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Bologna
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Caterina di via Saragozza
Parrocchia di Santa Caterina di Via Saragozza
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; elementi di pregio; apparati liturgici
altare - aggiunta arredo (1998)
XIII - 1289(preesistenza intero bene); 1443 - 1443(ricostruzione intero bene); 1776 - 1776(restauro restauro del tetto); 1816 - 1824(ricostruzione intero bene); 1844 - 1844(restauro pavimentazione); 1862 - 1864(ristrutturazione interno); 1874 - 1874(restauro interno); 1894 - 1894(installazione apparati liturgici); 1904 - 1904(installazione impianto elettrico); 1911 - 1918(restauro intero bene); 1954 - 1959(costruzione opere parrocchiali); 1964 - 1964(installazione altare minore); 1984 - 1984(restauro intero bene); 1996 - 1998(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Caterina di Via Saragozza
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Caterina di Via Saragozza <Bologna>
Altre denominazioni S. Caterina di via Saragozza
Ambito culturale (ruolo)
architettura eclettica (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - 1289 (preesistenza intero bene)

Si fa menzione di tale chiesa fin dal 1289, negli Atti Notarili dell'Alidosi.

1443  (ricostruzione intero bene)

La chiesa, sorta orientata e quindi con accesso sull'attuale via di Santa Caterina, nel 1443 venne trasformata, ponendo l'accesso principale su via Saragozza, sotto un ampio portico.

1776  (restauro restauro del tetto)

Nell'anno 1776, quando era parroco della chiesa don Giovanni Eliseo Mattioli (1713 - 1797) il tetto della chiesa fu restaurato a spese dei proprietari delle cappelle, detti all'epoca "compadroni". Sotto la guida del parroco Mattioli, la parrocchia di santa Caterina ospitò alcuni ex-gesuiti provenienti dal Sud america in seguito all'espulsione della Compagnia del Gesù dalla Spagna e dalle sue colonie. Si deve a questi gesuiti, in parte seppelliti in chiesa, l'inizio di una particolare devozione per la Beata Vergine di Guadalupe che tuttora persiste, essendo oggi la più antica della città.

1816 - 1824 (ricostruzione intero bene)

Nel 1816 la chiesa, ridotta in condizioni pessime da infiltrazioni d'acqua e umidità di risalita, fu interamente ricostruita su disegno del Brighenti, assumendo la forma che ancora oggi l'edificio internamente mantiene. L'inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 12 ottobre 1817 con una celebrazione presieduta dall'Arcivescovo di Bologna, Card. Carlo Opizzoni. Nel 1824 fu costruito anche il campanile, dotato anche di un orologio che batteva le ore ed i quarti, oggi scomparso.

1844  (restauro pavimentazione)

Per la Decennale del 1844, la terza presieduta da don Giovanni Battestini, grazie alle offerte raccolte tra i parrocchiani, si potè provvedere alla ripulitura e doratura di tutti gli altari e soprattutto venne risistemato l'intero pavimento della chiesa e del portico antistante.

1862 - 1864 (ristrutturazione interno)

Nel 1863 lavori di restauro intervennero sulla facciata della chiesa per interesse del Comune di Bologna e del nuovo programma edilizio urbano su via Saragozza. A questi lavori si deve la facciata tutt'oggi presente e l'aspetto esterno dell'edificio di culto. Per la Festa degli Addobbi del 1864, parroco Don Giovanni Franceschi (Crespellano 1823 - 1907) vennero costruite due cantorie a lato dell'altare maggiore e relative nicchie per organo, il pulpito con intaglio e doratura, la nuova sacristia con relativo altare e fu data una nuova pavimentazione alla cappella della Beata Vergine del Rosario. Di questi anni anche la nuova decorazione pittorica dell'aula, dovuta ad Alessandro Guardassoni che la offrì gratuitamente come dono alla sua parrocchia. Il pittore abitava infatti al numero 43 di via Saragozza.

1874  (restauro interno)

Per la Festa degli Addobbi del 1874 venne costruito un nuovo altare maggiore in marmo di Verona, oltre al restauro di numerosi quadri, l'indoratura dei candelabri e l'imbiancatura di tutte le pareti della chiesa e dei locali circostanti.

1894  (installazione apparati liturgici)

E' ancora il parroco don Franceschi a promuovere per la Festa degli Addobbi 1894 la realizzazione dei quattro altari delle cappelle laterali con marmi di diverso colore, due pile per acqua santa in marmo bianco di Carrara e i gradini di marmo di Verona a separare l'aula dalle cappelle e dal presbiterio.

1904  (installazione impianto elettrico)

Nel 1904 i conti Masetti Zannini, la cui residenza si situa nel territorio della Parrocchia, offrirono l'impianto di illuminazione elettrica della Chiesa, per grazia ricevuta. E' nel quadro di questo stesso intervento che fu realizzata probabilmente anche l'attuale cappella per il fonte battesimale, sulla destra dell'altare.

1911 - 1918 (restauro intero bene)

Divenuto parroco Mons. Ettore Carretti, (1871-1952), docente presso il Seminario Regionale, a partire dal 1914 si avviarono nuovi interventi di restauro, come il rifacimento del pavimento d'ingresso della chiesa su via Saragozza e, all'interno dell'aula, di fronte alla sagrestia, la realizzazione del "Salone delle carte geografiche" che affresca sulla parete una mappa del mondo antico per situare la vita del Cristo. Al termine del primo conflitto mondiale mons. Carretti promosse interventi nella cappella di Sant'Antonio, a sinistra del presbiterio, per ampliarla e ospitarvi una memoria dei parrocchiani caduti nella prima guerra mondiale.

1954 - 1959 (costruzione opere parrocchiali)

Durante la festa degli Addobbi del 1954 si gettarono le basi per il grande lavoro, terminato del 1959, di costruzione delle opere parrocchiali, cioè le aule di catechismo, il teatro e il campo sportivo.

1964  (installazione altare minore)

In occasione del centenario della costruzione della cappella della B. V. del Rosario, fu realizzato l'altare in marmo e il restauro di questo spazio liturgico.

1984  (restauro intero bene)

In corrispondenza della Decennale Eucaristica del 1984, vennero completamente ripulite, intonacate e imbiancate le due cappelle laterali all'altare: in particolare, nella cappella di sinistra venne effettuata la completa pulizia del soffitto a cassettoni. Nella stessa occasione l'impianto elettrico è stato sostituito.

1996 - 1998 (restauro intero bene)

Dal 1996 il parroco, mons. Celso Ligabue, avvia il restauro della chiesa e della canonica della parrocchia, giungendo a consacrare il nuovo altare (di fronte a quello pre-conciliare) nel 1998.
Descrizione

La Chiesa di Santa Caterina sorge in Via Saragozza a ridosso di Viale Aldini, tracciato delle mura del XIII secolo, e prossima a Porta Saragozza da cui si snoda il percorso porticato che conduce fino al Santuario della B.V. di San Luca. L'edificio, ripetutamente rimaneggiato sino all'ultima configurazione del sec. XIX, presenta una relazione monumentale col portico di Via Saragozza, intercettandone un passaggio che diviene pronao. L'interno presenta la tipica decorazione dei coevi edifici di culto bolognesi, con stucchi perlacei, affreschi splendenti, abbondanti decorazioni dorate e partiti architettonici di gusto eclettico e manierato.
contesto
La chiesa si situa nel quadrante sud-ovest della città, fra Via Saragozza e la traversa di Via Santa Caterina, entro la cerchia muraria del sec. XIII ed in prossimità di Porta Saragozza. È dunque in continuità col complesso monumentale dei portici che conducono al Santuario della B.V. di San Luca. Il tessuto limitrofo è caratterizzato da edilizia minuta su lotto gotico, con edifici di tre o quattro piani, porticati e intonacati nelle sfumature dei rossi o dei gialli. Nel territorio della parrocchia, sull'altro lato di via Saragozza, sorge, degno di nota, Palazzo Albergati di Baldassare Peruzzi.
impianto planivolumetrico
L'aula della chiesa è il nucleo principale di una aggregazione volumetrica complessa che si estende sullo stesso piano di calpestio ed occupa l'intero settore del lotto fino all' affaccio su via Santa Caterina. In corrispondenza del presbiterio, sul lato ovest, si apre la Cappella di Sant'Antonio, come un braccio di un ideale transetto che non trova piena corrispondenza dall'altra parte dell'aula, occupata da una più modesta sala, vecchia sede battesimale. A sinistra dell'ingresso si apre la cappella feriale, a sviluppo longitudinale quasi perpendicolare all'asse della chiesa. Parallelamente all'aula liturgica le due cappelle, quella feriale e quella del transetto, sono collegate da un ampio salone decorato con le carte geografiche dei luoghi della vita del Cristo. Tra le due cappelle, affacciato su via santa Caterina, si situa anche il campanile, a chiudere il lotto con altri locali minori intorno ad una chiostrina.
esterno
La facciata è ben ravvisabile su Via Saragozza, poiché sopravanza l’accesso dell’aula sfruttando il portico sino al filo della strada. Si presenta verticalmente tripartita, con la porzione centrale ulteriormente divisa in quattro registri orizzontali: i primi due si configurano come una serliana, il terzo presenta un rosone centrale e l’ultimo è un timpano. L’espressione materica scaturisce da una sagramatura bicromatica, rosa ed ocra chiaro in conformità al contesto. Il rapporto con la strada priva dunque la chiesa di un sagrato, mentre il portico intercettato dall’edificio individua un pronao di cinque campate, di cui quella centrale, corrispondente all’ingresso, è voltata a cupola, le restanti trabeate. Sul fianco sinistro è visibile il campanile, il cui basamento è intonacato nei toni del rosa, in continuità con il resto dell’esterno, mentre la parte più alta è in mattoni a vista.
pianta
L’edificio è ad aula unica, con transetto in prossimità dell’abside e due cappelle per lato, di limitata profondità. Il transetto è più profondo nell’ala sinistra, e ove interseca l’aula individua il presbiterio. Questo è rialzato di tre gradini rispetto all’aula; oltre il presbiterio vi è il fondale dell’abside quadrato. La cappella feriale ha l’accesso sul fianco sinistro dell’aula, a ridosso della controfacciata; mentre prima del presbiterio sulla sinistra si accede alla sacrestia
interni
Una bussola lignea immette nell’aula, voltata a botte con affreschi; le pareti laterali sono scandite da sei paraste, inquadranti le cappelline, poggiate su alti basamenti marmorei e culminanti in capitelli di gusto ionico, oltre cui si dipartono i costoloni della volta. Una trabeazione in lieve rilievo corre lungo tutto il perimetro dell’aula, sovrastata da un cornicione e dal claristorio. I partiti decorativi sono stucchi griogioperla ottocenteschi, con inserti dorati. Un arcone trionfale marca l’accesso al presbiterio, coperto con una cupola affrescata. L’arretramento della facciata a filo della strada individua due piani sfasati nella controfacciata: quello inferiore che racchiude l’aula e uno superiore con bucatura a tutto sesto, prospettante su ambienti di servizio oltre cui s’intravede un rosone circolare. Le ali del transetto sono ribassate rispetto all’aula, dalla quale vi si accede per un portale architravato e tripartito da due colonne in marmo giallo reale. Sopra al portale si affacciano all’aula due cantorie simmetriche, di cui quella destra è dotata di organo. Nel claristorio, in corrispondenza di ogni cappella, si trova un’apertura semicircolare, così come sopra le cantorie. Aula e transetto sono pavimentati a veneziana, così come il presbiterio, dove però i tasselli di marmo sono più grandi e regolari.
impianto strutturale
L’edificio è costruito in muratura portante. Il soffitto dell’aula è voltato a botte e il presbiterio è coperto da una cupola.
elementi di pregio
La chiesa è interamente affrescata e decorata con stucchi dorati ad opera di Onofrio Zanotti. Alle spalle dell’altare si trova una pala di Fausto Muzzi, raffigurante il martirio di Santa Caterina di Alessandria.
apparati liturgici
L'assemblea si dispone a croce lungo l'aula e le due ali del transetto, ovunque suddivisa in due fila, in piena conformità con il volume architettonico. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto all’assemblea e contiene l’ambone, l’altare post-conciliare, la sede e la croce. Ulteriori tre gradini innalzano l’altare preconciliare, su cui è situato il tabernacolo per la custodia eucaristica. Il battistero è situato a nella parte destra del transetto. La vasca battesimale, che prevede il rito per aspersione, è marmorea. Attualmente i battesimi vengono tuttavia celebrati sull’altare, con l’ausilio di un catino amovibile. La sacristia ha l'accesso sul fianco sinistro dell'aula, a ridosso del transetto, mentre una cappella feriale sorge a ridosso della controfacciata, con accesso ancora sulla sinistra. Non è presente alcun coro, la breve abside essendo completamente occupata da un baldacchino soprastante l'altare preconciliare.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1998)
L’altare post-conciliare poggia su due massicci piedritti in marmo bianco decorato con formelle realizzate dallo scultore Camillo Bersani. La nuova mensa eretta per volontà del parroco, mons. Celso Ligabue, è stata consacrata dal Cardinale Giacomo Biffi nel 1998
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