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Badia Calavena
Verona
chiesa
parrocchiale
Santi Vito Modesto e Crescenzia
Parrocchia dei Santi Vito Modesto e Crescenzia
Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1977); altare - aggiunta arredo (1977); sede - aggiunta arredo (1977); sede - aggiunta arredo (2008); coro e organo - intervento strutturale (1970-1975); coro e organo - aggiunta arredo (1958)
IX sec. - 1117(origini e costruzione intero bene); 1117 post - 1178(ricostruzione intero bene); 1159 - 1185(diritto pontificio carattere generale); 1185 - 1185(possedimenti del monastero di Badia Calavena carattere generale); 1348 - 1433(restauro e costruzione intero bene); 1433 - 1443(passaggio di proprietà carattere generale); 1498 - 1498(passaggio di proprietà carattere generale); 1529 - 1529(erezione in Parrocchia carattere generale); 1530 - 1530(seconda visita pastorale del vescovo Giberti carattere generale); 1824 - 1828(costruzione intero bene); 1835 - 1835(consacrazione carattere generale); 1891 - 1891(crollo cella campanaria romanica); XX sec. - XX sec.(erezione torre campanaria); 2006 - 2006(restauro e risanamento conservativo corpo est); 2009 - 2010(restauro facciate e copertura chiesa e ala ovest); 2013 - 2017(consolidamento e restauro copertura)
Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia <Badia Calavena>
Altre denominazioni Santi Vito Modesto e Crescenzia
Autore (ruolo)
Rodighiero, Piero (corpo est, restauro e risanamento conservativo)
Alberti, Massimo Gildo (chiesa e ala ovest, restauro facciate e copertura)
Alberti, Massimo Gildo (copertura, consolidamento e restauro)
Ambito culturale (ruolo)
architettura altomedievale (origini e costruzione)
architettura romanica (ricostruzione)
architettura romanica (interno bene, restauro e costruzione)
architettura neoclassica (costruzione)
architettura neoclassica (torre campanaria, costruzione)
architettura contemporanea (corpo est, restauro e risanamento conservativo)
architettura contemporanea (chiesa e ala ovest, restauro facciate e copertura)
architettura contemporanea (copertura, consolidamento e restauro)
Notizie Storiche

IX sec. - 1117 (origini e costruzione intero bene)

L'alta val d'Illasi fu occupata tra il IX ed il X sec. dai carolingi, i quali edificarono chiese intitolate a santi di origini francese o comunque venerati a nord delle Alpi. E' il caso della chiesa di S. Dionigi a Marcemigo, di quelle di S. Martino e di S. Egidio a Tregnago, e anche di quella di Badia Calavena, intitolata a S. Vito. Tale edificio, parte del quale è ancora visitabile (utilizzato come sala conferenze e teatro), era orientato a ponente, secondo l'uso antico, e presentava una struttura a tre navate (la centrale il doppio delle laterali) terminante con tre absidiole. Come altri edifici del nord Italia, anche la chiesa altomedievale di S. Vito venne danneggiata dal rovinoso terremoto del 1117.

1117 post - 1178 (ricostruzione intero bene)

Anche il monastero di S. Pietro situato sull'omonimo colle a monte della chiesa di S. Vito subì notevoli danni a causa del terremoto, al punto che i monaci benedettini lo abbandonarono gradualmente per trasferirsi a valle, presso la chiesa di S. Vito. Grande fu l'opera dell'allora abate Rodolfo (1159-1178), il quale in un primo momento mise mano alla chiesa di S. Vito, che venne rimpicciolita e ricostruita ad una sola navata, e agli edifici annessi danneggiati dal terremoto. In un secondo momento si dedicò alla costruzione del chiostro e di altri edifici di servizio, trasformando la chiesa di S. Vito in un complesso abbaziale. A questa fase appartiene l'erezione della torre campanaria, situata circa a metà della parete settentrionale dell'edificio.

1159 - 1185 (diritto pontificio carattere generale)

Altro grande merito dell'abate Rodolfo fu quello di aver portato il monastero alla piena autonomia giuridica, sottraendolo all'autorità del vescovo di Verona e ottenendo il diritto pontificio. Papa Lucio III (1181-1185) nel 1185 confermava nel seguente testo, quanto già fatto dal suo predecessore Alessandro III (1159-1181): "Ricevo sotto la protezione di San Pietro e mia personalem il monastero dei Santi Pietro e Vito di Calavena. Come fece il mio predecessore papa Alessandro III, di felice memoria".

1185  (possedimenti del monastero di Badia Calavena carattere generale)

Nel 1185, con bolla pontificia, papa Lucio III confermava al monastero dei SS. Pietro e Vito di Calavena: il luogo dove si trova il monastero; la cappella di S. Faustino (oggi scomparsa) a Verona; la cappella di S. Ambrogio a Mezzane (oggi scomparsa); la cappella di S. Nicolò a Colognola (scomparsa); la chiesa di S. Andrea a Illasi (oggi S. Rocco, sconsacrata); la cappella di S. Vitale a Cogollo (poi di S. Giacomo, oggi scomparsa); il paese di Cogollo; la contrada di Gusperino; la chiesa di S. Maria dell'Isolo a Verona (oggi di S. Maria Rocca Maggiore); altre proprietà a Tregnago, Marcemigo, Cellore, Scorgnano e Casale, ma anche ad Illasi, Colognola, Caldiero, Belfiore, S. Giovanni Illarione, Mezzane e Trezzolano.

1348 - 1433 (restauro e costruzione intero bene)

Nel 1348 la provincia di Verona fu colpita da una violenta epidemia di peste e da un terremoto che causò parecchi danni al monastero. Al contagio scampò un solo monaco, Francesco Cavalieri, il quale non potendo autoeleggersi o eleggere un abate, chiese al Papa di inviare un commendatario, che giunse a Badia nel 1360 (Michele da Mantova). Da tale data tutti gli abati di S. Vito furono commendatari. Essi, in considerazione delle condizioni precarie del monastero, lesionato dal terremoto, spostarono la loro residenza al paese di Tregnago. La situazione cambiò con l'elezione dell'abate benedettino e nobile veronese Maffeo Maffei (1424-1433). Egli, desideroso di ripristinare la regola benedettina, restaurò gli ambienti danneggiati nel 1348 e ne fece edificare altri ex novo, come le singole celle per i monaci (nel chiostro superiore) in sostituzione del dormitorio comune e la casa dell'abate (ala occidentale) al cui pian terreno si apriva la camera di rappresentanza dell'abate.

1433 - 1443 (passaggio di proprietà carattere generale)

Il 18 settembre 1433 papa Eugenio IV, sostenitore della recente Congregazione di Santa Giustina di Padova, di propria iniziativa aggregò il monastero di Badia Calavena con tutte le sue rendite, a quello di S. Giustina di Padova. Tale situazione fu destinata a perdurare per un decennio, fino al 1443, anno in cui S. Giustina rifiutò il possesso dell'abbazia, rimettendolo nele mani del pontefice, che lo diede in commenda all'abate benedettino Pietro Avogadro (1443-1446). Il monastero passò poi al commendatario Marino Badoaro (1451-1479) che venne accusato di incuria e di essersi impossessato di numerosi beni mobili dell'abbazia, e successivamente al commendatario Agostino Maffei (1479-1495).

1498  (passaggio di proprietà carattere generale)

La commenda successiva venne affidata all'abate Girolamo Maffei, il quale, nel 1498, rimise liberamente nelle mani di Papa Alessandro VI la commenda abbaziale di Badia Calavena, che venne nuovamente unita alla Congregazione di S. Giustina di Padova, come sussidio ed ampliamento dell'abbazia di S. Nazaro di Verona, appartenente al cenobio padovano già dal 3 marzo 1442. D'ora in avanti la storia del monastero di Badia si identifica con quella del monastero di Verona.

1529  (erezione in Parrocchia carattere generale)

Nel 1529, l'ultimo abate di Badia, Marco da Cremona, trasferì la propria residenza presso il monastero di S. Nazaro e la Parrocchia venne unita alla chiesa abbaziale e parrocchiale di S. Nazaro. La cura d'anime continuò ad essere esercitata da un cappellano, mentre alcuni monaci di S. Nazaro scelsero di vivere a Badia. Ciò si ricava dalla prima visita pastorale (1529) del vescovo di Verona Gian Matteo Giberti (1524-1543), che scriveva: "visitata fuit parrochialis ecclesia Sanctorum Petri ac Viti et Modesti de Chalavena, quae est venerabilium monacorum Sanctorum Nazarii et Celsi Verone, ubi resident monaci et eorum capellanus". Da questo momento la chiesa nei documenti comparirà come parrocchiale dei SS. Vito e Modesto (secondo la tradizione S. Modesto fu il maestro di S. Vito).

1530  (seconda visita pastorale del vescovo Giberti carattere generale)

Dalla seconda visita pastorale (1530) del vescovo Giberti (1524-1543) si evince che allora dall'abbazia dipendevano direttamente due cappelle: quella di S. Pietro sul monte omonimo e quella di S. Andrea al Progno. Le altre cappelle sparse nella val d'Illasi (S. Ambrogio a Mezzane, S. Andrea a Illasi, S. Niccolò a Colognola, S. Vitale a Cogollo, S. Pietro a Gusperino) e a Verona (S. Faustino e S. Maria all'isolo), un tempo di sua proprietà, divennero pertinenza del monastero cittadino di S. Nazaro, dal 1503 di regola cassinese.

1824 - 1828 (costruzione intero bene)

Tra il 1824 ed il 1828, adiacente ed avanzata rispetto alla vecchia chiesa, venne edificata la nuova chiesa parrocchiale. Risultò un edificio dalle forme neoclassiche, con prospetto rivolto ad occidente, come la chiesa antica. L'interno, ad aula unica con quattro altari laterali, termina con un presbiterio a pianta rettangolare ed abside semicircolare.

1835  (consacrazione carattere generale)

La chiesa parrocchiale dei SS. Vito e Modesto fu solennemente consacrata nel 1835.

1891  (crollo cella campanaria romanica)

Nel 1891, a causa di un violento terremoto, crollarono tre delle quattro pareti della cella campanaria del campanile romanico.

XX sec.  (erezione torre campanaria)

Tra gli ultimi anni del XIX sec. ed i primi del XX sec., la nuova chiesa parrocchiale venne dotata di una nuova torre campanaria, collocata nel lato meridionale della piazza antistante la chiesa.

2006  (restauro e risanamento conservativo corpo est)

Del 2006 è il progetto di restauro, risanamento conservativo e recupero funzionale del corpo est del complesso monasteriale. Progetto a cura dell'arch. Piero Rodighiero.

2009 - 2010 (restauro facciate e copertura chiesa e ala ovest)

Tra il 2009 ed il 2010 è stato condotto un intervento di restauro delle facciate e di manutenzione del manto di copertura. Progetto a cura dell'arch. Massimo Alberti.

2013 - 2017 (consolidamento e restauro copertura)

Tra il 2013 ed il 2017 la struttura di copertura dell'aula e del presbiterio è stata oggetto di un intervento di restauro e consolidamento strutturale, consistente in particolare nel rinforzo delle membrature delle capriate lignee con la sostituzione degli elementi ammalorati. Progetto a cura dell'arch. Massimo Alberti.
Descrizione

L'attuale chiesa parrocchiale dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia, sorge a lato di preesistenti edifici di culto di epoca altomedievale e romanica, tutt'ora esistenti. Il toponimo del paese Badia Calavena deriva infatti dalla ricca abbazia benedettina che per secoli regolò la vita civile, religiosa ed economica della val d'Illasi centrale e settentrionale, della quale rimangono ancora oggi importanti testimonianze, come il bel chiostro romanico del monastero, recentemente restaurato. L'attuale parrocchiale venne edificata in forme neoclassiche tra il 1824 ed il 1828, quando ormai la comunità monastica era definitavemente scomparsa. La chiesa si presenta con facciata neoclassica a capanna, caratterizzata dalla scansione di quattro paraste di ordine ionico a incorniciare il portale d'ingresso rettangolare di grandi dimensioni. Due i campanili: quello appartenente all'edificio altomedievale e poi romanico, crollato nella cella campanaria in seguito ad un terremoto (1891) ed ora inutilizzato, e quello attuale, edificato all'inizio del Novecento, situato nella piazza in posizione avanzata rispetto alla chiesa. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, presbiterio a pianta quadrata rialzato di tre gradini, concluso con abside emergente semicircolare; lungo i fianchi dell’aula si dispongono gli altari laterali: l’altare di S. Carlo Borromeo e della Madonna, sul lato settentrionale, l’altare del Crocifisso e l’altare dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia sul lato opposto. I prospetti interni sono scanditi da lesene con capitelli ionici su cui si imposta l’alta trabeazione modanata con fregio decorato che percorre l’intero perimetro interno raccordando la composizione d’insieme; il presbiterio, introdotto da un arco trionfale a tutto sesto, è separato dall’abside mediante semipilastri ionici polistili in forte aggetto. All'interno dell'edificio è conservata una tela dell'Orbetto. L’aula è coperta da una volta a botte a sezione semi-ellittica; il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera; le superfici della volte sono decorate con motivi floreali, finte costolonature e cornici. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in tegole di cemento. La pavimentazione della navata è realizzata in quadrotte di marmo rosso Verona e pietra calcarea bianca locale; il pavimento del presbiterio è caratterizzato da un disegno geometrico in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo verde Alpi a marmo bianco).
Pianta
Impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta quadrata, di larghezza ridotta rispetto l’aula, rialzato di tre gradini e protetto da balaustra; abside emergente a sviluppo semicircolare. Lungo i fianchi dell’aula si dispongono gli altari laterali, due per lato, alloggiati all’interno di modesti sfondamenti delle pareti d’ambito con struttura in parte emergente all’esterno: l’altare di S. Carlo Borromeo e della Madonna, sul lato settentrionale, l’altare del Crocifisso e l’altare dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia sul lato opposto. Nella parete di controfacciata, ai lati della porta di ingresso, sono presenti due nicchie che ospitano il fonte battesimale, a destra, e la statua del S. Cuore di Gesù a sinistra. Sul fianco destro del presbiterio si colloca l’ambiente della sacrestia, dalla quale è possibile raggiungere l’antico Oratorio che si sviluppa sul lato orientale della chiesa con il medesimo orientamento. L’ingresso principale, con bussola lignea interna, si apre al centro della parete di facciata, ed è preceduto da un’ampia scalinata; un ingresso laterale è presente lungo il fianco meridionale dell’aula, con una scalinata esterna a due rampe. La chiesa parrocchiale si inserisce all’interno dell’antico complesso abbaziale che si articola attorno ad un chiostro centrale, e con il quale risulta comunicante in corrispondenza del fianco meridionale del presbiterio. La torre campanaria si eleva isolata sul lato meridionale della piazza antistante la facciata della chiesa, in posizione avanzata rispetto questa.
Facciata
Facciata neoclassica rivolta a occidente. Due coppie di paraste di ordine ionico poggianti su alte zoccolature in pietra locale, sorreggono la trabeazione ed incorniciano il portale d'ingresso rettangolare e la finestra semicircolare ad esso soprastante. Ai lati del portale, in due nicchie sono contenute le statue dei santi patroni. Frontone privo di elementi decorativi, mentre al centro del timpano è inserito una sorta di rosone di forma quadrata con il simbolo dell'occhio di Dio inscritto in un cerchio da cui si diramano fasci di luce. Sul vertice sommitale dello spiovente, infisso in un supporto litico, campeggia una croce in ferro. Sui vertici laterali sono collocate due urne acroteriali.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di sassi e pietrame misto legato con malta di calce, con prevalenza di conci di pietra calcarea locale. Il corpo absidale è interessato dalla presenza di una controparete in muratura che ne asseconda l’andamento semicircolare. I paramenti esterni si presentano intonacati.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
L’aula è coperta da un’ampia controsoffittatura voltata a botte a sezione semi-ellittica con teste di padiglione e unghie laterali in corrispondenza delle finestrature che illuminano l’ambiente interno. Il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera; una stretta porzione di volta a botte con unghie laterali, compresa tra due costolonature trasversali, precede la semicalotta sferica che chiude il vano absidale. La struttura voltata è realizzata in canniccio intonacato, collegata ad un sistema di centinature lignee portanti; le superfici sono decorate con motivi floreali, finte costolonature e cornici che sottolineano la geometria delle volte.
Coperture
La struttura portante della copertura a due falde sovrapposta all’aula ed al presbiterio è realizzata con un sistema di incavallature lignee (otto capriate in corrispondenza della navata, cinque a sostegno della copertura del presbiterio) il cui schema statico è tale da assecondare lo sviluppo della volta sottostante; l’orditura secondaria è costituita da arcarecci e travetti su cui poggiano tavelle in cotto; manto di copertura in tegole di cemento. Tra il 2013 ed il 2016 la struttura di copertura della chiesa è stata oggetto di un intervento di restauro, consistente in particolare nel rinforzo e consolidamento delle membrature lignee delle capriate mediante fasciature e piastre metalliche, applicazione di fettonature o FRP, e la sostituzione degli elementi ammalorati.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è realizzata in quadrotte alternate di marmo rosso Verona e pietra calcarea bianca locale, posate a corsi obliqui; una bordatura in marmo rosso perimetra l’intero disegno. Tre gradini in pietra bianca introducono al piano del presbiterio, la cui pavimentazione è caratterizzata da un disegno geometrico in marmi policromi (marmo rosso Verona, marmo verde Alpi a marmo bianco), con bordatura perimetrale in nembro rosato. La pavimentazione dell’abside si articola su due livelli, quello inferiore pavimentato con lastre rettangolari di nembro rosato, mentre quello superiore ripropone il motivo geometrico del presbiterio.
Prospetti interni
L’ambiente interno dell’aula presenta un ampio impianto spaziale, debolmente illuminato dalle finestrature sommitali, caratterizzato da un’armonica e regolare composizione architettonica e da un sobrio apparato decorativo; una maggiore ricercatezza decorativa interessa le superfici voltate. I prospetti interni sono regolati dal ritmo dell’ordine architettonico, scanditi da lesene con capitelli ionici su cui si imposta l’alta trabeazione modanata con fregio decorato a finto marmo che percorre l’intero perimetro interno raccordando la composizione d’insieme. Nelle campate maggiori dei prospetti longitudinali dell’aula l’ordine inquadrata archi a tutto sesto che ospitano gli altari laterali; una semplice cornice a stucco suddivide in due registri sovrapposti le campate intermedie. Il presbiterio, introdotto da un arco trionfale a tutto sesto, è separato dall’abside mediante semipilastri ionici polistili in forte aggetto; l’abside, scandita da semicolonne ioniche, è interrotta dal solaio ligneo della cantoria. Il trattamento cromatico piuttosto uniforme delle superfici è tale da porre in lieve risalto gli elementi modanati.
Prospetti esterni
I prospetti laterali si presentano intonacati e con una tinteggiatura superficiale piuttosto degradata, sono movimentati dalle modeste emergenze delle semicappelle laterali e conclusi da una cornice sottogronda a semplice modanatura; nella porzione sommitale si aprono le finestrature semicircolari che illuminano l’interno. L’ingresso laterale presenta cornici in pietra modanata ed è protetto da una lastra di pietra sorretta da due mensoloni scolpiti.
Campanile
Torre campanaria novecentesca, situata nella piazza antistante la chiesa, lato sud. Pianta quadrata, fusto rinforzato da lesene angolari in pietra locale e scandito in tre registri da altrettante cornici marcapiano. Nel lato ovest è inserito un orologio di forma circolare. Cella campanaria ad edicola sovrastata da un tamburo ottagonale su cui si imposta la copertura a piramide in lastre di pietra locale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1977)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto l'introduzione del nuovo altare in marmo rivolto verso l’aula. Si conservano le antiche balaustre e l'altare maggiore pre-conciliare con il tabernacolo.
altare - aggiunta arredo (1977)
Altare rivolto verso l’aula in marmo bianco screziato.
sede - aggiunta arredo (1977)
Sedili in legno collocati ai piedi dell’altare maggiore pre-conciliare.
sede - aggiunta arredo (2008)
La sede del celebrante è stata posizionata su una pedana in legno che prolunga i primi due gradini dell’altare maggiore pre-conciliare.
coro e organo - intervento strutturale (1970-1975)
L’organo a canne è stato collocato sulla cantoria lignea realizzata nell’abside.
coro e organo - aggiunta arredo (1958)
Gli stalli lignei del coro sono stati spostati lungo i fianchi laterali del presbiterio.
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