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Neive
Alba
oratorio
confraternale
San Michele
Parrocchia di Santi Pietro e Paolo
Facciata; Impianto strutturale
presbiterio - intervento strutturale (anni '90 del sec. XX)
1644 - 1644(prima menzione intero bene); 1759 - 1789(riplasmazione intero bene); 1869 - 1869(descrizione intero bene)
Chiesa di San Michele
Tipologia e qualificazione oratorio confraternale
Denominazione Chiesa di San Michele <Neive>
Altre denominazioni Confraternita di San Michele
Autore (ruolo)
Amedeo Di Castellamonte (progetto di edificazione (attribuito))
Borgese, Giovanni Antonio (progetto di riplasmazione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (edificazione)
maestranze piemontesi (riplasmazione)
Notizie Storiche

1644  (prima menzione intero bene)

Si ritiene che il progetto sia opera dell'architetto Amedeo di Castellamonte. L'ipotesi è, tutto sommato, plausibile, dal momento che l'oratorio è menzionato per la prima volta nel 1644.

1759 - 1789 (riplasmazione intero bene)

L'edificio viene restaurato e in parte ricostruito su progetto dell'architetto neivese Antonio Borgese.

1869  (descrizione intero bene)

L'edificio è menzionato e sommariamente descritto nell'indagine sulle chiese non parrocchiali della diocesi di Alba.
Descrizione

Edificio di grandi dimensioni, caratterizzato da un evidente assetto verticale, cui contribuisce sia lo slancio della facciata, in muratura di mattoni a vista, sia, internamente, la presenza di una cupola su pennacchi e alto tamburo. L'impianto planimetrico è a croce greca, concluso da un profondo presbiterio innestato sul braccio lungitudinale. Quello trasversale, invece, amplia lateralmente lo spazio dell'aula, di fatto corrispondente alla crociera coperta da cupola, in due cappelle sussidiarie. L'articolazione complessiva, nonostante gli interventi di riplasmazione settecenteschi, appare nella sostanza fedele al progetto originario.
Facciata
Molto elaborata, ma lasciata in mattoni a vista. La superficie è scandita da fasci di lesene ioniche, posti in corrispondenza degli spigoli e, arricchiti da semicolonne, in corrispondenza del settore centrale del prospetto. Nel primo livello, al centro dell'alto basamento su cui poggiano le strutture verticali, si apre il ricco portale, realizzato in pietra. Nel secondo livello, al di sopra di una trabeazione con andamento spezzato che riprende i risalti dei gruppi di lesene, il corpo centrale ospita una serliana, inquadrata da un secondo ordine di semicolonne, che reggono un'ulteriore trabeazione e un timpano centinato. Ai lati di questo si sviluppano due volute che lo collegano alle due specchiature laterali inferiori, per il tramite del basamento continuo su cui poggia il secondo ordine.
Impianto strutturale
La struttura portante, in muratura di mattoni, è scandita internamente da gruppi di lesene composite che reggono una trabeazione che si sviluppa senza soluzioni di continuità lungo le pareti perimetrali e che offre idealmente appoggio alle strutture di copertura, costituite da volte a botte lunettate sui bracci della croce, da un semicatino costolonato e anch'esso lunettato sull'abside e dalla cupola su pennacchi che si sviluppa sulla crociera.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni '90 del sec. XX)
La chiesa è oggi assegnata al culto ortodosso macedone. Un'iconostasi è stata pertanto inserita a separazione dello spazio dell'aula da quello del presbiterio, in cui, comunque, si conserva ancora l'originaria macchina d'altare.
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