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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Cerignola
Cerignola - Ascoli Satriano
chiesa
parrocchiale
San Pietro Apostolo
Parrocchia di San Pietro Apostolo
Impianto strutturale; Pianta; Struttura; Facciata principale; Portale maggiore; Rosone; Preesistenze; Finestre; Ingresso; Tamburo; Cupola; Lanterna; Coperture; Scale; Pronao; Conditorio
presbiterio - intervento strutturale (2013)
1855 - 1856(committenza intero bene); 1856 - 1870(progettazione Intero bene ); 1873 - 1876(completamento fondazione); 1873 - 1929(realizzazione intero bene); 1887 - 1889(completamento murature perimetrali); 1889 - 1904(completamento parti strutturali); 1914 - 1919(realizzazione cupola e lanternino); 1919 - 1927(completamento cupola); 1929 - 1934(consacrazione intero bene); 1980 - 1985(restauro intero bene); 2013 - 2014(adeguamento liturgico presbiterio)
Chiesa di San Pietro Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pietro Apostolo <Cerignola>
Altre denominazioni Duomo Tonti
Ambito culturale (ruolo)
neogotico italiano (costruzione facciata principale)
neorinascimentale (costruzione intero bene)
Notizie Storiche

1855 - 1856 (committenza intero bene)

1° marzo 1855 così disponeva a favore della sua città natale: “Nomino mio erede universale la città di Cerignola, mia diletta patria ... Voglio e comando che dalle rendite dei miei beni tutti si costruisca una Chiesa Cattedrale in questa città di Cerignola, corrispondente al numero degli abitanti in questa stessa città sotto il titolo di S. Francesco nel locale dei Cappuccini”.

1856 - 1870 (progettazione Intero bene )

Nel 1956 fu dato incarico di redigere il progetto all'ing. Saponieri, che, presentato nel 1957, fu rigettato perché prevedeva un costo superiore alla disposizione testamentaria. Ispirato allo stile del rinascimento italiano, esso presentava sul prospetto principale un portico con tre arcate impostate su colonne, fra due piccoli corpi laterali: la pianta era a croce greca a tre navate. Nel 1868 fu dato nuovo incarico ad Enrico Alvino, architetto napoletano, autore del monumento dedicato a tutti i napoletani caduti per la libertà durante la storia partenopea eretto in piazza dei martiri a Napoli. Al primo progetto ritenuto troppo costoso, nel 1870 seguì un secondo meno ambizioso che riduceva sensibilmente le dimensioni del tempio. L’arch. ing. Pisanti redisse il nuovo progetto (circa 1904) per il completamento che prevedeva ancora la realizzazione di archi, volte e tetti navate laterali; volte di copertura delle tre tribune della crociera.

1873 - 1876 (completamento fondazione)

Nel 1876, era stato eseguito solo lo scavo delle fondazioni

1873 - 1929 (realizzazione intero bene)

Il 29 giugno del 1873 fu gettata la prima pietra dal Vescovo Antonio Seni. Nel 1874 i lavori furono sospesi perché la cittadinanza ritenne che la erigenda Chiesa era di poco più grande della esistente Chiesa Madre e ne richiese l’ampliamento, che l’Amministrazione ordinò all’ing. Alvino l’ampliamento. Di li una serie di eventi fino al 1929, anno in cui quasi tutti i lavori previsti erano ultimati ad eccezione del pavimento, della scalea e dell’altare maggiore.

1887 - 1889 (completamento murature perimetrali)

Nel settembre del 1887 l’appaltatore si impegnò a completare entro il 30 giugno 1889 i lavori delle murature perimetrali fino alla cornice di coronamento del primo Ordine in giro alle navate minori ed alle tribune, compresa la cornice in pietra da taglio.

1889 - 1904 (completamento parti strutturali)

Al completamento della parte strutturale dell’edificio occorreva ancora realizzare: - gli archi, le volte e i tetti delle navate minori; - i muri della navata centrale con archi, volta e tetto; - le volte di copertura delle tre tribune della crociera; - i piloni dei grandi archi e delle volte di raccordo della crociera; - la cupola con tamburo e lanternino. Su progetto dell'arch ing. Pisanti furono completati tutti i lavori fino al tamburo della cupola, rimanendo da ancora la cupola col lanternino, alcune coperture ed altre opere minori.

1914 - 1919 (realizzazione cupola e lanternino)

Intanto nella direzione dei lavori all’arch. ing. Pisanti, avanti nell’età e in precarie condizioni di salute, successe l’ing. prof. Silvio Castrucci, suo discepolo. I lavori si protrassero sino al 1919 con varie parziali sospensioni nel corso dei quali fu elevata la cupola con il lanternino. Superata nuovamente la somma stanziata i lavori furono sospesi, pur si provvedendosi alla realizzazione del rivestimento del cartoccio del lanternino con lamiere di piombo.

1919 - 1927 (completamento cupola)

La cupola, priva di protezione dagli agenti atmosferici, si deteriorava e le lesioni, già manifestatesi in precedenza, cominciarono a preoccupare. Nel settembre 1920 veniva nominato nuovo direttore dei lavori l’ing. prof. Gaetano Cappa, che provvide a far eseguire il collaudo delle opere realizzate. Dopo un complesso iter di definizione sulle responsabilità e sul reperimento dei finanziamenti e di complesse vicende giudiziarie, nel 1927 fu affidato all’Impresa Domenico Tavano di Cerignola il completamento del Duomo. Il 9 maggio 1927 fu redatto il verbale di consegna dei lavori che furono portati a termine senza interruzioni di sorta. Nel corso dei lavori furono approvate diverse perizie e varianti che interessarono: - le riparazioni del manto della tettoia e della gronda del lanternino, - il restauro dell’intonaco esterno delle cupole, - la definitiva sistemazione dell’accesso alla cupola, - la sostituzione del manto di rame a quello di eternit sulle tribune.

1929 - 1934 (consacrazione intero bene)

Il 14 settembre 1934 avvenne la consacrazione del Duomo. Erano trascorsi 77 anni dal lontano 1857, anno in cui venne redatto il primo progetto. I lavori erano finalmente conclusi.

1980 - 1985 (restauro intero bene)

Primo intervento di restauro della chiesa su progetto dell'ing. Matteo Cianci. L'intervento previde la messa in sicurezza e la manutenzione delle coperture della chiesa, in particolar modo della cupola e della lanterna.

2013 - 2014 (adeguamento liturgico presbiterio)

Intervento progettato dall'arch. Tommaso Massarelli e dall'ing. Marcello Cioffi è consistito nella riqualificazione funzionale del presbiterio, con la realizzazione della Cattedra del Vescovo e il ridimensionamento dell'Altare Maggiore, e la realizzazione del conditorio.
Descrizione

La cattedrale di San Pietro Apostolo, anche conosciuta come Duomo Tonti, è il principale luogo di culto cattolico di Cerignola, in provincia di Foggia, sede vescovile della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Si tratta di uno tra i più grandi edifici sacri dell'Italia Meridionale edificati nel XX secolo e deve il suo nome a Paolo Tonti, il quale donò le sue ricchezze per la costruzione dello stesso. Lo stile architettonico è caratterizzato da un'architettura neogotica ispirata, nella struttura, al duomo di Firenze. La cupola è composta di due calotte una portante ed una portata, attraversabili al suo interno, che alleggeriscono la struttura maestosa della chiesa in altezza. Il Duomo è a croce latina, a tre navate, con due absidi, o tribune, agli estremi del braccio minore della croce ed una terza in fondo alla navata maggiore. L'altezza dal pavimento alla sfera di sostegno della croce è di circa 75,75 m
Impianto strutturale
Il Duomo è a croce latina, a tre navate: una centrale e due laterali minori, con due absidi, o tribune, agli estremi del braccio minore della croce ed una terza in fondo alla navata maggiore.
Pianta
La lunghezza totale della Chiesa è di metri 81, la larghezza nell’asse delle tribune è di metri 47, l’altezza fino alla croce della lanterna di metri 65. La navata centrale è larga metri 11,40 ed alta metri 27,70, le minori sono larghe metri 4,20, alte metri 17,50. La circonferenza della cupola misura metri 59,70 all'interno; il perimetro esterno, sviluppato sulle otto facce e sui risalti, metri 88,60. La calotta interna ha forma di ellissoide con l’asse orizzontale di metri 19 ed il verticale di metri 26,40.
Struttura
L’ossatura è romanica, e quindi sostanzialmente costruttiva in muratura continua costituita di tufo e mattoni pieni posti di faccia uno sull'altro, onde la conformazione esterna esprime riccamente la struttura interna; ma le volte, le arcate, le porte e le finestre sono ogivali; per queste ultime prevale la forma tabernacolare. Il sottozoccolo esterno, formante stilobate, è di pietra basaltica vesuviana, il basamento di pietra calcarea, il paramento esterno dei muri costituito da piccoli blocchi di tufo carparo di Canosa, in struttura apparente; gli stipiti dei portali, le cornici dei vari ordini sono in pietra calcarea di Trani, Bisceglie e Carovigno; nell’interno la base dei pilastri e piloni in marmo bianco di Carrara; la struttura dei piloni e degli archi in mattoni; le volte in figulini di argilla, vuoti. La cupola è costituita da otto costoloni in mattoni, collegati da un doppio ordine di archi in muratura di tufo e da otto unghie cilindriche all’estradosso a superficie storte all’interno; la struttura delle unghie da archi di tufi per collegamento e da murature di figulini8, fino allo sdoppiamento; dal quale piano la calotta interna serba la stessa precedente struttura, mentre per quella esterna gli archi sono in mattoni fino al piano del passeggiatoio del lanternino. Il lanternino nell’anzidetto piano del passeggiatoio fino ai davanzali delle bifore è a sua volta costruito in muratura di tufi; la parte superiore, invece, tutta in pietra da taglio allo esterno, ed in muratura di tufi all’interno.
Facciata principale
In stile neogotico, la facciata, esposta a nord, è partita da quattro risalti in tre campate corrispondenti alle tre navate, con tre portali e tre rose superiori , a doppio sguincio, racchiuse da archi di scarico fregiati da cornici dentellate, la campata centrale più alta coronata da maestoso frontone, le laterali più basse sormontate da speroni.
Portale maggiore
Il portale maggiore, configurato ora da soli stipiti ed archi volti in pietra calcarea di Trani, manca ancora della parte ornamentale.
Rosone
Il rosone centrale è costituito da un anello di massi di pietra calcarea, con intagli di dischi e dentelli, e ghiera di sedici archetti lobati; i laterali hanno dodici archetti lobati ed altrettante colonnine che s'innestano ad un nucleo centrale quadrilobato.
Preesistenze
La chiesa insiste laddove prima della sua erezione esisteva parte del convento dei frati Cappuccini con annessa chiesa, demolito per la costruzione della fabbrica del Duomo. Attorno al convento e quindi ancora sul sito della attuale chiesa, vi erano una serie di forni che preparavano e lavoravano la terracotta, alcuni dei quali usati per preparare il materiale della erigenda cattedrale.
Finestre
Otto alte finestre bifore per ciascun lato, mandano luce alle navate laterali, mentre ciascuna tribuna è illuminata da altre cinque simili bifore, sormontate da pinnacoli e nicchie e da altrettanti occhi superiori in pietra calcarea, racchiusi in riquadri pentagonali.
Ingresso
Il portale maggiore e due laterali sono sulla facciata principale posta a nord. Quattro porte, disposte all’incrocio delle tribune laterali con le navate minori, due per parte, danno l’accesso alla Chiesa presso il transetto.
Tamburo
Tra le due absidi laterali e quello frontale inizia l’ottagono del tamburo della cupola. Ha otto bellissime finestre trifore, a doppio sguincio, con archi lobati, cornici che le riquadrano, cuspidi triangolari e fiori terminali cruciformi, fra altrettanti pilastri sagomati che corrispondono agli otto costoloni della cupola; è coronato da un'altra cornice in pietra calcarea, altra galleria di mensole e beccatelli con davanzale traforato.
Cupola
Sul ballatoio del tamburo s'imposta la cupola, e corre, tipo attico, una fascia di pietra calcarea traforata da tondi o rose con pilastrini, pinnacoli e cuspidi triangolari. Ai quattro angoli della crociera i piloni sorreggono la cupola; costituiti ognuno da un gruppo di pilastri formanti un sistema in forma quasi di quadrato coi lati paralleli agli assi della crociera. Tra le due coppie dei pilastri rimane il passaggio di accesso alle tribune laterali, per chi percorre le navate minori. Sulle coppie dei pilastri paralleli agli assi della crociera sono gettati quattro arconi gemelli. Su questi e sui quattro pennacchi costituiti negli angoli della crociera, si eleva il tamburo della cupola, che ha internamente forma cilindrica ed esternamente prismatica a sezione ottagonale, con risalti pentagonali normali alle bisettrici degli spigoli. La cupola si eleva snella sino alla ghiera sulla quale s'imposta la lanterna.
Lanterna
La lanterna, anch'essa ottagonale con altrettante finestre bifore e passeggiatoi, protetti da balaustra: e di qui rocchio spazia dal Vulture al Gran Sasso, dagli Appennini Lucani alle coste dell’Albania, un dei più vasti panorami possibile da godere in una immensa pianura. Il lanternino termina con una cuspide piramidale a base ottagonale, anch'essa rivestita di rame, sulla quale domina la croce di Cristo.
Coperture
La navata centrale è coperta da arcate sesto acuto e volte a crociera; gli scomparti delle navate laterali, da volte a crociera raccordate con gli archi gettati sui pilastri. La copertura delle navate minori poggia su archi rampanti; quella della navata centrale si regge da capriate, che poggiano sugli arconi, permettendo alla volta di supportare il proprio peso e contribuendo alla stabilità con l’aumentare il sovraccarico verticale. Il tutto sormontati da tegole marsigliese. Un manto di rame copre invece le tribune (absidi) e la cupola.
Scale
Un sistema simmetrico di scale a chiocciola inserito dentro due piloni della muratura perimetrale delle navate laterali, a ridosso della facciata principale consentono l'accesso, d'apprima al pronao e poi all'estradosso delle due navate laterali, percorribili, che immettono su una coppia di ulteriori scale che conducono all'estradosso della navata centrale ed al piano di imposta del tamburo, dal quale si accede all'interno della cupola e poi del lanternino da unica scala ripida.
Pronao
Il pronao poggia sul primo ordine di pilastri, e su due coppie di colonne di pietra calcarea di Trani, con piedistalli monolitici e capitelli a campana, ornati da foglie di cardo, collarino modanato ed abaco dentellato. Sui pilastri e sulle colonne abbinate impostano tre archi ogivali e tre volte a crociera.
Conditorio
Il conditorio nasce solo nel 2013 su progetto dell'arch. Tommaso Massarelli e dell'ing. Marcello Cioffi, per volontà di sua Eccellenza Mons. Felice di Molfetta, allo scopo di poter dare degna sepoltura e venerazione al Vescovo Di Lieto fino ad allora custodito in una tomba nella tribuna destra della Cattedrale. L'intervento ha previsto la realizzazione dell'opera al di sotto dell'area dell'abside terminale in corrispondenza dell'area presbiteriale, laddove oggi dimora il coro ligneo. La struttura realizzata su fondazioni autonome e coperta da solaio in cemento armato e composta di una serie di archi portati al di sotto della copertura. Due accessi da entrambi i lati, attraverso due scale, consentono di poter raggiungere la quota del conditorio posta a 4,50m dal piano di calpestio della chiesa.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2013)
Trattasi di progetto di riqualificazione funzionale del presbiterio e realizzazione del conditorio su progetto architettonico dell'arch. Tommaso Maria Massarelli, strutturale dell'ing. Marcello Cioffi, ed i collaboratori arch. Maria Carmela Ciocia, arch. Raffaele Defilippis, arch. Maria Anna Stolfi. Permesso di Costruire n. 9-D-2013 del 17.10.2013 Curia Vescovile prot. n.253 del 19.09.2013
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