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Rimini
Rimini
basilica
cattedrale
S. Colomba
Parrocchia di S.Agostino
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (anni 2000)
VIII - 1257(costruzione intero bene); XV - 1462(rifacimento intero bene); XVI - 1796(ampliamento intero bene); 1809 - 2002(rifacimento intero bene)
Cattedrale di Santa Colomba (Tempio Malatestiano)
Tipologia e qualificazione basilica cattedrale
Denominazione Cattedrale di Santa Colomba (Tempio Malatestiano) <Rimini>
Altre denominazioni Chiesa Cattedrale di Santa Colomba (Tempio Malatestiano)
S. Colomba
Autore (ruolo)
Alberti, Leon Battista (architetto)
Ambito culturale (ruolo)
architettura rinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - 1257 (costruzione intero bene)

L'attuale cattedrale insiste su una superficie occupata anticamente dalla chiesa benedettina di Santa Maria in trivio, fondata dai monaci di Pomposa nell'VIII-IX secolo. Questa passò ai francescani , per l'intervento di Papa Alessandro IV, nel 1257, che la ricostruirono più grande e la dedicarono a San Francesco. Essendo ai margini della città, aveva a sua disposizione un grande spazio disabitato e incolto, insalubre, utilizzato come cimitero, preferito dalle persone facoltose e naturalmente dai Malatesti che, pertanto, divenuti i signori della città, iniziarono ad usarla come cappella di famiglia.

XV - 1462 (rifacimento intero bene)

Nel corso degli anni il convento francescano si ampliò e venne dotato di chiostri; nella chiesa vennero aggiunte delle grandi cappelle laterali. Nel 1447 Sigismondo Pandolfo Malatesta volle aggiungerne una sua e contemporaneamente lo fece Isotta degli Atti sua giovane amante. Questi lavori misero in crisi la statica dell'edificio, pertanto Sigismondo, al vertice della carriera di capitano di ventura invincibile, decise di ampliare e ammodernare radicalmente tutta la chiesa, trasformandola in una sorta di mausoleo dinastico in cui raccogliere le sue spoglie e quelle dei suoi congiunti, tumulate nel vicino cimitero, nonchè quelli degli uomini illustri della sua corte. Il lavoro continuò almeno fino al 1460 quando per i rovesci economici, politici e religiosi di Sigismondo - venne scomunicato - i lavori rallentarono per poi arrestarsi nel 1462.

XVI - 1796 (ampliamento intero bene)

Rimasta incompiuta la chiesa, i francescani dovettero provvedere alla sua copertura, a costruire una nuova abside, a sistemate gli altari e l'arredo, ad innalzare il campanile, ricorrendo alla munificenza dei nobili e cedendo altari e tombe. I francescani la tennero fino al 1796, quando furono soppressi da Napoleone

1809 - 2002 (rifacimento intero bene)

In seguito al concordato fra Napoleone e Pio VII, nel 1809 vi fu la traslazione del titolo e delle funzioni di cattedrale nella chiesa di San Francesco, essendo la vecchia chiesa cattedrale utilizzata dai soldati napoleonici come caserma. Subì pertato trasformazioni e restauri per adattarla al nuovo ruolo. Durante l'ultima guerra mondiale è stata duramente colpita dai bombardamenti che ne hanno distrutto l'abside, la copertura, la sagrestia, l'arredo, ne hanno dissestato il paramento lapideo esterno e fatto crollare l'edificio ex-conventuale che la affiancava. Il restauro fu lungo e difficile. La chiesa è stata riconsacrata e inaugurata nell'Anno Santo 1950; un nuovo restauro, con l'adeguamento del presbiterio alle nuove norme liturgiche è stato intrapreso nel 1994 e terminato nell'Anno santo 2000. Nel 2002 è stata insignita del titolo di "basilica minore".
Descrizione

Monumento eccelso dell'umanesimo, vertice dell'architettura rinascimentale, capolavoro di Leon Battista Alberti, universalmente noto come Tempio Malatestiano, la basilica cattedrale di Santa Colomba è edificio fin troppo conosciuto e impossibile da sintetizzare in una descrizione che renda giustizia dello quantità di arte e bellezza con cui è adornata. Il progetto, purtroppo incompiuto, è dell'Alberti, del quale dichiara la firma nelle forme esterne, ispirate ai due monumenti romani della città, l'arco di Augusto e il ponte di Tiberio. L'assetto decorativo generale dell'interno è da attribuirsi al veronese Matteo de' Pasti, che alla geometria razionale pretesa dagli umanisti preferiva la suontuosità decorativa dello stile gotico. Tutte le opere di scultura del Tempio sono da attribuire al fiorentino Agostino di Duccio che, con le sue maestranze vi ha lavorato per quasi un decennio. Anche Piero della Francesca fu convocato a prendere parte all'apparato decorativo del Tempio, ma il progetto di adornare le due cappelle destinate a sagrestia e tesoro è rimasto anch'esso incompiuto. Il paramento lapideo esterno, realizzato fra il 1450 e il 1460 è composto in pietra d'istria e regolato da sottili calcoli geometrici ed è ispirato ai principi costruttivi e alle forme dell'architettura romana. L'interno è caratterizzato dall'unica navata con capriate a vista, affiancata da otto cappellee conclusa da un'ampia aside semicircolare. Ovunque, sugli archi, sulle pareti, sui pilastri, sugli architravi, sono presenti il nome e il ritratto di Sigismondo e gli stemmi malatestiani. Monofore gotiche si aprono nelle cappelle laterali. Le porzioni absidali, ricostruite dopo la distruzione bellica, si presentano in sobria semplicità per non confliggere con l'esplicita caratterizzazione dell'opera malatestiana. La cappella originariamente destinata a fungere da sagrestia, è stata trasformata nei primi decenni del secolo scorso in cappella civica, dedicata ai caduti in guerra della città di Rimini, e rivestita di un apparato lapideo policromo in stile ispirato a quello rinascimentale dell'edificio.
Struttura
in pietra d'istria e mattoni di laterizio
Pianta
navata unica con cappelle laterali e abside semicircolare
Coperture
manto in coppi di laterizio
Pavimenti e pavimentazioni
in marmo rosso di Verona; nelle prime cappelle marmi ad intarsi bianchi e grigi.
Campanile
torre inserita nell'ultima porzione sinistra del corpo albertiano della chiesa, a pianta quadrata; la torre è rinforzata da paraste angolari e centrali sulle facce; cella campanaria aperta a bifore; cuspide ogivale ottagonale con lanterna su base a tiburio anch'esso ottagonale
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni 2000)
Altare versus populum, secondo le norme del Concilio Vaticano II, in pietra formato da due lastre, concave verso la navata, unite ai lati da altre lastre, sorreggenti una mensa del medesimo materiale; quella verso la navata presenta scanalature verticali e centralmente un piccolo altorilievo bronzeo di Cristo benedicente. Ambone posto a sinistra dell'altare, avanzato sul margine del presbiterio, e cattedra retrostante l'altare sono del medesimo materiale.
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