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Castelmassa
Adria - Rovigo
chiesa
parrocchiale
S. Stefano Primo Martire
Parrocchia di Santo Stefano primo martire
Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Impianto strutturale
altare - aggiunta arredo (1970-1980)
1300 - 1574(preesistenze intorno); 1582 - 1673(costruzione intero bene); 1695 - XVIII(completamento intero bene); 1818 - 1825(cambiamento Diocesi intero bene); 1915 - 1930(completamento intero bene)
Chiesa di Santo Stefano Primo Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santo Stefano Primo Martire <Castelmassa>
Altre denominazioni S. Stefano Primo Martire
Autore (ruolo)
Del Giudice, Brenno (progetto facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze ferraresi (costruzione)
Notizie Storiche

1300 - 1574 (preesistenze intorno)

Una chiesa intitolata a S. Stefano Protomartire a Massa Superiore (ora Castelmassa) la troviamo citata per la prima volta nelle "Rationes decimarum" di Ferrara dell'anno 1300. Nel 1434 viene visitata per la prima volta dal vescovo di Ferrara Giovanni Tavelli da Tossignano, che la trova provvista delle suppellettili necessarie per le celebrazioni liturgiche, anche se poche e povere. Nella visita successiva (1449) il vescovo Francesco Dal Legname vede una chiesa allo sfascio, in precarie condizioni di stabilità, e ne raccomanda la demolizione. La situazione permane nel tempo tanto che mons. Maremonti, durante la visita apostolica del 1574, ribadisce che la chiesa è cadente e deve essere ricostruita.

1582 - 1673 (costruzione intero bene)

Viene costruito un nuovo edificio, consacrato il 10 agosto 1582 da mons. Leoni che, come risulta dalle quattro visite pastorali del vescovo Giovanni Fontana, ha una sola navata, l'altare maggiore, il coro, due altari laterali e il battistero. Successivamente, l'aumentata popolazione e le migliorate condizioni economiche spinsero i parroci, don Matteo Roghi prima e don Alfonso Ghiro poi, ad aggiungere la navata di sinistra e il coro (1651) e ad incaricare della progettazione e costruzione del tempio attuale, con accanto l'imponente campanile e la canonica, l'architetto ferrarese Giobatta Barbieri (1673).

1695 - XVIII (completamento intero bene)

Proseguirono per tutto il sec. XVIII i lavori di decoro interno: l'altare maggiore, inquadrato tra le colonne dell'arco trionfale, fu eretto dal veronese Giovanni Battista Ranghieri nel 1695, mentre quello monumentale in marmi policromi, dedicato alla Madonna del Rosario, è della seconda metà del secolo come pure il coro e gli arredi in legno di noce della sacrestia.

1818 - 1825 (cambiamento Diocesi intero bene)

Nel 1818-1819 la chiesa di S. Stefano come le altre della Transpadana Ferrarese passò sotto la giurisdizione ecclesiastica della Diocesi di Adria. La prima visita pastorale nel 1825, compiuta dal vescovo Ravasi, ci presenta una chiesa sviluppata e abbellita durante un secolo e più di lavori: a tre navate, con ingresso ad occidente, presbiterio e coro di buon aspetto, otto altari (maggiore,Madonna del Rosario, S.Stefano, S. Francesco, S. Antonio, Annunziata, S. Eligio, Carmine-Addolorata).

1915 - 1930 (completamento intero bene)

Una nuova immagine ha assunto la facciata, originariamente in stile barocco ferrarese, che, dopo l'intervento (1915-1928) dell'architetto Brenno Del Giudice, si presenta con un elegante loggiato su due ordini di colonne e pilastrini ad archetti sovrapposti. All'interno negli stessi anni Anselmo Baldissara ha dipinto a tempera sul soffitto della navata centrale una scena raffigurante San Bellino, patrono della Diocesi.
Descrizione

La chiesa di Santo Stefano Primo Martire sorge in Castelmassa, con orientamento Est-Ovest. La monumentale facciata barocca, a vento, con attici sovrapposti, rinserrati agli angoli da lesene doriche, che reggono statue o pinnacoli a vaso e guglie piramidali. Gli attici si raccordano con rampanti curvilinei a volute. La facciata è preceduta da un loggiato, su arcate a tutto sesto, con colonne doriche, aperto su tre lati e rinserrato agli angoli da alti pilastri con lesene. Le arcate superiori sono chiuse da una balaustra su pilastrini. Il loggiato è coronato da un frontone curvilineo con al centro una decorazione a conchiglia. Nella facciata si aprono tre portali, di cui i laterali, feriali, sormontati da frontoni curvilinei. Al di sopra dei portali, ai lati si aprono finestre ovali, con cornici modanate, al centro un ampio finestrone centinato a sesto ribassato. Al centro dell'attico superiore, tra le lesene, si apre una nicchia ovale con cornice a volute. Nei fronti laterali si aprono quattro finestre termali, così come nel presbiterio.
Pianta
Schema planimetrico basilicale, a tre navate, separate da ampie arcate a tutto sesto, cui si addossano, verso le navate minori, basse lesene doriche, verso la navata maggiore, alte lesene ioniche, al di sopra delle quali corre una trabeazione spezzata in aggetto. Le quattro campate della navata centrale sono coperte da volte a botte, a sesto ribassato, forate dalle profonde unghie dei finestroni. Le campate delle navate minori sono coperte da volte a crociera. Sulle navate minori si aprono, con archi a tutto sesto, le cappelle votive. Il presbiterio, rialzato di tre gradini sul piano della chiesa, si apre verso l'aula con una serliana con colonne ioniche. Il presbiterio, chiuso sul fronte da una balaustra in marmo, su pilastrini, è coperto da cupola su pennacchi sferici. Ai lati del presbiterio si aprono i bracci del transetto. L'abside semicircolare è coperta da volta a catino.
Coperture
Tetto a falde con manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimenti in lastre quadrate di marmo rosso e bianco.
Elementi decorativi
Le volte sono dipinte a soggetti religiosi, motivi geometrici e floreali.
Impianto strutturale
Strutture verticali in muratura di mattoni portante.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970-1980)
altare maggiore, mensa in marmo bianco, su due pilastrini di marmo policromo, ai lati.
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