La tradizione dice che la vecchia chiesa, dedicata a Santa Gerusalemme o Santa Maria in Gerusalemme, sostituì nel 1062 una sinagoga preesistente in espiazione dell'oltraggio recato da alcuni ebrei all'immagine del Cristo e quindi consacrata al rito cristiano. E' tuttavia ipotizzabile che tale sinagoga fosse stata costruita utilizzando una più antica struttura a pianta centrale, risalente alla fine del III secolo o all'inizio del IV. L'edificio, a pianta circolare, con sei pilastri che sostenevano la cupola, era collocato sul luogo attualmente occupato dal "sagrato" della nuova cattedrale su viale D'Annunzio.
1769 (stato di conservazione preesistenza (Santa Gerusalemme))
La vecchia chiesa di Santa Gerusalemme, che nel Seicento aveva iniziato ad essere chiamata San Cetteo, nel 1769 era in parte caduta ed in parte cadente, soprattutto per la fatiscenza del tetto che aveva lasciato esposto l'interno alla caduta delle acque, provocando anche il crollo dei pilastri che sorreggevano la cupola, non adeguati allo sforzo richiesto.
1769 (svolgimento funzioni parrocchiali preesistenza (SS. Sacramento))
Le funzioni parrocchiali a causa della rovina della chiesa di Santa Gerusalemme si svolgevano nell'attigua chiesa del SS. Sacramento, ubicata sul sito dell'attuale San Cetteo ma con la facciata orientata verso Via dei Bastioni invece che su Viale D'Annunzio. Essa era costituita da due navate ineguali, divise da cinque archi: la navata di sinistra, più lunga, ospitava in fondo, sopraelevato di due gradini, l'altare maggiore. Non conforme ad alcun ordine architettonico e priva di alcun abbellimento, aveva due portalini e la torre campanaria sulla destra.
1783 - 1789 (ricostruzione ed ampliamento preesistenza (Santa Gerusalemme))
Nel maggio 1783 fu chiamato l'ingegnere Giovanni Fontana a redigere un progetto di ricostruzione ed ampliamento della chiesa di Santa Gerusalemme: era prevista la ricostruzione delle parti crollate sulle mura e sulle fondamenta dell'antica rotonda che sarebbe stata ampliata con l'aggiunta di cappelloni che avrebbero costituito i bracci della croce greca; in particolare la cappella di sinistra avrebbe dovuto in parte invadere la navata destra del SS. Sacramento. I lavori iniziarono l'11 giugno del 1783 e furono portati avanti fino al 1789 quando furono sospesi e mai più ripresi. Il cappellone di sinistra non fu realizzato, il muro circolare destinato a sostenere la cupola innalzato solo poco dopo l'architrave e dunque mai coperto, la facciata incompleta.
1837 (progetto di completamento preesistenza (Santa Gerusalemme))
Nel 1837 fu redatto un progetto per il completamento della chiesa, redatto dal tenente Cetteo Pepe e dal maggiore Albino Mayo, che ridimensionava l'intervento eliminando la cappella di sinistra (non ancora costruita) ed adibendo a sacrestia quella di destra. Tuttavia non furono dapprima reperiti i fondi, poi l'impresa esecutrice dei lavori.
L'antica costruzione di Santa Gerusalemme venne gradualmente demolita per permettere l'espansione verso sud dell'abitato di Pescara e l'apertura dell'attuale via D'Annunzio: nel 1871 fu abbattuto il cappellone dell'altare maggiore (fortemente lesionato in quanto edificato su una falda acquifera); nel 1892 l'arco d'ingresso e la rotonda che avrebbe dovuto sostenere la cupola; nel 1902 la vecchissima torre dell'orologio ed il cappellone di destra.
Il campanile lesionato della cappella del SS. Sacramento, la cui instabilità andava accentuandosi, venne dapprima privato delle campane e poi mozzato nel 1930.
1932 (demolizione totale preesistenza (SS. Sacramento))
Nel 1932 iniziarono i lavori di demolizione della vecchia cappella del SS. Sacramento che agli inizi degli anni Trenta appariva lesionata e strapiombante. Contestualmente fu acquistato il terreno per l'edificazione della nuova chiesa, per la quale era insufficiente il sito della vecchia parrocchiale.
1933 - 1934 (edificazione intero bene)
Il progetto della chiesa per volere di Gabriele D'Annunzio, a cui si era rivolto il parroco don Pasquale Brandano, venne affidato all'architetto romano Cesare Bazzani all'inizio degli anni 30. La posa della prima pietra avvenne il 2 aprile 1933; la costruzione venne completata il 29 giugno 1934, la stessa sera fu accesa la croce luminosa sulla cuspide del campanile, visibile da ogni parte della città.
1934 (apertura al culto intero bene)
Il 2 luglio 1934 il nuovo tempio venne aperto al pubblico e la prima messa venne celebrata il 3 luglio.
1938 (completamento cappella laterale sinistra)
La cappella laterale sinistra, dedicata a Luisa De Benedictis, madre di Gabriele D'Annunzio, nel 1934 risultava ancora incompleta. Questa verrà portata a compimento, arricchita dell'arca dello scultore ferrarese Arrigo Minerbi, nel 1938.
1957 - 1958 (restauro intero bene)
Il restauro generale del complesso basilicale di S. Cetteo venne condotto dallo studio tecnico dell'architetto Francesco Speranzini alla fine degli anni '50.
1977 (elevazione a cattedrale carattere generale)
Il 1° settembre 1977, dopo l'istituzione della Diocesi di Penne-Pescara nel 1949, la chiesa di San Cetteo fu elevata a dignità di Cattedrale, conservando tuttavia la sua parrocchialità. In occasione del XIX Congresso Eucaristico Nazionale che venne celebrato dall'11 al 18 settembre 1977, per volere del Vescovo Mons. Antonio Jannucci, la cattredale venne solennemente consacrata.
1979 - 1982 (statue benedette dal Papa facciata)
Il 17 ottobre 1979 il Papa benedisse tre artistiche statue in bronzo raffiguranti la Madonna, San Pietro Apostolo e San Cetteo che sono ora collocate sulla facciata della cattedrale di Pescara. Il 19 maggio 1982 furono benedette dal Papa anche le due statue in bronzo raffiguranti S.Francesco d'Assisi e S.Caterina da Siena che vennero poste sulla facciata della chiesa.
Descrizione
La cattedrale di San Cetteo sorge nel cuore della vecchia Pescara, in via D'Annunzio, ed è dedicata al patrono della città. Nel 1932 la vecchia chiesa di San Cetteo venne demolita per fare posto alla nuova, ad opera dell'architetto Cesare Bazzani. La monumentale facciata è racchiusa ai due lati dall'imponente torre campanaria e dal battistero, la parte terminale è a linea orizzontale, come le più importanti costruzioni romaniche d'Abruzzo. La parte centrale è tripartita da agili lesene, alleggerite da eleganti nicchie sovrapposte, che inquadrano i tre portali con coronamento ad arco e rosone sovrastante. L'interno è diviso in tre navate, di cui la centrale coperta con soffitto a cassettoni in finto legno e le laterali con volte a crociera sostenute da lesene. Ai lati dell'altare maggiore si aprono, attraverso due ampi archi a tutto sesto, i due bracci della navata trasversale: il transetto che determina la pianta a croce latina del tempio.
Preesistenze
Sul marciapiede antistante la chiesa sono visibili, a seguito di scavi, i resti delle fondazioni della chiesa preesistente.
Facciata
La facciata in pietra, che si richiama allo stile romanico abruzzese, è di forma rigorosamente rettangolare e decorata a rosoni. I portali ad arco a tutto sesto, rialzati da gradinate, sono sormontati da altrettanti rosoni, quelli che sovrastano i due portali minori laterali sono di piccole dimensioni e disposti appena sopra gli archi di coronamento ai portali, mentre il rosone centrale, più grande, è posizionato più in alto per lasciar posto a tre statue in bronzo. Quest'ultime, benedette dal Papa il 17 ottobre 1979, rappresentano la Madonna, San Pietro Apostolo e San Cetteo. La suddivisione interna in tre navate è scandita da agili lesene alleggerite da eleganti nicchie sovrapposte, due di queste ospitano le statue in bronzo di S.Francesco d'Assisi e di S.Caterina da Siena benedette dal Papa il 19 maggio 1982. La facciata in alto è chiusa da una cornice con decorazione geometrica, a creare una sorta di merlatura, mentre la chiusura laterale a sinistra è data dalla monumentale torre capanaria e a destra dal piccolo battistero, con altezza circa pari alla metà della facciata. Quest'ultimo sorge su di un alto basamento sporgente ed è ornato da quattro pannelli scultorei, rappresentanti i simboli dei quattro evangelisti. Tre eleganti, agili finestre ad arco a tutto sesto occupano lo spazio sovrastante che termina con una semplice cornice. Al centro della copertura, che copre la volta del fonte battesimale si erge un'agile lanterna cuspidata sormontata da una sfera e da una croce. Il tempio, nella parte posteriore termina con una ampia semicurva centrale in corrispondenza della navata maggiore. Al di sopra dell'abside, un frontone triangolare delimita la copertura del corpo centrale, molto più alto rispetto alle due navate minori.
Pianta
L'interno è diviso in tre navate da poderose colonne in marmo levigato, sorrette da capaci basamenti di marmo rosso. Le navate laterali sono divise, a loro volta, in cinque campate chiuse da volte a crociera, sostenute da capaci lesene. Lungo le pareti laterali si aprono nicchie, rialzate da un gradino, occupanti tutta l'altezza delle navate minori. All'interno, seguendo una linea spezzata, i nicchioni sono percorsi da una zoccolatura in marmo, al centro si aprono ampie vetrate policrome. La navata centrale è coperta a cassettoni in finto legno scuro ed è illuminata da terne di eleganti finistre, che si aprono sopra i grandi archi. La cattedrale è molto luminosa ed il suo coro è sottolineato da un'abside semicircolare, in cui si aprono cinque vetrate. Il transetto e l'abside sono rialzati da una gradinata, come nella tradizione romanica. Un grande arco di trionfo dà accesso all'altare maggiore e altri due archi minori introduco agli altari laterali. Infatti, ai lati dell'altare maggiore si aprono, attraverso due ampi archi a tutto sesto, i due bracci della navata trasversale: quello di destra ospita l'altare dell'Adorazione, mentre quello di sinistra ospita la tomba monumentale di Luisa De Benedictis, madre di Gabriele D'Annunzio. Internamente, i tre portali d'ingresso sono segnati dalla presenza della cantoria, sorretta da colonne e con balaustra in marmo. La zona, comprendente il monumentale organo è illuminata dai tre rosoni che decorano l'esterno.
Fondazioni
Fondazioni in muratura continua (?).
Struttura
La struttura è in mattoni di laterizio, con facciata in pietra.
Coperture
Esternamente la copertura è a due falde in corrispondenza dalla navata centrale e ad una sola in corrispondenza delle laterali.
Internamente, la navata principale presenta una copertura piana cassettonata in legno, mentre quelle laterali sono chiuse da volte a crociera. L'abside, internamente, è coperta da una calotta semicircolare.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata centrale è è in lastre di marmo bianco e nero disposte a strisce verticali, mentre la fascia centrale, che conduce all'altare, è in marmo giallo. Le navate laterali hanno la medesima pavimentazione in marmo bianco e nero disposto a strisce orizzontali. La pavimentazione in corrispondenza delle due fasce, che corrono sotto le colonne, è in marmo rosso.
Elementi decorativi
All'interno, le colonne e le lesene in marmo levigato presentano un basamento in marmo rosso. I grandi capitelli delle colonne sono ornati da un abaco concavo e da grandi foglie angolari, queste si attorcigliano a volute intervallate da altre foglie più piccole che sostengono un motivo centrale, a rilievo, con ovuli; una fila di foglie più piccole corona il collarino che fa da innesto con l'alto fusto delle colonne. I capitelli classicheggianti delle lesene sono decorati da un abaco ricurvo con sottostanti volute sorrette da alte foglie angolari accartocciate, al centro due angeli oranti e una fiaccola centrale che occupa l'altezza dei capitelli. L'altare maggiore è semplice ed austero in pietra compatta delicatamente ornata da motivi in rilievo. I due amboni di forma poligonale, ad opera dello scultore Perathoner di Ortisei, sono pregevoli opere in legno di noce decorate da cornici, da sagome e da pannelli a rilievo, in legno più chiaro, con scene sacre. Lungo la parete della navata sinistra, l'altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù è messo in risalto dall'armonico accostamento di marmi policromi. Nella cappella dedicata a Luisa De Benedictis è presente l'arca dello scultore ferrarese Arrigo Minerbi. Questa, sulle pareti, presenta delle decorazioni raffiguranti i simboli del cielo, del mare e della terra, racchiusi in ghirlande di foglie. Nella cappella di destra, dopo il furto del busto d'argento di San Cetteo nel 1981, è stata ripristinata la storica statua cinquecentesca in legno del Santo con il tocco artistico di Mario Cascella.
All'esterno, le lunette dei tre portali, sono decorate con i mosaici rappresentanti la Creazione.
Torre campanaria
La torre campanaria chiude il lato sinistro della facciata. Questa ha inizio con un poderoso basamento quadrato che si innalza oltre l'altezza della facciata, su di esso poggia una prima cella campanaria a forma di prisma ottagonale con ampie finestre a tutto sesto alternate da nicchie angolari. Un'altra cella campanaria, sempre a prisma ottagonale, più piccola, circondata da balconata in ferro, con aperture ad arco a pieno centro e con finestre oculari più in alto, sorregge l'agile cuspide anch'essa a base ottagonale e sormontata da una sfera con sovrastante croce.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1970)
Nel 1970 fu rinnovato il presbiterio della cattedrale di San Cetteo. L'altare, ad opera dell'architetto Paride Pozzi, è in pietra compatta ornata da motivi in rilievo con due basamenti in marmo rosso. Questi ultimi sono disposti in senso obliquo ai lati dell'altare, sono sporgenti e fanno da base ai tre candelieri disposti in ciascuno dei due lati.
ambone - intervento strutturale (1970)
Ai lati dell'altare sono collocati due amboni di forma poligonale, opera dello scultore Perathoner di Ortisei. Questi sono in legno di noce scuro decorati da cornici, da sagome e da pannelli, in legno più chiaro, con scene sacre.