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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Bordighera
Ventimiglia - San Remo
chiesa
sussidiaria
Sant'Ampelio
Parrocchia Santa Maria Maddalena
Pianta; Coperture; Campanile; facciata; Facciate; Navata; Pavimenti e pavimentazioni; Scale; Cripta; Impianto strutturale; Presbiterio; Sala didattica
altare - intervento strutturale (2014-2015); ambone - aggiunta arredo (2014-2015); presbiterio - intervento strutturale (2014-2015); presbiterio - intervento strutturale (1964); altare - intervento strutturale (1964); cattedra - aggiunta arredo (2014-2015)
X - XI(prima fase edilizia accertata intero bene); X - XIII(monastero carattere generale); XII - XIII(preesistenze intorno); XII - XIII(seconda fase edilizia intero bene); XIV - XV(terza fase edilizia intero bene); XVI - XVIII(quarta fase edilizia intero bene); 1834 - 1834(restauro intero bene); 1852 - 1862(quinta fase edilizia intero bene); 1875 - 1875(quinta fase edilizia carattere generale); 1884 - 1886(sesta fase edilizia intero bene); 1947 - 1947(costruzione portico); 1964/02/9 - 1964/02/9(chiusura al culto carattere generale); 1964/02/9 - 1964/11/15(restauro intero bene); 1964 - 1970(costruzione sacrestia); 1980 - 1990(restauro intero bene); 2014 - 2015(restauro intero bene); 2014 - 2015(scavo archeologico pavimentazione)
Chiesa di Sant'Ampelio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Ampelio <Bordighera>
Altre denominazioni abbatia Sancti Apellen
abbaziale cappella (di) Sant'Ampelio
Chiesetta di S. Ampelio
domus Sancti Ampelii
monasteri Sancti Ampelii
(santuario) di Sant'Ampeglio
Chiesa Sant'Ampelio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze liguri (costruzione)
Notizie Storiche

X - XI (prima fase edilizia accertata intero bene)

L’edificio protoromanico viene costruito in pietra arenaria a corsi abbastanza regolari, a navata unica con tre campate, scandite da semicolonne circolari, a cui si alternano le monofore a strombatura semplice, raccordate al muro con costole dentellate su cui poggiano le volte a crociera. L’abside, “a ferro di cavallo”, sul fronte esterno presenta lesene che sostengono una cornice ad archetti binati: oggi è visibile solo un tratto di muratura fino a circa un metro di altezza dalle fondamenta. All’interno l’abside presenta una pavimentazione a segmenti di mattoni e ospita un altare a ridosso del muro ; il gradino che divide tuttora il presbiterio dalla navata è costituito da grandi blocchi, in alcuni casi di riutilizzo. L’accesso all’edificio si trova a monte, verso l'antica viabilità romana. Possiede una cripta con doppia abside semicircolare e copertura a catino voltato, cui si accede da una scala interna, percorrendo un corridoio (ritrovati lacerti di pavimento a mosaico).

X - XIII (monastero carattere generale)

La prima notizia relativa all’esistenza in sito di un monastero dedicato a Sant’Ampelio risale alla fine del X principio del XI secolo, periodo al quale va ascritto un documento trovato nella chiesa di St-Michel-l’Observatoire, in Provenza, nel quale si fa riferimento ad un monastero di sant’Ampelio ove, verosimilmente, doveva trovarsi ancora conservato il corpo del santo anacoreta che lì visse, assai caro alla popolazione locale. Nella bolla pontificia del 1204, papa Innocenzo III conferma i possedimenti dell’abbazia di Montmajour, citando appunto in “Comitatu Vigintimiliense iuxta mare abbatia Sancti Apellen cum omnibus pertinentiis suis”. Lo stato di dipendenza dall’importante sede di Arles doveva terminare alcuni decenni dopo visto che nel 1261 si nomina un “preposito monasterii Sancti Ampelii de Burdigheta” (cfr. BIB, Lamboglia, 1964).

XII - XIII (preesistenze intorno)

L’area su cui oggi sorge la chiesa di Sant’Ampelio, d’importanza strategica, risulta già occupata tra XII e XIII secolo. In quel periodo sono citate alcune strutture difensive: l’annalista Bartolomeo Scriba annota la presenza di una torre difensiva di sant’Ampelio distrutta dai Genovesi nel 1239 durante la guerra contro Ventimiglia - nella cui giurisdizione ricadeva il territorio ora di Bordighera- unitamente ad alcune “domos et receptacula”. Si trattava dunque di un abitato fortificato che, nei documenti del XII secolo, viene indicato come Sanctus Ampelius o terra Sancti Ampelii. (cfr. BIB, Lamboglia, 1964)

XII - XIII (seconda fase edilizia intero bene)

Realizzata in pietra simile a quella utilizzata nella prima fase ma a corsi più irregolari, la successiva ricostruzione tardoromanica ha modificato l’abside, rendendola a semicerchio perfetto, provocando così lo spostamento dell’asse della chiesa e l’asimmetria della pianta dell’edificio (l’angolo di raccordo a nord tra abside e setto murario della fase protoromanica viene demolito nell’ambito di questa modifica); eliminate le lesene sono state aggiunte una cornice a quarto di cerchio in pietra tufacea in sommità e una monofora a strombatura semplice con arco rivolta a sud-est. Viene ricostruito anche il catino dell’abside a corsi circolari e regolari. I pilastri ai fianchi dell’abside sono dotati di mensole a quarto di cerchio. La pavimentazione è demolita – distruggendo anche il mosaico - e sostituita con lastre rettangolari lungo tutta l’aula, parallela ai corsi del nuovo catino dell’abside. Un muretto tra la prima e la seconda campata divideva uomini e donne. (BIB Lamboglia,1969).

XIV - XV (terza fase edilizia intero bene)

Si demolisce la prima campata; la facciata, in questo caso frontale all’abside, è realizzata in blocchi squadrati dal taglio molto regolare, di colore scuro. Restano i due gradini della portone della chiesa, spostato a monte per permettere un più facile accesso alla cripta. La scala d'accesso alla cripta, di cui è rimasta visibile la parte superiore, è riproposta con le stesse caratteristiche ma arretrata per accordarsi alla nuova spazialità dell’edificio. La pavimentazione viene realizzata in pietre irregolari e demolito il muretto divisorio. La parete sud è ricostruita con semipilastri quadrangolari e due monofore rastremate con aperture di dimensioni molto ridotte. Sull’area in precedenza occupata dalla terza campata viene costruito tra il XV e il XVI secolo un portico a volta per ospitare i pellegrini, che prolungava l’edificio quasi fino all’attuale facciata. Viene aggiunta una cappelletta sul lato nord della chiesa in corrispondenza dell’attuale sacrestia.(BIB Lamboglia,1969).

XVI - XVIII (quarta fase edilizia intero bene)

Si imbiancano le volte e le pareti e i pilastri sono rivestiti con cornici a stucco di tipo rinascimentale. L’accesso alla cripta viene nuovamente modificato e la scala prende una conformazione a chiocciola. Nel 1743 su indicazione del vescovo Giustiniani si dispone una manutenzione ordinaria della Chiesa, usufruendo delle rendite dei terreni di pertinenza della cappella, che godeva ancora di titolo di priorato. Oltre ad alcune sostituzioni dell’arredo, viene rimossa e spianata la pavimentazione attorno all’altare, collocato centralmente al presbiterio e non più addossato all’abside. Tra gli interventi seicenteschi bisogna citare anche l’apertura di un’ampia finestra centrale all’abside, successivamente chiusa da Lamboglia nel 1964. Nel 1770 circa il vescovo Giovio decide di ripristinare l’accesso alla cripta. Per lungo tempo la Chiesa non subisce modifiche ma versa invece in uno stato di graduale abbandono.

1834  (restauro intero bene)

Intervento generale – non meglio indicato dalle fonti – promosso dal Vescovo Giovanni D’Albertis (cfr BIB Spreafico E.M., 1926)

1852 - 1862 (quinta fase edilizia intero bene)

Nel 1852 il Parroco don Francesco Roggeri decide di ampliare l’edificio. Nel corso del cantiere, durato dieci anni, si aggiunge un corpo anteriore incompleto che voleva essere prolungamento della chiesa. Si procede inoltre all’intonacatura con malta cementizia degli interni (cfr. BIB Spreafico E.M., 1926; Lamboglia, 1964)

1875  (quinta fase edilizia carattere generale)

Grazie alla documentazione iconografica (una fotografia datata 1875 conservata nell’archivio fotografico del Museo Biknell di Bordighera riprodotta in Lamboglia N., 1964, p. 26 ed un quadro dell’artista von Kleudgen riproducente la chiesa di Sant’Ampelio, anch’esso conservato presso il Museo Biknell) si ricostruisce l'assetto della chiesa di Sant’Ampelio sullo scorcio del XIX secolo. Essa appare dotata di una facciata intonacataancora is tile secentesco, con due pinnacoli laterali e un piccolo campanile a vela sulla falda ovest. Il volume aggiunto nell’ambito dell’intervento tardomedievale a lato nord della chiesa viene dotato di una volta mediterranea a terrazzo e diviso in due piani da un solaio in legno, andato perduto nell’incendio del 1964. Alcuni volumi sono posti davanti alla facciata, ma risultano incompiuti: si tratta della struttura prevista dal parroco Roggeri nel 1852 per l'ampliamento della navata. (cfr. BIB Lamboglia,1969)

1884 - 1886 (sesta fase edilizia intero bene)

La facciata seicentesca è demolita per prolungare l’edificio fino alla linea attuale e già segnata dall’intervento incompiuto del 1852, aggiungendo una campata. Si sceglie un rivestimento esterno in blocchi di pietra della Turbie, realizzato prima in facciata e esteso in seguito ai prospetti laterali (in una foto del 1892 sono ancora visibili gli arconi in pietra a vista nel prospetto sud) e all’abside, utilizzando una malta cementizia. Il manto di copertura è sostituito utilizzando embrici con maggiore resistenza all’attacco dei sali marini. All’interno è rinnovata la pavimentazione e si scrostano le pareti e le volte che vengono quindi incatramate e dipinte con vernice a olio. L’accesso alla cripta con scala a chiocciola viene chiuso e l’entrata alla cripta disposta dall’esterno attraverso una nuova porta sul prospetto sud. Vengono aggiunti il campanile finito ad intonaco ed è demolita la copertura a volta mediterranea a terrazza.(cfr. BIB Lamboglia,1969)

1947  (costruzione portico)

Le reliquie del Santo, secondo fonti ottocentesche, erano state consegnate da Ventimiglia nel 1140 per riscattare la libertà dei propri cittadini dal dominio genovese. Da Genova vengono restituite solo nel 1947, giunte via mare proprio presso la chiesa di Sant’Ampelio. In occasione della celebrazione dell’evento viene aggiunto il portico rivestito in pietra della Turbie a lato della chiesa, come prolungamento dei volumi già esistenti sul lato a nord, realizzato su progetto del geometra Guglielmo Holcroft di Bordighera (IM).

1964/02/9  (chiusura al culto carattere generale)

A causa di un incendio divampato nella sacrestia ed estesosi al presbiterio, la chiesa fu chiusa al culto ed interessata da un intervento di restauro, diretto dalla Soprintendenza ai Monumenti della Liguria e dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri, consistente in linea generale nel recupero della facies antica del monumento, pregressa agli interventi succedutesi tra XVI e XX secolo.(cfr. BIB Lamboglia,1969).

1964/02/9 - 1964/11/15 (restauro intero bene)

Interno: rimozione intonaci cementizi ottocenteschi; evidenziazione delle murature proto e tardoromaniche e delle modifiche tardo medievali; mantenimento della terza campata - del 1884 – con ricostruzione dei setti laterali della facciata tardomedievale in pietra nera e ben squadrata e lasciando a vista i gradini della porta di accesso sul lato nord della facciata; demolizione pavimentazione più recente, individuazione, mantenimento e integrazione della stratificazione più antica;individuazione antichi accessi alla cripta, associati alle rispettive variazioni della lunghezza dell’edificio: riapertura dell'accesso più antico; individuazione stratigrafia dell’abside (X-XI secolo); tamponamento dell’apertura quadrata centrale all’abside e riapertura della stretta monofora tardoromanica. Completamento delle semicolonne romaniche e dei semipilastri; demolizione dell’altare barocco con sistemazione della statua del Santo (risalente al 1655) su un nuovo altare.(cfr. BIB Lamboglia,1969).

1964 - 1970 (costruzione sacrestia)

Vengono realizzati il solaio sulla campata d’accesso alla chiesa, così come il soppalco soprastante la sacrestia, utilizzando tavelloni e putrelle, non intonacati né finiti in alcun modo, del tutto avulsi dal contesto architettonico, in avanzato degrado. (cfr. BIB Lamboglia,1969).

1980 - 1990 (restauro intero bene)

A fine anni ‘80 e inizio anni ‘90 la chiesa di Sant’Ampelio ha subito nuovi lavori di manutenzione di cui i più importanti sono il rifacimento del manto di copertura con coppi di stampo industriale e la realizzazione di una pavimentazione in lastre di ardesia che ha rivestito la pavimentazione protoromanica, riportata in luce nelle due campate antistanti all’altare dall’intervento del Lamboglia, nel 1964. L’introduzione di una pavimentazione moderna era necessaria alla fruizione della chiesa, visto che l’estrema irregolarità e la mancanza di planarità della pavimentazione antica causava non pochi disagi di deambulazione. (cfr. Progetto Panetta, Liotta 2015).

2014 - 2015 (restauro intero bene)

Restauro completo degli esterni (copertura e intonaci) e degli interni, con riqualificazione degli ambienti di servizio ad area museale, progettazione di percorso di visita con inserimento di una nuova botola d'accesso alla cripta; rifacimento degli impianti; adeguamento liturgico dell'area presbiteriale.(cfr. Progetto Panetta, Liotta 2015).

2014 - 2015 (scavo archeologico pavimentazione)

A seguito dell'asportazione dell'ultima pavimentazione messa in opera negli anni Sessanta, nell'area della navata attorno alla botola per la discesa in cripta, corrispondente alla zona antistante la facciata romanica della chiesa, è stata evidenziata l'area cimiteriale, in parte già nota dai precedenti scavi.
Descrizione

La chiesa di Sant'Ampelio sorge sull'omonimo capo nella città di Bordighera, della quale è divenuta il monumento più noto e caratteristico. Costruita direttamente sulla scogliera su cui si frange il mare, la chiesa era parte di un complesso conventuale di cui si hanno notizie a partire dal XII secolo, quando ancora non esistevano nè l'odierna città nè il suo nucleo più antico, sulla collina sovrastante il capo. L'apparato murario definisce almeno quattro fasi costruttive, succedutesi a distanza di due secoli circa l'una dall'altra: una costruzione originaria protoromanica del sec. XI; un rifacimento tardo romanico (sec. XII-XIII); una parziale ricostruzione tardo medievale (sec. XIV-XV); infine la risistemazione secentesca (sec. XVI-XVIII), cui seguirono rimaneggiamenti di varia natura tra fine Otto e primi Novecento del XX secolo. Di grande suggestione è la cripta a doppia abside con copertura voltata nella quale la leggenda pone il sito abitativo di Sant'Ampelio, monaco anacoreta originario della Tebaide, pervenuto sul litorale ligure in un tempo imprecisato, al quale la popolazione tributa particolare venerazione per la sua attività di fabbro e portatore della palma da dattero, specie che contraddistingue questo lembo di Liguria. Nel corso del XVI secolo non si hanno più notizie del monastero: la chiesa viene commendata, quindi funge da parrocchiale fino alla costruzione della nuova chiesa nel nascente borgo fortificato soprastante (dal 1470). Oggi l'edificio si presenta a navata unica: al centro una botola vetrata consente la discesa nella cripta; l'area presbiterale è stata rinnovata nel corso del restauro architettonico del 2014-2015 ma ha conservato la statua in marmo del santo (1655). Nei locali di servizio è in corso di allestimento una zona didattico-museale dedicata alla storia dell'edificio e del culto tributato al santo. La chiesa è regolarmente officiata.
Pianta
Edificio principale, romanico: spazio liturgico a pianta rettangolare, concluso da abside semicircolare. La chiesa si articola su due livelli, seguendo l'orografia della scogliera ove è costruita: sotto la navata si trova una cripta il cui accesso è consentito da una botola posta al centro dello spazio liturgico. In adiacenza alla struttura ecclesiale, sul lato sinistro, a nord, si trovano il campanile - a pianta quadrata - ed un corpo di fabbrica a pianta rettangolare, destinato parte a sacrestia, parte a locale didattico museale, preceduta sul lato ovest da un portichetto.
Coperture
Copertura a capanna in coppi antichi di recupero; elementi in ardesia sul campanile, sulla linea di gronda e sull'abside; il volume della sacrestia ha copertura piana con elementi in ardesia e muretti perimetrali.
Campanile
Campanile a pianta quadrata, edificato sul fianco sinistro, lato nord, della chiesa, nei pressi dell'abside. Cella campanaria con quattro aperture ad arco. Rivestimento ad intonaco.
facciata
Facciata con profilo a capanna, portone centrale ligneo, due finestre rettangolari laterali, rosone polilobato con vetrata policroma posto al centro, sopra il portone. Rivestimento in pietra della Turbie, analogo ai prospetti nord e sud.
Facciate
Le facciate laterali sono in parte rivestite in pietra della Turbie (lato nord e sud) in parte in pietra a vista (lato est). Il prospetto sud presenta due monofore ed un'accesso, tutti ripristinati a seguito del restauro del 2015. Il prospetto nord reca un'ingresso con rampa d'accesso per disabili per rendere fruibile la saletta didattica.
Navata
Navata a pianta rettangolare: la prima metà, di dimensioni inferiori rispetto alla chiesa originaria romanica, appartiene al corpo di fabbrica secondario eretto nel XIX secolo; la seconda metà, in direzione dell'area presbiterale, si riferisce alla struttura medievale. E' conclusa dall'abside semicircolare. Le pareti della prima metà sono semplicemente intonacate; quelle della seconda metà sono in pietra a vista. Non vi sono elementi decorativi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione nella prima metà dell'edificio è stata rifatta nel corso del restauro del 2015: si tratta di listelloni in rovere poggianti su una struttura in acciaio, al centro della quale è stata creata una botola in acciaio e vetro per permettere l'accesso alla cripta; prima della botola, è stata inserita una sezione in vetro per mostrare l'area cimiteriale sottostante. La seconda metà della chiesa presenta lacerti di pavimentazione medievale originaria ( parte in blocchi di arenaria, parte in segmenti di laterizio), integrati opportunamente.
Scale
Al centro della navata è presente una botola in acciaio e vetro che consente l'accesso alla cripta per mezzo di una scala in pietra. Altra scala è presente in sacrestia per accedere al locale didattico museale adiacente.
Cripta
La cripta è accessibile dall'area liturgica a piano strada e dall'apertura posta sugli scogli - ripristinata nel 2015. Ad essa si perviene scendendo le scale, percorrendo un corridoio (oppure, dal corridoio stesso, se sis accede dalla scogliera). Ha copertura voltata, doppia abside, pavimento in acciottolato. Vi è collocata una lastra di pietra bianca con un cilindro in marmo che la tradizione indica quale letto sul quale morì Sant'Ampelio.
Impianto strutturale
Struttura in conci di pietra e, limitatamente al fabbricato secondario ed al corpo di fabbrica sul fianco sinistro, in muratura.
Presbiterio
Area presbiterale completamente rifatta nel 2015 (cfr. Adeguamento liturgico).
Sala didattica
Al di sopra della sacrestia è stata ricavata una sala didattica-museale che contiene indicazioni sulla storia del sito, della chiesa e del suo restauro.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (2014-2015)
Nell'ambito del restauro architettonico dell'edificio, è stato predisposto il progetto di adeguamento liturgico che prevede l'inserimento di nuovi arredi. In particolare, il nuovo altare in pietra della Turbie reca i simboli della palma e dell'olivo, legati al territorio ed alla storia del santo eponimo. Esso sotituisce la mensa mobile e l'altare in cemento e ardesia addossato all'abside durante i lavori di restauro del 1964, quando venne demolito l'altare marmoreo barocco.
ambone - aggiunta arredo (2014-2015)
Nell'ambito del restauro architettonico dell'edificio, è stato predisposto il progetto di adeguamento liturgico che prevede l'inserimento di nuovi arredi. In particolare, il nuovo ambone è stato pensato in relazione all'eseguità dello spazio presbiteriale: presenta pedana e montanti curvi in acciaio corten, rivestimento della pedana e leggio in pietra della Turbie.
presbiterio - intervento strutturale (2014-2015)
Nell'ambito del restauro architettonico dell'edificio, è stato predisposto il progetto di adeguamento liturgico che prevede l'inserimento di nuovi arredi (altare, ambone, sede del celebrante, tabernacolo) acluni realizzati in pietra della Turbie, con evidente richiamo alla pietra già utilizzata nel rivestimento esterno della facciata, ideale per far risaltare nel contesto architettonico tali elementi. E' stata mantenuta la centralità della statua marmorea secentesca di Sant'Ampelio pur demolendo l'altare precedente in cemento e ardesia, per liberare la muratura antica dell'abside. Sono state inserite una lanterna votiva, il tabernacolo a destra, e nuova illuminazione.
presbiterio - intervento strutturale (1964)
Demolizione delle balaustre in marmo delimitanti l'area presbiterale posta allora allo stesso livello dell'aula.
altare - intervento strutturale (1964)
Demolizione dell'altare barocco; inserimento di altare in cemento con mensa in ardesia proveniente quest'ultima dalla cripta; riposizionamento su di esso della statua secentesca di Sant'Ampelio.
cattedra - aggiunta arredo (2014-2015)
Nell'ambito del restauro architettonico dell'edificio, è stato predisposto il progetto di adeguamento liturgico che prevede l'inserimento di nuovi arredi. La sede del celebrante è stata realizzata ad hoc tenendo conto dell'eseguità dello spazio: in sintonia con le scelte di richiamo simbolico operate per l'altare, la seduta in fusione di bronzo ha i montanti a forma di foglia di palma, pianta presente all'esterno della chiesa , assai diffusa nel territorio circostante e connotante il paesaggio del Ponente ligure al pari dell'olivo e della palma.
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