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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Chievo
Verona
Verona
chiesa
parrocchiale
S. Antonio Abate
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1980); altare - intervento strutturale (1980); sede - intervento strutturale (1980); ambone - intervento strutturale (1980)
1443 ante - 1443(origini e costruzione intero bene); 1518 - 1518 post(ricostruzione intero bene); 1595 - 1595(erezione in Parrocchia carattere generale); XVIII sec. - XVIII sec.(rinnovamento intero bene); 1770 - 1778(passaggio alla Diocesi di Verona carattere generale); 1900/09/30 - 1900/09/30(consacrazione carattere generale); 1937 - 1946(ampliamento e decorazione interna intero bene); 1954 - 1956(erezione campanile); 2006 - 2006(restauro facciate e statue acroteriali); 2008 - 2008(manutenzione straordinaria copertura)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio Abate <Chievo, Verona>
Altre denominazioni S. Antonio Abate
Autore (ruolo)
Pegrassi, Agostino (ampliamento e decorazione interna )
Pivetta, Michelangelo (facciate e statue acroteriali, restauro)
Pivetta, Michelangelo (copertura, manutenzione straordinaria)
Ambito culturale (ruolo)
architettura romanica (origini e costruzione)
architettura rinascimentale (ricostruzione)
architettura barocca (rinnovamento )
architettura contemporanea (ampliamento e decorazione interna)
architettura contemporanea (campanile, erezione)
architettura contemporanea (facciate e statue acroteriali, restauro )
architettura contemporanea (copertura, manutenzione straordinaria)
Notizie Storiche

1443 ante - 1443 (origini e costruzione intero bene)

Le origini della chiesa di Chievo si possono far risalire alla chiesetta della Beata Maria, esistente, secondo il Biancolini, sin dal 1443, ma probabilmente ancora più antica. Era cappella soggetta alla chiesa parrocchiale di S. Procolo in Verona, a sua volta soggetta all’abbazia di S. Zeno Maggiore.

1518 - 1518 post (ricostruzione intero bene)

La Repubblica di Venezia, al fine di adeguare alla guerra d’artiglieria le difese di Verona, nel 1518 ordinò l’abbattimento di qualsiasi fabbricato, civile e religioso, nel raggio di un miglio dalle mura cittadine (spianata). La cappella di S. Maria, allora situata in prossimità della cinta magistrale, venne abbattuta e ricostruita nel luogo attuale, su un clivus o rilievo, da cui deriva il toponimo Chievo. In seguito alla ricostruzione, alla dedicazione originaria comincia ad essere affiancata quella a S. Antonio Abate.

1595  (erezione in Parrocchia carattere generale)

L’erezione in Parrocchia risale al 1595.

XVIII sec.  (rinnovamento intero bene)

L’edificio nel corso del XVIII sec. venne ampliato e rinnovato secondo il gusto neoclassico del periodo.

1770 - 1778 (passaggio alla Diocesi di Verona carattere generale)

La chiesa del Chievo, fino ad allora soggetta all’abbazia di S. Zeno, nel 1770 passò sotto la giurisdizione del vescovo di Verona. Otto anni più tardi la chiesa fu solennemente dedicata a S. Antonio Abate. L’evento è ricordato da un'iscrizione incisa sull’architrave del portale d’ingresso, il cui testo recita: “D.O.M. DIVOQUE ANTONIO ABATI DICATUM MDCCLXXVIII”.

1900/09/30  (consacrazione carattere generale)

L’edificio venne consacrato il 30 settembre del 1900 dal vescovo di Verona Bartolomeo Bacilieri (1900-1923).

1937 - 1946 (ampliamento e decorazione interna intero bene)

Nel 1937 la chiesa di S. Antonio Abate venne ampliata in lunghezza con la costruzione di due campate ed il conseguente rifacimento della facciata (che venne riedificata praticamente identica a quella demolita). Nello stesso anno venne anche posata la pavimentazione delle navatelle laterali in seminato veneziano. Tra il 1937 ed il 1946 l’interno fu decorato dagli artisti Agostino Pegrassi e Adolfo Mattielli.

1954 - 1956 (erezione campanile)

Risale al 1954 l’erezione dell'attuale torre campanaria. Il vecchio campanile venne demolito nel 1956; per un biennio, dunque, la chiesa del Chievo ebbe due campanili.

2006  (restauro facciate e statue acroteriali)

Risale al 2006 l’intervento di restauro delle facciate e delle statue acroteriali. Progetto a cura dell’arch. Michelangelo Pivetta.

2008  (manutenzione straordinaria copertura)

Risale al 2008 l’intervento di manutenzione straordinaria della copertura della chiesa. Progetto a cura dell’arch. Michelangelo Pivetta.
Descrizione

Ignote sono le origini della chiesa del Chievo, che inizialmente era dedicata alla Beata Vergine ed era soggetta alla chiesa parrocchiale di S. Procolo. Il Biancolini la attribuisce al 1443. Altri ne collocano la costruzione al XII sec. Il primitivo edificio non sorgeva nel luogo dell’attuale parrocchiale, ma era situato in prossimità delle mura cittadine. Quando nel 1518 la Repubblica di Venezia, per motivi di carattere militare, ordinò la distruzione di qualsiasi edificio nel raggio di un miglio dalle mura (spianata), la chiesa della Beata Vergine, insieme ad altre (come ad esempio la chiesa di S. Massimo), venne abbattuta. Qualche anno dopo l’edificio venne ricostruito più a nord, in riva al fiume Adige, su di un clivus o rilievo, da cui deriva il toponimo del paese. In questi anni alla primitiva dedicazione alla Vergine si aggiunse quella a S. Antonio Abate, che nel corso dei decenni prese il sopravvento. Eretta in Parrocchia nel 1595, venne ampliata e rinnovata nel corso del XVIII sec. A partire dal 1770, anno di soppressione dell’abbazia di S. Zeno Maggiore, divenne di proprietà diocesana. Consacrata nel 1900, nel 1937 la chiesa venne ampliata in direzione della facciata con la costruzione di due nuove campate. L’innalzamento dell’attuale torre campanaria risale al 1954. Esternamente l’edificio si presenta con facciata a salienti. Orientamento ad occidente. Torre campanaria situata a lato del fianco meridionale della chiesa. Impianto planimetrico a tre navate separate da due file di arcate a tutto sesto; la navata maggiore si prolunga con il vano quadrangolare del presbiterio, rialzato di due gradini e concluso con il coro semicircolare. L’ambiente interno si caratterizza per l’intenso e sovrabbondante apparato decorativo che adorna le pareti con rivestimenti in marmi policromi e con il pregevole ciclo pittorico della “Via Crucis”, opera dei pittori Agostino Pegrassi e Adolfo Mattielli; l’invaso della navata centrale è coronato da una trabeazione sostenuta da lesene ioniche; nella parete absidale un’edicola in marmo inquadra un affresco del XVI sec. raffigurante la “Pietà con S. Pietro martire e S. Antonio Abate”, proveniente dalla primitiva chiesa parrocchiale. Le navate sono coperte da una teoria di volte a crociera decorate con cornici policrome a motivi floreali opera del pittore Negrini; dello stesso autore la decorazioni della volta a botte unghiata che sovrasta il presbiterio. Copertura a due falde in corrispondenza della navata centrale, ad unica falda lungo le navate laterali, con travature e capriate lignee portanti e manto in coppi di laterizio. La pavimentazione della navata centrale è realizzata in quadrotte di marmo rosso Verona e pietra bianca; le navate minori presentano una pavimentazione in seminato alla veneziana; il piano del presbiterio è pavimentato in lastre di travertino bianco.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico di tipo basilicale a tre navate separate da due file di sei pilastri con asse maggiore longitudinale; la navata maggiore si prolunga con il vano a pianta quadrangolare del presbiterio, rialzato di due gradini e concluso con il coro a sviluppo semicircolare; il presbiterio si apre su entrambi i lati verso due cappelline con altare, rialzate di due gradini e protette da balaustrata, collocate a chiusura della navate minori: la cappella di S. Giuseppe sul lato meridionale, la cappella della Madonna del Rosario sul lato opposto; da quest’ultima avviene l’accesso alla cappella feriale ed alla sacrestia. L’ingresso principale della chiesa si apre al centro della parete di facciata; è presente un’entrata laterale sul fianco meridionale dell’aula (navata destra). Gli immobili che completano il complesso parrocchiale (casa canonica e centro parrocchiale) insistono in corrispondenza dei lati orientale e settentrionale della chiesa. La torre campanaria si eleva isolata sul lato meridionale della chiesa.
Facciata
Facciata a salienti. Orientamento ad occidente. Al centro del corpo centrale, inquadrato da due coppie di paraste con capitelli corinzi, si apre il portale d’ingresso di forma rettangolare sormontato da un timpano. Più in alto una finestra di gusto barocco illumina la navata centrale. Nelle ali laterali, raccordate al corpo centrale tramite due volute, sono aperte due finestre di forma rettangolare, anch’esse di gusto barocco. Conclude verticalmente il prospetto il timpano semicircolare. Coronano il prospetto quattro statue acroteriali in tufo, recentemente restaurate, raffiguranti S. Carlo Borromeo, S. Giuseppe e Gesù Bambino, S. Pietro Martire e S. Antonio Abate.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante costituita da pietrame misto legato con malta di calce, composta da conci di pietra calcarea, tufo e mattoni pieni di laterizio. I paramenti murari esterni ed interni si presentano intonacati e tinteggiati.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
La navata maggiore e le navate laterali sono coperte da una teoria di volte a crociera in muratura, separate da costolonature lisce trasversali, intonacate e tinteggiate, decorate con cornici policrome a motivi floreali opera del pittore Negrini; dello stesso autore è la decorazioni della volta a botte unghiata che sovrasta il presbiterio; il catino absidale è ornato con un dipinto raffigurante "S. Cecilia tra angeli musicanti".
Coperture
Copertura a due falde in corrispondenza della navata centrale con struttura portante composta da capriate lignee a schema statico semplice; copertura ad unica falda inclinata a chiusura delle navate laterali, sostenuta da falsi puntoni lignei in pendenza; orditura secondaria di tipo tradizione realizzata con arcarecci e travetti; manto in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata centrale è realizzata in quadrotte alternate di marmo rosso Verona e pietra calcarea bianca posate a corsi diagonali; le navate minori ed il vano absidale presentano una pavimentazione in seminato alla veneziana decorate con semplici riquadrature e disegni ornamentali; nella pavimentazione dell’aula si conservano antiche pietre tombali con iscrizioni. Il piano rialzato del presbiterio è pavimentato in lastre di travertino bianco. Le cappelle laterali presentano un pavimentazione in quadrotte alternate di breccia rosata e marmo biancone posate a corsi diagonali.
Prospetti interni
L’ambiente interno della chiesa, articolato in tre navate separate da archeggiature a tutto sesto sostenute da tozzi pilastri impostati su un alto basamento, si caratterizza per l’intenso e sovrabbondante apparato decorativo che adorna le pareti con rivestimenti in marmi policromi (talvolta simulati dalla decorazione pittorica) e con il pregevole ciclo pittorico della “Via Crucis”, opera dei pittori Agostino Pegrassi e Adolfo Mattielli, che interessa a tutto campo le pareti d’ambito delle navate minori; l’invaso della navata centrale è coronato da una trabeazione modanata, sostenuta da lesene ioniche e che si prolunga al presbiterio; nella parete absidale una cornice ad edicola in marmi policromi inquadra un affresco del XVI sec. raffigurante la “Pietà con S. Pietro martire e S. Antonio Abate” proveniente dalla primitiva chiesa parrocchiale.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, intonacati e tinteggiati, presentano uno sviluppo sobrio e lineare, si articolano lungo i fianchi longitudinali nel doppio registro corrispondente alla suddivisione interna in navate, entrambi coronati da una cornice a guscia; il settore inferiore, con zoccolatura in lastre di pietra calcarea bianco-rosata, è ritmato da lesene lisce che si raccordano alla cornice sommitale; nel registro superiore si aprono una sequenza di oculi finestrati con contorni a semplice modanatura; le pareti sono intonacate e tinteggiate; gli elementi modanati sotto sottolineati con una differente cromia.
Campanile
Torre campanaria situata a lato del fianco meridionale della chiesa. Basamento a scarpa, edificato in blocchi squadrati di pietra calcarea. Il fusto, slanciato, presenta un rivestimento ad intonaco lavorato a finto bugnato. Cella campanaria ad edicola, caratterizzata da un'apertura a bifora per ciascun lato e coronata da quattro pinnacoli piramidali. Copertura a cuspide in cemento.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980)
L’intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ne ha previsto il prolungamento verso l’aula fino a comprendere la campata terminale della navata centrale, con il rifacimento completo della pavimentazione in marmo travertino bianco, e la realizzazione del nuovo altare rivolto verso l’assemblea, ambone e sede del celebrante. Progetto curato dall’architetto Giulio Pavesi di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Si conserva l’altare maggiore pre-conciliare; le antiche balaustre furono rimosse.
altare - intervento strutturale (1980)
Nuovo altare fisso in travertino chiaro striato, decorato con bassorilievi in bronzo fuso, rivolto verso l’assemblea e rialzato su un basamento in marmo rosso Verona.
sede - intervento strutturale (1980)
Sedili in legno con schienale in travertino chiaro striato, rialzati su un basamento in marmo rosso Verona che si prolunga ad accogliere il nuovo altare.
ambone - intervento strutturale (1980)
Nuovo ambone fisso in travertino chiaro striato con leggio ligneo, collocato in posizione avanzata e laterale sul piano del presbiterio, in corrispondenza dei gradini prossimi all’aula.
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