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Fornovo San Giovanni
Cremona
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Pianta; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1960 circa); cattedra - aggiunta arredo (1960 circa); ambone - aggiunta arredo (1960 circa)
XI - XI(preesistenze intero bene); 1568 - 1568(completamento campanile); 1569 - 1569(soffittatura intero bene); 1600 - 1630(ristrutturazione intero bene); 1606 - 1606(costruzione presbiterio); 1654 - 1654(completamento presbiterio); 1697 - 1697(restauro intero bene); 1888 - 1888(completamento intero bene); 1960 - 1960(completamento abside); 1960 - 1961(restauro intero bene ); 1980 - 1980(restauro coperture); 1980 - 1980(restauro navata centrale); 2018 - 2019(restauro coperture)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Fornovo San Giovanni>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione)
maestranze bergamasche (ristrutturazione)
maestranze bergamasche (restauro)
Notizie Storiche

XI  (preesistenze intero bene)

Le prime notizie relative alla chiesa risalgono al 1046. L’edificio di culto era dedicato alla B.V. Maria delle Grazie ed era stato eretto sul luogo dove in precedenza si trovava un antico tempio pagano dedicato a Giove.

1568  (completamento campanile)

Una pietra ben visibile con la scritta “hoc hopusffcomunitasFornovi 1568” ricorda il completamento del campanile avvenuto in quell’anno.

1569  (soffittatura intero bene)

Il vescovo Mons. Cesare Speciani, a seguito di una visita pastorale, emanò un’ordinanza chiedendo che venissero chiuse alcune finestre e si facesse soffittare l’edificio.

1600 - 1630 (ristrutturazione intero bene)

Sotto la guida di tre parroci: l’arciprete Manisio (fino al 1602) don Giovanni Scaravaggio (fino al 1618) e l’arciprete don Cristoforo Ginnetti (fino al 1630) vennero eseguiti i lavori di modifica integrale della chiesa, con la nuova intitolazione a san Giovanni Battista.

1606  (costruzione presbiterio)

Secondo il libro di don Giacomo Lanzanova in quest’anno vi furono due importanti donazioni che permisero la costruzione del presbiterio dopo l’edificazione della navata.

1654  (completamento presbiterio)

In quest’anno fu ordinato di realizzare “la cornice della chiesa et il seguente coro” che erano rimasti incompiuti a seguito della peste del 1630.

1697  (restauro intero bene)

Sotto il governo dell’arciprete don Giacomo Gariolo, vennero ultimati e pagati i lavori di restauro della chiesa parrocchiale iniziati quasi un secolo prima.

1888  (completamento intero bene)

L'intero bene viene completato mediante le decorazioni pittoriche, che vengono terminate nel 1888.

1960  (completamento abside)

Le vetrate dell'abside vengono realizzate dall'artista Domenico Colpani.

1960 - 1961 (restauro intero bene )

In occasione della messa d’oro (50 anni di sacerdozio) dell’arciprete don Arturo Boscarini, vengono restaurate, rinnovate e arricchite con dorature le decorazioni pittoriche delle superfici interne dell’intera chiesa.

1980  (restauro coperture)

Viene eseguito un intervento di ripasso del manto di copertura posato sulla struttura lignea esistente sia della chiesa sia del campanile.

1980  (restauro navata centrale)

Vengono sostituite le vetrate della navata.

2018 - 2019 (restauro coperture)

Vengono eseguiti lavori di risanamento conservativo e miglioramento statico delle strutture di copertura compresa la ricorritura di tutte le coperture. L'intervento viene finanziato mediate contributo 8 per mille CEI.
Descrizione

La facciata, realizzata in mattoni a vista, è divisa verticalmente da quattro lesene che evidenziano la larghezza dell’aula rispetto alle cappelle laterali. L’interno si presenta con un’unica navata coperta da una volta a botte affrescata. Lungo la navata, su ogni lato, si trovano tre cappelle delimitate da balaustre in marmo policromo. Fra la seconda e la terza cappella è inserito un ingresso laterale. La navata è chiusa da un presbiterio di modeste dimensioni che termina in un’abside poligonale il cui catino è diviso in cinque vele affrescate.
Pianta
L’edificio si sviluppa su un’unica navata longitudinale con cappelle laterali. Nel dettaglio, partendo dal portale e procedendo in senso antiorario, troviamo la cappella dedicata alla Madonna delle Grazie, la cappella di sant’Antonio da Padova, la cappella dedicata alla Madonna del Rosario che precede l’accesso alla sacrestia. Il presbiterio con il coro chiude la navata. Proseguendo il percorso troviamo la cappella del Sacro Cuore, la cappella di san Rocco e il Battistero. La navata è illuminata in modo naturale da due finestre per lato sullo sviluppo longitudinale, una finestra centrale sulla facciata e quattro finestre nella zona absidale.
Struttura
Esternamente la struttura si presenta in maniera abbastanza semplice, con muratura in mattoni a vista. Il volume della navata centrale si stacca dal volume delle cappelle laterali dando l’illusione di una ripartizione interna a tre navate. Un cornicione aggettante, posto sulla linea di gronda dei due livelli, stabilizza visivamente la campitura muraria orizzontale. Sono presenti alcune lesene verticali per evidenziale la posizione delle capriate lignee del tetto. Internamente queste lesene vengono riprese per irrigidire la volta a botte che separa l’aula dalla copertura. Nel sottotetto, con i lavori di restauro e manutenzione effettuati nel 2018, sono stati installati tiranti e controventi metallici per il miglioramento statico delle strutture di copertura.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento della navata è in piastrelle di cemento decorativo colorato con tinte variegate posate con regolarità geometrica. Nelle cappelle laterali il pavimento è in lastre rettangolari di Botticino Classico. La pavimentazione del presbiterio è in marmo Rosso di Verona per la parte realizzata nel 1950, mentre per l’ampliamento del 1960 è stato usato il marmo Macchiavecchia del Ticino incorniciato da gradini in marmo Giallo d’Istria.
Coperture
La navata è coperta da un tetto a due falde con testata di padiglione nella zona opposta alla facciata. La copertura è composta da una struttura in legno e coppi a canale in cotto. Su un livello più basso si trova la copertura delle cappelle laterali. Questa ha la struttura a falda unica ed è realizzata con la stessa modalità costruttiva del tetto principale, così come la copertura del presbiterio e dell’abside.
Elementi decorativi
L’apparato decorativo sulla struttura principale è costituito dalle pitture effettuate nel 1888 secondo uno stile neoclassico con alcuni accenni al barocco. Gli stucchi modellati sui cornicioni e sui capitelli delle lesene sono in parte dorati. Altre decorazioni in stucco sono presenti nelle cappelle laterali, per incorniciare i quadri dipinti ad olio, come nelle cappelle di Sant’Antonio, del Sacro Cuore, di San Rocco, oppure proprio come elemento decorativo, come nella cappella della Madonna del Rosario. Gli altari delle cappelle laterali hanno la struttura barocca, ad eccezione dell’altare della cappella della Madonna delle Grazie di stile neoclassico. Tutti sono realizzati in marmo.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1960 circa)
La mensa di forma rettangolare è realizzata in marmo Botticino Fiorito. La base è costituita dallo stesso tipo di materiale ed è decorata da un bassorilievo in bronzo raffigurante la Cena di Emmaus, opera dell’artista locale Domenico Colpani.
cattedra - aggiunta arredo (1960 circa)
Alla destra del tabernacolo si trova la sede del presidente. Questa è costituita da un semplice seggio in legno con schienale e braccioli intagliati. E' pieghevole ed è posato su un pannello di legno intarsiato che si deve all'opera di un artista locale, il quale ha realizzato nel 2010 anche la struttura lignea dell'ambone e del leggio per il celebrante.
ambone - aggiunta arredo (1960 circa)
L’ambone è collocato alla sinistra della mensa e consiste in un basso leggio in legno appoggiato sulla balaustra. E' rivestito da stoloni con colori che variano a seconda del tempo liturgico. A terra, anche in questo caso, il relativo spazio viene delimitato da un pannello di legno intarsiato.
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