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Chiesa di Maria Santissima della Bruna
Tipologia e qualificazione
chiesa cattedrale
Denominazione
Chiesa di Maria Santissima della Bruna <Matera>
Ambito culturale (ruolo)
romanico pugliese (costruzione)
Notizie Storiche
1270 (realizzazione chiesa)
La Cattedrale di Matera fu terminata nel 1270, ed edificata nella “civita”, il punto più alto e visibile della città ove sorse il primo nucleo abitato dei Sassi, sull’area di un monastero benedettino dedicato a S.Eustachio consacrato nel 1082, e, come si scoprì all’inzio del ’900 durante i lavori di costruzione per le fondazioni dell’adiacente palazzo del Seminario Arcidiocesano, fu costruita su un terrapieno artificiale per innalzare ulteriormente la sua posizione ( rimane visibile da tutti i punti della antica città e dalle campagne circostanti). Durante i suddetti lavori furono scavate delle profonde trincee che rivelarono in 12 metri, man mano che si scendeva in profondità, tutti gli antichi strati abitativi della città: abitazioni medioevali, una chiesetta paleocristiana ed abitazioni della stessa epoca, reperti bizantini come monete e resti archietettonici , un altro piano di abitazioni romane, sepolcri greci con importanti vasi facenti parte del tipico corredo funerario.
1270 (realizzazione chiesa)
L’edificio è in stile romanico pugliese e presenta un esterno ricco di elementi fortemente simbolici che richiamano la vita spirituale dell’epoca. La facciata principale è rivolta verso la vallata del Sasso Barisano e presenta, sulla porta maggiore circondata da delicate decorazioni floreali, la statua della madonna della Bruna, santa protettrice della città, mentre nelle nicchie ai lati della porta, vediamo a dx SPietro, mentra a sx S.Paolo. Nelle nicchie esterne laterali vediamo a dx S.Eustachio, e a sx S.Teopista patroni minori di Matera. Le statue sono attribuibili ai Persio, famiglia materana molto attiva artisticamente nella metà del ‘500.
Il rosone centrale è invece formato da colonnine e piccole arcatelle e richiama un tema molto in voga all’epoca: la ruota della fortuna, il gioco della sorte. E’ sovrastato dall’Arcangelo Michele che schiaccia il drago e circondato da figure di persone che dalla foggia degli abiti sembrano rappresentare le classi sociali emergenti dell’epoca
1270 (esterno chiesa)
La facciata laterale della chiesa ha due porte monumentali: la prima è la “Porta di piazza” e presenta degli elementi decorativi molto interessanti: in alto una piccola formella ,rappresenta in bassorilievo il profeta Abramo, scelto da Dio per portare avanti la fede, e padre delle tre religioni monoteistiche Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo, e suggerisce un’idea di fratellanza tra esse, messaggio probabilmente rivolto alle comunità appartenenti alle tre religioni presenti in città tra il XIII e il XIV secolo; ai due lati vediamo due monaci benedettini uno in preghiera, l’altro intento nella lettura di un libro, chiaro riferimento alle regola benedettina dell’ “Ora et labora”.
1270 (esterno chiesa)
La porta successiva è la “Porta dei leoni” chiaramente così denominata per le due statue che la adornano, appunto due leoni accovacciati simbolicamente a guardia della fede. In alto la porta è decorata con pigne sporgenti, motivi floreali e teste di angeli o fanciulle, a simboleggiare la purezza della Chiesa e secondo alcuni storici con funzione “apotropaica” cioè di scacciare la mala sorte.
Tra le due porte una finestrella finemente decorata a intaglio richiama i motivi decorativi di quest’ultima porta : è un antico sepolcro di un giudice saraceno, come recita la scritta in latino sottostante.
La torre campanaria è alta 52 m.di forma quadrangolare ed è divisa in 2 tronchi da un terrazzo.
1270 (interno chiesa)
Entrando nella Cattedrale di Matera appare evidente il contrasto con lo stile esterno. Nulla è rimasto allo stato originario, eccetto pochi importanti affreschi ed i bei capitelli medioevali figurati delle 10 colonne, molto lavorati e l’uno differente dall’altro; il resto è stato completamente alterato nel corso dei secoli.
La pianta della chiesa, a croce latina e a tre navate, misura 54 m. di lunghezza, 23 di altezza e 18 di larghezza, ed è stata alterata nel corso del tempo, in quanto è stata allungata sfondando l’abside e modificandone la forma. Nel seicento sono stati aggiunti ovunque stucchi e decorazioni che nel 18esimo sec. sono stati ulteriormente ricoperti da una patina dorata.
1270 (interno chiesa)
Anche il soffitto originale è stato coperto nel 1719 con un controsoffitto ligneo e nel XIX furono inserite tre tele dipinte da Battista Santoro con temi cari alla cultura materana: S. Giovanni da Matera e S.Eustachio nei medaglioni laterali e “la Visitazione della Vergine” al centro. Nei riquadri sulle pareti subito sotto al soffitto “Storie della Vergine”, affreschi di Anselmo Palmieri.
A destra dell’ingresso principale si trova il famoso affresco de “Il giudizio universale”, unico esempio superstite della decorazione pittorica medioevale originaria della Cattedrale, eseguito da Rinaldo da Taranto, maestro frescante attivo nella fine del duecento, scoperto per caso durante i lavori di restauro delle tele seicentesche ivi poste. Nella parte bassa dell’affresco l’Arcangelo Michele trafigge i peccatori nell’inferno, che vediamo in gruppo attaccati da serpenti.
1270 (interno chiesa)
L’altare maggiore, proveniente dalla Abbazia di Montescaglioso, è realizzato in pregevole marmo bianco ed è sovrastato dalla “Cona Grande” acquistata a Napoli nel 1580, eseguita da Fabrizio Santafede. Rappresenta nella parte centrale la Vergine attorniata dai Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Biagio, Donato,Pietro e Paolo, e nell’ovale in alto, la Santa trinità. In basso, nei riquadri, scene dal Vangelo.
Alle spalle dell’altare Maggiore è situato il Coro Ligneo, minuziosamente intagliato nel 1453 da Giovanni Tantino da Ariano Irpino, che consta di 50 stalli ed è ricoperto da una fitta rete di motivi vegetali , animali fantastici e soggetti sacri scolpiti nel legno contenenti forti richiami alla cultura franco-fiamminga, al repertorio decorativo islamico e ai testi miniati benedettini.
Uscendo dal coro, subito sulla destra, la porticina di accesso al campanile ci mostra in un distico posto sull’architrave , la data di completamento della chiesa , 1270.
1270 (interno chiesa)
Un discorso a parte merita il primo altare della navata: utilizzato come altare maggiore sino al 1776, ospita l’affresco della “Madonna della Bruna” (1270), protettrice della città. Il nome “Bruna” secondo alcuni è un riferimento al colorito scuro del volto della Madonna, ma più probabilmente deriva dal vocabolo altomedioevale longobardo “brunja” cioè “corazza” “difesa”, chiaramente riferito alla protezione esercitata dalla Patrona sulla città. E’ Particolarmente venerato dai Materani , che il 2 luglio festeggiano la loro patrona con una festa particolare e spettacolare: La festa della Bruna.
Descrizione
Questo maestoso tempio edificato in stile romanico pugliese fra il 1230 e il 1270 che sorgeva sul punto più alto della città di allora, in modo da svettare sui Sassi Barisano e Caveoso, ci permette oggi di leggere la storia artistica e culturale di Matera nelle sue molte stratificazioni e sfaccettature. E' una chiesa enorme, del tutto fuori scala rispetto alle architetture tipiche del resto della città, con una severa facciata romanica di pietra chiara, semplice e maestosa e un interno che brilla di dorature barocche e sfavillanti.
La Cattedrale è intitolata alla Madonna della Bruna, patrona della città e proprio sulla piazza davanti al suo ingresso il 2 luglio ha inizio e si conclude il trionfale corteo del carro di cartapesta della Festa della Bruna, un appuntamento che da secoli, è il rito popolare per eccellenza, sacro e profano insieme, molto sentito e partecipato da tutta la città.
Coperture
Tetto a doppia falda con manto rivestito in coppi
Pianta
La pianta è a croce latina ed a tre navate, con quella centrale che si eleva sulle altre, che sono divise tra loro da arcate a tutto sesto sostenute da dieci colonne sormontate da capitelli in pietra
Struttura
Muratura portante in tufo lasciata a vista all'esterno e intonacata con particolari pregi all'interno.
Elementi decorativi
Rosone, XIII secolo, facciata principale.
Il rosone, che sovrasta il portale, formato da 16 raggi con 3 figure nell'atto di far girare questa "ruota", chiaro riferimento alla ruota della vita; lo sovrasta un'immagine di san Michele.
Elementi decorativi
Soffitto centrale, XVIII-XIX secolo.
Il soffitto, originariamente a capriate, è oggi formato da un piano ligneo del Settecento sul quale sono stati applicati tre teleri. In direzione => presbiterio: Estasi di S. Giovanni da Matera, Visitazione, Apparizione della croce a S. Eustachio, tutti dipinti dal calabrese Giovanni Battista Santoro nel 1809.
Intonaco, stucchi, dorature sono pensati nel 1703 da mons. Brancaccio (1703-1722) ma portati a termine nel 1776 da mons. Zunica (1776-1796). Tra il 1862 e il 1865 le cornici e gli stucchi indorati vengono ripresi con oro zecchino.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (2015)
Nell'ultima ristrutturazione il presbiterio è già stato adeguato alle nuove norme liturgiche. L'intervento ha previsto la riorganizzazione generale dell'area presbiteriale con posizionamento della mensa in marmo con decoro in ferro e foglia oro al centro dell'area rialzata con sette gradini, con ambone e sedute in marmo con decori in ferro e foglia d'oro rispettivamente alla sinistra e destra.