chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Montefiascone Viterbo palazzo vescovile Vescovile Vescovado Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi nessuno 853 - 853(prima attestazione città di Montefiascone carattere generale); 1369/08/31 - 1369/08/31(erezione diocesi di Montefiascone carattere generale); 1435/12/05 - 1435/12/05(unione di diocesi carattere generale); 1458 - 1464(ampliamento del palazzo intero bene); 1737 - 1737(ampliamento e restauro del palazzo intero bene); 1776 - 1776(restauro del palazzo intero bene); 1798 - 1842(danni nel giardino e restauro palazzo intero bene); XIX - XX(lavori di restauro intero bene); 1854/06/14 - 1854/06/14(separazione di diocesi carattere generale); 1951/06/14 - 1951/06/14(unione di diocesi carattere generale); 1986/03/27 - 1986/03/27(soppressione diocesi di Montefiascone carattere generale); 2010 - 2013(lavori di restauro intero bene)
Palazzo Vescovile
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Palazzo Vescovile <Montefiascone>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze viterbesi (costruzione palazzo)
maestranze viterbesi (ampliamento palazzo)
maestranze viterbesi (ampliamento e restauro palazzo)
maestranze viterbesi (restauro palazzo)
Notizie Storiche
853 (prima attestazione città di Montefiascone carattere generale)
I primi documenti che citano Montefiascone, allora "Mons Flasconis", risalgono a questa data, quando papa Leone IV confermava al vescovo di Tuscania Virobono i possedimenti della diocesi tra i quali appariva la città.
1369/08/31 (erezione diocesi di Montefiascone carattere generale)
È solo nel XIV secolo che Montefiascone diviene diocesi, per volere di Urbano V, in ringraziamento per la fedeltà dimostrata nei confronti del pontefice. Con la bolla "Cum illius" del 31 agosto 1369, il papa conferisce al castello di Montefiascone la qualifica di città con tutte le libertà che ne derivano ed erige la diocesi di Montefiascone, elevando a cattedrale la chiesa dedicata a Santa Margherita di Antiochia, vergine e martire, patrona della città.
In questa occasione viene edificato l’episcopio, nuova sede del vescovo, di fronte alla cattedrale di Santa Margherita.
1435/12/05 (unione di diocesi carattere generale)
Papa Eugenio IV, con la bolla "In supremae dignitatis", erige la diocesi di Corneto unendola in perpetuo a quella di Montefiascone.
1458 - 1464 (ampliamento del palazzo intero bene)
Non si hanno notizie precise sull’impianto e le dimensioni del nucleo iniziale del vescovado, tuttavia si sa che nel corso del XV secolo il palazzo subisce delle trasformazioni per volere di papa Pio II Piccolomini.
1737 (ampliamento e restauro del palazzo intero bene)
L’intervento più importante che l’edificio subisce sono i restauri del XVIII secolo, quando il cardinale Pompeo Aldrovandi decide di ampliarlo e renderlo più accogliente. Il cardinale, vescovo della diocesi di Montefiascone e Corneto dal 1734 al 1752, ristruttura infatti l’episcopio nel 1737: questo viene ampliato inserendovi nuove stanze di servizio e rendendolo così più comodo; inoltre viene edificato un nuovo palazzo, l’attuale vicaria, per ospitare gli uffici della curia e le personalità in transito, evitando così la commistione fra spazi privati e pubblici.
Tra i due edifici viene inserito un giardino che viene abbellito con cento statue di marmo.
1776 (restauro del palazzo intero bene)
Nel 1776 diviene vescovo della diocesi di Montefiascone e Corneto monsignore Garampi, il quale trasforma parte del palazzo vescovile in una biblioteca, e amplia quella già presente nel seminario diocesano.
1798 - 1842 (danni nel giardino e restauro palazzo intero bene)
Nel 1798 le cento statue di marmo del giardino vengono mutilate e in parte distrutte dalle truppe della repubblica francese, che assaltano il palazzo cercando invano il cardinal Maury, sostenitore del trono francese nei primi anni della rivoluzione. Dopo i danni patiti, tra il 1838 e il 1842 il cardinal De Angelis restaura il palazzo vescovile, assieme alle statue e al giardino, cercando di riportare tutto alla bellezza iniziale.
XIX - XX (lavori di restauro intero bene)
Negli ultimi due secoli il palazzo subisce una serie di lavori di riadattamento e di manutenzione che hanno permesso di rinvenire al piano nobile, sotto lo scialbo, delle interessanti pitture murarie che decoravano la signorile residenza rinascimentale.
1854/06/14 (separazione di diocesi carattere generale)
Papa Pio IX separa le sedi vescovili di Corneto e di Montefiascone, dopo oltre cinque secoli.
1951/06/14 (unione di diocesi carattere generale)
Il 14 giugno 1951 Luigi Boccadoro viene nominato vescovo di Montefiascone e di Acquapendente, unendo così in persona episcopi le due sedi.
1986/03/27 (soppressione diocesi di Montefiascone carattere generale)
La diocesi viene soppressa il 27 marzo 1986 da papa Giovanni Paolo II con la bolla "Qui non sine", e il suo territorio aggregato alla diocesi di Viterbo
2010 - 2013 (lavori di restauro intero bene)
L’episcopio è interessato da un importante intervento di restauro, necessario per lo stato di degrado e abbandono in cui versa. Si effettuano così interventi inerenti il rifacimento del manto di copertura con travi in legno lamellare, il consolidamento e il ripristino dei solai in legno e il consolidamento e il restauro dei prospetti esterni.
Descrizione
L’episcopio prospetta su piazza Santa Margherita fronteggiando la basilica dedicata alla Santa, mentre nel retro confina con i giardini di pertinenza creati nel XVIII secolo dal cardinal Aldrovandi.
Il palazzo attuale è frutto di un intervento settecentesco, allorché all’antico episcopio, risalente al XIV secolo, fu aggiunta l’attuale vicaria.
L’edificio sorge su un pendio ed è costituito da un corpo rettangolare allungato, non perfettamente regolare, che si eleva per quattro piani, di cui i primi due interrati nella parte posteriore, stante la quota soprelevata dell’area esterna posteriore.
Il prospetto principale, affacciato a sud, è organizzato in tre fasce orizzontali che si concludono con un cornicione su cui si imposta un piano sottotetto in parte abitabile.
I livelli sono segnati da cornici marcadavanzali; le finestre, tutte distribuite sul medesimo livello, sono in numero di dodici per piano.
Il portale d’accesso si trova in corrispondenza del terzo asse di aperture, a partire dal margine destro, e si presenta con incorniciatura in peperino con terminazione a timpano rialzato.
L’interno è costituito da numerose stanze comunicanti fra loro.
I piani sono collegati da tre scale: una moderna a due rampe, posizionata all’estremità destra dell’edificio e inserita in un vano a sé stante; un’altra circolare, anch’essa in vano proprio, e collocata all’estremità ovest del palazzo; e infine la terza, posizionata nel corridoio della vicaria che collega esclusivamente il piano terra con il primo.
Il palazzo comunica direttamente con i giardini retrostanti attraverso un portale, preceduto da un androne, che introduce al secondo piano, e una porta, preceduta da dieci gradini, che dà accesso alle stanze del piano nobile poste a sud.
Impianto strutturale
I corpi di fabbrica hanno struttura in muratura continua con orizzontamenti composti da solai lignei a doppia orditura.
Coperture
Il palazzo presenta una serie di coperture disposte su livelli diversi con andamento complessivo a due spioventi e testate finali a padiglione sorrette da una struttura portante in elementi lignei.
Il manto di copertura è in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione degli ambienti interni è per la maggior parte in mattonelle di graniglia di forma quadrata.
Elementi decorativi
Gli elementi decorativi di maggiore importanza presenti nell’episcopio sono identificabili nell’androne posteriore di accesso al giardino, inquadrato da un arco ribassato su colonne in finto marmo, e da alcune sale del piano nobile.
In quest’ultime, infatti, duranti i restauri di adeguamento subiti nell’ultimo secolo, sono state riportate alla luce le antiche pitture murarie che decoravano la residenza rinascimentale, riscontrabili anche nei solai lignei che le sovrastano.