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Vetralla
Viterbo
chiesa
sussidiaria
San Francesco
Parrocchia di Sant' Andrea e San Francesco
Cripta; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1980)
VII - VIII(attestazione della chiesa intero bene); XI - XI(costruzione chiesa superiore e ampliamento cripta intero bene); 1080 - 1080(deposizione reliquie intero bene); 1126 - 1126(deposizione reliquie intero bene); 1187 - 1187(danneggiamento intero bene); 1207 - 1207(riapertura della chiesa intero bene); 1289 - 1289(officiatura della chiesa intero bene); 1379 - 1400(danneggiamento e abbandono chiesa intero bene); 1406 - 1406(passaggio di proprietà e cambio denominazione intero bene); 1420 - 1420(lavori di sistemazione intero bene); XVII - XVII(sistemazione presbiterio intero bene); XVII - XVIII(realizzazione affreschi intero bene); XIX - XX(restauro chiesa e cripta intero bene); 2016 - 2016(rifacimento del tetto intero bene)
Chiesa di San Francesco
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Francesco <Vetralla>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa)
maestranze viterbesi (costruzione chiesa superiore e ampliamento cripta)
maestranze viterbesi (sistemazione chiesa)
maestranze viterbesi (restauro chiesa e cripta)
Notizie Storiche

VII - VIII (attestazione della chiesa intero bene)

Presenza di una chiesa più antica, probabilmente edificata sull’area di un tempio pagano, data l’esistenza di un Pagus villanoviano in questo sito.

XI  (costruzione chiesa superiore e ampliamento cripta intero bene)

Edificazione della chiesa superiore dedicata a Santa Maria in Valle Cajano; contemporaneamente la cripta subisce un ampliamento, con l’aggiunta di una navata e la realizzazione di una seconda scala di accesso nel lato settentrionale.

1080  (deposizione reliquie intero bene)

In un documento viene ricordata la deposizione di reliquie nell’altare della cripta ad opera di Giselberto, vescovo di Tuscania.

1126  (deposizione reliquie intero bene)

Avviene una seconda deposizione di reliquie, sempre nell’altare della cripta, ad opera di un altro vescovo di Tuscania che ne lascia testimonianza nella stessa pergamena del vescovo Giselberto.

1187  (danneggiamento intero bene)

La chiesa di Santa Maria viene distrutta dai viterbesi.

1207  (riapertura della chiesa intero bene)

È testimoniata la riapertura della basilica, a seguito di lavori effettuati. L’avvenimento si compie nell’ambito di una visita di Innocenzo III.

1289  (officiatura della chiesa intero bene)

Un documento attesta la presenza di un arciprete nella chiesa di Santa Maria.

1379 - 1400 (danneggiamento e abbandono chiesa intero bene)

L’arciprete e i canonici si trasferiscono nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo, a causa della fatiscenza del luogo di culto, causata da un periodo di abbandono, da guasti dovuti a calamità naturali, oltreché da danneggiamenti bellici.

1406  (passaggio di proprietà e cambio denominazione intero bene)

La chiesa e il complesso ad essa appartenente vengono destinati ai Frati Minori da papa Innocenzo VII per intercessione di Giovanni di Vico. Il luogo di culto assume il nome di San Francesco.

1420  (lavori di sistemazione intero bene)

Il passaggio ai Frati Minori viene perfezionato da papa Martino V e ciò comporta lavori di sistemazione della basilica, con l’aggiunta di un monumento funebre dedicato a Briobris, figlio di Giovanni di Vico, prefetto di Roma e tiranno di Vetralla.

XVII  (sistemazione presbiterio intero bene)

Nel 1612 la chiesa subisce trasformazioni ad opera di Padre Bonaventura che l’adegua secondo i canoni dettati da Concilio Tridentino, tra cui la chiusura degli accessi alla cripta che viene trasformata in Sepolcreto.

XVII - XVIII (realizzazione affreschi intero bene)

Le pareti della chiesa superiore vengono affrescate.

XIX - XX (restauro chiesa e cripta intero bene)

La chiesa viene riportata alle antiche forme romaniche, con la riapertura della cripta. Quest’ultima viene pavimentata con pianelle di cotto e i suoi affreschi vengono restaurati, poiché si presentavano in pessime condizioni per la presenza di efflorescenze dovute all’elevata umidità. I lavori vengono avviati nel 1894 e si concludono all’inizio del XX secolo.

2016  (rifacimento del tetto intero bene)

A seguito di un crollo parziale della copertura della navata di sinistra, vengono sostituite alcuni travi e rifatto il tetto.
Descrizione

La chiesa di San Francesco è situata al margine della cittadina, a ridosso della via Aurelia bis. Essa sorge libera, ad eccezione del lato destro che confina con il vecchio convento, attualmente adibito ad abitazioni private. La facciata prospetta su largo San Francesco e il fianco sinistro costeggia la piazza Vittorio Emanuele II; mentre alle spalle l’edificio confina con il giardino del complesso parrocchiale. La chiesa, il cui asse va da nord-ovest a sud-est, è a pianta basilicale a tre navate, suddivise da sei arcate e separate tramite un triforio trasversale dal presbiterio a terminazione absidata e dagli spazi collaterali a terminazione piana. Questi ultimi comunicano con lo spazio liturgico attraverso ampie arcate, in linea con il colonnato della navata. Sulle pareti di fondo degli stessi spazi sono collocati altari minori; mentre l’altare maggiore sorge isolato al centro del presbiterio. Il colonnato è composto in entrambi i lati da cinque colonne in peperino e due semi colonne alle estremità; queste sorreggono archi a tutto sesto poggianti su capitelli corinzi di diverse forme. I pilastri terminali della navata, relativi all’arco maggiore di comunicazione con il presbiterio, si presentano con sezione quadrilobata. Mentre gli ultimi sostegni, relativi alle arcate longitudinali che ripartiscono il presbiterio, sono costituiti da semicolonne. In corrispondenza del quinto intercolunnio, il piano di calpestio della chiesa si rialza di un gradino e ai lati, nelle navate laterali, si aprono due accessi che attraverso scale conducono ad una cripta sottostante. Questa occupa circa metà della lunghezza complessiva dell’edificio e ha pianta trapezoidale, scandita in sei navatelle, con terminazione triabsidata. Tre finestre rettangolari poste nella navata laterale sinistra e tre finestre arcuate aperte in facciata, in asse alle tre navate, illuminano l’ambiente; corrispondenti finestre tamponate sono presenti nella navata laterale destra. Mentre il presbiterio è illuminato da una coppia di finestrelle arcuate, per lato, in asse sopra gli archi laterali che lo delimitano; un’altra finestra arcuata si apre nell’abside. La basilica è sormontata da un tetto a vista su capriate lignee nella navata centrale e ad unico spiovente nelle laterali. La facciata, in muratura di blocchi di tufo, è a salienti, corrispondente alle tre navate interne. Ha al centro il portale d’accesso, soprelevato rispetto alla quota urbana e preceduto da una gradinata piramidale formata da sei gradini. Nel prospetto si aprono tre monofore: alla medesima quota le due corrispondenti alle navate laterali e più in alto al centro una più grande verso la navata centrale. L’angolo di sinistra è marcato da una lesena laterale che si conclude con fila di arcatelle a tutto sesto: elementi che non si riscontrano nella parte destra. Il prospetto laterale di sinistra, anch’esso a muratura a vista, termina con archetti su peducci tra i quali è posta una decorazione geometrica; su questa facciata si apre l’accesso secondario architravato, al di sopra del quale è ancora riscontrabile l’antico architrave in peperino che sorregge un arco in blocchi di tufo che delimita una nicchia.
Cripta
Lo spazio ipogeo è composto da sei navatelle irregolari divise da file di due colonne e due semicolonne che sorreggono volte a crociera costolonate su capitelli di varie forme, per la maggior parte di spoglio, per un totale di ventisette colonne. La navata all’estremità di destra e le due navate irregolari di sinistra terminano con una piccola abside, mentre le tre navate centrali con un’unica abside più ampia e rialzata di un gradino rispetto al piano di calpestio dell’ambiente. L’abside è divisa dalle navate da tre arcate a tutto sesto su colonne che sorreggono le volte retrostanti a copertura della piccola tribuna. L’area presbiteriale, delimitata dal perimetro dello scalino, avanza rispetto all’abside nella navata centrale andando ad occupare l’intero spazio della prima campata, al centro della quale è posizionato l’altare. La stessa campata è caratterizzata rispetto alle altre da una volta a vela e dalla decorazione ad affresco della sua superficie. Sulle pareti dell’ambiente e sulle volte a crociera si possono notare lacerti di affreschi, degradati a causa della presenza di umidità. La cripta è Illuminata da una finestra arcuata posta al centro dell’abside.
Pianta
La chiesa è a pianta basilicale a tre navate, suddivise da sei arcate e separate tramite un triforio trasversale dal presbiterio, il quale ha terminazione absidata in corrispondenza della navata centrale e terminazione piana nelle laterali. Gli spazi collaterali comunicano con lo spazio liturgico attraverso ampie arcate, in linea con il colonnato della navata. Sulle pareti di fondo degli stessi spazi sono collocati altari minori; mentre l’altare maggiore sorge isolato al centro del presbiterio. Attraverso una porta posizionata a due terzi della navata laterale destra si entra in un corridoio, che conduce a una stanza adibita a sagrestia e alla casa parrocchiale.
Coperture
La basilica è sormontata da un tetto a vista su nove capriate lignee; la copertura è uniforme per tutta la lunghezza dell’edificio. Le navate laterali, invece, sono coperte da tetti ad unico spiovente anch’essi in vista composto da travetti e pianelle. Il manto di copertura è in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata centrale è composta è a mosaico marmoreo di tipo cosmatesco, con riquadri costituiti da fasce di marmo bianco. Le navate laterali sono pavimentate con laterizi in opus spicatum e da fasce di marmo trasversali, poste in corrispondenza delle colonne. Il presbiterio, invece, si presenta con un pavimento in cotto e gradini in peperino.
Impianto strutturale
La chiesa ha un impianto strutturale in muratura continua composta da blocchi di tufo legati con malta di calce. All’interno colonne monolitiche in peperino sorreggono arcate longitudinali a tutto sesto, che dividono la navata centrale da quelle laterali. La facciata e gli archi trasversali a tutto sesto, che dividono il corpo delle navate dal presbiterio connettono le pareti longitudinali. Il tutto sorregge le capriate e l’orditura lignea della copertura. Il triforio con cui terminano le navate ha la peculiarità di essere privo di timpani al di sopra dei suoi tre archi, i quali sono sovrastati da un tratto di parete che termina orizzontalmente poco sotto l’imposta dei tetti.
Elementi decorativi
Le fronti interne si presentano per la maggior parte affrescate, ad eccezione delle pareti perimetrali delle navate laterali che sono rifinite ad intonaco bianco. Sia nelle navate laterali che nella controfacciata si aprono inoltre nicchie affrescate. Attraverso una porta posizionata a due terzi della navata laterale destra si entra in un corridoio, anch’esso affrescato. Gli elementi decorativi più importanti della chiesa sono certamente gli affreschi che decorano tutta la navata centrale, l’area presbiteriale e, per alcuni lacerti, anche parte di quelle laterali. Lungo la navata centrale troviamo episodi della vita di San Francesco, eseguiti tra il XVII ed il XVIII secolo su soggetto di Francesco Villamena. Lungo la navata sinistra, accanto al fonte battesimale, è raffigurato il Battesimo di Gesù (XIV sec.), mentre in quella destra troviamo il dipinto di San Bernardino con quattro angeli, recentemente attribuito al pittore Andrea del Castagno (seconda metà del XV sec.), Sant'Antonio Abate, con quattro episodi della sua vita illustrati sulla predella (1460 ca., attribuita al Maestro dell'Osservanza), i Santi Sebastiano, Giobbe, Anselmo e il Salvatore benedicente tra due angeli (fine XV sec.) e infine un ritratto di Sant'Orsola con le undicimila vergini, con evidente influsso dell'arte di Benozzo Gozzoli. Nel presbiterio, a destra c’è il pregevole sarcofago di Briobris, figlio naturale di Giovanni Di Vico, opera dei primi anni del '400, di Paolo da Gualdo Cattaneo detto Paolo Romano. Inoltre nella navata di destra è collocato un altorilievo e due colonne in marmo probabilmente di origine romana. Da segnalare è anche la cripta ipogea, che ospita vari dipinti risalenti probabilmente alla prima metà del XII secolo. Inoltre numerosi sono i materiali di ripiego utilizzati, tra cui alcuni capitelli della cripta e delle colonne che dividono le navate della chiesa superiore, che risultano essere di epoca romana. In facciata, il portale d’accesso è costituito da una doppia ghiera sorretta da semicolonne e pilastri; al di sopra del portale è collocata una lunetta con un rilievo in peperino; anche i frammenti lapidei che affiancano il portale d’accesso principale sono di spoglio, provenienti dal vicino Foro Cassio. Infine, da indicare è il notevole pavimento cosmatesco, risalente agli inizi del XIII sec., con le sue tipiche decorazioni a forme geometriche.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980)
Due gradini soprelevano il piano della parte terminale della chiesa poco dopo il triforio che vi immette; mentre un ultimo gradino definisce il podio avanzato dell’altare maggiore e, più indietro, quello degli altari minori. Al centro, la mensa isolata è costituita da un basamento marmoreo, con pilastrini d’angolo e un paliotto ornato da un mosaico policromo a motivi geometrici di tipo cosmatesco. L’ambone, in peperino, è situato in posizione avanzata rispetto all’altare e collocato alla sua sinistra. La sedia del celebrante, rialzata su due gradini, e tre sedute che la affiancano, tutte realizzate in peperino, sono accostate al perimetro dell’abside. Gli altari minori che fiancheggiano quest’ultima sono invece costituiti da frontespizi ad edicola su colonne e timpani spezzati.
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