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Crespino
Adria - Rovigo
chiesa
parrocchiale
Santi Martino e Severo vescovi
Parrocchia dei Santi Martino e Severo vescovi
Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale
altare - aggiunta arredo (1970-1980)
XIII - 1473(preesistenze intorno); 1567 - 1606(preesistenze intero bene); 1748 - 1792(costruzione intero bene); 1818 - 1829(cambiamento di diocesi intero bene)
Chiesa dei Santi Martino e Severo Vescovi
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Martino e Severo Vescovi <Crespino>
Autore (ruolo)
Santini, Angelo (progetto e direzione lavori )
Ambito culturale (ruolo)
maestranze ferraresi (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - 1473 (preesistenze intorno)

Nel XIII secolo papa Gregorio IX accompagnò l'investitura alla famiglia Turchi di Ferrara con l'obbligo di costruire una chiesa a Crespino. Il verbale di mons. De Gottis, vicario ravennate in visita pastorale ad alcune parrocchie della diocesi di Adria e territori limitrofi, nomina un certo don Antonio, rettore della chiesa di S. Martino in "Ville Crespini" (1473).

1567 - 1606 (preesistenze intero bene)

Dall'archivio arcivescovile di Ravenna si ricavano notizie sulle diverse visite pastorali, che interessarono nel tempo la parrocchia dei SS. Martino e Severo, giuspatronato della famiglia Turchi: la prima nel 1567, nel 1580 quella del card. Cristoforo Boncompagni e nel 1606 quella del card. Pietro Aldovrandini con la descrizione della chiesa a tre navate concluse dal presbiterio, con altare maggiore, coro e quattro altari laterali.

1748 - 1792 (costruzione intero bene)

La costruzione della nuova chiesa, quella attuale, prese avvio nel 1748 quando il parroco mons. Zagatti incaricò due architettti: Angelo Santini e Gianfrancesco Buonamici, di presentare dei progetti per il nuovo edificio. Dopo la morte del parroco fu poi il suo successore mons. Antonio Brunelli a scegliere il progetto di Santini. La fabbrica, dopo ventitre anni di lavori, fu portata a termine nella sua struttura esterna nel 1777, mentre nel 1792 fu ultimata anche all'interno con gli altari in legno marmorizzato, i confessionali e la cantoria. Purtroppo alla fine del 1792 la chiesa fu colpita da un fulmine che causò diversi danni. Il campanile pure fu eretto negli anni 1754-1777.

1818 - 1829 (cambiamento di diocesi intero bene)

Nel piano di riassetto delle diocesi italiane (1818-1819) anche la chiesa parrocchiale dei SS. Martino e Severo a Crespino, assieme a quella di S. Apollinare, fu disgiunta dall'arcidiocesi di Ravenna per essere aggregata ad Adria. Sarà infatti il vescovo di Adria, Carlo Pio Ravasi, a consacrare con solenne cerimonia il tempio il 20 settembre 1829.
Descrizione

La chiesa dei Santi Martino e Severo sorge in Crespino, con orientamento Est-Ovest, preceduta da un ampio sagrato. La monumentale facciata settecentesca, a vento, coronata da un frontone curvilineo spezzato, è tripartita e scandita da due ordini sovrapposti di semicolonne ioniche su alti basamenti. I due ordini sono separati da una cornice modanata, spezzata e si raccordano tramite rampanti curvilinei a volute, conclusi da guglie piramidali su pilastrini in pietra. La parte centrale della facciata si presenta in aggetto, a fascio. Tra le semicolonne centrali si inseriscono alte nicchie che accolgono statue di Santi. Nella parte inferiore si aprono tre portali, con frontoni curvilinei, ai lati, e triangolare al centro. Al di sopra dei portali laterali si trovano due finestroni a tutto sesto, con cornice in marmo rosso, così come al centro nella parte superiore, quest'ultimo sormontato da un gocciolatoio curvilineo e decorato ai lati con volute. Il frontone curvilineo di coronamento è sormontato da cinque pilastrini con guglie a vaso. I fronti laterali, in mattoni a vista, sono articolati dagli alti volumi delle cappelle laterali e dei bracci del transetto e ampi finestroni rettangolari, a varie altezze, si aprono nelle pareti. Sul retro, nell'abside semicircolare, ai lati si aprono due ulteriori finestre rettangolari più basse.
Pianta
Schema planimetrico basilicale , a tre navate, separate da schermi murari, forati da ampie arcate a tutto sesto. Gli archi sono rinserrati, ai lati, da archi a tutto sesto minori, chiusi sul fronte da balaustre, al di sopra di aperture rettangolari. Le arcate sono sorrette da pilastri a croce, cui si addossano lesene composite. Al di sopra delle lesene corre una trabeazione spezzata in aggetto. Le navate sono coperte da volte a botte, quella centrale, forata dalle unghie dei finestroni, a crociera quelle laterali. Sulle navate minori si aprono le cappelle votive, poco profonde, che accolgono gli altari, con ciborio in legno dipinto e marmorizzato, impreziositi da opere di illustri maestri: il Garofalo, lo Scarsellino, il Gandolfi, il Mucchiati, il Gennari ed altri. La campata centrale del transetto è coperta da un' alta cupola su pennacchi con cornice d'imposta modanata e decorata con stucchi. Il presbiterio si apre verso la navata con una serliana su colonne scanalate corinzie e presenta una campata centrale coperta da cupola su pennacchi emisferici. L'abside semicircolare è coperta da cupola a catino.
Coperture
Tetto a falde con manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre di marmo bianco, poste in diagonale, riquadrate da fasce di marmo rosso e grigio.
Impianto strutturale
Strutture verticali in muratura di mattoni portante.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970-1980)
Altare maggiore, mensa in marmo bianco su pilastrini laterali in marmo bianco.
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