il sacello si caratterizza per la presenza delle cariatidi che sostituiscono le colonne e per le quattro statue che lo ornano: San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena in alto, Sant'Isidoro e un santo domenicano a metà altezza. La tela è di epoca imprecisata e raffigura la Vergine (con santi) davanti ad un sepolcro vuoto, mentre nel fastigio è riprodotto un quadro con la Crocefissione. Si incontra quindi il pulpito sovrastante la porticina laterale, donato da mons. Giuseppe Monticelli (1783-1791), mentre in alto è posizionato l'organo con lo stemma del vescovo Arcangelo Maria Ciccarelli (1738-1747) che ne fece dono. L'altare maggiore e la balaustra sono in marmo intarsiato e risalgono nel 1740. Nel coro trova posto il quadro della Vergine Assunta eseguita da Corrado Mezzana nel 1944, con in basso i Santi Medici, Santa Lucia, San Vincenzo, San Rocco e Sant'Antonio di Padova. Volgendo lo sguardo verso la sinistra del transetto vediamo l'altare intitolato a San Vincenzo, fatto erigere nel 1832 da mons. De Mestria (1828-1836), con al centro il santo in cartapesta; frontalmente a questo altare è ubicato il monumento funerario di mons. Angelico De Mestria. In fondo al braccio sinistro troviamo l'altare delle Anime Purganti, con la tela eseguita dall'artista Nicola Cacciapuoti da Giugliano (Na).
Coperture
la volta è in muratura, a spigolo.
Impianto strutturale
le arcate a tutto sesto lungo le pareti laterali scaricano il peso sui pilastri in carparo che le inframmezzano.
Pianta
la chiesa è a croce latina con una sola navata e transetto aggettante. Gli altari sono inserite in piccole arcate a tutto sesto
Scale
tre scalini conducono al sagrato della chiesa. Uno scivolo amovibile in lamina metallica consente l’accesso ai diversamente abili.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è in marmo di Carrara
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1990)
l’ambone in marmo è posto sulla destra rispetto all’altare maggiore, in prossimità della balaustra, quest’ultima conservata in situ. Nella porzione sinistra invece è posto il trono episcopale.
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