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Neive
Alba
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Paolo
Parrocchia di Santi Pietro e Paolo
Pianta; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
1145 - 1145(prima menzione intero bene); 1153 - 1263(giurisdizione intero bene); 1322 - 1322(citazione intero bene); 1325 - 1325(giurisdizione intero bene); 1439 - 1439(citazione intero bene); 1474 - 1474(giurisdizione intero bene); 1576 - 1576(descrizione intero bene); 1577 - 1577(descrizione intero bene); 1644 - 1644(descrizione intero bene); 1648 - 1648(decorazione altari); 1668 - 1668(riedificazione intero bene); 1698 - 1698(descrizione intero bene); 1712 - 1712(riedificazione intero bene); 1713 - 1729(riedificazione intero bene); 1745 - 1748(riedificazione intero bene); 1749 - 1749(realizzazione altari); 1750 - 1751(decorazione altari); 1816 - 1816(riplasmazione intero bene); 1817 - 1817(giurisdizione intero bene); 1820 - 1821(decorazione presbiterio); 1854 - 1854(restauro altari); 1859 - 1859(riplasmazione intero bene); 1878 - 1878(decorazione interno); 1887 - 1887(realizzazione organo); 1950 - 1950(riplasmazione intero bene)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Neive>
Autore (ruolo)
Gallo, Francesco (progetto di riedificazione)
Busca, Giorgio (progetto di riplasmazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (riplasmazione)
maestranze piemontesi (riedificazione)
Notizie Storiche

1145  (prima menzione intero bene)

La chiesa di S. Pietro, dipendenza della canonica di S. Croce di Mortara, è menzionata per la prima volta.

1153 - 1263 (giurisdizione intero bene)

La chiesa è documentata con una certa frequenza "apud castrum Nevearum" e sempre tra le dipendenze della canonica di S. Croce di Mortara.

1322  (citazione intero bene)

Le decime della chiesa sono in parte investite ai signori di Revello.

1325  (giurisdizione intero bene)

La chiesa è annoverata tra quelle esenti della diocesi di Alba.

1439  (citazione intero bene)

La chiesa è al centro di una contesa tra i canonici di Mortara e il vescovo di Alba per la gestione delle decime.

1474  (giurisdizione intero bene)

La chiesa è assegnata alla canonica di Santa Maria Nova di Asti, controllata dai canonici Lateranensi.

1576  (descrizione intero bene)

La chiesa è sommariamente descritta in occasione della visita pastorale del vescovo di Alba monsignor Vincenzo Marino. Essa è giudicata inadeguata a contenere tutta la popolazione del luogo.

1577  (descrizione intero bene)

La chiesa è descritta in occasione della visita apostolica alla diocesi di Alba di monsignor Gerolamo Regazzoni.

1644  (descrizione intero bene)

La chiesa è descritta in occasione della visita pastorale del vescovo di Alba Paolo Brizio.

1648  (decorazione altari)

Il pittore astigiano Giovanni Battista Farriano realizza affreschi a decorazione dell'altare del SS. Rosario

1668  (riedificazione intero bene)

Il vescovo di Alba monsignor Vittorio Nicolino della Chiesa, in visita pastorale, definisce la chiesa di recente costruzione.

1698  (descrizione intero bene)

La chiesa è sommariamente descritta e ritenuta non del tutto adeguata dal vescovo di Alba monsignor Roero in visita pastorale.

1712  (riedificazione intero bene)

Francesco Gallo riceve dalla comunità di Neive l'incarico di stendere un progetto per la ricostruzione complessiva della chiesa.

1713 - 1729 (riedificazione intero bene)

I lavori procedono a rilento. Solo il campanile è stato ricostruito e solo grazie all'intervento del re Vittorio Emanuele II, che concede regie patenti per procedere alla demolizione della chiesa, ormai in serio pericolo di crollo.

1745 - 1748 (riedificazione intero bene)

Iniziano i lavori per la ricostruzione della chiesa, a spese dell'abbazia di S. Maria Nova di Asti e secondo il progetto definitivo dell'ingegnere Alessandro Ludovico Emanuelis.

1749  (realizzazione altari)

Viene fatta l'assegnazione degli altari: il maggiore è affidato alla Compagnia del SS. Sacramento, quello di S. Antonio da Padova spetta alla comunità di Neive, quello della Madonna del Rosario all'omonima compagnia, quelli di S. Carlo e del Suffragio alla Compagnia del Suffragio, quello di S. Giuseppe alla famiglia Cocito, quello di S. Stefano ai conti di Castelborgo, quello di Santa Caterina alla Compagnia della Cintura.

1750 - 1751 (decorazione altari)

Lo stuccatore luganese Ferrante Rossi esegue la decorazione plastica dei vari altari. Nel contempo, i fratelli Giacomo e Diamante Pellagata progettano e realizzano l'altare sussidiario dedicato alla Madonna del Rosario.

1816  (riplasmazione intero bene)

Il parroco incarica l'architetto Petrini di redigere in progetto di riplasmazione della chiesa.

1817  (giurisdizione intero bene)

Con la Restaurazione e la ricostituzione delle diocesi soppresse in età napoleonica, la chiesa, insieme alle altre del luogo, è assegnata alla giurisdizione del vescovo di Alba.

1820 - 1821 (decorazione presbiterio)

L'intagliatore Conti e il tessitore Colombier realizzano il baldacchino per l'altare, mentre GIovanni Battista Testa, braidese residente ad Alba, lavora agli stalli del coro.

1854  (restauro altari)

Vengono eseguiti lavori di riplasmazione all'altare laterale di S. Antonio da Padova, spettante alla comunità.

1859  (riplasmazione intero bene)

Si lavora all'ampliamento e alla ristrutturazione della chiesa, a spese della comunità e su progetto dell'architetto albese Giorgio Busca.

1878  (decorazione interno)

La navata centrale è decorata in ora e si realizza la nicchia per la statua della Madonna su commissione del parroco Pietro Bonino.

1887  (realizzazione organo)

Si provvede a dotare la chiesa di un nuovo organo.

1950  (riplasmazione intero bene)

Iniziano i lavori di costruzione della nuova casa canonica e della navata laterale destra della chiesa.
Descrizione

Edificio a pianta longitudinale, ripartito in tre navate, anticipate da una facciata di gusto classicheggiante che ne riprende l'andamento volumetrico dell'interno. Essa presenta un corpo centrale, suddiviso in due livelli e tripartito da lesene trabeate, al centro del quale si aprono il portale principale e, superiormente, una nicchia contenente una statua della Madonna, affiancata da quelle dei santi titolari, raccordato tramite volute murarie concave con due ali laterali corrispondenti alle navatelle esterne. Un'abside conclude la navata maggiore e del presbiterio, mentre le navate laterali presentano una terminani piane.
Pianta
Chiesa con impianto rettangolare a navate, divise da una serie di pilastri cruciformi, composti da lesene che, longitudinalmente, sostengono gli archi che dividono la navata centrale dalle laterali e, trasversalmente, verso la prima, sorreggono una trabeazione continua che costituisce, idealmente, l'appoggio per il sistema di coperture. Il presbiterio, rettangolare e absidato, si collega allo spazio della navata centrale, rispetto al quale risulta meno ampio, tramite due tratti murari concavi.
Coperture
Un tetto a falde con manto di copertura in coppi protegge il sistema di copertura della chiesa, costituito da volte a vela sulle navate laterali, volte a botte unghiate e separate da sottarchi di irrigidimento sulla navata centrale e sul presbiterio e da un semicatino, anch'esso unghiato, sull'abside.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del sec. XX)
Il presbiterio è stato adeguato grazie all'aggiunta di una nuova mensa e un un leggio, entrambi arredi liturgici mobili in legno.
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