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Dugnano
Paderno Dugnano
Milano
chiesa
parrocchiale
Santi Nazaro e Celso
Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso
Pianta; Struttura; Campanile; Soffitto; Cicli affrescati; Altare maggiore; Cappelle laterali; Pavimenti e pavimentazioni; Organo; Coperture; vetrate; Opere d'arte; Opere d'arte; Opere d'arte; Elementi decorativi; Lapidi e iscrizioni
chiesa - intervento strutturale (1975)
X - X(Notizie storiche Carattere generale); XII - 1159(Notizie storiche Carattere generale); XIII - 1290(Notizie storiche Preesistenze ); 1398 - 1398(Notizie storiche Carattere generale ); 1466 - 1470(Notizie storiche Carattere generale ); 1499 - 1499(Notizie storiche Preesistenze ); XVI - XVI(Notizie storiche Preesistenze ); 1516 - 1516(Dedicazione Preesistenze); 1568 - 1568(Notizie storiche Preesistenze ); 1579 - 1579(Notizie storiche Preesistenze ); 1579 - 1604(Modifiche Preesistenze ); XVIII - XVIII(Modifica Preesistenza); XIX - XIX(Notizie storiche Intero bene); 1837 - 1837(Costruzione Intero bene ); 1837 - 1839(Benedizione Intero bene ); 1855 - 1862(Ristrutturazione Campanile); 1870 - 1890(Decorazione Interno); 1900 - 1900(Vetrate Intero bene); 1907 - 1907(Consacrazione Intero bene ); 1935 - 1935(Decorazione Interno); 1939 - 1939(Notizie storiche Carattere generale); 1949 - 1950(Costruzione Campanile); 1974 - 1975(Vetrate Presbiterio ); 1985 - 1985(Decorazione Facciata ); 2006 - 2008(Restauro Interno ); 2011 - 2011(Restauro Organo ); 2014 - 2014(Restauro Esterno)
Chiesa dei Santi Nazaro e Celso
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Nazaro e Celso <Dugnano, Paderno Dugnano>
Autore (ruolo)
Moraglia Giacomo (Costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

 (Notizie storiche Carattere generale)

Le ricerche storiche collocano verso la fine del X° sec. documenti che riguardano il territorio di Dugnano. Una pergamena datata 968, indica l’esistenza di una “corte” medioevale esistente in questo luogo, chiamato ”Dunianum”. Un documento del 997 evidenzia il lascito di alcuni beni situati in un podere a Paderno, vicino a Dugnano, da parte di una certa Ciciria, alla Basilica di Sant’Ambrogio.

XII - 1159 (Notizie storiche Carattere generale)

Cesare Cantù nella “Grande Illustrazione italiana del Lombardo - Veneto” redatta nel 1857, indica come già nel prima del 1159 Dugnano e Paderno siano comuni che si reggono da soli, e che Dugnano per questo diviene comune rurale. Un comune che gode di una certa autonomia già agli inizi del XII° sec., autonomia comunque limitata, soprattutto dal peso ecclesiastico e dalla presenza della pieve di Desio, da cui Dugnano dipende.

XIII - 1290 (Notizie storiche Preesistenze )

In epoca medioevale, durante il passaggio dal Comune alla Signoria, quindi sul finire del XII° sec., quando Federico Barbarossa è ormai deceduto e le famiglie del territorio riprendono il loro vigore, Dugnano e altri villaggi della pieve di Desio sono già conosciuti e consolidati. Nel 1254 un documento indica l’esistenza di alcuni beni situati ad “Incirano et de Dugnano”, proprietà del Monastero Maggiore di San Maurizio di Milano.

1398  (Notizie storiche Carattere generale )

Sul finire del Trecento un censimento visconteo (1398) elenca dei benefici a Paderno, Dugnano, Inzirano e Palazzolo; sempre nello stesso anno la pieve di Desio ha un prevosto e 11 canonici, presenti nelle cappelle, tra cui quella di Paderno. Il “Notitia Cleri Mediolanensis” del 1398, segnala l’esistenza della cappella che veniva retta da Leo de Dugnano.

1466 - 1470 (Notizie storiche Carattere generale )

Nello “Status Ecclesiarum” del 1466, viene indicata Dugnano come parrocchia con una popolazione di circa 800 persone e Cassina Nova e Cassina Uccellina affidate alla sua cura. Questo passaggio segna l’autonomia ecclesiastica dalla Pieve di Desio e la presenza di un cappellano stabile. La famiglia Dugnani, proprietaria della maggior parte dei terreni di Paderno, insieme alla famiglia Crivelli, nell’ottobre del 1470, attraverso un atto notarile istituiva nella chiesa una cappellania con l’onere di celebrare una messa quotidiana all’altare della Vergine.

1499  (Notizie storiche Preesistenze )

Le notizie documentarie dell’edificio di culto attestano l’esistenza della chiesa e la sua centralità nella vita locale ma non indicano mai descrizioni del suo impianto architettonico. La testimonianza dell’esistenza della cappella della Vergine, definita da pareti perimetrali, ci è data dalla descrizione relativa la posa di una lapide, alla parete di destra della cappella a memoria di suor Clara Dugnani deceduta il 21 marzo 1499, il cui corpo venne sepolto in un angolo della chiesa parrocchiale, secondo una pratica diffusa all’epoca. La lapide è ancora oggi custodita in un’aula laterale della chiesa.

XVI  (Notizie storiche Preesistenze )

L’istituzione delle cappellanie scandisce l’evoluzione e l’attenzione delle famiglie locali nei confronti della chiesa parrocchiale per tutto il XVI secolo. Nel 1524 il milanese Pietro Luigi Verga istituisce una cappellania con l’obbligo della celebrazione quotidiana presso l’altare dei Santi Pietro e Caterina. Nel 1569 Fabio Dugnani al termine del restauro da lui fatto eseguire della cappella della Vergine, conferma la cappellania già legata alla sua famiglia.

1516  (Dedicazione Preesistenze)

Le notizie documentarie dell’edificio di culto attestano che è solo a partire dal 1516 che la chiesa viene indicata con la doppia dedicazione dei Santi Nazaro e Celso.

1568  (Notizie storiche Preesistenze )

È solo con i resoconti delle visite pastorali che troviamo una descrizione della struttura architettonica della chiesa. Nel 1568 in occasione della visita pastorale di Mons. Leonetto Clivoni legato di San Carlo Borromeo, viene descritta la presenza di tre altari: quello maggiore e gli altari della Madonna e dei Santi Pietro e Caterina per i quali viene sottolineata la mancanza dei paramenti e la realizzazione non a norma secondo le indicazioni ecclesiastiche.

1579  (Notizie storiche Preesistenze )

Nel 1579 San Carlo Borromeo si reca a Dugnano di persona e nella “delineatio” descrive dettagliatamente l’edificio: una chiesa orientata a unica navata con abside semicircolare sopraelevata e separata dall’aula da una transenna lignea. L’edificio descritto con decorazioni pittoriche viene considerato “vetusto”. Sulla destra dell’abside era collocata la cappella della Vergine, all’epoca da poco ricostruita, a nord era collocato un campanile a vela inglobato nella copertura della chiesa. All’esterno il fabbricato era circondato a Ovest e a Nord dall’area cimiteriale; mentre la zona absidale confinava con la casa parrocchiale e il giardino. Non era presente la sacrestia.

1579 - 1604 (Modifiche Preesistenze )

La chiesa descritta nel 1579 rimase invariata nelle sue forme architettoniche per tutto il XVI e il XVII secolo. Nel 1596 il legato Baldassarre Cipolla indica la presenza di un edificio inalterato nelle sue forme architettoniche con la sola aggiunta di una cappella per il fonte battesimale posta a meridione. La collocazione insolita del battistero è indicata anche nella visita di Federico Borromeo (1604) che evidenzia inoltre le inalterate caratteristiche architettoniche.

XVIII  (Modifica Preesistenza)

La visita pastorale del 1754 mette in evidenza: la nuova collocazione del battistero sistemato nella cappella all’ingresso della chiesa posta a nord; la facciata dipinta con le immagini di santi titolari. Indica inoltre l’innalzamento del campanile e la costruzione della sacrestia addossata all’altare maggiore. Nella seconda metà del Settecento vennero effettuati diversi lavori di ristrutturazione all’interno della chiesa: 1761 vennero svuotate le fosse comuni e riposte le spoglie nell’ossario posto nell’angolo nord-ovest; nel 1769 sostituito l’altare ligneo con uno in marmi policromi che apparteneva alla chiesa di Bovisio; nel 1792 restaurato l’altare della cappella dei SS. Pietro e Caterina che verrà poi sostituito nel 1817 con uno nuovo ancora oggi conservato nella chiesa. Nel 1795 la cappella Dugnani viene dotata di un nuovo altare in marmo. Sempre nel XVIII secolo per l’aumento della popolazione si incomincia ad esprimere il desiderio di costruire un nuovo edificio di culto.

XIX  (Notizie storiche Intero bene)

Il desiderio espresso dalla comunità di Dugnano sul finire del Settecento di erigere un nuovo edificio di culto, adatto al numero di abitanti (nel 1822 Dugnano conta 1816 abitanti) trova ampio sostegno agli inizi del XIX secolo nel parroco Natale Castelli e nel fabbriciere Baldassarre Tagliabue, i quali lo espongono ai proprietari dei terreni della famiglia Dugnani. I signori non ne diedero immediato riscontro e nel 1822 venne ordinata l’esecuzione di ampliamenti e riparazioni dello storico edificio, che aveva il pavimento sconnesso e le travi della copertura interessate da avanzati stati di degrado. Nel marzo del 1823 venne redatta una perizia che metteva in evidenza lo stato precario dell’edificio. Nel 1835 la contessa Teresa Dugnani offrì per la costruzione del nuovo edificio di culto £ 15.000 austriache e 7 pertiche di terreno.

1837  (Costruzione Intero bene )

Nel 1837 (23 febbraio) sul terreno donato dalla contessa Teresa Dugnani, adiacente allo storico edificio, venne posata la prima pietra del nuovo edificio religioso, che doveva essere realizzato come indicato nel disegno datato 17 settembre 1836 dall’architetto Giacomo Moraglia. Il progettista aveva fornito due disegni, di cui uno venne scartato poiché considerato troppo dispendioso. Il compenso per l’autore fu per complessive £ 1280, di cui 800 per il primo disegno e 480 per il secondo, vennero inoltre spese £ 50.000 per l’edificazione affidata al capomastro Antonio Calegari che assegnerà successivamente i lavori ai capomastri Giovanni Conti e Santino Cassani. Per l’edificazione della nuova chiesa, come indicato nel disegno di progetto del Moraglia, venne previsto di demolire tutta la parte corrispondente alla navata del vecchio edificio e di lasciare in opera la parte coincidente con la zona absidale, forse con soli scopi liturgici.

1837 - 1839 (Benedizione Intero bene )

Le operazioni per la costruzione procedettero celermente dopo soli due mesi di lavori le fondamenta erano già presenti e l’11 settembre del 1837 le opere di edificazione erano già giunte alla copertura. Il 29 luglio del 1839 venne benedetta la nuova chiesa dal prevosto di Desio, don Giulio Corbetta.

1855 - 1862 (Ristrutturazione Campanile)

Nella metà dell’Ottocento la comunità iniziò a porsi il problema del campanile e delle campane dell’antica chiesa parrocchiale, questione che si fece più urgente quando all’inizio del 1855 una delle tre campane si spezzò, pertanto venne indetta un’assemblea pubblica per deliberare sulla fusione delle campane, il recupero del castello e le opere di riparazione necessarie alla torre campanaria. Nel maggio dello stesso anno viene deliberata la rifusione delle campane e l’assegnazione dei lavori mediante asta pubblica. Nel 1861 a seguito di un sopralluogo del capo mastro Bai di Milano si constatò l’urgente necessità di effettuare riparazioni al campanile e venne proibito il suono delle campane per motivi di sicurezza. Nel maggio del 1862 le campane ripresero a suonare dopo i lavori di ristrutturazione del castello. L’antico campanile, più volte recuperato era ancora presente al fianco della chiesa nel 1939, come ci dimostra la documentazione fotografica dell’epoca.

1870 - 1890 (Decorazione Interno)

Il progetto dell’architetto Moraglia aveva previsto una chiesa priva di decorazioni interne, con gli spazi definiti unicamente dal rigore architettonico, tuttavia alla fine dell’Ottocento (1870-1890) venne dato incarico al pittore Luigi Tagliaferri di Pagnola (Valsassina) di dipingere con Storie della Passione, figure allegoriche, storie del Vecchio Testamento e Santi il presbiterio, il catino absidale, i medaglioni della volta della navata centrale e le pareti laterali.

1900  (Vetrate Intero bene)

Alle soglie del XX secolo grazie alla donazione di Donna Luigia Aceti Rotondi, vengono realizzate le vetrate delle finestre.

1907  (Consacrazione Intero bene )

Il 1° giugno 1907 durante la sua seconda visita Pastorale a Dugnano, il Cardinal Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, venne consacrata la chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso.

1935  (Decorazione Interno)

Nel 1935 al pittore Busnelli venne dato l’incarico di decorare le unghie della volta a botte della navata centrale con l’immagine dei Santi: Luigi Gonzaga, Caterina d’Alessandria, Pietro, Paolo, Lucia, Agnese.

1939  (Notizie storiche Carattere generale)

La nuova chiesa dedicata ai Santi Nazaro e Celso venne edificata in appezzamento di terra adiacente all’antico edificio di culto. Il nuovo fabbricato, correttamente orientato e posto ortogonalmente rispetto al precedente diede origine ad un vuoto urbano irregolare, uno spazio ampio che ne definisce ancora oggi il sagrato. La facciata dell’antica chiesa, con il suo campanile nel 1939 era ancora visibile nel lotto in cui erano edificate, come dimostrano le fotografie dell’epoca.

1949 - 1950 (Costruzione Campanile)

Nella metà del secolo breve la comunità parrocchiale era desiderosa di completare la nuova chiesa con un nuovo campanile, quest’ultimo venne edificato tra il 1949 e il 1950 dall’impresa Casati, grazie al contributo dell’intera popolazione e in particolare del Comm. Uboldi. Le sue linee architettoniche riprendono quelle della facciata della nuova chiesa realizzata su disegno del Moraglia e venne innalzato nell’area in cui sorgeva la zona presbiterale dell’antica chiesa, che venne trasformata nelle sue linee architettoniche. Alla base del nuovo campanile troviamo anteposto un portico che conduce ai locali parrocchiali annessi alla chiesa.

1974 - 1975 (Vetrate Presbiterio )

Nel 1974 vennero collocate in opera due vetrate nella parete del catino absidale del presbiterio raffiguranti i Santi Ambrogio e Carlo, realizzate dalla ditta Poli Arte di Verona. A seguito dell’avvenuta riforma liturgica espressa dal Concilio Vaticano II nel 1975 venne riprogettata la posizione dell’altare all’interno dell’area presbiterale. Venne posizionato al centro dell’area presbiterale un nuovo altare rivolto ai fedeli e collocato un nuovo ambone, entrambi in “giallo Siena e grigio variegato”.

1985  (Decorazione Facciata )

Nel 1985 al centro della facciata sopra il portone principale nella lunetta semicircolare venne collocato in opera un mosaico raffigurante Cristo Risorto tra i Santi Nazario e Celso a cui la chiesa è dedicata.

2006 - 2008 (Restauro Interno )

In occasione del centenario della consacrazione della chiesa dei Santi Nazaro e Celso, la comunità parrocchiale intraprese un intervento di restauro dell’interno. I lavori hanno riguardato le superfici, sono stati eseguiti i tasselli stratigrafici con lo scopo di evidenziare eventuali decorazioni poste al di sotto della pellicola pittorica, rimossi gli scialbi e le ridipinture eseguite nel tempo, eseguite opere di pulitura delle modanature e recuperati i finti marmi; consolidati e restaurati gli apparati decorativi anche attraverso stuccature. Le operazioni di restauro sono state effettuate sotto la direzione della Soprintendenza dei Beni Architettonici ed eseguiti dalla ditta GF Marcato s.r.l..

2011  (Restauro Organo )

A seguito dei lavori di restauro delle superfici interne della chiesa nel 2011 venne restaurato l’organo che era stato realizzato nel 1904 da Elia Gandini, organaro della provincia di Varese a attivo nei primi decenni del Novecento. Il restauro fu eseguito da Carlo Capra, organista e restauratore. Il restauro venne inaugurato con un concerto il 1° ottobre del 2011.

2014  (Restauro Esterno)

Nell’Anno della Fede, indetto da papa Benedetto XVI (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013) nel 50° Anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II con la lettera apostolica “Porta fidei” la parrocchia dei Santi Nazaro e Celso, sotto la guida di mons. Giacomo Tagliabue (parroco) affida all’artista Alessandro Nastasio lo studio per la decorazione del portale principale della chiesa. Nel giugno del 2014 la facciata della chiesa venne ridipinta e restaurati i portoni di ingresso, collocato in opera il portale principale decorato con 6 formelle di bronzo (70x70cm) opera di Alessandro Nastasio, che insieme a quattro tavolette didascaliche aprono e chiudono il ciclo. La sequenza delle 6 formelle si apre in alto con le iscrizioni “Porta / Fidei” e in basso con altre due recanti la data “Anno / 2013”.
Descrizione

L’edificio si erige nel centro di Dugnano, il sagrato pedonale di forma irregolare è lo spazio di risulta tra la via comunale - l’antica via per Monza - e l’area occupata dal fabbricato che si erige dove sorgeva la cinquecentesca chiesa parrocchiale, oggi sedime del campanile edificato nel 1949-1950, un manufatto architettonico che nelle sue finiture riprende il bugnato liscio delle forme architettoniche del volume della chiesa e che stilisticamente crea un continuum con l’edificio sacro, pur essendo edificato in epoca successiva. La facciata principale lineare e semplice è geometricamente tripartita in verticale, una chiara corrispondenza della suddivisione interna delle navate. Il corpo centrale è aggettante caratterizzato da un trattamento superficiale a bugnato liscio realizzato ad intonaco e tinteggiato di colore giallo chiaro. Al centro si apre il portone principale in legno decorato con sei formelle bronzee dello scultore Alessandro Nastasio che rappresentano: la Natività, il Discorso della montagna, la Crocifissione, la Risurrezione, Pentecoste e la Chiesa in cammino. Il portone è sormontato da una lunetta ad arco a tutto sesto, in cui è contenuto un mosaico raffigurante Cristo Risorto tra i Santi Nazario e Celso. Nella trabeazione superiore vi è la scritta dedicatoria “SS.MM. NAZZARIO ET CELSO DICATUM”. La sommità della parte centrale della facciata è sormontata da un timpano leggermente aggettante, di classica memoria, adornato da dentelli, al cui vertice è apposta una croce in ferro. Nelle due parti laterali della facciata, più basse, corrispondenti alle navate laterali, trovano collocazione i due portoni di accesso alle navate minori, definiti da cornici lineari e trabeazione lineare leggermente aggettante, realizzate in cemento liscio. I portoni sono sormontati da due lastre decorative rettangolari in cui è indicato, in quella di sinistra il 1839 anno in cui la chiesa venne conclusa e benedetta; e in quella di destra il 1907 anno della consacrazione.
Pianta
La chiesa così come venne progettata dal Moraglia è orientata nord-sud ha un impianto rettangolare a tre navate divise in cinque campate, con presbiterio allungato, affiancato da due vani, quello di sinistra adibito a sacrestia e quello di destra ad aula per la comunità parrocchiale. Lungo le navate minori si aprono piccoli vani, chiusi da porte, che ospitano i confessionali. All’altezza della terza campata si aprono, a sinistra e a destra, due vani rettangolari, privi di altare. Agli estremi delle navate minori sono collocate due cappelle con altare.
Struttura
L’edificio è a pianta rettangolare basilicale è costituito da muratura continua in laterizio e pietrame Tutte le superfici esterne della chiesa sono intonacate e tinteggiate. La navata principale divisa in cinque campate con volta a botte unghiata di stampo neoclassico; La navata centrale è scandita da colonne doriche con fusto decorato a finto Rosso Verona di tono rosato in scagliola, essa trova il suo prolungamento lineare negli intradossi delle arcate culminanti nella volta a botte. Su di esse poggia un sistema di trabeazione liscia, nel cui fregio è dipinta una greca geometrica adornata da elementi floreali e una ripetizione di triglifi compositi in corrispondenza delle paraste dell’arco di trionfo della zona del presbiterio e della controfacciata. Il raccordo con i corpi laterali è realizzato con la scansione delle campate e in corrispondenza della muratura esterna le volte sono rette da semi colonne dal fusto decorato a finto Rosso Verona di tono rosato in scagliola che terminano anch’essi con capitelli dorici. Le volte delle campate minori sono a vela definite geometricamente dalla pianta e decorate con dipinti murali floreali e geometrici. Nella navata centrale, in corrispondenza della prima, terza e quinta campata, sono aperte sei finestre semilunari - tre per lato - e altre luci, ma di dimensioni minori, le troviamo all’interno della seconda e della quarta campata delle navate minori. Lungo le navate a destra e a sinistra si aprono piccoli vani, che ospitano i confessionali, chiusi da porte in noce con cornici di linea eclettica. La sacrestia è incorporata nell’edificio lungo il fianco sinistro della chiesa compresa tra la cappella posta a metà della navata minore e l’area presbiterale a cui si accede attraverso una porta; mentre alla destra, sempre in comunicazione con il presbiterio attraverso una porta e due aperture vetrate, è ricavata un’aula per i fedeli nella quale è conservata la statua ottocentesca di San Carlo Borromeo, in bianco di Carrara e altre statue devozionali in gesso di santi. Sempre nell’aula di destra è conservata l’antica lapide, proveniente dalla vecchia chiesa, che ricorda “Suor Clara de Dugnano”, morta il 21 marzo 1499, figura venerata a Dugnano per le sue doti di carità cristiana.
Campanile
Il campanile è isolato rispetto alla struttura architettonica dell’edificio, si erige nel lato est dell’area antistante la facciata della chiesa su di un porticato a tre campate, sovrastato da un terrazzo con balaustra. I caratteri stilistici del campanile e le sue finiture lo riconducono allo stile neoclassico della facciata della chiesa, pur essendo stato edificato nel 1949-1950. Alla base del campanile alla quota del terrazzo vi è la porta di accesso alla torre campanaria, definita da lesene accoppiate sormontate da un architrave al di sopra del quale è collocato un basamento su cui è scritto “Christo Vero Regi D”. Completamente realizzato ad intonaco a fasce che ricordano il bugnato liscio della facciata della chiesa è suddiviso in tre ordini: il primo corrispondente alla maggiore estensione in altezza, è caratterizzato dalla presenza di due finestre quadrangolari. Nel secondo ordine, definito da due cornicioni sorretti da mensole a dentelli allungati, è collocato l’orologio. Il terzo ordine è la vera e propria cella campanaria, è delineato da lesene angolari, due per lato, sormontate da una trabeazione che si conclude con un timpano aggettante al di sopra del quale si imposta un basamento quadrato su cui poggia una balaustra all’interno della quale trova sviluppo un tempietto circolare con pilastrini che si concludono in una trabeazione sormontata da un cupolino in rame sulla quale è apposta la croce in ferro. La cella campanaria è dotata di campane.
Soffitto
La volta a botte della navata principale ospita parte del ciclo decorativo eseguito da Luigi Tagliaferri tra il 1870 e il 1890, la seconda e la quarta campata sono decorate con riquadri rettangolari le cui rappresentazioni narrano il martirio e la “Gloria dei Santi Nazario e Celso”, lo spazio delle altre campate è completato di disegni geometrici e modanature a volute e rosoni in colori tenui, che ne ripartiscono la superficie quasi a definirne degli elementi architettonici. Accanto alle rappresentazioni della vita dei santi trovano spazio dei riquadri con medaglioni raffiguranti putti che reggono i simboli della fede. Nelle unghie della volta in corrispondenza delle finestre lacunari, sono raffigurati: San Luigi Gonzaga, Santa Caterina d’Alessandria, San Pietro, San Paolo, Santa Lucia, Santa Agnese, realizzate nel 1935 dal pittore Busnelli. I sottarchi della volta della navata centrale sono decorati con greche geometriche di chiaro disegno classico, che ne evidenziano la struttura architettonica e la ripartizione delle cinque campate.
Cicli affrescati
Il presbiterio a pianta rettangolare absidata è sopraelevato rispetto alla navata di tre gradini, alle pareti laterali si trovano i dipinti murali di Tagliaferri in cui è rappresentata “L’ultima Cena”, a sinistra e “Gesù nell’orto degli ulivi”, a destra. Sempre dello stesso autore sono i quattro dipinti contenuti negli spicchi della volta del presbiterio, in cui sono raffigurati quattro Profeti e la “Gloria dell’Agnello” circondata dalle allegorie delle Virtù della Chiesa, della Scienza e delle Nazioni raffigurata nella cupola del presbiterio. Nel catino absidale sono rappresentati al centro il “Re Davide” con a destra e a sinistra “due Angeli”. Quello di sinistra regge le “Tavole della Legge” ed ha accanto i simboli dell’Antico Testamento: serpente e candelabro; quello di destra è rappresentato con l’”Arca dell’Alleanza” e ha vicino le vesti sacerdotali. Nella parete di fondo dell’abside sono collocate due vetrate raffiguranti i Santi Ambrogio e Carlo.
Altare maggiore
L’altare occupa il centro del presbiterio ed è separato dalla navata da tre gradini, al centro è collocata la mensa che venne realizzata nel 1975 e che contiene, in una teca, una pietra proveniente dalla tomba di San Pietro, a questo fa da sfondo l’altare marmoreo nei colori grigio, bianco e rosato di chiaro, di disegno neoclassico progettato da Giacomo Moraglia. L’altare composto da una mensa su cui poggia il tabernacolo, dalle forme neoclassiche, in bianco di Carrara e Verde Alpi, sormontato da un tempietto circolare, con colonnine corinzie in pietra naturale di colore rosato e capitelli dorati, che reggono una trabeazione a cornice lineare e calotta in Bardiglio con embrici scolpiti a forma di foglia. Al suo apice è apposta una statuetta in bronzo dorato del Risorto. Ai lati del tempietto sono collocate due statue di angeli dorati di chiara ispirazione tardo-barocca e i busti argentati ottocenteschi contenenti le reliquie dei Santi Patroni. Nel retro dell’altare tridentino è inglobato un piccolo tabernacolo con l’immagine dorata di Cristo Risorto dipinta sulla portella, forse proveniente dall’antica chiesa.
Cappelle laterali
Le navate laterali terminano con due cappelle. Al fondo della navata sinistra è ubicata la cappella nel cui centro è conservato il fonte battesimale ottocentesco in marmo rosso variegato. Sul fondo, sopraelevato rispetto al pavimento, trova spazio l’altare in marmi misti nei colori bianco, verde e rosato, composto da una mensa di disegno lineare sormontata da una nicchia rettangolare in cui è conservata la statua del “Sacro Cuore”. Al centro sopra la mensa in una teca di cristallo è conservata una statuetta in biscuit raffigurante l’”Ecce Homo”. Sul fondo della navata destra è invece collocato un semplice altare marmoreo nella cui nicchia è conservata la statua lignea di inizi Novecento della “Vergine col Bambino”, realizzato anch’esso in marmi misti nei colori bianchi, grigi e rosati e di disegno neoclassico. L’altare è composto da una mensa sormontata da una nicchia compresa tra due lesene corinzie in bianco di Carrara con capitelli dorati che reggono una trabeazione classica. L’altare contiene una vetrina con l’immagine di Maria Bambina. Nella cappella è conservata anche una statua in gesso di San Giuseppe con il Bambino. Nella terza campata delle navate minori, si aprono due vani rettangolari: quella di destra conserva una tela in cui è raffigurata la Madonna con il Bambino, oltre a una pianeta appartenuta a Papa Giovanni XXIII; in quella di sinistra è conservata una grande croce, di probabile origine seicentesca, affiancata dalle statue della Vergine e San Giovanni e un orante in ginocchio. Le pareti della cappella di sinistra sono adornate da dipinti murali geometrici ad imitazione di marmi policromi mentre nella parete di fondo sono presenti lacerti di un dipinto che rappresenta un altare di chiaro stampo neoclassico.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione dell'aula liturgica in lastre di pietra naturale giallo Siena e grigio variegato, posato a rombi quadrangolari, in cui il giallo determina la campitura centrale, definita da bindelli in grigio. L’area presbiterale in lastre di pietra naturale Perlato di Sicilia con inserti in Macchia Vecchia. Sono in Macchia Vecchia anche le alzate e le pedate dei tre gradini di accesso all’area presbiterale.
Organo
Sopra la bussola del portone centrale in controfacciata è collocato l’organo (1904), con mostra ottocentesca di stile neoclassico.
Coperture
La chiesa presenta un tetto a falde in coppi di laterizio nella sua estensione coincidente con le linee che definiscono la planimetria e che coincidono con i corpi di fabbrica delle cappelle, della sacrestia e delle aule. Al centro del presbiterio si erige il volume del tiburio a pianta circolare con copertura a falde a raggera in metallo.
vetrate
Nella parete di fondo dell’abside sono collocate due vetrate raffiguranti i santi Ambrogio e Carlo, realizzate nel 1974 da Poli Arte di Verona.
Opere d'arte
Nella parete di fondo del vano posto nella navata destra è conservato il dipinto ad olio su tela (cm. 150x230) in cui è rappresentata “La Vergine con il Bambino”, opera realizzata tra fine Cinquecento e inizio Seicento da autore ignoto.
Opere d'arte
Nella parete di fondo del vano posto nella navata di sinistra è conservata una grande croce, di probabile origine seicentesca, affiancata dalle statue della Vergine e San Giovanni e un orante in ginocchio.
Opere d'arte
Nella cappella di fondo della navata di sinistra è conservata una statuetta di epoca ottocentesca in biscuit raffigurante l’”Ecce Homo” e di autore ignoto, proveniente dalla Russia e lasciata in eredità alla parrocchia dalla locale pittrice russa Inna Kirpitsceff Zambelli. La storia dell’oggetto è legata alla vita della famiglia. Venne ritrovata nella soffitta della casa di San Pietroburgo dove abitava l’artista. Venne portata in Italia dalla famiglia stessa quando nel 1936 la famiglia Kirpitsceff Zambelli partì verso l’Italia attraverso la Polonia e la Svizzera. La devozione familiare rimase fondamentale per Inna, per la quale rappresentava anche la protezione spirituale, della vita e del suo lavoro.
Elementi decorativi
Sulle pareti delle navate laterali è collocata la via Crucis realizzata dalle maestranze scultoree della Val Gardena, in legno dipinto e con fondali dorati.
Lapidi e iscrizioni
In controfacciata sono collocate due lapidi. Quella di sinistra ricorda la benedizione e la consacrazione della chiesa, con l’iscrizione: “TEMPLUM HOC IN HONOREM SS. MM. NAZARI ET CELSI ANNO MDCCCXXXIX CONDITUM ANDREAS CAROLUS CARD. FERRARI ARCHIEPISCOPUS MEDIOLANENSIS DEI II JUNII ANNO MCMVII SOLEMNI RITI CONSECRAVIT STATUTA DIE ANNIV. COMMEMORAT DOMINICA I MENSIS JUL II” Quella di destra ricorda la conclusione della porta Fidei, con l’iscrizione: “PORTA FIDEI Portale realizzato a conclusione dell’Anno della Fede indetto da BENEDETTO XVI (2012-2013). Ricorrendo il 50° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Mons. GIACOMO TAGLIABUE parroco di Dugnano (2001-2014) l’opera è osta a completamento dell’intero restauro della chiesa parrocchiale dei ss. martiri Nazaro e Celso. A memoria di Giuseppina e Giannina Cattaneo. Paderno Dugnano (MI), 27 Giugno 2014.” Sulla soglia di accesso alla sacrestia è incisa a pavimento l’iscrizione: “ANNO 1989 150° ANNIVERSARIO DELLA COSTRUZIONE DELLA CHIESA”. Sulla soglia di accesso all’aula adiacente il presbiterio è incisa a pavimento l’iscrizione: “BEATIFICAZIONE CARD. FERRARI 10-5-1987”. Nell’aula laterale della chieda è conservata la lapide che ricorda Suor Clara de Dugnano, con l’iscrizione: “HIC IACET VENERABILIS SOROR CLARA DE DUGNANO OBIIT DIE XXI MARTII 1499”
Adeguamento liturgico

chiesa - intervento strutturale (1975)
La chiesa nel 1975 è stata adeguata nella zona presbiterale secondo le prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II. A seguito dell’avvenuta riforma liturgica espressa dal Concilio Vaticano II nel 1975 venne riprogettata la posizione dell’altare all’interno dell’area presbiterale, mantenendo la struttura architettonica esistente del ciborio a tempietto cupolato. Venne inoltre collocata la seduta della presidenza alla destra del ciborio e l’ambone in posizione avanzata alla sinistra della mensa.
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