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Brescia
Brescia
chiesa
cattedrale
Santa Maria Assunta e Santi Pietro e Paolo
Parrocchia della Cattedrale
Impianto strutturale
presbiterio - intervento strutturale (1968-1969)
V - VII(preesistenze carattere generale); X - XV(preesistenze intero bene); 1599 - 1599(preesistenze intero bene); XVII - XVII(proprietà intero bene); XVII - XVII(arresto lavori intero bene); 1603 - 1603(preeesistenze intero bene); 1603 - 1603(progettazione intero bene); 1603 - 1603(progettazione intero bene); 1604 - 1604(progettazione intero bene); 1604 - 1604(costruzione intero bene); 1605 - 1605(progettazione intero bene); 1606 - 1606(progettazione intero bene); 1611 - 1611(progettazione intero bene); 1611 - 1611(progettazione facciata); 1698 - 1698(progettazione intero bene); XVIII - XVIII(realizzazione apparato decorativo); 1711 - 1711(progettazione intero bene); 1719 - 1719(progettazione facciata); 1748 - 1748(progettazione intero bene); 1750 - 1750(realizzazione arredo fisso
organo); 1750 - 1750(preesistenze arredo fisso
organo); 1758 - 1758(completamento facciata); 1825 - 1825(costruzione cupola); 1855 - 1855(preesistenze arredo fisso
organo); XX - XX(restauro esterni); 1906 - 1906(riformato arredo fisso
organo ); 1914 - 1914(consacrazione intero bene); 1943 - 1944(distruzione esterni); 1968 - 1968(realizzazione arredo fisso
organo); 1971 - 1971(restauro apparato decorativo); 1984 - 1984(realizzazione arredo fisso); 2005 - 2006(restauro arredo fisso
organo)
Chiesa di Santa Maria Assunta e Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta e Santi Pietro e Paolo <Brescia>
Autore (ruolo)
Marchetti, Giovanni Battista 
Cagnola, Luigi 
Carboni, Giovanni Battista 
Lantana, Giovanni Battista (Primo progettista)
Bagnadore, Pier Maria (Secondo progettista)
Binago, Lorenzo (Terzo progettista)
Biasio, Giovanni Antonio (Quarto pogettista)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione)
barocco (costruzione)
barocco (costruzione)
barocco (costruzione)
neoclassico (costruzione)
neoclassico (costruzione della cupola)
neoclassico (realizzazione degli interni)
Notizie Storiche

V - VII (preesistenze carattere generale)

Vi era anticamente una basilica di origine paleocristiana, San Pietro de Dom, di cui rimangono pochissime tracce; era a tre navate e dotata di ventotto colonne probabilmente recuperate da edifici preesistenti di epoca romana. Di queste colonne ne rimangono quattro di cui due riutilizzate per il portale del Broletto, situato a fianco, altre due per il portale della chiesa di S. maria della Carità.

X - XV (preesistenze intero bene)

La chiesa di S. Pietro de Dom fu rimaneggiata più volte tra il X ed il XV secolo.

1599  (preesistenze intero bene)

A causa dello stato di degrado e rovina in cui si trovava, viene decretata la demolizione della chiesa, ad opera delle autorità cittadine.

XVII  (proprietà intero bene)

I lavori poterono riprendere sul finire del XVII secolo a causa dei numerosi lasciti ed eredità donate alla Chiesa, a conseguenza dell'enorme numero di defunti provocato dalla peste, che mise quindi la Diocesi di Brescia in condizioni economiche sufficienti a riaprire la fabbrica sebbene, al di fuori, la crisi ancora imperversava ancora.

XVII  (arresto lavori intero bene)

Intorno al 1630, il cantiere del Duomo si ferma per circa qurant'anni a causa della crisi economica e demografica causate dalla peste.

1603  (preeesistenze intero bene)

Nel 1603 Agostino Avanzo rileva l'antica basilica paleocristiana di San Pietro de Dom, per ottenere una visuale completa dell'area disponibile alla realizzazione di un nuovo edificio religioso.

1603  (progettazione intero bene)

Agostino Avanzo presenta un primo progetto del Duomo, un ibrido fra il Manierismo e il classicismo: pianta a croce latina, con tre navate e transetto, altari laterali sporgenti e grande cupola centrale.

1603  (progettazione intero bene)

Giovanni Battista Lantana, al contrario dell'Avanzo, presenta un progetto abbastanza simile ma più moderno e con una maggiore attenzione strutturale. Entrambe le idee vengono però scartate dai deputati della commissione di cantiere, eletti dal Comune e dal Vescovo, soprattutto per il fatto che non presentavano sufficienti affinità con le direttive del Concilio di Trento nell'ambito dell'architettura religiosa.

1604  (progettazione intero bene)

Il Lantana propone un terzo progetto, che si rivela essere quello definitivo: viene aggiunto un ordine minore tuscanico da affiancare a quello maggiore corinzio e viene posta un'ulteriore cupola sull'abside, che sarebbe stata retta da alcuni contrafforti esterni intervallati da nicchie. Per queste ultime, i deputati della fabbrica già commissionano le statue decorative a Giovanni Antonio Carra.

1604  (costruzione intero bene)

La posa della prima pietra avviene il 12 maggio 1604, alla presenza del Vescovo di Brescia mons. Marino Zorzi.

1605  (progettazione intero bene)

Pier Maria Bagnadore, propone un progetto alternativo, praticamente una copia di quello definitivo del Lantana con la sola aggiunta di una campata verso ovest che convertisse la croce greca in una croce latina; ottiene così l'incarico a discapito del Lantana.

1606  (progettazione intero bene)

Pier Maria Bagnadore, cambia in corso d'opera nuovamente il progetto della pianta da croce latina, tornando al progetto orginario, simile a quello del Lantana a croce greca.

1611  (progettazione intero bene)

Il ritorno all'impianto a croce greca da parte del Bagnadore porta l'architetto Bagnadore fuori dalle grazie del Vescovo di Brescia Giorgi, che lo allontana dal cantiere nel 1611 e chiama al suo posto il milanese Lorenzo Binago.

1611  (progettazione facciata)

Binago propone di realizazzare due torri in facciata, espediente tipicamente barocco, ma non fsu accettato dalla committenza e dalla cittadinanza.

1698  (progettazione intero bene)

Nel 1698 Luca Serena, figlio del pittore Nicola Serena, disegna un progetto per il completamento del duomo.

XVIII  (realizzazione apparato decorativo)

Alla fine del XVII secolo vengono apposti sulla superficie interna, i vari elementi dell'apparato decorativo in stucco e marmo scolpiti da Giovanni Battista Carboni.

1711  (progettazione intero bene)

Nel 1711 Giuseppe Antonio Torri, disegna un progetto per il completamento del duomo.

1719  (progettazione facciata)

Antonio Biasio diventa il nuovo direttore dei lavori e nel 1719 progetta una nuova facciata, in sostituzione a quella del Binago, con coronamento a frontone semicircolare.

1748  (progettazione intero bene)

L'idea rimarrà fino al 1748, quando un'altra modifica sempre ad opera del Biasio modificherà il frontone in forma di arco ribassato, nuovamente seguendo i costumi dell'epoca. In questi anni si ha il fiorente episcopato del Cardinale Angelo Maria Querini, che darà un forte impulso ai lavori

1750  (realizzazione arredo fisso, organo)

Nel 1750 viene realizzato un organo e collocato nella cantoria in cornu Epistulæ.

1750  (preesistenze arredo fisso, organo)

Vi era precedentemente un organo realizzato da don Cesare Bolognini in occasione del Giubileo del 1750.

1758  (completamento facciata)

Nel 1758 il Biasio muore e alla direzione della fabbrica subentra Giovanni Battista Marchetti, accompagnato da suo figlio Antonio. La facciata, al momento terminata solo nella metà inferiore, viene nuovamente modificata e questa volta secondo il gusto neoclassico, proponendo un frontone triangolare che sarà poi quello definitivo.

1825  (costruzione cupola)

Nel 1825 viene realizzata la grande cupola disegnata da Luigi Cagnola e messa in opera da Rodolfo Vantini. La cupola fin dall'inizio, ha rappresentato l'elemento trainante e comune di tutti i progetti.

1855  (preesistenze arredo fisso, organo)

Viene realizzato l'organo ad opera di Giovanni Tonoli, nel 1855; Il Tonoli riutilizza del materiale fonico tra cui le canne del precedente organo, realizzato da don Cesare Bolognini.

XX  (restauro esterni)

Il duomo fu oggetto di restauro nel dopoguerra, riprendendo l'aspetto originale, sebbene le scalfitture sulle pareti dell'abside siano tuttora lasciate a memoria.

1906  (riformato arredo fisso, organo )

Viene composto, posizionato in presbiterio su cantoria in Cornu Epistolae e riformato l'organo originario del Tonoli ad opera di Diego Porro.

1914  (consacrazione intero bene)

La Cattedrale viene consacrata dal Vescovo di Brescia, mons. Giacinto Gaggia il 4 luglio del 1914.

1943 - 1944 (distruzione esterni)

Durante i bombardamenti aerei alla città avvenuti tra il 1943 ed il 1944, il rivestimento in piombo della cupola si incendiò e il retro fu in numerosi punti scalfito e abraso dalla caduta di una bomba su un palazzo adiacente, che esplose danneggiando la parete della cattedrale.

1968  (realizzazione arredo fisso, organo)

Viene realizzato l'organo e posto in presbiterio, su cantoria in Cornu Evangelii ad opera della casa Organaria Mascioni di Cuvio (Varese); la consolle è situata a piano del presbiterio, mentre la cassa dell'organo è risalente al 1880.

1971  (restauro apparato decorativo)

Nel 1971 e fino al 1974 il Duomo Nuovo viene completamente restaurato.

1984  (realizzazione arredo fisso)

Viene realizzato l'organo Opus 898 e posto in presbiterio, su cantoria in Cornu Evangelii ad opera della casa Organaria Mascioni di Cuvio (Varese); la consolle è situata a piano del presbiterio, mentre la cassa dell'organo è risalente al 1880.

2005 - 2006 (restauro arredo fisso, organo)

Viene restaurato l'organo Tonoli, ad opera di Gianluca Chiminelli di Darfo Boario Terme, tra il 2005 e dil 2006.
Descrizione

Fu eretta tra il 1604 e il 1825 sull'area in cui sorgeva la basilica paleocristiana di San Pietro de Dom (V-VI secolo), oggi affacciato su piazza Paolo VI. Il Duomo Nuovo, non essendo il risultato di una edificazione secolare ma frutto di un unico cantiere, presenta una struttura complessivamente omogenea e coerente, nell'architettura e nelle decorazioni. Unico elemento che tradisce la lunga durata della fabbrica, protrattasi 230 anni circa, è il sottile connubio che si avverte all'interno, ma soprattutto in facciata, fra gusto barocco e stile neoclassico, il cui risultato è il connubio di un edificio iniziato barocco e finito neoclassico. La facciata su Piazza Paolo VI è un elemento caratterizzante: realizzato in marmo di Botticino, è simmetrica e si sviluppa su due ordini, con quello inferiore più largo per contenere i due ingressi laterali. Quello superiore è invece di carattere soprattutto decorativo, essendo molto più alto di quanto sia in realtà il soffitto della cattedrale. L'ordine architettonico utilizzato è ovunque il corinzio e le basi sono tutte attiche. Sull'asse di simmetria centrale si aprono, rialzato da alcuni gradini, il grande portale d'ingresso con frontone ad arco, ospitante il busto del Cardinale Angelo Maria Querini realizzato da Antonio Calegari nel 1750. Sul livello superiore è posto invece un alto finestrone, sormontato da cornice e un frontone triangolare aggettanti. Il frontone principale della facciata è triangolare ed in aggetto, dove campeggia lo stemma della città di Brescia (a ricordo, delle cattedrali che erano di proprietà del Comune), coronato dalle statue della Vergine Assunta e dei Santi Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni di Giovanni Battista Carboni, Stefano Citerio e Pier Giuseppe Possenti, realizzate nel 1792. Sono invece di Antonio e Carlo Carra le statue dei Santi Faustino e Giovita nelle nicchie dell'abside e il San Giovanni Battista collocato sulla porta laterale nell'odierna Via Querini, verso il Broletto. L'interno, è impostato su pianta a croce greca, con unica navata a contorno dell'ampio centro dell'edificio sormontato dalla cupola. La profonda abside evidenzia comunque un asse principale di simmetria e fu, l'espediente per mantenere l'impianto a croce greca pur non contraddicendo le direttive della controriforma. L'ordine corinzio gigante di facciata si ripete all'interno, decorando coerentemente tutte le pareti e i sostegni della cupola, i quali sono stati realizzati a L, definendo il grande spazio aperto della pianta in spazi minori proporzionali. Quest'ultima poggia su un alto tamburo illuminato da ampi finestroni rettangolari e tutta la struttura si sostiene su quattro piloni ingentiliti da otto alte colonne libere, anch'esse di ordine corinzio, rivolte verso il vano centrale. Dal pavimento alla lanterna si raggiungono i 91 metri di altezza. Ai quattro pennacchi sono apposti i busti in marmo degli evangelisti: San Giovanni e San Luca sono opera di Santo Calegari il Giovane, mentre San Marco e San Matteo sono del Carboni. I numerosi sottarchi, compresi quelli della cupola, sono decorati da cassettoni con rosette in marmo, ma alcune sono copie in cemento realizzate durante i restauri post-bellici. Tutto l'ambiente interno è impregnato da una luce bianco-azzurra, data dallo stucco e dai marmi bianchi che ricoprono ogni superficie. Sono presenti numerosi elementi in marmo, dai pennacchi della cupola, a tutti gli elementi architettonici del tempio, cioè le colonne, le lesene, il fregio, le cornici delle finestre e le decorazioni nelle lunette sopra gli altari laterali.
Impianto strutturale
La chiesa presenta pianta croce con copertura voltata dotata, centralmente, di cupola con lanterna; le murature hanno struttura continua con volte e solai di forma articolata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1968-1969)
Vengono eliminate le balaustre e posti altare e ambone antistanti l'altare maggiore.
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