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Scaletta Uzzone
Castelletto Uzzone
Alba
chiesa
sussidiaria
Sant'Antonio
Parrocchia di Natività di Maria Vergine e S. Antonio Abate
Facciata; Campanile
mensa e leggio - intervento strutturale (anni '80 del sec. XX)
1602 - 1602(prima menzione intero bene); 1678 - 1678(citazione intero bene); XVIII - XVIII(dignità intero bene); 1817 - 1817(dipendenza intero bene); 1933 - 1933(riplasmazione intero bene); 1986 - 1986(dignità intero bene)
Chiesa di Sant'Antonio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio <Scaletta Uzzone, Castelletto Uzzone>
Altre denominazioni Sant'Antonio Abate
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Autore (ruolo)
Ferrato, Mario (progetto di riplasmazione della facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (riedificazione)
maestranze piemontesi (riplasmazione facciata)
Notizie Storiche

1602  (prima menzione intero bene)

La chiesa di Scaletta è documentata per la prima volta nel corso della visita pastorale del vescovo di Acqui Camillo Beccio. Non è chiaro, però, se si tratti della chiesa in questione o di quella di S. Giorgio.

1678  (citazione intero bene)

La chiesa è documentata in uno stato d'anime della diocesi di Acqui, cui appartenne sino al 1817.

XVIII  (dignità intero bene)

Nel corso del sec. XVIII, le funzioni parrocchiali, prima assegnate alla chiesa di S. Giorgio, sono trasferite alla chiesa di S. Antonio Abate. E' probabile che, nell'occasione, l'edificio sia stato riedificato "ex fundamentis".

1817  (dipendenza intero bene)

Con la Restaurazione, le chiese di Scaletta, prima comprense nel distretto acquese, vengono riassegnate alla ricostituita diocesi di Alba.

1933  (riplasmazione intero bene)

La chiesa è profondamente trasformata su progetto dell'impresario Mario Ferrero di Cortemilia

1986  (dignità intero bene)

La parrocchia viene soppressa e unita a quella della Natività di Maria Vergine di Castelletto Uzzone.
Descrizione

Edificio oggi fortemente rimaneggiato, presenta un prospetto eclettico che allude, ma in maniera tutto sommato scorretta, a forme neoromaniche, e un interno a tre navate coperte da volte a crociera, dove solo quella centrale si conclude in un profondo presbiterio a terminazione piana, con volta a botte a tutto sesto unghiata.
Facciata
Esito più evidente della risplazione del 1933, il prospetto, eclettico e a salienti, caratterizzato da tre grandi arcate con strombatura progressiva, allude, seppure in forme semplificate e sostanzialmente scorrette, a modelli neoromanici.
Campanile
A filo della facciata e in parte mascherato dal prospetto della navata laterale sinistra, è l'unica struttura che, insieme all'articolazione degli elementi architettonici interni, testimonia l'origine settecentesca della fabbrica.
Adeguamento liturgico

mensa e leggio - intervento strutturale (anni '80 del sec. XX)
L'altare, traslato in corrispondenza dell'innesto dello spazio del presbiterio nella navata centrale, e il leggio, sulla sinistra per chi guarda, sono opere marmoree realizzate, con ogni verosimiglianza, in un momento che anticipa la soppressione della parrocchia.
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