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Santo Stefano Roero
Alba
chiesa
parrocchiale
Santa Maria del Podio
Parrocchia di S. Maria del Podio
Impianto strutturale; Facciata
presbiterio - intervento strutturale (1931); presbiterio - intervento strutturale (anni '70 del sec. XX)
1315 - 1315(prima menzione intero bene); 1345 - 1345(citazione intero bene); 1585 - 1585(descrizione intero bene); 1605 - 1605(giurisdizione intero bene); 1621 - 1621(descrizione intero bene); 1662 - 1667(riedificazione intero bene); 1671 - 1671(realizzazione altare maggiore); 1742 - 1742(descrizione intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1888 - 1890(restauro intero bene); 1930 - 1930(riedificazione presbiterio); 2006 - 2009(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria del Podio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria del Podio <Santo Stefano Roero>
Autore (ruolo)
Gallo, Giuseppe (progetto riedificazione coperture)
Mesturino, Vittorio (progetto riplasmazione presbiterio)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (riedificazione)
maestranze piemontesi (riedificazione coperture)
maestranze piemontesi (riedificazione presbiterio)
maestranze piemontesi (riplasmazione campanile)
Notizie Storiche

1315  (prima menzione intero bene)

La chiesa di S. Maria e S. Stefano è citata per la prima volta in prossimità di una vigna in località Magliolio, non lontano dalla chiesa di S. Michele.

1345  (citazione intero bene)

La chiesa è inclusa nel registro delle chiese della diocesi di Asti, dipendente dalla pieve di S. Pietro di Novelle presso Monteu Roero.

1585  (descrizione intero bene)

Gli atti della visita apostolica di Peruzzi menzionano la chiesa di S. Maria del podio, retta dal prevosto Volpe.

1605  (giurisdizione intero bene)

Nel sinodo celebrato ad Asti da monsignor Aiazza vengono riformati i vicariati e S. Stefano Roero è posto sotto la giurisdizione di S. Damiano.

1621  (descrizione intero bene)

La visita pastorale del vescovo di Asti Pentorio descrive la chiesa a una navata, con solaio in legno sulla navata e volta sul presbiterio e sul coro. Sono presenti tre altari.

1662 - 1667 (riedificazione intero bene)

Inizia la ricostruzione per opera dei mastri Battista Speranza e Francesco Varinino, su disegno di Marco Poncino. Alla posa della prima pietra è presente il vescovo Paolo Vincenzo Roero. A lavori conclusi, l'edificio presenta pianta longitudinale, con sei altari, il maggiore dedicato alla Madonna. Celebra la prima messa in onore di s. Stefano il medesimo vescovo Roero.

1671  (realizzazione altare maggiore)

Viene eseguito l'articolato altare maggiore ligneo, con statue di s. Stefano, s. Lorenzo e bassorilievi.

1742  (descrizione intero bene)

La relazione sullo stato delle chiese della diocesi descrive la chiesa dotata di cinque altari, oltre all'altare maggiore, navata coperta da una volta e sei finestre, tre unite nella facciata e altre tre nel coro. Il campanile è dotato di due campane.

1817  (giurisdizione intero bene)

Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, la chiesa, insieme alle altre del luogo, è assegnata alla giurisdizione del vescovo di Alba.

1888 - 1890 (restauro intero bene)

In seguito al terremoto del 1887, vengono eseguiti importanti lavori di consolidamento e ricostruzione, che comprendono il rifacimento della volta, della trabeazione e il ribassamento delle arcate di innesto nell'aula delle cappelle laterali. Il progetto si deve all'arch. Giuseppe Gallo.

1930  (riedificazione presbiterio)

Il parroco Carlo Viglino lamenta le precarie condizioni del presbiterio, affermando l'urgenza di procedere alla sua ricostruzione. L'incarico di redigere il progetto è affidato all'arch. Vittorio Mesturino.

2006 - 2009 (restauro intero bene)

L'arch. Maria Claudia Casetta e l'ing. Franco Bertero redigono un progetto di restauro conservativo che contempla interventi strutturali, il risanamento delle murature e il restauro degli apparati decorativi.
Descrizione

Chiesa ad aula longitudinale, conclusa da un profondo presbiterio con terminazione absidale e affiancata da quattro cappelle, due per lato, innestate nello spazio principale tramite arcate a tutto sesto su colonne composite libere. La navata è coperta da una volta a botte con sottarchi e lunette, al di sotto delle quali si aprono le finestre che permettono l'illuminazione interna, probabile opera ottocentesca di rifacimento in stile. Le strutture di copertura poggiano su una trabeazione continua, retta da fasci di lesene corinzie. Il prebiterio è invece coperto da una volta a vela che simula una cupola e concluso dal catino absidale, costolonato e unghiato per permettere l'inserimento, anche in questo caso, di oculi. La facciata, coerente come articolazione allo sviluppo volumetrico interno, si colloca in una robusta tradizione barocca e utilizza modelli diffusi a partire dagli anni cinquanta del sec. XVII in buona parte del Piemonte centro-meridionale. Un campanile, anch'esso seicentesco, si erge sulla destra dell'edificio.
Impianto strutturale
Chiesa interamente realizzata in muratura portante di mattoni, si sviluppa ad aula, con membrature interne costituite da un ordine maggiore di lesene corinzie reggenti la trabeazione continua, in corrispondenza delle quali poggiano i sottarchi che ritmano lo sviluppo della volta a botte della navata. Sul medesimo ordine maggiore, che si fa però in questo caso decisamente più robusto, poggiano anche i due archi trasversi che reggono la volta a vela, segnando nel contempo l'inizio dell'area presbiteriale e la sua conclusione nell'abside.
Facciata
Il prospetto di sviluppa idealmente su tre livelli, delimitati lateralmente da due coppie di lesene doriche, di ordine gigante, su alto piedistallo che salgono sino a sostenere la trabeazione sommitale e il timpano che la conclude. Il promo livello corrisponde ai piedistalli e, in mezzeria, vi si apre l'unico portale di accesso alla chiesa. Il secondo, occupato centralmente dal timpano centinato del portale e dalla cornice di un cartiglio oggi illeggibile, è segnato dalla presenza di due nicchie che trovano posto nell'intercolumnio delle coppie di lesene laterali. Il terzo livello infine, segnato inferiormente da una leggera cornice, vede la presenza al centro di una serliana e, lateralmente, tra le lesene, di due finte edicole con timpano centinato.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1931)
In occasione dei lavori di riplasmazione del presbiterio, l'altare marmoreo è stato avanzato per fare posto al coro, dove ora si trova l'organo.
presbiterio - intervento strutturale (anni '70 del sec. XX)
In relazione all'adeguamento liturgico dopo le indicazioni del Concilio Vaticano II, il presbiterio è stato privato delle balaustre di separazione, è stato ripavimentato e la mensa ulteriormente anticipata.
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