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Descrizione |
Il primo edificio di culto nell'area della attuale Cattedrale risale alla prima metà del IV sec. Tale edificio, a tre navate e con una sola abside, è parzialmente visibile sotto la chiesa di S. Elena. Nella seconda metà del V sec. fu edificata una seconda basilica più capiente della precedente, che fu parzialmente demolita. Sul finire dell'VIII sec. la basilica paleocristiana del V sec. fu dismessa. Poco più tardi, a sud della stessa, fu edificata una nuova chiesa intitolata a S. Maria Matricolare. Sul finire dell'VIII sec. la sede episcopale fu definitivamente trasferita dalla chiesa di S. Stefano protomartire "extra moenia" alla chiesa di S. Maria Matricolare "intra moenia". Entro la prima metà del IX sec. fu restaurata e rinnovata per volere del vescovo di Verona Ratoldo (803-840) e dell'Arcidiacono Pacifico (776-844), figura di spicco nel panorama ecclesiastico del tempo. Contestualmente prese il via un organico programma di riorganizzazione degli spazi destinati ai chierici, come la "schola sacerdotum" (già documentata a partire dal VI sec.), lo "xenodochium" (o ospedale di S. Maria al Domo), il chiostro, i locali di rappresentanza e più in generale di tutto il quartiere. Nel XII sec., in seguito alle devastazione provocate dal terremoto del 1117, la cattedrale di S. Maria Matricolare fu riedificata in forme romaniche (a partire dal 1120). Il nuovo edificio fu consacrato in data 13 settembre 1187 dal pontefice Urbano III (1185-1187). Tra la prima metà del XV sec. e la fine del XV sec. l'edificio fu ampliato e rinnovato con la soprelevazione delle navate alla quota attuale, la sostituzione dei colonnati con due serie di quattro robusti pilastri a fascio, la copertura interna con volte a crociera e l'apertura delle cappelle laterali. Tra il 1913 ed il 1931 la torre campanaria fu soprelevata alla quota attuale su progetto dell'arch. Ettore Fagiuoli.
Esternamente l'edificio si presenta con facciata a salienti rivolta a occidente. Torre campanaria addossata al fianco meridionale della chiesa. Impianto planimetrico di tipo basilicale a tre navate separate da archeggiature a sesto leggermente acuto impostate su massicci pilastri polilobati in marmo rosso Verona; la navata maggiore si prolunga con il presbiterio protetto dal tornacoro colonnato Sanmicheliano, rialzato di tre gradini e concluso con il coro a sviluppo semicircolare; lungo i fianchi delle navate laterali si dispongono otto altari minori accolti all’interno di cappelle o semi-cappelle laterali emergenti ed inseriti entro articolate architetture dipinte; a conclusione delle navate laterali sono poste le due cappelle maggiori: la cappella della Madonna del Popolo (o Malaspina) a sinistra, e la cappella del Santissimo Sacramento (o Memo), a destra. Un imponente ciclo pittorico con scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta, realizzato da Francesco Torbido su disegni preparatori di Giulio Romano, ricopre le superfici delle pareti del presbiterio, della volta sferica di copertura e del catino absidale. Navata maggiore e navate laterali sono coperte da una teoria di volte a crociera in muratura con nervature diagonali in marmo rosso Verona modanate, e scandite tra loro da ampi arconi ogivali. La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte in pietra bianca e marmo grigio posate a corsi obliqui, riquadrate con bordature in marmo rosso Verona e marmo bianco, e con cornici grecate in marmo grigio e bianco; la pavimentazione del presbiterio è caratterizzata da una composizione geometrica con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo bianco e grigio). Copertura a due falde a chiusura della navata centrale, ad unico spiovente lungo le navate minori, con struttura portante costituita da capriate e travature lignee; manto in coppi di laterizio.
Pianta |
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale, suddivisa in tre navate separate da due file di quattro pilastri a sezione polilobata ed articolate ciascuna in cinque campate; la navata maggiore si prolunga con il presbiterio emergente a pianta ellissoidale, rialzato di tre gradini, protetto dal tornacoro semicircolare Sanmicheliano, e concluso con il coro, anch’esso a sviluppo semicircolare; l’attuale area presbiterale occupa la penultima campata della navata maggiore. Lungo i fianchi delle navate laterali si dispongono otto altari minori, quattro su ciascun lato e fra loro prospicienti, inseriti all’interno di cappelle o semi-cappelle laterali emergenti; lungo la navata sinistra si collocano la cappella Cartolari-Nichesola (con l’altare dell’Assunzione), la cappella Abbazia-Lazzari (dedicata al Santissimo Corpo di Gesù Cristo), la cappella Cartolari (intitolata a S. Michele Arcangelo) e la cappella della Madonna del Popolo (detta anche Malaspina); lungo la navata destra si incontrano la cappella Dionisi, la cappella Calcasoli, la cappella Emilei (dedicata alla Trasfigurazione di Cristo) e la cappella del Santissimo Sacramento (detta anche Memo); da quest’ultimo ambiente è possibile accedere alla sottostante cripta dei Vescovi veronesi. A lato dell’arco trionfale del presbiterio si collocano la cappella Maffei, a sinistra, e la cappella Mazzanti (dedicata ai Santi Francesco ed Agata). Lungo il fianco sinistro dell’aula, in posizione intermedia alle due ultime cappelle, avviene l’accesso al locale della sacrestia. L’ingresso principale si apre al centro della parete di facciata, protetto all’esterno da un protiro raggiungibile dall’ampio sagrato antistante risalendo una breve scalinata; lungo entrambe le navate minori è presente un’entrata laterale. Sul lato meridionale della chiesa, a conclusione della navata destra, si addossa la torre campanaria. |
Facciata |
Facciata a salienti, edificata in conci alternati di tufo e cotto. Due contrafforti a sezione triangolare la tripartiscono. Al centro si apre il portale d'ingresso strombato impreziosito da sculture raffiguranti Santi e i due paladini Orlando e Uliviero, e sormontato da una lunetta decorata con rilievi policromi (raffiguranti "la Madonna in trono con Bambino") e protetto da un doppio protiro con colonnine tortili poggianti su grifi stilofori (opera del maestro Nicolò, 1139 ca.). Sull'architrave tre medaglioni scolpiti con le allegorie delle virtù teologali. Un ampio oculo e due alte bifore ogivali quattrocentesche illuminano l'interno dell'edificio. Oltre il rosone campeggia lo stemma del cardinale e vescovo di Verona Agostino Valier, artefice del rinnovamento della facciata nelle forme attuali (1587). |
Strutture di elevazione |
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante con paramento murario esterno a vista, caratterizzato dall’alternanza di corsi in blocchi squadrati di tufo e filari regolari in mattoni pieni di laterizio legati con malta di calce; la struttura absidale è realizzata interamente in blocchi di tufo e pietra calcarea; lungo i fianchi longitudinali sono presenti contrafforti murari; i setti murari a separazione delle navate e le strutture voltate si impostano su arconi in muratura gravanti su massicci pilastri in marmo rosso Verona; le pareti interne presentano un rivestimento ad intonaco decorato con pitture murali. |
Strutture di orizzontamento e/o voltate |
Le campate in cui sono articolate la navata centrale e le navate minori sono coperte da una teoria di volte a crociera in muratura con nervature diagonali in marmo rosso Verona modanate, e scandite tra loro da arconi ogivali anch’essi in marmo rosso Verona e controventati mediante tiranti metallici. La volta a botte che sovrasta il presbiterio e la calotta semisferica del catino absidale sono decorate con affreschi realizzati nei primi decenni del Cinquecento da Francesco Torbido su disegni di Giulio Romano, raffiguranti scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta. |
Coperture |
Copertura a due falde a chiusura della navata centrale, con struttura portante costituita da un sistema di ventisette capriate lignee a schema statico composito con controcatena e tre monaci; entrambe le navate minori sono suddivise, a livelli del sottotetto, in cinque campate tra loro comunicanti mediante setti murari trasversali, con copertura ad unica falda sostenuta, per ciascuna campate, da quattro capriate zoppe; copertura a due falde in corrispondenza del presbiterio, e a padiglione a sviluppo semicircolare a chiusura del coro; orditura secondaria di tipo tradizionale costituita da arcarecci e travetti in pendenza con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio. |
Pavimenti e pavimentazioni |
La pavimentazione dell’aula è realizzata in quadrotte alternate in pietra bianca e marmo grigio, posate a corsi obliqui, riquadrate con bordature in marmo rosso Verona e marmo bianco, e con cornici grecate in marmo grigio e bianco; sono presenti lastre sepolcrali con iscrizioni. La pavimentazione del presbiterio, rialzata con tre gradini in pietra bianca, è caratterizzata da un’articolata composizione geometrica realizzata con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo bianco e grigio). |
Prospetti interni |
L’interno della chiesa si presenta come un vasto e grandioso spazio unitario, articolato lungo l’asse longitudinale dell’aula in tre navate separate da archeggiature a sesto leggermente acuto impostate su massicci pilastri polilobati in marmo rosso Verona, e che sembra dilatarsi oltre i muri perimetrali smaterializzati dalle architetture dipinte in cui si inseriscono le cappelle laterali con altare. La composizione d’insieme indirizza lo sguardo ed il percorso del fedele verso la cappella maggiore, l’antico presbiterio, delimitato dall’elegante tornacoro Sanmicheliano a sviluppo semicircolare con intensi effetti chiaroscurali, con alto basamento su cui si imposta una teoria di colonne ioniche a sostegno della trabeazione modanata con candelabri; un imponente ciclo pittorico con scene e personaggi biblici inseriti all’interno di una architettura classica dipinta, realizzato da Francesco Torbido su disegni preparatori di Giulio Romano, ricopre la superficie muraria delle pareti e delle strutture voltate del presbiterio. Lo spazio interno è pervaso da una soffusa illuminazione naturale che si irradia dalle finestrature in facciata e dagli oculi circolari presenti nel settore sommitale della navata maggiore; ampie finestrature centinate illuminano il presbiterio. |
Prospetti esterni |
I prospetti esterni della chiesa, dalle linee armoniche ed equilibrate, con paramento a corsi di conci squadrati in tufo alternati a filari in cotto a vista, sono articolati in due registri lungo i fianchi longitudinali dell’aula, corrispondenti alla suddivisione delle navate interne, entrambi scanditi da contrafforti con pinnacolo sommitale, e coronati da una cornice sottogronda modanata, con fregio scolpito a bassorilievi lungo le navate minori; il registro inferiore è caratterizzato dai volumi emergenti delle cappelle laterali; oculi circolari si aprono nel settore superiore; il fronte orientale (presbiterio) è coronato da una cornice ad archetti pensili; il volume semicilindrico dell’abside è scandito da una fitta teoria di sottili lesene con capitello scolpito, impostate su una risega basamentale, e che si raccordano alla cornice sommitale con fregio decorato a bassorilievo. |
Campanile |
Torre campanaria addossata al fianco meridionale della chiesa. Basamento a pianta quadrangolare di epoca romanica. Fusto massiccio, interamente edificato in conci squadrati di pietra calcarea bianca. Imponente cella campanaria a pianta ottagonale poggiante su un basamento a pianta quadrangolare coronato da balaustrata. La sormonta un tamburo sul quale avrebbe dovuto poggiare la copertura a cuspide prevista dal progetto, mai realizzata. |
Cappella della Madonna del Popolo |
Collocata a conclusione della teoria di cappelle che si svolge lungo la navata sinistra, la cappella della Madonna del Popolo, rialzata di due gradini rispetto l’aula e protetta da balaustra, si configura come un ambiente a pianta quadrata spazialmente ed architettonicamente autonomo, coperto da una cupola decorata con rilievi in stucco impostata su un tamburo cilindrico scandito da colonnine e lesene con capitelli modanati, a cui si alternano nicchie contenenti le statue dei Profeti; i quattro pennacchi angolari sono ornati con la raffigurazione degli Evangelisti realizzati in stucco; i prospetti interni, con rivestimento in lastre di marmo, sono cinti da una trabeazione modanata sostenuta alle estremità da lesene con capitelli d’ordine composito; al centro della parete di fondo un arco sostenuto da colonne accoglie l’altare in marmi policromi con la statua lignea della Madonna con il Bambino; la pavimentazione è realizzata con intarsi in marmi policromi. |
Cappella Memo |
Collocata a conclusione della teoria di cappelle che si svolge lungo la navata destra, la cappella del Santissimo Sacramento (o cappella Memo), rialzata di due gradini rispetto l’aula e protetta da balaustra, si configura come un ambiente a pianta quadrata con una modesta absidiola emergente, caratterizzato da un ricco apparato decorativo scenografico di gusto tardo-barocco; la cappella è coperta da una cupola costolonata decorata con rilievi in stucco, impostata su un tamburo cilindrico cinto da balaustra e scandito da lesene binate a cui si alternano nicchie contenenti le statue raffiguranti gli Evangelisti; i quattro pennacchi angolari sono ornati con la raffigurazione dei Padri della Chiesa realizzati in stucco; i prospetti interni, con rivestimento in lastre di marmo, sono cinti da una trabeazione modanata sostenuta alle estremità da lesene con capitelli d’ordine composito; nell’abside, inquadrato da un arco sostenuto da colonne, è posto l’altare in marmi policromi sovrastato da un drappo marmoreo con putti in cui si inserisce la pala di Giambattista Burato (XVIII sec.) raffigurante l’”Istituzione dell’Eucarestia"; la pavimentazione è realizzata con intarsi in marmi policromi.
Da questo ambiente, una doppia scalinata curva conduce all’ambiente ipogeo della cripta dei Vescovi di Verona, costituito da una sala a pianta rettangolare di ridotte dimensioni, verso cui affacciano dodici loculi e dodici piccoli ossari; le pareti interne sono rivestite interamente in marmo rosa Egeo levigato, con una texture a triangoli equilateri che connota la superficie della pavimentazione e del soffitto. |
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