chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Oriano Ticino
Sesto Calende
Milano
chiesa
parrocchiale
S. Antonio Abate
Parrocchia di Sant'Antonio Abate
Impianto strutturale; Struttura; Altare maggiore; Lapidi e iscrizioni
altare - aggiunta arredo (1970)
XII - XII(costruzione intero bene); XVI - XVI(restauro e cambio di intitolazione intero bene); XVII - 1626(ricostruzione intero bene); 1652 - 1653(completamento intero bene); 2002 - 2002(adeguamento impianti interno)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio Abate <Oriano Ticino, Sesto Calende>
Altre denominazioni S. Antonio Abate
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione e decorazione)
Notizie Storiche

XII  (costruzione intero bene)

La chiesa di Sant'Antonio a Oriano è documentata nel primo elenco di luoghi di culto diocesani redatto agli esordi del XIV sec. e conosciuto come "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani": "in Orliano [...] sancti Antoni abati". L'edificio, tuttavia, è forse più antico; indizi in tal senso provengono nell'inclusione di "Orglano" nelle circoscrizioni ecclesiastiche menzionate in un "falso" precetto (presunto precetto di Liutprando), noto proprio tramite una copia di accertata età medievale (XII sec.).

XVI  (restauro e cambio di intitolazione intero bene)

Seppure menzionata come precoce sede di rettoria (“Notitia Cleri Mediolanensis”, 1398) sotto il titolo di S. Antonio, l’edificio compare, dal 1567, anno della prima visita pastorale, sotto l'intitolazione di S. Martino; di contro, l'antica invocazione sembra fosse stata trasferita da tempo a un luogo di culto subordinato, presente nella parte inferiore dell'abitato e, col tempo, sconsacrato e alienato. Il S. Martino "in Oriani superioris" fu sottoposto a qualche opera di adattamento nel corso del XVI sec., come provano le visite pastorali dell'epoca. Sopravvisse, tuttavia, la cappella maggiore medievale che, nel 1579, era ancora in forma di nicchia a emiciclo. In virtù di imminenti prerogative parrocchiali, la chiesa, nel 1569, era già stata dotata di battistero.

XVII - 1626 (ricostruzione intero bene)

Nel 1615, il card. Federico Borromeo constatò che i lavori di ricostruzione della chiesa proseguivano alacremente. Nel 1618 le opere erano concluse tanto che i parrocchiani poterono inoltrare agli uffici curiali la richiesta di poter celebrar messa nella chiesa condotta termine. La relazione si concluse positivamente: il nuovo edificio sacro risultava costruito elegantemente e secondo le norme. Nel carteggio, l’intitolazione a S. Martino, in vigore per qualche decennio, era già stata nuovamente sostituita con quella a S. Antonio.

1652 - 1653 (completamento intero bene)

Il parroco Ferrante Candiano, in carica dal 1652, si prese carico delle opere ancora mancanti al completamento dell'edificio sacro. Questo fu definitivamente concluso l'anno seguente quando (almeno secondo le notizie riportate nel Chronicon dal medesimo parroco) il card. Alfonso Litta autorizzava il cambio ufficiale di dedicazione, da S. Martino a Sant'Antonio.

2002  (adeguamento impianti interno)

Nel 2002 furono autorizzati ed eseguiti lavori di adeguamento degli impianti, con l'introduzione di un sistema di riscaldamento.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Oriano Ticino, dedicata a S. Antonio abate, sorge su un piccolo terrapieno alberato, sopraelevato rispetto al reticolo stradale dell’abitato. Frutto di una fase costruttiva conclusa nel 1618 (ancorché definitivamente completata nel 1652), presenta ancora ben leggibile l’impronta di un disegno progettuale, purtroppo di mano anonima, che fu in grado di mediare tra esigenze di decoro, generosità d’impianto e le limitate risorse economiche di una società locale a base prevalentemente rurale. La facciata è a capanna e prelude all’unica navata interna. Il semplice prospetto è arricchito da un finestrone ‘termale’ tripartito la cui apertura centrale è posta in rilievo grazie a un sapiente gioco di cornici classiche in rilievo. Al di sotto, si apre il portale trilitico con ali spezzate, sopra il fregio, poste a inquadrare una riserva circolare nell’intonaco, destinata a un’immagine affrescata oggi quasi evanescente. L’ampio rettangolo dell’aula fedeli si presenta come un unico ambiente senza scansioni sulle murature, coperto con una sequenza di volte a vela ‘unghiate’ non sorrette da archi trasversali. Davanti all’arco trionfale, a tutto sesto, si aprono due cappelle laterali piuttosto ridotte in elevazione. Sono dedicate alla B.V. del rosario (a sinistra) e al Sacro Cuore (a destra). In corrispondenza del presbiterio, l’ambiente si restringe in una campata quadrata coperta con volta a vela, pure ‘unghiata’. L’abside è in curva e termina con una semi-cupola a spicchi impostata sul catino e raccordata al vertice all’altezza della volta del presbiterio. Il complesso è corredato di campanile e completato con ambienti accessori tra cui, forse, a destra della facciata, un allungato oratorio di confraternita (quella del SS. Sacramento fu fondata nel 1828) che offre il suo ingresso a lato di quello principale. Il battistero è ospitato in una cappella ricavata nella parete sinistra della prima campata. Il campanile si eleva sul fianco settentrionale. La chiesa è orientata.
Impianto strutturale
Edificio realizzato in murature d’ambito continue senza il ricorso a elementi puntuali d’appoggio. Copertura interna con un sistema articolato di volte. Copertura del fabbricato con tetto retto da ordito ligneo principale e secondario; il tetto si sviluppa a due falde sopra la navata e a due sopra l’area presbiteriale; queste ultime, tuttavia, sono impostate a una quota inferiore.
Struttura
Murature d’ambito in pietra a sezione normalizzata. L’aula unica è coperta con una sequenza di volte a vela percorse da profonde lunette laterali e non sorrette da archi trasversali. Il presbiterio è coperto con una volta a vela ‘unghiata’. L’abside è in curva e termina con una semi-cupola a spicchi impostata sul catino e raccordata al vertice all’altezza della volta del presbiterio.
Altare maggiore
L'altare maggiore è in muratura rivestito di marmo. Opera, probabilmente, del XIX sec. è preceduto da una balaustra di delimitazione per l'area presbiteriale. Questo manufatto è frutto di una fase settecentesca non documentata ed è da riferire a una bottega d'ambito viggiutese ancora anonima. Si orna di emblemi e simboli che l'iconografia tradizionale riferisce a sant'Antonio abate, finemente intarsiati nei prospetti dei balaustri: croce a tau; mitra; pastorale; fuoco.
Lapidi e iscrizioni
Nella navata, a destra dell'ingresso, una lapide ricorda il sacerdote Leopoldo Bobbio, morto nel 1887 dopo cinquantaquattro spesi a servizio della comunità locale.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970)
Attorno al 1970 fu posta davanti all'altare maggiore una mensa mobile sorretta da un’esile intelaiatura metallica. L'assetto antico dell'area presbiteriale è, quindi, sopravvissuto, con altare maggiore in marmo e balaustra verso i fedeli, pure in marmi intarsiati, di buon disegno e frutto di un non documentato intervento del XVIII sec.
Contatta la diocesi