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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Cava de' Tirreni
Amalfi - Cava De' Tirreni
chiesa
parrocchiale
S. Maria della Visitazione
Parrocchia Sant'Adiutore nella chiesa Cattedrale
Pianta; Facciata; Campanile; Coperture; Sacrestia; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Sagrato
presbiterio - intervento strutturale (1966); cattedra - aggiunta arredo (2000)
1517 - 1517(fondazione intero bene); 1517 - 1550(costruzione intero bene); 1550 - 1550(arresto lavori intero bene); 1561 - 1575(ripresa lavori intero bene); 1573 - 1573(progetto e costruzione sagrestia); 1576 - 1584(nuova fase lavori intero bene); 1584 - 1598(completamento intero bene); XVII - XVII(ampliamento e consolidamento intero bene); 1642 - 1642(consacrazione intero bene); 1688 - 1695(danni sismici e restauri intero bene); 1702 - 1730(restauri intero bene); 1732 - 1751(danni sismici e ricostruzione intero bene); 1758 - 1780(interventi vari intero bene); 1763 - 1773(rifacimento sacrestia); 1794 - 1802(restauri intero bene); 1801 - 1801(riapertura intero bene); 1805 - 1815(restauri intero bene); 1822 - 1860(ricostruzioni facciata); 1827 - 1889(opere e restauri intero bene); 1870 - 1926(notizie varie intero bene); 1930 - 1932(danni sismici e restauri intero bene); 1943 - 1966(danneggiamenti bellici e restauri intero bene); 1980 - 1999(danni sismici e restauri intero bene); 2000 - 2013(completamento restauri intero bene)
Concattedrale di Santa Maria della Visitazione
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Concattedrale di Santa Maria della Visitazione <Cava de' Tirreni>
Altre denominazioni Cattedrale di Santa Maria della Grazia
Chiesa del Duomo S. Maria della Visitazione
Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria
Chiesa di S. Adiutore
Duomo di Santa Maria della Visitazione
Duomo S. Maria della Visitazione
S. Maria della Visitazione
Autore (ruolo)
De Monica, Santillo (progetto iniziale e costruzione)
Cafaro, Pignoloso (completamento costruzione)
Della Monica, Vincenzo (completamento costruzione)
Cafaro, Pignoloso (progetto e costruzione sacrestia)
Buongiorno, Giovan Felice (progetto e direzione di completamento)
Scarano, Orazio (costruzione navata e facciata)
De Marino, Giovan Antonio (consolidamento pilastri)
Muscettola, Pietro (arredo)
Gallerano, Donato (ricostruzione transetto e absidi)
Cafaro, Felice (progetto ricostruzione transetto e absidi)
Pisapia, Michele (progetto ricostruzione transetto e absidi)
Villano, Giuseppe (ricostruzione transetto e absidi)
Tagliacozzi Canale, Nicolò (cappella e altare di San Gaetano)
Massotti, Giovan Battista (altare di San Gaetano)
Del Gaizo, Giovannni (ricostruzione e arredo sacrestia)
Cassano, Innocenzo (completamento costruzione navata e facciata)
Cafaro, Giovan Nicola (decorazione cappelle Montevergine e Rosario)
Alfano, Gaetano (restauri fine Settecento)
Pinto, Pasquale (restauro neoclassico intero edificio)
Mozzillo, Angelo (pitture della volta centrale)
Viva, Angelo (stucchi navata, transetto e abside)
Conforto, Francesco (altare maggiore)
Lista, Giuseppe (ricostruzione facciata)
Catone, Giuseppe (ricostruzione facciata)
Genovese, Gaetano (campagna restauri generali)
Rosalba, Giovanni (campagna restauri generali)
Guerritore, Filippo (restauri generali inizio Novecento)
Funari, Giacomo (decorazioni volta navata centrale)
Adinolfi, Vincenzo (decorazioni volta navata centrale)
De Simone, Tommaso (decorazioni volta navata centrale)
Conforto, Baldassarre (decorazioni volta navata centrale)
Consiglio, Gaetano (progetto e ricostruzione facciata manieristica)
Conforto, Venanzio (decorazioni volta navata centrale)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
rinascimento (costruzione)
rinascimento (costruzione facciata originaria)
manierismo (ricostruzione facciata)
barocco (rifacimento interno)
neoclassico (programma decorativo)
neoclassico (costruzione nuova facciata)
Notizie Storiche

1517  (fondazione intero bene)

La cattedrale di Santa Maria della Visitazione fu eretta in seguito alla fondazione della nuova diocesi di Cava (22 marzo 1514). I lavori di costruzione furono affidati all'architetto locale Santillo (o Cardillo) De Monica, a cui si deve il progetto originario, e finanziati interamente dall'Università di Cava. L'edificio fu previsto in posizione arretrata rispetto al lungo asse stradale del Borgo ed impostato ad una quota più alta di ben tre metri rispetto al piano stradale. La sua direzione fu est-ovest, ma con abside ad ovest, per le esigenze urbanistiche della piazza antistante.

1517 - 1550 (costruzione intero bene)

La prima fase dei lavori va dal 1517 (posa della prima pietra) al 1550, ma la costruzione dell'opera ebbe notevoli rallentamenti, protraendosi per diversi anni, tra le continue difficoltà economiche e tecniche, con problemi strutturali insorti già nella realizzazione delle fondazioni (dal 1525, a causa forse di una falda acquifera nel sottosuolo) e sempre ripresentatisi nella tormentata storia dell'edificio. Si succedettero con discontinuità diverse maestranze; tra queste gli scalpellini Alfonso De Monica e Giordano Alfieri, operanti nel 1533, ebbero un ruolo di rilievo.

1550  (arresto lavori intero bene)

Nel 1550 i risultati raggiunti non soddisfecero il vescovo, mons. Tommaso Cascelli, che decise di chiudere la fabbrica lasciando la sede diocesana presso la chiesa di Santa Maria Maggiore a Corpo di Cava (dove era precedentemente). L'opera realizzata doveva, infatti, presentarsi sgraziata e malsicura.

1561 - 1575 (ripresa lavori intero bene)

I lavori ripresero nel 1561, fortemente voluti dell'Università di Cava come espressione del desiderio popolare, con l'intento di ricostruire daccapo l'edificio in una forma migliore. Essi furono affidati alla direzione del giovane architetto cavese Pignaloso Cafaro, coadiuvato dai migliori esperti nell'arte edificatoria della città, tra cui il padre Giovan Giacomo Cafaro e l'architetto Vincenzo Della Monica. Non si conosce, invece, l'autore del nuovo progetto, a cui il Cafaro doveva attenersi. Il progetto, rispetto al precedente, prevedeva anche la costruzione di un transetto con tre absidi. Gli scalpellini che lavorarono in questa fase furono Silvesto De Nola, Pasquale De Vitulo, Salvatore De Grise. I lavori, tuttavia, procedettero con molta lentezza. Nel 1575 erano completati solo il transetto, l'abside e la sacrestia, mentre per la rimanente parte della fabbrica erano innalzate solo porzioni di muratura. Probabilmente i primi spazi compiuti furono già utilizzati per le celebrazioni.

1573  (progetto e costruzione sagrestia)

Nel 1573 furono affidati all'architetto Pignoloso Cafaro il progetto e la costruzione della sacrestia, eretta sul fianco della navata sinistra.

1576 - 1584 (nuova fase lavori intero bene)

Nel 1576 iniziò una nuova e decisiva fase dei lavori. L'architetto Pignaloso Cafaro, coadiuvato da Giovan Felice Buongiorno, approntò il progetto di completamente per le navate, il tetto e la facciata (in stile rinascimetentale, in doppio ordine corinzio di tufo grigio). La chiesa aveva tre navate, scandite da sedici pilastri (sette campate laterali), transetto poco sporgente con tre cappelle per lato, tre absidi a pianta quadrata (di cui la centrale di dimensioni doppie), capriate lignee sulla navata centrale e volte a crociera su quelle laterali. I lavori furono affidati al costruttore cavese Annibale Lamberti, mentre vi furono impiegati gli scalpellini Domenico e Giordano Alfieri e, soprattutto, Orazio Scarano di Sanseverino, a cui furono affidati, tra gli altri, i lavori della navata centrale e della facciata.

1584 - 1598 (completamento intero bene)

Nella fase di completamento dei lavori emerse sempre più il ruolo dell'architetto Giovan Felice Buongiorno, come direttore dei lavori, rispetto al Cafaro. Dal 1584 al Lamberti (scomparso) subentrarono i figli Cesare e Orazio con Bartolomeo Passaro, mentre le opere da scalpellino, dopo la morte dello Scarano (1588), furono proseguite da Innocenzo Cassano, che lavorò soprattutto alla facciata. Nel corso del 1587 venne costruito il soffitto a cassettoni in legno. Degno di nota era il coro ligneo (proveniente da una chiesa di Domenicani di Napoli), per il suo valore artistico. Entro il 1598 l'intera fabbrica fu portata a compimento.

XVII  (ampliamento e consolidamento intero bene)

La cattedrale già nei primi decenni del Seicento mostrò gravi problemi strutturali ed ebbe necessità di consolidamento per danni provocati da cedimenti, cattiva costruzione e terremoti. Il maggior intervento si ebbe negli anni 1638-42, sotto la direzione dell'architetto Giovan Antonio De Marino che consolidò i pilastri (ne sostituì alcuni), rinforzò la muratura e costruì le cupole sulle tre absidi. La struttura fu ulteriormente integrata ed arricchita di opere decorative, furono costruite alcune cappelle laterali, tra cui, nel 1634, la cappella della Madonna di Montevergine (vicino alla sacrestia), decorata da Giovan Nicola Cafaro. La facciata fu interessata da un notevole intervento di abbellimento con affreschi a soggetto biblico. Nel 1684 fu eretto il nuovo altare maggiore in marmo commesso, di notevole pregio, forse opera di un allievo del Fanzago, donato dal cavese C. A. Cafaro, ministro generale di Minimi, e collocato all'innesto del transetto con l'abside centrale.

1642  (consacrazione intero bene)

Il 4 maggio 1642 si svolse la cerimonia di consacrazione della cattedrale ristrutturata, presieduta dal vescovo Gerolamo Lanfranchi. In controfacciata è apposta una lapide che ricorda i restauri seicenteschi.

1688 - 1695 (danni sismici e restauri intero bene)

L'intero complesso della cattedrale subì notevoli danni a seguito del terremoto del 1688, col crollo delle coperture (tra cui la cupola), lesioni alle murature e alla facciata, danni all'altare maggiore. I lavori di ricostruzione furono eseguiti velocemente e nel 1690 la chiesa era di nuovo agibile e aperta al culto, mentre la cupola centrale estradossata fu rifatta nel 1691. Nel 1694 un nuovo evento sismico provocò altre ingenti rovine. La cupola, crollata per la seconda volta, fu nuovamente ricostruita nel 1695 e l'estradosso fu ricoperto da falde a tetto; la facciata fu rifatta in stile manieristico, su progetto di Gaetano Consiglio, con l'eliminazione dei precedenti affreschi.

1702 - 1730 (restauri intero bene)

Gli inizi del Settecento videro la cattedrale nuovamente sottoposta a consolidamenti e restauri dovuti alle sue precarie condizioni strutturali e voluti dal vescovo mons. M. Carmignano. In seguito a tali interventi, l'edificio perse il suo aspetto originario rinascimentale per divenire ricoperto di intonaci e stucchi barocchi. Furono costruiti la scala monumentale dell'ingresso (1724), un nuovo pavimento in cotto ed opere di arredo, alcune delle quali affidate all'architetto Pietro Muscettola (arredo della sacrestia). La cappella del Rosario (abside sinistra) fu decorata da Giovan Nicola Cafaro. In controfacciata una lapide ricorda gli interventi di restauro del 1704.

1732 - 1751 (danni sismici e ricostruzione intero bene)

In seguito al sisma del 1732, che causò estesi danneggiamenti alla cattedrale, si decise di ricostruire tutto il corpo di fabbrica comprendente l'arco trionfale, il transetto e le absidi, con murature più spesse e robuste, dotate di contrafforti. Furono chiamati alcuni architetti, Donato Gallerano, Felice Cafaro e Michele Pisapia, che fornirono idee e progetti ma fu il primo di essi a curarne i lavori di restauro, durati fino al 1751, sotto il governo del vescovo mons. D. De Liguori. Non furono più ricostruite le cupole delle absidi laterali, mentre quella centrale fu forse spostata sul transetto. Fornì il proprio lavoro lo scalpellino Giuseppe Villano. Nella ricostruzione del transetto furono abolite le tre cappelle sui lati corti sostituendole con una sola grande cappella per lato. La cappella di sinistra fu ideata dall'ingegnere Nicolò Tagliacozzi Canale e l'altare fu realizzato da Giovan Battista Massotti.

1758 - 1780 (interventi vari intero bene)

Nel 1758 fu rifatto il tetto della navata centrale. Nel 1773 fu costruito il coretto d'inverno, preziosa opera in legno, nei locali adiacenti alla sacrestia. Una nuova campagna di restauro fu avviata nel 1780 (forse in seguito ad un altro terremoto), sotto la direzione dell'ingegnere Gaetano Alfano, che intervenne specialmente per ripristinare le murature, l'arco trionfale e le coperture.

1763 - 1773 (rifacimento sacrestia)

Il 5 aprile 1763 la sacrestia fu distrutta da un incendio e venne ristrutturata nel 1773, completa di un nuovo artistico arredo. I lavori furono affidati all'ingegnere Giovanni Del Gaizo.

1794 - 1802 (restauri intero bene)

Interventi radicali di restauro furono invece eseguiti a partire dal 1794 fino al 1802, con il rifacimento delle volte, il consolidamento della facciata ed una nuova trasformazione degli ornati interni in stile neoclassico, sotto la direzione dell'ingegnere Pasquale Pinto e con il lavoro dei pittori Giacomo Funari, Vincenzo Adinolfi, Tommaso De Simone, Angelo Mozzillo e degli scultori Baldassarre, Venanzio e Michele Conforto e Angelo Viva. Il maggiore prodotto di tali interventi fu la notevolissima ed originale decorazione della controsoffittatura a volta nella navata centrale (persa nel 1960) e gli stucchi della navata e del transetto. In questa fase di restauro mutò anche la posizione dell'altare maggiore che dal transetto fu spostato sul fondo dell'abside. Il nuovo altare fu opera di Francesco Conforto, che, nella sua costruzione, reimpiegò sculture provenienti dall'antico altare seicentesco.

1801  (riapertura intero bene)

Nel 1801, prima ancora che gli interventi di restauro fossero completi, la chiesa fu riaperta al culto (in controfacciata si menzionano dette opere).

1805 - 1815 (restauri intero bene)

In seguito al terremoto del 1805, la cattedrale fu nuovamente sottoposta a restauri con il consolidamento delle coperture e della muratura, che fu rinforzata con catene di ferro. I lavori furono curati dall'ingegnere Pasquale Pinto. Nel 1815 furono ripresi anche gli stucchi e le pitture, a spese del comune.

1822 - 1860 (ricostruzioni facciata)

Nel 1822 la facciata cinque-seicentesca, che presentava gravi dissesti, fu demolita per far posto ad una nuova opera di gusto neoclassico, ideata dall'ingegnere Giuseppe Lista, in stile con il rifacimento interno di tutta la chiesa. Essa prevedeva anche due piccoli campanili con orologio ai lati estremi, che però non furono costruiti. Nel 1825 fu costruita la monumentale scala d'ingresso (su disegno del Lista, che già nel 1818 aveva sistemato la piazza con la fontana antistante). A causa dei terremoti del 1851 e del 1857 la facciata, parzialmente crollata, fu completamente rifatta tra il 1858 e il 1860, su disegno di Giuseppe Catone, ancora in stile neoclassico, non dissimile dalla precedente (si tratta della facciata tuttora esistente).

1827 - 1889 (opere e restauri intero bene)

Nel 1827 fu apposta una balaustra marmorea a recinzione del presbiterio. Nuovi interventi di restauro generale, invece, furono eseguiti dagli architetti Gaetano Genovese e Giovanni Rosalba tra il 1836 e il 1844, tra cui il rifacimento del tetto, ma la fabbrica rimaneva sempre in stato di precarietà strutturale e i successivi terremoti (1851 e 1857) resero necessari ulteriori interventi. Sotto il vescovo mons. G. Carrano (1874-1889) fu rifatta una porzione di pavimento e costruito un nuovo pulpito marmoreo in sostituzione di quello ligneo.

1870 - 1926 (notizie varie intero bene)

Durante l'ultimo trentennio dell'Ottocento la cattedrale rimase sostanzialmente immutata e in buono stato di manutenzione. Al vescovo mons. G. Izzo (1890-1914) si deve una serie di opere come il pavimento in marmo del presbiterio, il restauro della cappella del Monte di Pietà (1993) e della cappella di S. Antonio, opere di arredo e l'impianto elettrico (entrato in funzione nel 1905). Nel 1919 il vescovo mons. L. Lavitrano istituì presso la cattedrale la nuova parrocchia di Sant'Adiutore, mentre nel 1926 la chiesa fu chiusa a causa di lesioni e dissesti manifestatisi nella struttura.

1930 - 1932 (danni sismici e restauri intero bene)

Il 23 luglio 1930 un nuovo sisma aggravò le condizioni già precarie delle strutture dell'edificio sacro e l'anno successivo iniziarono i lavori di riparazione sotto la direzione dell'ingegnere Filippo Guerritore. I lavori furono ultimati velocemente e la chiesa fu riaperta il 4 novembre 1932.

1943 - 1966 (danneggiamenti bellici e restauri intero bene)

Il bombardamento bellico del settembre del 1943 provocò ingenti danni alla cattedrale, che fu comunque riparata e prontamente riaperta. Ma una nuova campagna di restauri, purtroppo mal condotti (1959-66), ha causato un irreversibile depauperamento dell'edificio sacro, spogliato di decorazioni e opere preziose. In questa fase sono andati dispersi il pregevole altare maggiore sei-ottocentesco, la balaustra del 1827, la cattedra episcopale, i cori lignei (sia quello seicentesco che il coretto d'inverno settecentesco), il pulpito, la singolare e preziosa decorazione della volta centrale coi suoi fregi e dipinti (sostituita da un cassettonato in stucco), l'arredo di sacrestia. Nel 1966 è stato realizzato l'adeguamento liturgico. Anche la scala monumentale d'ingresso fu sostituita con quella moderna.

1980 - 1999 (danni sismici e restauri intero bene)

A seguito del disastroso terremoto del 23 novembre 1980, la cattedrale riportò molti crolli, tra cui l'orologio di facciata col suo impianto meccanico, il solaio di sottotetto e la zona dell'ingresso. Il quadro fessurativo fu molto preoccupante a causa di lesioni che interessavano gran parte della muratura, delle volte, degli archi, del soffitto in stucco. I lavori di ripristino sono stati eseguiti in più riprese, con fondi statali (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e dei Lavori Pubblici), interessando il rifacimento di tutte le coperture, dalle absidi e delle cappelle, la rimozione del cassettonato in stucco nella navata centrale e il rifacimento del soffitto, il consolidamento delle strutture murarie e della facciata. Il lungo iter dei lavori si è parzialmente concluso con la riapertura al culto il 4 dicembre 1999. Intanto, nel 1986, con l'unione delle diocesi di Amalfi e Cava, l'edificio prendeva il titolo di Concattedrale.

2000 - 2013 (completamento restauri intero bene)

Nel corso del primo decennio del nuovo secolo sono stati portati a compimento i lavori di restauro seguiti al sisma del 1980, grazie a finanziamenti ecclesiastici. Nel 2013 la chiesa è stata dotata di una nuova impiantistica.
Descrizione

Il "Complesso Monumentale del Duomo di Cava" è un imponente emergenza architettonica ed urbanistica che caratterizza fortemente il centro del Borgo Scacciaventi di Cava de' Tirreni. E' composto dalla Concattedrale di Santa Maria della Visitazione (con sacrestia e altri ambienti), l'Episcopio, il Seminario Vescovile con relative aree pertinenziali, e altri ambienti pastorali della parrocchia S. Adiutore, occupanti uno degli isolati maggiori del Centro Storico. La Concattedrale prospetta scenograficamente sulla piazza principale della città, mediante la sua solenne facciata neoclassica e la scalea monumentale che la precede, costituendo la quinta urbana di maggior impatto dell'invaso pubblico. Questa piazza, molto ampia, rappresenta un nodo urbano importantissimo all'interno del Borgo Scacciavaenti, estendendosi sul lato monte e interrompendo la sequenza dei portici. La Cattedrale, invece, si sviluppa a pianta longitudinale, a tre navate absidate e transetto non emergente. Il carattere architettonico degli interni è definito dalle grandi dimensioni degli spazi, dal loro serrato sviluppo modulare e da una sobria decorazione neoclassica e barocca. La navata centrale presenta un doppio ordine di paraste scanalate che si alternano alle arcate a tutto sesto del piano terra e alle grandi finestre del piano superiore e recano capitelli compositi (primo livello) e fantasiosi (secondo livello). Tra i due livelli corrono vari marcapiani e una prominente trabeazione. E' presente anche una delicata decorazione neoclassica. La copertura è piana. Le navate laterali, invece, sono generate da una sequenza di campate coperte a crociera e sono affiancate da cappelle laterali con altari e decorazioni barocche. Il transetto è di imponenti dimensioni ed ospita l'area presbiteriale con l'altare maggiore al centro, sormontato da un moderno ciborio. Completano l'edificio le grandi absidi coperte a botte che si aprono sul fondo del transetto.
Pianta
La planimetria della chiesa, a schema longitudinale, a tre navate con tre absidi e ampio transetto contenuto nel perimetro di base, segue una precisa impostazione modulare e simmetrica, che scandisce i suoi ampi spazi. Sono presenti tre ingressi (tra cui l'imponente portale maggiore), ciascuno relativo ad una navata, in cui immette mediante un atrio ligneo interno. Le navate sono suddivise da una teoria di piloni a pianta rettangolare, sette per lato. La navata centrale si unisce al transetto mediante un semplice ma imponente arco trionfale. Le navate laterali sono suddivise in campate a pianta rettangolare, sei per lato, scandite da semipilastri appoggiati alla muratura perimetrale e ai piloni centrali. Lungo le pareti delle campate sorgono altari, cappelle o varchi. Il transetto ospita alle due testate due grandi cappelle e al centro l'ampia area presbiteriale, rialzata di tre gradini e dominata dal ciborio soprastante l'altare, a sua volta sopraelevata di altri tre gradini. Il presbiterio è recintato da balaustra anteriormente e lateralmete. Le tre absidi hanno pianta quadrata e pareti rettilinee; quella centrale, molto ampia, ospita attualmente la cattedra episcopale al centro e il coro e l'organo verso il fondo. Le absidi laterali sono adibite a cappelle. Un ulteriore accesso dall'esterno è collocato in una delle cappelle della navata destra, mentre dalla navata sinistra si aprono gli accessi alla sacrestia e al coretto d'inverno.
Facciata
La facciata, in stile neoclassico, è tripartita e a doppio ordine. L'ordine inferiore presenta una suddivisione mediante lesene scanalate recanti capitelli compositi. La sezione centrale, leggermente avanzata rispetto alla parete laterale, è a sua volta tripartita, con al centro il portale principale adornato da stipiti in pietra lavorata, cornici lineari e copertura a timpano triangolare, e ai lati riquadri rettangolari. Le ali laterali sono delimitate agli estremi da lesene binate e recano portali analoghi a quello centrale ma di minori dimensioni e sormontati da apertura semicircolare. Al di sopra delle lesene corre una trabeazione che segue l'articolazione dei partiti architettonici inferiori. Il livello superiore sviluppa particolarmente il modulo centrale, anch'esso tripartito da lesene in asse con quelle inferiori; la sezione centrale si apre con una grande finestra ad arco pieno abbellita da cornici e piccole lesene, quelle laterali presentano riquadri simili a quelli del livello sottostante. Le ali laterali del secondo livello sono composte da semplici brani murari a mo' di grandi parapetti, conclusi ai bordi esterni da velette semicircolari. Il timpano si estende per tutta la larghezza della partitura centrale ed è caratterizzato da cornici dentellate e dall'orologio centrale. La superficie è trattata ad intonaco civile. I caratteri cromatici sono dati da varie tonalità di ocra e di avorio che caratterizzano le superfici e i decori.
Campanile
Il campanile consiste in una vela muraria innalzata all'incrocio della falda di copertura della navata destra con il transetto e reca due archi, all'intero dei quali sono collocate le campane.
Coperture
La soffittatura della navata centrale e del transetto è piana e reca decorazioni a gradi riquadri trasversali in cornici di stucco. Le navate laterali hanno, invece, copertura a volte a crociera e le absidi hanno volta a botte. La sacrestia e il coretto d'inverno sono coperti con volta a botte decorata. La copertura esterna è composta da un insieme molto articolato di varie falde spioventi, che si estendono per l'intero edificio e si compongono con i contrafforti presenti lungo la fiancata laterale. Il manto di protezione è in cotto.
Sacrestia
Dalla navata sinistra si accede alla sacrestia e al "coretto d'inverno" (comunicanti tra loro). La sacrestia è un grande ma semplice ambiente a pianta quadrangolare. Il "coretto d'inverno", invece, è un ambiente a pianta rettangolare oblunga, decorato con stucchi, cornici mistilinee e nicchie. Qui sono sistemati gli stalli lignei decorati dei canonici. L'ambiente riveste un particolare interesse architettonico ed artistico.
Elementi decorativi
La decorazione interna è un equilibrato frutto dell'unione del gusto neoclassico, che domina nella navata centrale, e barocco presente nelle cappelle laterali e nelle absidi. Tra gli stucchi della navata centrale emergono i capitelli compositi delle lesene al primo livello, gli altorilievi raffiguranti teste d'angelo al secondo livello e i festoni floreali che corrono superiormente al primo e al secondo livello e in controfacciata. Le volte a crociera delle navate laterali riportano cornici e fasce in stucco cromatico. Particolare rilievo rivestono le decorazioni a stucco degli altari laterali e delle volte della sacrestia e del coretto d'inverno.
Impianto strutturale
L'impianto strutturale della chiesa è di tipo tradizionale, composto da muratura d'elevazione continua e piloni, in funzione portante, e contrafforti laterali. La muratura è ricoperta da intonaci decorativi e altri rivestimenti. Gli orizzontamento sono misti, a solaio cementizio nella navata centrale e nel transetto e a volta di diversa tipologia nelle navate laterali e negli altri ambienti. La struttura portate del tetto è in capriate di legno.
Sagrato
Il sagrato è composto da uno spazio rettangolare che si estende per l'intera larghezza della facciata ed ha l'aspetto di balconata sopraelevata sulla piazza antistante, con la quale è in collegamento mediante la scalea monumentale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1966)
Nell'area centrale del presbiterio, nel 1966, venne eseguito l'adeguamento liturgico, consistente nella realizzazione di un presbiterio rialzato e recintato con una nuova balaustra marmorea e due amboni simmetrici ai margini, la costruzione di un nuovo altare rivolto al popolo, posizionato centralmente al di sopra di alcuni gradini, sormontato da un imponente ciborio. I due amboni hanno forma di piccola tribuna in marmo, mentre l'altare è costituito da una lastra chiusa come paliotto e una mensa marmorea. Il ciborio si compone di quattro slanciate colonne corinzie su stilobate, con architravi che reggono un breve tamburo ottagonale e cupoletta piramidale, in marmi di vario tipo, rivestita di legno a piccoli cassettoni all'interno. L'antico altare preconciliare fu smontato ed eliminato (alcuni elementi sono conservati), mentre la cattedra episcopale, in legno scolpito, è rimasta sul fondo del presbiterio. Tali interventi di adeguamento furono inaugurati il 7 settembre 1966, dal vescovo mons. A. Vozzi.
cattedra - aggiunta arredo (2000)
La cattedra episcopale posta in abside è caduta in disuso, mentre una nuova sede movibile in legno e alcune panche sono state aggiunte dinanzi al ciborio.
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