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Torino
Torino
chiesa
parrocchiale
San Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista - Cattedrale Metropolitana
pianta; facciata ; cappella della Sindone; transetto destro; transetto sinistro; sacrestia; presbiterio; cappella della Madonna Grande; cappella dei santi Crispino e Crispiniano; cappella di san Michele Arcangelo; cappella della Natività; cappella di san Secondo Martire; cappella di san Giovanni Battista; cappella antico battistero; cappella di sant'Onorato vescovo di Amiens; cappella dei santi Massimo e Antonio; cappella di sant'Eligio; cappella dei santi Ippolito e Cassiano; cappella della Resurrezione; cappella della Santissima Trinità; campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1979-1980)
400 - 1490(preesistenze intero bene); 1469 - 1470(costruzione campanile); 1491 - 1498(rifacimento intero bene); 1649 - 1694(ampliamento cappella Sindone); 1656 - 1656(restauro navata centrale); 1712 - 1712(restauro facciata); 1720 - 1720(sopraelevazione campanile); 1835 - 1835(dipinto controfacciata); 1836 - 1852(affreschi pareti interne); 1874 - 1972(realizzazione organo); 1927 - 1929(restauro interno); 1978 - 1978(rifacimento presbiterio); 1997 - 1997(incendio cappella Sindone); 1997 - XXI(restauro cappella Sindone)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Torino>
Altre denominazioni Cattedrale Metropolitana
Ambito culturale (ruolo)
architettura rinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

400 - 1490 (preesistenze intero bene)

Nel Medioevo il complesso episcopale era costituito da tre chiese affiancate: la basilica dedicata al Salvatore, il battistero di S.Giovanni Battista e quella di S.Maria, adibita a funzioni parrocchiali. Nel 1490 le tre basiliche vennero demolite, per volontà del cardinale Domenico della Rovere, per costruire l'attuale duomo.

1469 - 1470 (costruzione campanile)

La torre campanaria venne realizzata tra il 1469 e il 1470, ad opera del vescovo Giovanni di Compey, sul limitare del fronte della basilica dedicata al Salvatore e in adiacenza alla canonica.

1491 - 1498 (rifacimento intero bene)

La realizzazione si deve all'architetto e scultore Amedeo di Francesco, detto Meo del Caprina. Il 22 luglio 1491 la reggente di Savoia, vedova di Carlo I, Bianca di Monferrato, posò la prima pietra del nascente duomo. I lavori durarono sette anni. Il 21 settembre 1505 l'arcivescovo Baldassarre Bernesso, con messa solenne, consacrò il duomo.

1649 - 1694 (ampliamento cappella Sindone)

Il progetto per un ingrandimento del duomo, col fine di creare un degno ambiente per la conservazione della Sindone, risale al 1649, quando Bernardino Quadri giunse a Torino, alla corte di Carlo Emanuele II. L'idea del Quadri si basava sulla correzione del precedente progetto di Carlo di Castellamonte, che prevedeva una cappella ovale posta alle spalle del coro dell'edificio, erigendo così un ambiente a pianta circolare. Nel 1667 venne chiamato a realizzare l'opera Guarino Guarini. La cupola, i cui lavori durarono ventotto anni, venne terminata nel 1694, con messa solenne.

1656  (restauro navata centrale)

Nel 1656 l'arcivescovo Bergera rifece a sue spese la volta della navata centrale.

1712  (restauro facciata)

I restauri si occuparono prevalentemente dei tre portoni della facciata, che vennero sostituiti non solo perché danneggiati pesantemente durante la guerra, ma anche perché considerati ormai obsoleti. I lavori iniziarono nel 1712, commissionati dall'arcivescovo Vibò. I portali vennero realizzati dal minusiere Carlo Maria Ugliengo su disegno dell'ingegnere Pietro Paolo Cerutti.

1720  (sopraelevazione campanile)

Il campanile esterno, o Torre campanaria, dedicato a Sant'Andrea visibile oggi risente di alcune modifiche del 1720 specie nell'altezza, che vennero affidate dal regnante Vittorio Amedeo II all'architetto Juvarra. Quest'ultimo lo sopraelevò di 12 metri, in stile barocco, portando la torre ad un'altezza complessiva di metri 60.

1835  (dipinto controfacciata)

Per volere di Carlo Alberto, nel 1835 l'imponente copia dell'Ultima cena di Leonardo, realizzata da Luigi Cagna, venne fissata nella controfacciata, ovvero l'unica parte della chiesa in grado di sostenere il dipinto, di notevoli dimensioni e di un peso che supera i 900 chili.

1836 - 1852 (affreschi pareti interne)

Durante il regno di Carlo Alberto si decise di intervenire sulla decorazione delle pareti interne; tra il 1836 e il 1852, sotto la direzione di Giovanni Talucchi, venne realizzata una dipintura in stile neorinascimentale con episodi delle vite di san Giovanni Battista, del Cristo, dell'Antico e del Nuovo Testamento.

1874 - 1972 (realizzazione organo)

All'interno della cattedrale, nel transetto destro si trova il grande organo a trasmissione meccanica costruito nel 1874 da Giacomo Vegezzi-Bossi e ampliato da Carlo Vegezzi-Bossi fra il 1901 e il 1902. Lo strumento, collocato sopra una cantoria lignea dorata, ne sostituisce un altro del 1741, costruito dal torinese Giuseppe Calandra e restaurato l'ultima volta nel 1780. L'organo attuale è frutto anche di un importante restauro eseguito nel 1972 dall'organaro Emilio Piccinelli, durante il quale, fra le altre cose, sono state eliminate le trasmissioni pneumatiche del 1901-1902 ed è stata completata l'estensione della pedaliera.

1927 - 1929 (restauro interno)

Nel 1927 il Cardinale Gamba fece intraprendere un ulteriore restauro per eliminare tutto quello che, dalle indagini condotte, non apparteneva strettamente all'allestimento originario rinascimentale. Durante il restauro vennero eliminati gli affreschi commissionati nel 1834, notevolmente compromessi dal salnitro nel corso del tempo.

1978  (rifacimento presbiterio)

Nel 1978 in occasione dell'ostensione della Sindone, si stabilì di intervenire con una radicale risistemazione del presbiterio, tale da avvicinarlo allo spazio navale secondo la nuova liturgia.

1997  (incendio cappella Sindone)

Nella notte tra l'11 ed il 12 aprile 1997 un incendio di vaste proporzioni divampò nel Duomo, devastando la Cappella ospitante la Sacra Sindone e diverse sale del Palazzo Reale attiguo.

1997 - XXI (restauro cappella Sindone)

In seguito all'incendio, la chiesa è stata oggetto di studi preliminari, monitoraggi, rilievi e progetti ai fini del recupero delle strutture danneggiate. Il primo passo è stata la progettazione degli apprestamenti strumentali per il cantiere, ovvero dei ponteggi interni ed esterni, dei macchinari e degli impianti di illuminazione e sicurezza. Il 30 aprile 2012 ha avuto luogo la consegna dei lavori di completamento della riabilitazione delle strutture in elevazione della Cappella. Attualmente i lavori sono concentrati sulla sostituzione degli elementi di marmo gravemente danneggiati, per i quali non è stato possibile prevedere il solo consolidamento, per restituire alla Cappella la sua capacità portante. I lavori per il completamento della riabilitazione delle strutture dovranno concludersi entro la fine del mese di marzo 2014. Contemporaneamente al cantiere di riabilitazione delle strutture ha ripreso il via anche il cantiere di consolidamento dei conci di marmo ancora recuperabili. R
Descrizione

La Chiesa, in stile rinascimentale, è di limpide forme geometriche, con impianto basilicale a croce latina, spartita in tre navate da pilastri, interamente coperta da volte. Sulle pareti laterali si aprono in spessore di muro delle cappelle, a pianta alternativamente rettangolare e semicircolare, che ospitano altari devozionali donati dalle famiglie nobili torinesi e dalle corporazioni. La facciata è caratterizzata da tre eleganti portali, decorati con motivi ispirati alle antichità romane. Il materiale di rivestimento della Chiesa deriva in gran parte dalle cave di pietra di Bussoleno, e conferisce al duomo un tono cromatico chiaro che lo distingue nettamente dagli altri edifici torinesi, Al fondo della Chiesa è inserita la Cappella della Sacra Sindone su progetto di Guarino Guarini. Sul lato sinistro della Chiesa vi è la torre campanaria in forme romaniche, realizzata verso il 1470 e ulteriormente sopraelevata nel 1720 da Filippo Juvarra.
pianta
L'edificio, con pianta a tre navate con ampio transetto, è dotato, all'incrocio dei bracci, di una cupola ottagonale di dimensioni ridotte; ai lati delle navate secondarie si aprono sei cappelle lungo la nave destra e sette lungo quella sinistra.
facciata
La facciata è completamente rivestita di marmo bianco proveniente dalle cave di Foresto e Chianocco, in Valle di Susa, evidenzia la divisione in tre navate della chiesa: quella centrale, più alta, è segnata dal frontone triangolare, mentre le due laterali sono sormontate dalle volute che mascherano le falde dei tetti. Il timpano è decorato da due oculi, al centro dei quali si trova un tondo su cui era scolpito lo stemma dei della Rovere. Sull'asse di ogni navata si aprono i portali lignei realizzati da Carlo Maria Ugliengo nel 1712, inseriti all'interno della decorazione marmorea rinascimentale: attraverso scudi con l'insegna dei della Rovere, trofei d'armi, candelabri a stiacciato con foglie di rovere, non casuale richiamo al committente, una sequenza di angeli musicanti a bassorilievo, rappresentati anche nelle formelle dei portali laterali, con viole timpani e tamburelli, si arriva fino alla formella centrale, raffigurante san Giovanni Battista.
cappella della Sindone
Esternamente la cappella è a pianta quadrata incastrata tra il Duomo e Palazzo Reale. Sopra la base si innalza un tamburo in mattoni a pianta poligonale con 6 grandi finestroni ad arco, incorniciati da lesene e protetti da un tetto che morbidamente si adagia sugli archi. Al di sopra c'è una copertura a cappella sorretta da costoloni su cui sono installate numerose urne in pietra. Tra i costoloni sbucano morbidamente linee arcuate orientaleggianti che disegnano numerose aperture a semicerchio, fino alla parte terminale della cupola, un piccolo tamburo circolare finestrato e prolungato con una struttura a cannocchiale. All'interno il genio barocco del Guarini si concretizza: ai lati dell'altare maggiore del Duomo si aprono due portali in marmo nero che introducono a due scalinate scure con bassi gradini semicircolari. Alla fine delle due scalinate si entra in due vestiboli circolari paralleli delimitati da colonne in marmo nero. Da qui si accede alla cappella, a pianta circolare, dove al centro svetta l'altare barocco (di Antonio Bertola) che conservava, in una teca d'argento e vetro, la Sindone. Il pavimento presenta un disegno in marmo nero e bianco che sottolinea l'importanza dell'altare, mentre grosse stelle di bronzo incastonate nel marmo bianco riflettono la luce proveniente dall'alto. Rivestita di marmi neri, la Cappella culmina nella luminosa Cupola di forma conica, caratterizzata da sei ordini di archi sovrapposti, con un traforo a stella nella parte terminale.
transetto destro
Vi si trova la cappella del Crocifisso, allestiva con un grande crocifisso seicentesco, attorniato dalle statue lignee del Padre Eterno, della Vergine e di San Giovanni, realizzate da Stefano Maria Clemente, ben illuminate dal lucernario della piccola cupola. La mensa dell'altare, rivestito di marmi policromi, è sorretta da due putti, opera dei fratelli Collino, con al centro l'immagine del Sudario, mentre le due statue in marmo bianco, raffiguranti santa Cristina e santa Teresa, sono state realizzate all'inizio del Settecento da Pierre Legros. La cappella del crocifisso è sovrastata dalla cantoria, completamente riplasmata dall'ingegnere Luigi Andrea Guibert, dove si conserva un organo Vegezzi-Bozzi. La cantoria è costituita da due palchi sfalsati che si raccordano alle pareti del transetto con ampie volute; essa avanza sino al limite della navata laterale, facendo sì che il grande modiglione dorato di sostegno alla voluta di sinistra arrivi quasi ad appoggiarsi ai marmi neri del portale della Sindone. Al di sopra della cassa dell'organo si trova un grande fastigio dorato con al centro due leoni rampanti con l'arma di Sua Maestà dipinta dal luganese Pietro Pozzo, mentre sui lati angeli aerei sorreggono gli stemmi del capitolo e del cardinale Domenico della Rovere.
transetto sinistro
Sulla parete si apre la tribuna relae decorata da sculture di Ignazio Perucca su disegno di Martinez. L'elegante cancelletto che delimita la zona è in ferro battuto e riproduce le insegne del collare della Santissima Annunziata.
sacrestia
Sulla porta vi è un busto di Pio IX; nell'interno sono conservati otto quadri tra cui il Battesimo di Cristo di Martino Spanzotti. Sulla parete sinistra vi è il sepolcro Seyssel opera di Matteo Sammicheli e altre lapidi.
presbiterio
Rifatto nel 1979-80 con stalli marmorei dagli architetti Bellezza e Momo. Due angeli portacandelabro di Stefano Maria Clemente fiancheggiano l'altare donato dall'arcivescovo Vibò.
cappella della Madonna Grande
Prima cappella nella navata di destra, ospita la statua di terracotta della Madonna e due statue di Gioachino e Anna, opera del Tamone.
cappella dei santi Crispino e Crispiniano
Seconda cappella nella navata di destra. Le pitture sono state realizzate da Defendente Ferrari per l'Università dei Calzolai, ma riadattate per l'attuale forma semicircolare della cappella barocca.
cappella di san Michele Arcangelo
Terza cappella nella navata di destra. L'icona del 1655 è di Bartolomeo Caravoglia. Ai lati vi sono due dipinti raffiguranti san Carlo Borromeo e il Beato Amedeo IX di Savoia.
cappella della Natività
Quarta cappella nella navata di destra. L'icona è opera di Giovanni Comandù. Ai lati vi sono i due sepolcri degli arcivescovi Beggiamo e Bergera.
cappella di san Secondo Martire
Quinta cappella nella navata di destra. Ad egli dedicata dal Municipio di Torino per voto durante la peste del 1630. Di autore ignoto è la pala raffigurante il Santo martire, le cui reliquie sono contenute in una cassa di cristallo. All'interno dell'edicola vi è una statua d'argento del compatrono della città (scultore Bogliani, orefice Baldino). Ai lati dell'altare due statue in stucco di san Solutore e santa Caterina.
cappella di san Giovanni Battista
Sesta cappella nella navata di destra. L'icona del 1862 è di Rodolfo Morgari. Decorano la cappella stucchi e affreschi con i santi Cosma e Damiano, opera di Andrea Casella da Lugano.
cappella antico battistero
Prima cappella nella navata di sinistra. E' sede dell'antico battistero con vasca neoclassica; quella antica fu fondata dal Cottolengo. Una cancellata eseguita per la cappella di san Massimo nel 1630 chiude il vano del battistero.
cappella di sant'Onorato vescovo di Amiens
Seconda cappella nella navata di sinistra. Sull'altare è presente un'icona di Claudio Dauphin. I pannelli laterali, rubati nel 1977, sono stati sostituiti con sculture in cera di Pietro Cerato. In alto un tabernacolo contiene l'unica parte superstite della pala di sant'Eligio, lacerata da un bombardamento.
cappella dei santi Massimo e Antonio
Terza cappella nella navata di sinistra. L'icona di Mario Caffaro Rore sostituisce quella perduta del Casella di cui restano gli affreschi laterali con san Giovanni e san Giovenale.
cappella di sant'Eligio
Quarta cappella nella navata di sinistra. Opera di Bartolomeo Caravoglia sono gli ovali con santa Barbara e san Girolamo. La cappella fu sede della corporazione dei Maniscalchi e Orafi.
cappella dei santi Ippolito e Cassiano
Quinta cappella nella navata di sinistra. Decorata da un'icona del Caravoglia.
cappella della Resurrezione
Sesta cappella nella navata di sinistra. L'icona fu eseguita nel 1575 da Giacomo Rossignolo su commissione dei Caluso di Courgnè. La decorazione marmorea è settecentesca.
cappella della Santissima Trinità
Settima cappella nella navata di sinistra. La pala con i santi Luca e Cottolengo è del Guglielmino. La cappella fu patronato della società dei pittori e scultori.
campanile
La torre campanaria è costituita da due parti nettamente distinte la torre quattrocentesca e il coronamento settecentesco, realizzazione incompiuta del progetto di Filippo Juvarra. La torre quattrocentesca è a pianta pressoché quadrata, di dimensioni di circa m 10 x 9.85, con muri perimetrali a sacco di spessore di oltre due metri che salgono con larghezza costante sino al coronamento juvarriano, dove all'interno, in corrispondenza della cella campanaria, il quadrato si raccorda ad ottagono. La partitura muraria è segnata sui quattro lati da uno sfondato centrale profondo 15 cm, scandito da due cornici con decorazione a sega, contenute tra i risvolti angolari e dalla presenza di sei finestre a feritoia, aperte simmetricamente su ogni lato e in alto da una grande apertura centrale centinata. La legatura delle murature perimetrali avviene tramite volte a botte. L'impianto della sopraelevazione settecentesca si articola in trabeazione inferiore dorica di raccordo con la parte quattrocentesca, finita a intonaco, composta da architrave, fregio e cornicione, cella campanaria a pianta ottagonale con pilastri angolari in muratura intonacata e colonne in pietra di Susa, paraste in muratura originariamente finite a intonaco e capitello in pietra e balaustre in pietra di Gassino. La sopraelevazioni juvarriana prosegue con la trabeazione ionica della cella campanaria, la lanterna o piedistallo della cuspide, con quattro finestre ovoidali racchiuse in cartelle e decorata con fasce, lesene e nicchie e infine con il tetto a falde a pianta ottagonale con orditura costituita da falsi puntoni poggianti sulla muratura perimetrale sostenuti al vertice da un'unica capriata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1979-1980)
Nel 1978 in occasione dell'ostensione della Sindone, si stabilì di intervenire con una radicale risistemazione del presbiterio, tale da avvicinarlo allo spazio navale secondo la nuova liturgia. Fu rifatto nel 1979-1980 con stalli marmorei dagli architetti Bellezza e Momo. Due angeli portacandelabro di Stefano Maria Celemente fiancheggiano l'altare donato dall'arcivescovo Vibò.
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