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Monvalle
Milano
chiesa
parrocchiale
S. Stefano Prot.
Parrocchia di Santo Stefano Protomartire
Impianto strutturale
presbiterio - intervento strutturale (1968-1969)
1968 - 1969(costruzione intero bene)
Chiesa di Santo Stefano Protomartire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santo Stefano Protomartire <Monvalle>
Altre denominazioni S. Stefano Prot.
Autore (ruolo)
Brambilla, Luigi (progetto )
Ambito culturale (ruolo)
architettura moderna (costruzione)
Notizie Storiche

1968 - 1969 (costruzione intero bene)

La chiesa di Santo Stefano Protomartire fu costruita a partire un progetto di Luigi Brambilla del 1968. Il complesso era destinato a sostituire l'antica parrocchiale, demolita nel 1970, di origine almeno medievale (XIII sec.). Il cantiere fu terminato nel 1969, come da iscrizione presente sul pavimento all'ingresso del nuovo tempio.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire s’innalza al limitare dell'abitato di Monvalle, al centro del nuovo complesso parrocchiale creato nel 1968-69 secondo un progetto di Luigi Brambilla. L’architetto, originario di Milano, già allievo di Alberto Alpago Novello e ampiamente impegnato sul fronte della riforma linguistica in senso contemporaneo dell’architettura ecclesiastica (tra il capoluogo lombardo, Busto Arsizio, Trezzo sull’Adda, Vittuone e Seregno, dove progettò chiese e centri giovanili parrocchiali), aveva infatti concepito, anche per Monvalle, un piano organico per legare in unità diverse funzioni correlate al luogo di culto, dalla casa parrocchiale all’oratorio e a saloni d’incontro, secondo i modelli da lui contemporaneamente sperimentati a Seregno e nell’ambito di un processo di riforma tipologica che nella Diocesi di Milano aveva conosciuto nei decenni post-conciliari un nuovo slancio. La chiesa s’innalza di un piano rispetto alla quota stradale, sollevata su pilastri di cemento armato, e si sviluppa in un’unica aula a ottagono allungato che include, senza soluzione di continuità, lo spazio per i fedeli, il battistero, lo spazio per il celebrante e i locali adibiti a sacrestia, collocati e celati dietro i setti murari che chiudono scenograficamente la nicchia dell’altare maggiore. Sono evidenti le suggestioni, da un lato ad un’antica vocazione alla pianta centrale (con prevalenza dell’ottagono) propria dei prototipi ambrosiani di larga diffusione tra XVII e XVIII sec., dall’altro all’allora più avanzate esperienze dell’architettura italiana. L’aula della chiesa è coperta con tetto a due falde che, retto da un sistema di pilastri d’ambito e capriate in cemento armato a vista, digrada dai lati minori verso il centro dalla navata. L’illuminazione è garantita da una serie continua di finestre a nastro sulle pareti laterali che corre appena al di sotto delle falde e che, seguendo l’andamento generale della copertura, si allarga verso l’ingresso e, al lato opposto, verso l’altare. La facciata è a capanna, con grande finestra centrale in forma di croce. Il rinnovato Santo Stefano di Monvalle era destinato ad assorbire la ricca eredità spirituale della comunità, che si era espressa, nei secoli precedenti, con la costruzione di ben tre luoghi di culto differenti: la parrocchiale “vecchia” di S. Stefano, sorta in località affatto differente dall’attuale, attestata in età medievale e demolita nel 1970; l’oratorio dei Santi Cosma e Damiano, di iuspatronato privato, di altrettanta se non maggiore antichità, già scomparso nel XVI sec.; la chiesetta di S. Rocco, di origine settecentesca, esistente un tempo nel cuore del paese. Origine e vicende della comunità cristiana di Monvalle si trovano ora riassunte nella pala che orna il presbiterio della chiesa moderna, un’elegante tela di fattura lombarda risalente alla seconda metà del XVII sec., proveniente della parrocchiale “vecchia”. Vi si trovano raffigurati i santi Rocco, Cosma e Damiano e, ai loro piedi, il donatore che aveva commissionato l’opera per la cappella laterale intitolata ai santi Cosma e Damiano nel primitivo Santo Stefano. Infine, provengono dalla soppressa chiesa matrice: l’organo, ora in controfacciata; l’altare maggiore a parete, di fattura tardo ottocentesca; la mensa, reimpiegata come tavolo per l’attuale presbiterio; i due altari laterali a parete (pure tardo ottocenteschi), collocati simmetricamente ai lati del presbiterio.
Impianto strutturale
L'edificio è costruito con un sistema portante puntuale di pilastri in cemento armato che sorgono dal piano stradale e si chiudono, sopra il vano della chiesa al piano superiore, in capriate poste a reggere le due falde di copertura. I setti di tamponamento sono realizzati in muratura piena e intonacati, sia all'esterno, sia all'interno.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1968-1969)
Area presbiteriale costruita in età post-conciliare
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